Santa Caterina da Siena (superiori)
La Vita
[modifica]Santa Caterina da Siena nasce a Siena il 25 Marzo 1347. È stata una laica terziaria (o mantellata) appartenente all'ordine dei Domenicani. Da laica consacrata svolse una fervente attività assistenziale e s'impegnò concretamente anche sul piano politico predicando la crociata, la riforma della Chiesa e il ritorno del papato da Avignone. Fu a capo di relazioni letterarie tanto da creare intorno a lei una sorta di cenacolo religioso-culturale attento ai problemi della vita civica.
Dettò ai discepoli la sua opera Libro della Divina Dottrina o Dialogo della Divina Provvidenza nel 1278 e il suo vaso e importante episolario di 381 Lettere scritte a partire dal 1370 in cui si rivolge, per esortare e ammonire, a persone di varia condizione sociale anche re e pontefici, oltre che 26 orazioni scritte negli ultimi diciotto mesi della sua vita. Muore a Roma il 29 Aprile 1380.
Le Opere
[modifica]Caterina ha lasciato un epistolario di 383 lettere, una raccolta di 26 preghiere e il Dialogo della Divina Provvidenza. Molte delle opere di Caterina sono state dettate, anche se Caterina era capace di scrivere e scrisse alcune lettere di suo pugno.[1]
Le Lettere
[modifica]Alla morte di Caterina i suoi discepoli raccolsero le sue lettere. Il teologo Tommaso Caffarini, incaricato delle trattative per la canonizzazione di Caterina, fu autore della raccolta considerata ufficiale. Le Lettere riscossero fin da subito un enorme successo. L'editio princeps, curata da Bartolomeo Alzano, fu data alle stampe da Aldo Manuzio a Venezia nel 1500.
Nelle sue lettere al Papa Caterina spesso si riferiva a lui affettuosamente semplicemente come Papa, invece della forma formale di "santità". Tra gli altri corrispondenti si trovano vari suoi confessori, tra i quali Raimondo da Capua, i re di Francia e Ungheria, il mercenario famigerato John Hawkwood, la regina di Napoli, i membri della famiglia Visconti di Milano, e numerose figure religiose. Circa un terzo delle sue lettere sono per donne.
Le Orazioni
[modifica]Le Orazioni di Caterina furono raccolte dai suoi discepoli negli ultimi tempi della sua vita. Si tratta di un'antologia delle molte preghiere che Caterina pronunciò nel corso delle sue estasi, messe per iscritto dai suoi discepoli presenti. Furono pubblicate in appendice alle lettere nell'edizione aldina del 1500, e nelle edizioni del Dialogo, di Girolamo Gigli e di Innocenzo Taurisano. Gigli raccolse e emendò le Orazioni servendosi di un manoscritto di Tommaso Buonconti da Pisa, discepolo della santa.[2]
Libro della Divina Dottrina o Dialogo della Divina Provvidenza
[modifica]Caterina dettò il Dialogo della Divina Provvidenza (noto anche come Libro della Divina Dottrina) in volgare ai suoi discepoli Neri Pagliaresi, Stefano Maconi e Barduccio Canigiani nell'autunno del 1378. L'opera fu terminata il 13 ottobre di quell'anno. Caterina considerava il Dialogo il suo testamento spirituale: il Dialogo viene oggi considerato uno dei capolavori della letteratura mistica medievale[3] e della prosa italiana del XIV secolo.[4] I contemporanei di Caterina sono uniti nell'affermare che gran parte del libro è stata dettata, mentre Caterina era in estasi, anche se sembra possibile che Caterina abbia successivamente rivisto molte parti del libro. Si tratta di un dialogo tra un'anima che "sorge" a Dio e Dio stesso.
Note
[modifica]- ↑ Caterina da Siena: Una mistica trasgressiva, André Vauchez, Laterza, 2018, [1]
- ↑ Storia di S. Caterina da Siena e del papato del suo tempo, Alfonso Capecelatro, Tip. liturgica di S. Giovanni, 1886, p. 272
- ↑ Storia della spiritualità cristiana: 700 autori spirituali, Philippe de Lignerolles, Jean-Pierre Meynard, Gribaudi, 2005, p. 131
- ↑ Santi d'Italia, Alfredo Cattabiani, Bur, 1993, [2]