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Operazioni di acquisizione, remunerazione e rimborso dei debiti di finanziamento

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Operazioni di acquisizione, remunerazione e rimborso dei debiti di finanziamento
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Bilancio

Il capitale di funzionamento si compone di due parti fondamentali:

  • le attività, ovvero gli impieghi di capitale;
  • le fonti di finanziamento, che possono essere suddivise in:
    • mezzi propri, ovvero il patrimonio netto;
    • mezzi di terzi, ovvero le passività.

In questa lezione considereremo queste ultime, le passività. Gran parte delle passività è composta da debiti, che possono essere suddivise in due macroclassi fondamentali:

  • debiti di funzionamento (o debiti commerciali o debiti di regolamento), legati all'acquisto di condizioni produttive ancora da regolare con pagamento effettivo;
  • debiti di finanziamento (o debiti finanziari o capitale di prestito), che invece sono legati all'inflow temporaneo di mezzi monetari di terzi, solitamente a titolo oneroso, ovvero che dovremo pagare per l'utilizzo.

Il capitale di prestito si ottiene attraverso un contratto, con il quale si prevede che il terzo finanziatore fornisca liquidi o altri strumenti finanziari che possano fornire liquidità, mentre l'azienda finanziata si impegna a rimborsare il capitale prestato a determinate scadenza, corrispondendo una certa quantità aggiuntiva a titolo di pagamento per il denaro imprestato. Questi ultimi possono essere gli interessi passivi, le spese e i tributi connessi al contratto.

I debiti vengono evidenziati nelle passività in vari modi. Innanzitutto, si distinguono fra commerciali e finanziari, quindi in base al termine, ovvero a breve, medio o lungo termine e infine, se l'azienda fa parte di un gruppo, si distingue anche fra debiti contratti all'interno del gruppo e debiti contratti con esterni. Quest'ultimo aspetto non è solo indice di trasparenza riguardo alle politiche aziendali, ma anche perché tali debiti sono da elidere in sede di composizione del bilancio consolidato.

Composizione di un finanziamento

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Un finanziamento è composto di due parti: il capitale e gli interessi. Queste due linee vanno tenute ben distinte e separate, in quanto generano valori totalmente diversi. Infatti:

  • gli interessi sono un costo a tutti gli effetti;
  • il capitale, invece, comporta l'iscrizione nei nostri bilanci della ricezione e della restituzione del capitale che ci è stato prestato.

Per questo i finanziamenti attengono a due diversi cicli di rilevazioni contabili, l'uno legato agli interessi, l'altro legato al capitale. Si badi bene:

  • per quanto riguarda gli interessi, gli accadimenti possono avere natura numeraria o non numeraria, e possono rientrare sia nel sottosistema del reddito che nel sottosistema del patrimonio;
  • per quanto riguarda il capitale, gli accadimenti possono avere allo stesso modo natura numeraria o non numeraria, ma rientrano sempre e solo nel sottosistema del patrimonio.

Linea del capitale

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Per quanto riguarda il capitale, le operazioni da considerare sono quelle di ricezione e restituzione del capitale. Sia la ricezione che la restituzione possono avvenire in unica soluzione oppure a scadenze predeterminate.

I conti accesi al capitale sono due, e sono entrambi bifase:

  • per quanto riguarda la ricezione, accenderemo un conto al debito finanziario in avere/- e in contropartita un altro conto, in dare/+, in cui inseriremo la variazione numeraria;
  • per quanto riguarda la restituzione, effettueremo delle rettifiche di conto in maniera speculare a quanto avvenuto per la restituzione.

Un esempio pratico aiuterà a comprendere. Il 15 aprile pattuiamo con la banca un contratto per un mutuo passivo (supponiamo in questo caso che non vi siano spese e che il prestito sia a titolo gratuito, per semplicità) per un valore complessivo di 1 000 da rimborsare in due soluzioni, rispettivamente un mese e due mesi dopo la ricezione del capitale. Il capitale ci viene versato nel nostro conto corrente il 3 maggio. Attenzione: è sbagliato, censurabile e anche abbastanza truffaldino iscrivere tale contratto il 15 aprile o altra data antecedente quella del versamento, perché non c'è alcun inflow di moneta. E altrettanto sbagliato è accendere un fantomatico conto di credito vs terzi per il capitale di finanziamento non ancora erogato. Infatti una rilevazione di tal guisa gonfierebbe i bilanci al fine di dimostrare una situazione migliore di quanto invece non sia: accade talvolta, infatti, che le aziende che ricevono denaro pubblico utilizzino questo espediente per "sistemare" dei bilanci in crisi. Si tratta, come è ovvio, perlomeno di una anomalia.

