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Epidemiologia (infarto miocardico acuto)

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Epidemiologia (infarto miocardico acuto)
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Cardiologia
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Infarto miocardico acuto Cardiologia Cenni storici (infarto miocardico acuto)

In questa seconda lezione andremo a valutare l'impatto sulla popolazione globale delle malattie cardiovascolari in termini di malattia e causa di morte: l'argomento viene trattato esponendo i dati epidemiologici.

Le patologie cardiovascolari sono uno dei maggiori problemi di salute e rivestono un'importanza notevole nella programmazione della sanità pubblica. Rappresentano la principale causa di morte in Europa, con oltre 4,3 milioni di morti nel 2005. Oltre il 40% di queste si verificano prima dei 75 anni e il 54% colpisce il genere femminile, in genere in fasce di età post-menopausale. Le forme più comuni di malattia cardiovascolare sono la cardiopatia ischemica e l'ictus, che costituiscono rispettivamente il 22% (1,9 milioni) e il 14% (1,2 milioni) del totale dei decessi. La cardiopatia ischemica è responsabile del 20% di tutte le morti al di sotto dei 75 anni.[1]

È ormai chiaro che vi sono fattori di rischio comuni a diverse patologie come le malattie cardiovascolari, le tumori, il diabete mellito, la broncopneumopatia cronica ostruttiva, disturbi di salute mentale etc., che hanno causato oltre l'85% dei decessi, il 77% della perdita di anni di vita in buona salute e il 75% delle spese sanitarie in Europa e in Italia: i fattori di rischio sono quelli definiti «modificabili» (gli immodificabili sono l'età, il sesso e l'etnia), quali l'obesità e il sovrappeso, il fumo di sigaretta, l'abuso di alcool, lo scarso consumo di frutta e verdura, la sedentarietà, la dislipidemia e l'ipertensione arteriosa.[1] Come appena detto, l'età aumenta la possibilità di infarto, come anche il sesso maschile: sino a 60 anni i maschi vengono colpiti dall'infarto da 2 a 4 volte più delle donne. In realtà l'infarto miocardico acuto nella donna presenta delle differenze eziopatogenetiche, anatomiche e di rischio genere-specifici rispetto a quello maschile[2], almeno in fase pre-menopausale. Tale situazione si modifica quando la donna è già in menopausa e il rapporto maschi/femmine supera di poco l'unità.[3]

Nei paesi industrializzati come gli Stati Uniti d'America, le morti per malattie cardiache sono più numerose rispetto alla mortalità per neoplasie.[4] Negli Stati Uniti più di un milione di persone avrà un attacco anginoso ogni anno e di questi il 40% morirà a causa di infarto.[5] Dati recenti tratti dal Registro Nazionale Americano, hanno valutato più di un milione di casi di infarto, dal 1994 al 2006: gli infarti sono stati trattati sia con fibrinolitico sia con angioplastica primaria, i risultati danno una mortalità del 14% nelle donne e del 10% negli uomini.[6]

Passando all'Europa, nel Registro Francese, che analizza la mortalità nelle Unità di Terapia Intensiva Cardiologica in tutta la Francia, nel 1995, in piena epoca trombolitica, si registrò una mortalità del 23,7% nelle donne contro il 9,8% negli uomini, ma nel report del 2010, quando ormai più dell'80% dei pazienti veniva trattato con l' angioplastica coronarica, si evidenziò una riduzione della mortalità rispettivamente del 9,8% e del 2,6%.[7]

Note

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  1. 1,0 1,1 Sara Princivalle, Strategie ed interventi per la prevenzione delle malattie cardiovascolari (PDF), aspp-prevenzione.it, 2013. URL consultato il 18 agosto 2014.
  2. (EN) M. Sclavo, Cardiovascular risk factors and prevention in women: similarities and differences, in Ital Heart J Suppl, vol. 2, nº 2, febbraio 2001, pp. 125–41, PMID 11255880.
  3. Pier Luigi Prati, Infarto del miocardio, cuorevivo.it, 2002. URL consultato il 18 agosto 2014.
  4. (EN) Deaths and percentage of total death for the 10 leading causes of death: United States, 2002-2003 (PDF), National Center of Health Statistics, 2003. URL consultato il 18 agosto 2014.
  5. (EN) Epidemiology of Heart Attack and Angina Statistics, Medscape, 18 agosto 2014. URL consultato il 30 settembre 2014.
  6. (EN) J.G. Canto et al., Association of age and sex with myocardial infarction symptom presentation and in-hospital mortality, in JAMA, vol. 307, nº 8, febbraio 2012, pp. 813–22, DOI:10.1001/jama.2012.199, PMID 22357832.
  7. (EN) E. Puymirat et al., Association of changes in clinical characteristics and management with improvement in survival among patients with ST-elevation myocardial infarction, in JAMA, vol. 308, nº 10, settembre 2012, pp. 998–1006, DOI:10.1001/2012.jama.11348, PMID 22928184.