Il Giusnaturalismo e il Giusrazionalismo

Da Wikiversità, l'apprendimento libero.
lezione
lezione
Il Giusnaturalismo e il Giusrazionalismo
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Diritto medievale e moderno
Avanzamento Avanzamento: lezione completa al 100%

Premessa[modifica]

La presente lezione di approfondimento, che si collega a stretto nodo con la lezione 4 del Corso, vuole studiare da vicino gli sviluppi di due correnti filosofiche: il Giusnaturalismo e il Giusrazionalismo, che formeranno poi la base della futura Codificazione Napoleonica. La seguente lezione non è necessaria tanto per una buona conoscenza del Diritto Medievale e Moderno quanto per poter comprendere a pieno i risvolti culturali dell'Età Moderna.

Lezione di Approfondimento[modifica]

Giusnaturalismo[modifica]

Per giusnaturalismo o dottrina del diritto naturale (dal latino ius naturale, «diritto di natura») s'intende la corrente di pensiero filosofica che presuppone l'esistenza di una norma di condotta intersoggettiva universalmente valida e immutabile, fondata su una peculiare idea di natura (ma, come nota Bobbio, «‘natura' è uno dei termini più ambigui in cui sia dato imbattersi nella storia della filosofia»), preesistente a ogni forma storicamente assunta di diritto positivo (termine coniato dai medievali, derivato dal greco thésis, tradotto in latino come positio; e, appunto, positivum riproduceva letteralmente il senso greco del dativo thései, riferentesi al prodotto dell'opera umana) e in grado di realizzare il miglior ordinamento possibile della società umana, servendo «in via principale per decidere le controversie fra gli Stati e fra il governo e il suo popolo».

Secondo la dottrina giusnaturalistica il diritto positivo non si adegua mai completamente alla legge naturale, perché esso contiene elementi variabili e accidentali, mutevoli in ogni luogo e in ogni tempo: i diritti positivi sono realizzazioni imperfette e approssimative della norma naturale e perfetta, la quale, da quanto risulta dal manuale settecentesco di Gottfried Achenwall intitolato Jus naturae in usum auditorum, può servire «in via sussidiaria per colmare le lacune del diritto positivo». I temi affrontati dai teorici della dottrina del diritto naturale attengono al diritto, perché pongono in discussione la validità delle leggi, alla morale, in quanto riguardano l'intima coscienza dell'uomo, e, prevedendo limiti al potere dello Stato, alla politica.