Ma torniamo al caso che stavamo trattando prima della nostra digressione. Registriamo l'"ingresso" del denaro sul nostro conto corrente il 3 maggio 200X:

03.05.200X
dare
a
avere
+
-
Banca c/c (SP) Banca c/mutui passivi (SP) 1 000 1 000

Il 3 giugno provvediamo a pagare la prima rata:

03.06.200X
dare
a
avere
+
-
Banca c/mutui passivi (SP) Banca c/c (SP) 500 500

E infine il 3 luglio provvederemo a pagare la seconda rata.

03.07.200X
dare
a
avere
+
-
Banca c/mutui passivi (SP) Banca c/c (SP) 500 500

Come si può facilmente notare, il conto acceso al mutuo passivo adesso ha saldo pari a zero: ciò significa che abbiamo rimborsato interamente il capitale.

Linea degli interessi

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Un capitale viene solitamente imprestato a titolo oneroso. Possono esservi due tipi di oneri:

  • oneri finanziari d'esercizio, ovvero relativi al singolo esercizio in cui essi hanno luogo;
  • oneri finanziari pluriennali, ovvero relativi a più esercizi e che devono essere adeguatamente iscritti in base al principio di competenza economica.

Si possono ancora suddividere gli oneri in altre due categorie:

  • oneri legati all'acquisizione del prestito;
  • oneri legati alla remunerazione del prestito.

Facciamo un esempio pratico. Concordiamo un prestito passivo presso la banca per un valore di 950, da rimborsare in unica rata del valore di 1 000 comprensivo di interessi otto mesi dopo il versamento del capitale sul nostro conto corrente. Vediamo che succede.

Innanzitutto, registriamo il primo accadimento il 31 agosto 200X, data in cui la banca effettua il versamento:

31.08.200X
dare
a
avere
+
-
Diversi Prestiti passivi (SP) 1 000
Banca c/c (SP) 950
Oneri finanziari pluriennali (SP) 50

Il 31 dicembre dobbiamo chiudere il bilancio. Provvediamo ad attribuire la quota di oneri di competenza dell'esercizio in chiusura. Essendo passati quattro mesi dal ricevimento del prestito ed essendo la durata complessiva di quest'ultimo pari a otto mesi, 25 degli oneri pluriennali dovranno essere imputati a competenza dell'esercizio in chiusura. E allora:

31.12.200X
dare
a
avere
+
-
Oneri finanziari d'esercizio (CE) Oneri finanziari pluriennali (SP) 25 25

Il 30 aprile rimborsiamo il prestito:

30.04.200X+1
dare
a
avere
+
-
Prestiti passivi (SP) Banca c/c (SP) 1 000 1 000

Abbiamo però ancora 25 di oneri pluriennali (che abbiamo appena pagato) da registrare, e allora:

30.04.200X+1
dare
a
avere
+
-
Oneri finanziari di esercizio (CE) Oneri finanziari (SP) 25 25

Principali tipologie di finanziamento

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Fra le più diffuse forme di finanziamento, annoveriamo le seguenti:

  • apertura di credito bancario in conto corrente;
  • finanziamenti su anticipazioni garantite e su cambiali ipotecarie;
  • finanziamenti "revolving su propri pagherò cambiari";
  • finanziamenti su emissione di cambiali finanziari o di certificati di investimento;
  • mutui passivi;
  • emissioni di obbligazioni.

Si badi bene: il mondo del credito offre praticamente quotidianamente delle novità e delle innovazioni, spesso personalizzate per azienda. L'elenco appena fatto, pertanto, non è assolutamente esaustivo.

Ci limiteremo ad analizzarne tre.

Apertura di credito bancario in conto corrente

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Il conto corrente è un contratto stipulato fra una banca e un suo cliente, denominato correntista, il quale può svolgere attraverso tale conto corrente tutta una serie di operazioni, fra le quali, nel caso di nostro interesse, vi è pure l'apertura di credito. Dal punto di vista dell'impresa, un conto corrente può essere:

  • attivo, quando ha un saldo positivo;
  • passivo, quando il saldo è negativo, ovvero quando si usufruisce di una particolare forma di prestito erogato dalla banca. Si tratta, pertanto, di un debito finanziario.

