Conformazione interna del cuore
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Andremo ad utilizzare in questa lezione, un'immagine "interattiva", che contiene al suo interno i link di connessione con le varie parti del cuore, in modo da semplificare la ricerca delle voci, il «Diagramma Cuore».
Internamente il cuore è suddiviso in quattro cavità, appaiate funzionalmente a due a due. Ogni gruppo di cavità è costituito da un atrio, a parete sottile e posto superiormente,[1] e un ventricolo,[2] a parete più spessa e posto inferiormente, collegati tramite l'orifizio atrio-ventricolare rispettivo. Le due paia di cavità sono separate da un setto cardiaco.
Atri
[modifica]Atrio destro
[modifica]L'atrio destro si colloca in posizione anteriore, inferiore e a destra rispetto all'atrio sinistro, occupa la parte superiore della faccia sternocostale del cuore, comprende il margine destro (acuto) e la porzione destra della base del cuore. Il solco che divide le due vene cave dall'auricola destra è il solco terminale.[3] Vengono distinte nel cuore in situ sei pareti, così orientate: posteriore o del seno, anteriore o dell'anello, mediale o del setto, laterale, superiore e inferiore.[3] La muscolatura di entrambi gli atri è formata dai muscoli pettinati che nascono dalla cresta terminale e formano una rete che va gradatamente scomparendo.[3] La cresta terminale si individua nella parete posteriore, dove separa il seno delle vene cave dalla parte atriale propriamente detta. Lo spazio compreso fra lo sbocco delle due vene cave presenta il tubercolo del Lower.[4] L'atrio destro raccoglie lo sbocco delle due vene cave e del seno coronario. La vena cava inferiore sbocca con una valvola detta valvola di Eustachio[4], così il seno coronarico, è a sua volta dotato di valvola, detta valvola di Tebesio che chiude l'orifizio quando l'atrio si contrae in modo che il sangue non ritorni all'interno del seno; attraverso di essa giunge all'atrio il sangue venoso refluo dalla circolazione coronarica.[5] La parte superiore della valvola di Tebesio si unisce alla valvola di Eustachio dando origine al tendine di Todaro.[6] Nell'atrio destro vi è il nodo senoatriale (NSA), piccola massa di cellule dotate della capacità di attivare il battito cardiaco spontaneamente (dette anche cellule pacemaker).
Atrio sinistro
[modifica]La cavità in alto a sinistra è chiamata atrio sinistro ed è un po' più piccolo di quello destro, ha una cavità con pareti sottili, si allunga trasversalmente e in un piano posteriore.[7] Come per l'atrio destro si distinguono convenzionalmente sei pareti, sempre nel cuore in situ: posteriore, anteriore, inferiore, superiore, laterale e mediale. Nella parete posteriore si distingue una concavità esterna, determinata dall'esofago, nota come impronta esofagea.[3] Le pareti dell'atrio sinistro non presentano i rilievi dei muscoli pettinati. Riceve il sangue ossigenato dai polmoni e lo "passa" nel ventricolo sinistro. Nell'atrio sinistro si immettono le quattro vene polmonari, che portano al cuore il sangue ossigenato dai polmoni (per definizione, quindi arterioso); questi sono chiamati vene anche se trasportano sangue arterioso, perché, per convenzione, ogni vaso che porta sangue al cuore è chiamato vena. La parete mediale è comune a quella dell'atrio destro ed è leggermente depressa nell'area che corrisponde alla fossa ovale.[8]
Ventricoli
[modifica]Ventricolo destro
[modifica]È l'ampia cavità della parte inferiore destra; appoggia sulla faccia anteriore del diaframma; presenta tre pareti: posteriore, anteriore e mediale.[9] Ha al forma di una piramide triangolare con l'apice rivolto in basso verso la punta del cuore.[9] Riceve il sangue dall'atrio destro e lo trasferisce, con la sistole ventricolare, all'arteria polmonare, affinché sia condotto ai polmoni per ossigenarsi. La chiusura della valvola tricuspide, che coincide con l'inizio della sistole ventricolare, contribuisce alla formazione del primo tono cardiaco (descritto onomatopoicamente con un tum), un suono cupo e lungo. La chiusura della valvola semilunare polmonare compartecipa alla formazione del secondo tono cardiaco ((descritto onomatopoicamente con un ta), è più breve, secco e chiaro e segna anche la fine della sistole ventricolare.
La pressione ventricolare destra mostra una differente curva pressione-volume rispetto alla pressione ventricolare sinistra[10], questo perché il ventricolo destro fa parte ed è al centro della piccola circolazione, che è a bassa pressione. [11] Questo circuito è definito a bassa pressione, in quanto in atrio destro abbiamo una media di 2 mmHg (nel sinistro saliamo a 5 mmHg), in ventricolo abbiamo una massima di 25 mmHg (a sinistra si arriva a 120 mmHg) e in arteria polmonare valori di 25 mmHg di massima con una media di 14 mmHg.[12] La piccola circolazione avendo resistenze emodinamiche ridotte rispetto a quelle della circolazione sistemica, spiegherebbe il motivo per cui il cuore destro sia più "debole" e abbia pareti più sottili nonostante la portata dell'aorta sia uguale a quella dell'arteria polmonare. [13]
Ventricolo sinistro
[modifica]Il ventricolo sinistro è una delle quattro camere del cuore .[14] Riceve sangue ossigenato dall'atrio sinistro attraverso la valvola mitralica, e lo pompa nell'aorta attraversando la valvola. Si possono considerare delle pareti, una base e un apice.[14] Partecipa alla formazione di una piccola parte della superficie sternocostale del cuore e a una grande parte della superficie diaframmatica; l'apice del cuore è fondamentalmente formato proprio dal ventricolo sinistro.[15] Le sue pareti sono molto più spesse del destro (da tre a sei volte di più)[16], questo accade perché esprime una forza cinque volte superiore, ricevendo sangue a bassa pressione dall'atrio,circa 8 mmHg, e spostandolo nell'aorta a una pressione di circa 120 mmHg a ogni battito cardiaco.
