Infarto miocardico acuto
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La cardiopatia ischemica è una grossa branca della cardiologia e si occupa delle patologie a origine appunto ischemica, cioè le patologie correlate all'occlusione parziale o completa delle arterie colpite dalla malattia aterosclerotica. Essendo un argomento piuttosto ampio, si tratterà in queste lezioni, esclusivamente dell'infarto miocardico acuto.
Definizione
[modifica]Il termine infarto miocardico acuto indica la necrosi dei miociti provocata da ischemia prolungata, successiva a inadeguata perfusione del miocardio per uno squilibrio fra richiesta e offerta di ossigeno, in seguito all'occlusione di un'arteria coronaria in genere causata da una trombosi.[1]
Le patologie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte nei paesi industrializzati[2][3] L'Organizzazione mondiale della sanità ha individuato numerosi fattori di rischio cardiovascolare che provocano morti, riduzione degli anni di vita trasscorsi in buona salute e aumento delle spese sanitarie; alcuni elementi di rischio, come obesità e sovrappeso, tabagismo, alcolismo, stile di vita sedentario, ipercolesterolemia, ipertensione arteriosa e diabete mellito, sono suscettili di miglioramento mediante opportune modifiche dello stile di vita.[4]
Il termine «infarto miocardico acuto» viene utilizzata quando vi sia evidenza di necrosi miocardica. Si è comunque sentita la necessità di specificare meglio e condividere, a livello dei cardiologi studiosi di tutto il mondo, una definizione universale di infarto miocardico. La definizione fu più volte ritoccata sino ad arrivare all'ultima, e probabilmente definitiva, del 2012, come viene riportato nel lavoro di Thygesen, Third universal definition of myocardial infarction.[5] Andremo di seguito a riportare la traduzione del documento come fu sottoscritto:
A) I criteri diagnostici per infarto miocardico acuto sono i seguenti:
- aumento della troponina, unitamente a evidenza di ischemia miocardica associata ad almeno uno dei seguenti fattori:
- sintomi di ischemia;
- variazioni elettrocardiografiche di nuova ischemia con alterazioni del tratto ST (sopra- o sottoslivellamento ST), dell'onda T o comparsa di blocco di branca sinistra;
- presenza di onde Q patologiche all'elettrocardiogramma;
- riscontro con ecocardiogramma di nuove alterazioni della cinetica parietale del ventricolo interessato;
- riscontro di trombo coronarico alla coronarografia o all'autopsia;
- morte cardiaca improvvisa, rilevata angiograficamente o post-mortem ;
- nei pazienti sottoposti a rivascolarizzazione percutanea o in presenza di trombosi dello stent, riscontro di marker di necrosi superiori di cinque volte rispetto al 99º percentile del valore massimo di riferimento, nei pazienti con valori di base normali, oppure quando i livelli di troponina aumentano del 20% rispetto ai valori di base nei casi in cui siano già alterati;[6]
- nei pazienti sottoposti a bypass aorto-coronarico in cui si evidenzi la presenza di nuove onde Q, la chiusura del graft venoso o della coronaria nativa, associato comunque all'aumento dei marker di almeno 10 volte rispetto al 99º percentile del valore massimo di riferimento;
- riscontro di nuovo infarto del miocardio.
- criteri diagnostici per infarto miocardico pregresso:
- comparsa di nuove onde Q patologiche all'ECG in presenza o assenza di sintomi;
- evidenza all'ecocardiogramma di un'area assottigliata e con discinesie, in assenza di cause di origine non ischemica;
- riscontro patologico di infarto miocardico in evoluzione o stabilizzato, rinvenuto casualmente.
Note
[modifica]- ↑ (EN) K Thygesen e J.S. Alpert, Myocardial infarction redefined--a consensus document of The Joint European Society of Cardiology/American College of Cardiology Committee for the redefinition of myocardial infarction, in Eur. Heart J., vol. 21, nº 18, settembre 2000, pp. 1502–13, DOI:10.1053/euhj.2000.2305, PMID 10973764.
- ↑ (EN) Deaths and percentage of total death for the 10 leading causes of death: United States, 2002-2003 (PDF), National Center of Health Statistics, 2003. URL consultato il 18 agosto 2014.
- ↑ (EN) T. Rastogi et al., Physical activity and risk of coronary heart disease in India, in Int J Epidemiol, vol. 33, nº 4, agosto 2004, pp. 759–767, DOI:10.1093/ije/dyh042, PMID 15044412.
- ↑ Sara Princivalle, Strategie ed interventi per la prevenzione delle malattie cardiovascolari (PDF), aspp-prevenzione.it, 2013. URL consultato il 18 agosto 2014.
- ↑ (EN) K Thygesen et al., Third universal definition of myocardial infarction, in Eur. Heart J., vol. 33, nº 20, ottobre 2012, pp. 2551–67, DOI:10.1093/eurheartj/ehs184, PMID 22922414.
- ↑ Trimarco, p. 227.
Bibliografia
[modifica]- John Willis Hurst, Il cuore, 12ª ed., Milano, McGraw-Hill, 2009, ISBN 978-88-386-3943-2.
- Bruno Trimarco et al., Cardiologia, Napoli, Idelson Gnocchi, 2013, ISBN 978-88-7947-568-6.