Il conto corrente può essere passivo, cioè andare in rosso, nel caso in cui si tratti di un temporaneo scoperto autorizzato, avuto in base ad una necessità episodica di liquidi, oppure, ed è il caso più frequente per le imprese, si tratta di un contratto di finanziamento a titolo oneroso, con il quale il correntista è autorizzato ad arrivare sino ad un certo limite di scoperto nel momento in cui si esauriscano le attività del conto corrente, nel qual caso la banca ha diritto ad interessi, come in un normale prestito.

Il conto corrente, come è ovvio, può essere talvolta attivo e talvolta passivo: se, ad esempio, si va in rosso e poi si copre la somma presa in prestito dalla banca con altri liquidi il conto torna in attivo e così via.

L'apertura di un conto corrente ha delle spese e commissioni che sono in tutto e per tutto oneri legati all'acquisizione del prestito. Vi sono poi delle spese di tenuta del conto, le commissioni di "mancato utilizzo del fido" (ovvero quando l'azienda non utilizzi il limite di scoperto che le compete) e ovviamente gli interessi passivi derivanti dallo scoperto, che sono abbastanza variegati.

Rilevazioni contabili

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Il 5 ottobre stipuliamo un contratto di conto corrente con la Wiki World Bank, con il quale ci viene autorizzato un limite di scoperto pari a 1 000. Versiamo il denaro che abbiamo in cassa (poniamo 500) sul conto corrente in pari data.

05.10.200X
dare
a
avere
+
-
Wiki World Bank c/c (SP) Cassa contanti (SP) 500 500

Le spese per l'apertura del conto corrente ammontano a 5, pertanto:

05.10.200X
dare
a
avere
+
-
Spese e commissioni bancarie (CE) Wiki World Bank c/c (SP) 7 7

Dieci giorni dopo acquistiamo delle risorse tecniche correnti per un totale di 900 + IVA, e paghiamo a mezzo banca, per cui:

15.10.200X
dare
a
avere
+
-
Debiti vs fornitore (SP) Wiki World Bank (SP) 1 080 1 080

Siamo andati in rosso per 587: come è successo? La risposta è ovvia, ma va analizzata bene. Abbiamo utilizzato i 500 versati il 5 ottobre per pagare le spese bancarie e parte del debito verso il fornitore (abbiamo cioè subito un outflow di moneta), mentre i rimanenti 587, utilizzati per pagare la rimanente parte del nostro debito, è stata concessa in prestito da parte della banca. Il 5 novembre un nostro cliente versa 1 000 sul nostro conto corrente, a titolo di pagamento:

05.11.200X
dare
a
avere
+
-
Wiki World Bank (SP) Crediti vs cliente 1 000 1 000

Siamo quindi tornati in attivo per 413: in realtà, però, questo saldo è virtuale. La banca, infatti, deve trattenere degli interessi per il nostro scoperto, ma siccome questo avviene su base trimestrale, la "trattenuta" non è ancora avvenuta. Il 31 dicembre la banca trattiene gli interessi e ci addebita le spese di tenuta conto, rispettivamente per 2 e per 1.

31.12.200X
dare
a
avere
+
-
Diversi Wiki World Bank (SP) 3
Interessi passivi (CE) 2
Spese e commissioni bancarie (CE) 1

Il saldo di conto corrente, ponendo che non siano state effettuate altre operazioni, è quindi di 410. Il periodo amministrativo è finito, per cui provvediamo a chiudere gli ultimi due conti nell'apposito conto di sintesi, e cioè:

31.12.200X
dare
a
avere
+
-
Oneri finanziari (CE) Diversi 10
Interessi passivi (CE) 3
Spese e commissioni bancarie (CE) 7

Mutui passivi

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Altra diffusa forma di finanziamento a medio-lungo termine è costituita dai mutui passivi.

Un'impresa stipula con un soggetto mutuante un contratto che prevede la corresponsione di un certo stock di moneta da parte del mutuante in cambio, oltre alla restituzione del capitale, di una certa somma a titolo di interessi, secondo i tempi e i modi stabiliti dal contratto.

Di solito tali mutui sono garantiti, ovvero viene offerta una garanzia sulla quale il mutuante può rivalersi nel caso in cui il mutuatario violi le condizioni contrattuali. Si distingue fra:

  • mutui ipotecari, nel caso in cui venga iscritta un'ipoteca su un bene iscritto al pubblico registro;
  • mutui pignoratizi, nel caso in cui il mutuatario fornisca, come pegno, un bene al mutuante;
  • mutui cambiari, nel caso in cui la garanzia sia costituita da effetti cambiari;
  • mutui fidiussori, nel caso in cui il mutuatario fornisca una fideiussione.