In condizioni ottimali il ventricolo sinistro dovrebbe rilassarsi molto rapidamente, contrarsi altrettanto rapidamente e pompare più sangue possibile, superando la maggiore pressione aortica e compensando quella necessaria a dilatare tutto l'albero arterioso; infine essere in grado di aumentare o diminuire rapidamente la capacità di pompare il sangue sotto il controllo del sistema nervoso. Si ricorda che in un adulto sano e a riposo, il ventricolo sinistro pompa circa 5 litri di sangue per minuto, che possono passare a 25 sotto sforzo (45 litri in un atleta di livello olimpico).[17] Ovviamente anche le valvole del cuore sinistro partecipano alla formazione dei toni cardiaci I e II.
Lo "Scheletro" del cuore
[modifica]Per approfondire questo argomento, consulta la pagina "Scheletro" del cuore. |
Lo scheletro fibroso del cuore è costituito da un insieme di robuste formazioni connettivali formato da fibre collagene e in minor parte da fibre elastiche.[18] Tale scheletro è fondamentalmente costituito da quattro anelli di tessuto fibroso resistente e compatto, che racchiudono gli orifizi venosi e arteriosi della base del cuore.[18] Sono in parte a contatto fra loro e collegati da connettivo fibroso, anche definiti trigoni fibrosi.
Lo scheletro fibroso è composto da:
- gli anelli fibrosi, che circondano gli orifizi atrioventricolari e le due valvole semilunari, valvole aortica e polmonare;
- i due trigoni fibrosi, destro e sinistro: quello destro è una robusta formazione triangolare posta tra l'orifizio aortico e i due orifizi atrioventricolari, il sinistro si trova tra l'orifizio atrioventricolare sinistro e quello aortico ed è molto più piccolo del destro;
- la parte membranosa del setto interventricolare, quella più soggetta a malformazioni congenite, che è una delle due porzioni di cui è costituito il setto, insieme a quella muscolare.
Note
[modifica]- ↑ Testut e Latarjet, p. 535.
- ↑ Testut e Latarjet, p. 509.
- ↑ 3,0 3,1 3,2 3,3 Testut e Latarjet, p. 536.
- ↑ 4,0 4,1 Testut e Latarjet, p. 537.
- ↑ Testut e Latarjet, p. 538.
- ↑ Testut e Latarjet, p. 539.
- ↑ Testut e Latarjet, p. 541.
- ↑ Testut e Latarjet, p. 542.
- ↑ 9,0 9,1 Testut e Latarjet, p. 515.
- ↑ A.N. Redington et al., Characterisation of the normal right ventricular pressure-volume relation by biplane angiography and simultaneous micromanometer pressure measurements., in Br Heart J, vol. 59, nº 1, gennaio 1988, pp. 23-30, PMID 3342146.
- ↑ Fiocca, pp. 262-263.
- ↑ Fiocca, pp. 189-277
- ↑ Fiocca, pp. 269.
- ↑ 14,0 14,1 Testut e Latarjet, p. 525.
- ↑ Testut e Latarjet, p. 527.
- ↑ Testut e Latarjet, p. 526.
- ↑ Il sistema cardiovascolare e l'esercizio, forrestgroupminerva.it. URL consultato il 2 ottobre 2017.
- ↑ 18,0 18,1 Fiocca, pp. 195-196
Bibliografia
[modifica]- Léo Testut e André Latarjet, Miologia-Angiologia, in Trattato di anatomia umana. Anatomia descrittiva e microscopica – Organogenesi, vol. 2, 5ª ed., Torino, UTET, 1973, ISBN non esistente.
- Philippe Gorny, Storia illustrata della cardiologia dalla preistoria ai giorni nostri, Milano, Editiemme, 1988, ISBN non esistente.
- Léo Testut, Collo-Torace-Addome, in Trattato di anatomia topografica, con applicazioni medico-chirurgiche, vol. 2, Torino, UTET, 1998, ISBN 88-02-02194-5.
- Silvio Fiocca et al., Fondamenti di anatomia e fisiologia umana, 2ª ed., Napoli, Sorbona, 2000, pp. 189-277, ISBN 88-7150-024-5.
- Frank H. Netter, Cuore: tavole di anatomia e fisiologia normale e patologica, di embriologia e di malattie del cuore, Elsevier, 2002, ISBN 978-88-214-2653-7.
- John Willis Hurst, Il cuore, 12ª ed., Milano, McGraw-Hill, 2009, ISBN 978-88-386-3943-2.
- Dee Unglaub Silverthorn, Fisiologia umana. Un approccio integrato, 5ª ed., Pearson, 2010, ISBN 88-7192-963-2.
- William Francis Ganong et al., Fisiologia medica, Padova, Piccin, 2011, ISBN 978-88-299-2113-3.