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Fondi rischi e oneri futuri

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Fondi rischi e oneri futuri
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Bilancio

Abbiamo sinora affrontato rettifiche certe nell'avvenire e certe nell'importo. Tuttavia sappiamo che possono esservi accadimenti incerti nell'importo o anche nel loro stesso avvenire. Per questo vengono predisposti appositi fondi, denominati fondi spese per la prima categoria di accadimenti e fondi rischi per la seconda. Si parla in questa sede di valori stimati o congetturati a seconda che tali importi siano di competenza di uno o più esercizi. La rilevazione avviene secondo lo schema base dell'"accantonamento al fondo X" in dare/+ con scrittura in contropartita al conto "fondo X" in avere/-.

Si tratta sempre e solo di costi, e mai di ricavi presunti, in quanto gli utili non realizzati non sono certi e per rispetto al principio di prudenza non possono essere iscritti a bilancio.

La tecnica alla base del funzionamento dei fondi appare essere la stessa:

dare
a
avere
+
-
Accantonamento al fondo (CE) Fondo (SP)
dare
a
avere
+
-
Quota di utilizzo del fondo [es: Trattamento di quiescenza] (CE) Debiti vs [dipendenti] (SP)
dare
a
avere
+
-
Fondo (SP) Utilizzo del fondo (CE)

Attenzione alla differenza fra Quota di utilizzo del fondo e Utilizzo del fondo stesso: nel conto economico andranno inseriti entrambi i conti, l'uno in dare/+, l'altro in avere/-. L'impatto sul reddito è dato dalla somma algebrica dei due valori.

Si noti infine che l'utilizzo del fondo va fatto per intero, ovvero per tutta la parte che abbiamo accantonato per questo o quell'evento.

Fondi spese

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Fondi oneri futuri

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Si tratta di costi:

  • certi nell'esistenza;
  • incerti nell'ammontare.

Ovviamente tali costi possono essere di competenza di uno o più esercizi. In quest'ultimo caso non si può parlare propriamente di rateo poiché, dall'altro lato, quantunque vi sia un importo certo, non si ha una controprestazione da parte della controparte, dunque l'iscrizione della nostra prestazione non può avere luogo.

Si consideri ad esempio una ristrutturazione aziendale che prevede l'allontanamento di una parte dei dipendenti. Si crea un fondo da destinare a quei lavoratori che decidono di andare in pensione anzitempo: non sappiamo quanti siano i lavoratori che sceglieranno di terminare il rapporto di lavoro dunque non sappiamo quanto dovremo spendere per tali incentivi. Provvediamo quindi ad una stima del valore, da passare nel fondo apposito. Questo fondo finirà fra i componenti negativi di reddito.

Fondi di quiescenza del personale

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Si tratta di un fondo non obbligatorio, istituito come remunerazione aggiuntiva per tutti o per una parte dei dipendenti. Solitamente questi fondi nascono da accordi fra sindacati e impresa. Questa remunerazione aggiuntiva può avere luogo sia dall'inizio del rapporto lavorativo, sia dopo un certo periodo di permanenza minima. In pratica è un trattamento di fine rapporto "aggiuntivo".

Fondi di manutenzione ciclica

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Alcune imprese hanno la necessità di provvedere alla manutenzione di certi beni, vuoi per legge o solo per necessità. Poiché tale manutenzione è programmata, potremo "spalmare" il costo di tale manutenzione ciclica su tutti gli esercizi sui quali l'impianto è stato utilizzato. Per questo, al termine del periodo amministrativo, provvederemo ad accantonare la quota relativa al periodo in chiusura. Come già detto, non si può parlare di rateo, anche se sappiamo con precisione quanto dovremo pagare per tale manutenzione, il servizio verrà reso solo in futuro.

Fondi rischi

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I fondi rischi, abbiamo detto, sono fondi accantonati per eventualità che sono incerte non solo nell'importo, ma anche nella stessa esistenza. Essi vengono costituiti ogni volta riteniamo sia possibile l'evenienza di un rischio, ovvero di un accadimento incerto non solo nell'ammontare, ma anche nella sua stessa evenienza.

Si possono dividere i fondi rischi in due categorie:

  • fondi decrementativi, come quelli che riguardano le attività, come ad esempio:
    • fondo svalutazione immobilizzazioni;
    • fondo svalutazione titoli;
    • fondo svalutazione crediti;
    • fondo svalutazione magazzino;
    • fondo oscillazione cambi per crediti in valuta;
    • eccetera;
  • fondi incrementativi, come quelli che riguardano le fonti di finanziamento, come ad esempio:
    • fondo imposte in contenzioso;
    • fondo garanzia prodotti;
    • fondo oscillazione cambi per debiti in valuta;
    • eccetera.

Si ha la solita tecnica dell'accantonamento:

  • in dare/+, quando si esprime una perdita riconosciuta di competenza dell'esercizio, esprimente l'accantonamento;
  • in avere/- si indica la modificazione incrementativa/decrementativa relativa a quell'impiego o a quella fonte di finanziamento.

Quando il fondo viene utilizzato, si procede all'iscrizione del relativo utilizzo del fondo, secondo le modalità che già conosciamo.

Fondo svalutazione crediti

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Talvolta può accadere che l'azienda che ha un debito nei nostri confronti risulti essere in gravi difficoltà. Pertanto tale debito (che per noi è un credito) può risultare più o meno esigibile: sta a noi stimare se e quanto potremo ancora ricevere di tale credito e costituire un fondo apposito per coprire la parte che stimiamo irrecuperabile.

Consideriamo un credito del valore di 1 000. Al termine del periodo amministrativo stimiamo che solo la metà di tale credito potrebbe essere esigibile. Procediamo quindi all'accantonamento:

dare
a
avere
+
-
Accantonamento al fondo svalutazione crediti (CE) Fondo svalutazione crediti (SP) 500 500

Due mesi più tardi il credito ci viene pagato per un totale di 750. Scriviamo quindi:

dare
a
avere
+
-
Diversi Crediti vs clienti 1 000
Banca c/c 750
Fondo svalutazione crediti 250

In questo modo non si avrà una "perdita sui crediti" in quanto il costo relativo alla diminuzione del credito è stato registrato precedentemente mediante l'accantonamento di tale quota.

Fondo oscillazione su cambi

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Il fondo oscillazione cambi funziona in modo simile al fondo svalutazione crediti. Questa volta però la perdita non è sui crediti, bensì sui cambi.

Sappiamo che le transazioni con Paesi che non utilizzano la nostra stessa valuta comporta un rischio di cambio. Ebbene, in talune situazioni potrebbe accadere che il tasso di cambio sia oscillato talmente tanto da avere mutato sfavorevolmente le condizioni che sussistevano all'epoca in cui il credito o il debito è sorto. In particolare:

  • la valuta si è svalutata: se abbiamo un credito, dobbiamo considerare l'eventualità di incassare meno di quanto avevamo iscritto;
  • la valuta si è rivalutata: se abbiamo un debito, dobbiamo considerare l'eventualità di pagare più di quanto avevamo iscritto.

Nei casi opposti, essendo accadimenti positivi, nulla va iscritto e nulla va accantonato, per il solito principio di prudenza.