I mutui possono, inoltre, essere:

  • di scopo, nel caso in cui la somma in prestito debba essere contrattualmente destinata a un certo uso (ad esempio, nelle aziende in dissesto, tale prestito deve essere utilizzato per il risanamento);
  • libero, quando il mutuatario può utilizzare tale somma liberamente e senza vincoli.

Il mutuo, ovviamente, consiste in una linea di capitale e in una linea di interessi.

Per quanto riguarda il capitale, si ha solitamente un rimborso rateale, ovvero, a scadenze prefissate, il mutuatario si impegna a rimborsare parte del capitale (in quote costanti, crescenti o decrescenti, a seconda di quanto stabilito dal contratto di mutuo). Quest'ultima si chiama rata in c/capitale. Ovviamente, nulla osta alla pattuizione di un rimborso in unica soluzione (ovvero con un'unica rata).

Per quanto riguarda gli interessi, essi vengono di solito applicati con un tasso fisso o variabile indicizzato. Gli interessi vengono liquidati posticipatamente rispetto al periodo al quale si riferiscono e vengono calcolati in base al capitale non ancora rimborsato. Si parla di rata in c/interessi.

Di solito si paga una rata comprensiva sia del c/interessi che del c/capitale, denominata rata mutuo.

Anche per i mutui esistono delle spese (di istruttoria, di delibera, etc.) dipendenti dalla durata e dall'entità del mutuo. Queste spese vengono liquidate dal mutuante a carico del mutuatario.

Infine, esiste la possibilità di estinguere anticipatamente il mutuo, dietro pagamento di una penale (solitamente calcolata su una percentuale del capitale).

Rilevazioni contabili

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Consideriamo un mutuo di 1 000, da restituire in dieci rate. La rata in conto capitale avrà quindi un importo di 100, costante per tutte le rate, in questo caso. La rata in conto interessi, invece, essendo calcolata in base al capitale, avrà un importo diverso, e quindi anche la rata mutuo. La seguente tabella ci fa vedere come funziona:

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 TOTALE
Rata in c/capitale 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 1 000
Rata in c/interessi 50 45 40 35 30 25 20 15 10 5 275
Rata mutuo 150 145 140 135 130 125 120 115 110 105 1 275

Il mutuo viene erogato l'11 agosto 200X, per un totale di 1 000, comprensivo di oneri finanziari pluriennali pari a 10. Vediamo cosa accade nei nostri libri contabili:

11.08.200X
dare
a
avere
+
-
Diversi Mutui passivi (SP) 1 000
Banca c/c (SP) 990
Oneri finanziari pluriennali (SP) 10

Dopo, poniamo, un mese, provvediamo a pagare la prima rata, ricordando però di scrivere, sui nostri libri, in due conti separati la linea del capitale e la linea degli interessi. Dunque:

11.09.200X
dare
a
avere
+
-
Diversi Banca c/c (SP) 150
Mutui passivi (SP) 100
Interessi passivi (CE) 50

E via di seguito. Ovviamente, in fase di chiusura dei conti, bisognerà ricordare che il conto "Interessi passivi" e la parte di competenza del conto "Oneri finanziari pluriennali" dovranno essere sintetizzati nel conto "Oneri finanziari" (CE), che verrà chiuso a conto economico.

Emissioni obbligazionarie

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I prestiti obbligazionari (o emissioni obbligazionarie o debentures) sono un tipo di operazione a medio-lungo termine volta a trovare fonti di finanziamento. Consistono nell'emissione di documenti (denominati obbligazioni, o bond o certificati obbligazionari) da parte dell'impresa che cerca finanziamenti e che vengono sottoscritti da obbligazionisti, che alla scadenza avranno diritto al rimborso del capitale imprestato (tutto o in parte) così come alla pagamento di una remunerazione.

In base al prezzo di emissione possono esservi obbligazioni:

  • alla pari, ovvero il valore nominale (facciale) coincide con il valore effettivamente versato dai sottoscrittori;
  • sotto la pari, ovvero il valore nominale è superiore a quanto gli obbligazionisti versano. In questo caso si ha un disaggio di emissione (o anche perdita su emissioni obbligazionarie), che costituisce un onere finanziario pluriennale;
  • sopra la pari, ovvero il valore nominale è inferiore a quanto gli obbligazionisti versano. In questo caso si ha un aggio di emissione (o anche utile su emissioni obbligazionarie), che costituisce un provento finanziario pluriennale.

Per quanto riguarda le ultime due tipologie:

  • il disaggio rappresenta un impiego di capitale di finanziamento, che produrrà componenti negativi di reddito, in quota-parte relativamente al periodo amministrativo di competenza;
  • l'aggio rappresenta una fonte di capitale di finanziamento, che produrrà componenti positivi di reddito, in quota-parte relativamente al periodo amministrativo di competenza.

Entrambi verranno azzerati alla scadenza dell'emissione.

Le obbligazioni possono essere:

  • senza cedole (zero coupon bonds): l'emissione avviene sotto la pari, e la remunerazione consiste nella differenza fra valore faciale e capitale effettivamente versato;
  • cedolari: quando, a determinate scadenze, avviene uno stacco di una cedola, ovvero la corresponsione di un interesse. Prima dell'avvento delle forme elettroniche, infatti, la cedola era una specie di francobollo che veniva effettivamente staccata dal documento e costituiva titolo per ottenere l'incasso della remunerazione spettante a tale cedola.

Dunque:

  • nel caso degli zero coupon bonds, gli interessi passivi di competenza vengono rettificati in quota parte dal disaggio realizzato;
  • nel caso di stacco delle cedole, gli interessi passivi costituiscono componente negativo di reddito per la parte compresa in un periodo amministrativo. Si badi bene al seguente esempio: se noi stacchiamo delle cedole ogni sei mesi (poniamo, il 1 febbraio e il 1 agosto), nel chiudere i conti dovremo considerare anche le cedole in corso di maturazione, ovvero quelle cedole che fra il primo agosto e il 31 dicembre stanno già maturando e costituiscono un onere che in futuro dovremo sostenere.

Riassunto dei valori legati alle obbligazioni presenti nelle tavole di sintesi

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Abbiamo incontrato diversi "nomi" nel corso del precedente paragrafo: è il caso di riassumerli ed evidenziare bene dove essi vanno collocati.

  • Conto economico:
    • Componenti negativi di reddito
      • Interessi passivi
      • Disaggio di competenza economica
    • Componenti positivi di reddito
      • Aggio di competenza economica
  • Stato patrimoniale:
    • Attività
      • Disaggio di competenza di esercizi futuri
    • Passività
      • Obbligazioni
      • Aggio di competenza di esercizi futuri

Emissione, sottoscrizione e collocamento

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Abbiamo usato questi tre termini nei precedenti paragrafi e appare il caso di evidenziare subito e al meglio il reale significato che tali termini hanno.

  • Emissione (bond issue): l'impresa ha assolto gli obblighi che il diritto positivo prescrive per le obbligazioni, e sostenuto tutte le spese relative a tali operazioni, come quelle legali, amministrative, pubblicitarie e, dato che l'emissione delle obbligazioni deve essere deliberata da un'assemblea straordinaria, rientra nelle spese anche l'onere relativo al notaio che deve autenticare la delibera.
  • Sottoscrizione (underwriting): fra l'impresa e l'obbligazionista è stato sottoscritto il contratto e che entrambe le parti si impegnano a seguire le regole espresse nel regolamento obbligazionario relativo all'emissione. Si hanno le seguenti scritture contabili:
Nel caso di emissione alla pari
dare
a
avere
+
-
Obbligazionisti c/sottoscrizione (SP) Obbligazioni (SP) X X
Nel caso di emissione sotto la pari
dare
a
avere
+
-
Diversi Obbligazioni (SP) X
Obbligazionisti c/sottoscrizione (SP) X-Y
Disaggio su emissioni (SP) Y
Nel caso di emissione sopra la pari
dare
a
avere
+
-
Obbligazionisti c/sottoscrizione (SP) Diversi X+Y
Obbligazioni (SP) X
Aggio su emissioni (SP) Y
  • Collocamento (placing): i sottoscrittori hanno assolto i propri doveri, adempiendo al versamento dello stock di moneta. Si registra nei libri contabili:
dare
a
avere
+
-
Banca c/c Obbligazionisti c/sottoscrizione (SP) X X

Attenzione: la scrittura di cui sopra è valida solo nel caso in cui la prima cedola inizi a maturare nel giorno stesso del collocamento. Ma di solito ciò non accade, proprio perché le obbligazioni sono titoli di massa e non costruiti su misura per il singolo investitore: per questo motivo non si può far iniziare la maturazione delle cedole un giorno per certi investitori e in seguito per altri. Le cedole cominciano a maturare indipendentemente dal giorno del collocamento. Infatti possono avvenire altri due casi:

  • inizio della maturazione dopo il collocamento;
  • inizio della maturazione prima del collocamento (che è il caso più frequente).

Nel secondo caso, tuttavia, non è comunque "giusto" considerare le cedole maturate prima del collocamento, nel momento in cui dovremo corrispondere gli interessi, e infatti questi vengono calcolati in base al giorno di collocamento e il sottoscrittore avrà diritto agli interessi maturati solo dal momento del collocamento. La parte non corrisposta si chiama dietimo e risulta essere un componente positivo di reddito.[1]

L'ultima scrittura contabile diventa dunque:

dare
a
avere
+
-
Banca c/c Diversi X+Y
Obbligazionisti c/sottoscrizione (SP) X
Dietimi attivi (CE) Y

Estinzione del prestito

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Rimborso alla scadenza
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La rilevazione non risulta essere problematica:

dare
a
avere
+
-
Obbligazioni (SP) Debiti vs obbligazionisti c/rimborso (SP) X X
dare
a
avere
+
-
Debiti vs obbligazionisti c/rimborso (SP) Banca c/c (SP) X X
Rimborso progressivo
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Rimborso progressivo programmato
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Il rimborso progressivo programmato viene attuato eseguendo a determinate scadenze un sorteggio dei numeri di serie delle obbligazioni. Le obbligazioni così scelte vengono rimborsate e quindi annullate, e così via via fino a quando tutte le obbligazioni non vengono rimborsate. Non vi sono particolari difficoltà contabili: sui nostri libri varrà il medesimo sistema utilizzato per il rimborso alla scadenza, ma non per tutte le obbligazioni, ma solo per quelle rimborsate.

Acquisto delle obbligazioni proprie
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L'acquisto di obbligazioni proprie può avere varie ragioni che non staremo ad elencare. In questo caso l'impresa agisce come un normale investitore che acquisti obbligazioni, senonché tali obbligazioni sono proprie. Ci comportiamo come nel caso di acquisto di normali obbligazioni.

dare
a
avere
+
-
Obbligazioni proprie in portafogli (SP) Banca c/c (SP) X X

In seguito tale titolo può essere annullato (e quindi provvederemo a rettificare il nostro conto acceso alle obbligazioni), rivenduto a terzi oppure attendere la scadenza. Nel caso in cui il titolo venga annullato, scriveremo (nel caso in cui abbiamo comprato il titolo ad un prezzo inferiore a quello nominale):

dare
a
avere
+
-
Obbligazioni (SP) X
Obbligazioni proprie in portafogli (SP) X-Y
Proventi finanziari (CE) Y
Conversione in azioni
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In questo caso, la conversione deve essere prevista già nel contratto relativo all'obbligazione e consiste nella scelta, da parte dell'investitore, fra il rimborso del prestito secondo le modalità già considerate oppure nella conversione delle obbligazioni della società emittente (conversione diretta) o di un'altra società (conversione indiretta) secondo un rapporto di cambio prestabilito. Bisogna assolvere ad alcuni obblighi:

  • la conversione e il rapporto ad esso relativo devono essere previsti dal contratto, ed avvenire in base alla quantità di titoli in possesso e non in base al loro valore;
  • deve essere deliberato un aumento di capitale (solo deliberato, non iscritto nei libri contabili) in base al numero di azioni che potrebbero essere convertite;
  • l'obbligazione non deve essere stata emessa sotto la pari;
  • nella conversione, la differenza fra il valore nominale delle obbligazioni e quello delle azioni assegnate in cambio delle stesse determina l'insorgenza di una "riserva sovrapprezzo azioni".

Per quanto riguarda le rilevazioni sistematiche di conto, bisogna distinguere due momenti:

  • quello in cui l'obbligazionista esercita l'opzione;
  • quello in cui avviene effettivamente la conversione.

Nel caso di emissioni alla pari, avremo:

dare
a
avere
+
-
Obbligazioni (SP) Azionisti c/conversioni (SP) X X
dare
a
avere
+
-
Azionisti c/conversioni (SP) Diversi X=Y+Z
Capitale sociale (SP) Y
Riserva sovrapprezzo azioni (SP) Z

Note

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  1. Questo nel caso della maturazione prima del collocamento. Nel caso contrario, i dietimi sono passivi, e come tali componenti negativi di reddito.