Vai al contenuto

Introduzione alla Divina Commedia (superiori)

Da Wikiversità, l'apprendimento libero.
lezione
lezione
Introduzione alla Divina Commedia (superiori)
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Letteratura italiana per le superiori 1
Avanzamento Avanzamento: lezione completa al 50%

La Divina Commedia (chiamata pure Comedìa o Commedia) è il poema più importante scritto da Dante Alighieri, è considerato la più grande opera della letteratura italiana, un'opera capitale nella letteratura europea e mondiale: infatti ha avuto un ampio successo ed è stato tradotto in moltissime lingue. È costituita da tre cantiche (Inferno, Purgatorio e Paradiso), ciascuna composta da 33 canti (eccetto il primo che è formato da 34), con un totale di 100 canti. Il metro adoperato è l'endecasillabo e le strofe sono tutte terzine. I tre libri che compongono il poema allegorico-didascalico raccontano del viaggio dello stesso Dante (che è autore, narratore, e protagonista) nei tre mondi dell'aldilà (Inferno, Purgatorio, Paradiso), narrati rispettivamente nel primo, nel secondo e nel terzo libro.

Titolo

[modifica]

È probabile che il titolo originale dell'opera fosse Comedìa o Commedia. Infatti così viene nominato nei versi del poema e così viene chiamato nell'Epistola XIII (di paternità incerta, attribuita da alcuni studiosi allo stesso Dante) a Cangrande della Scala scritta in latino. Questi sono i versi in cui viene precisato il titolo dell'opera: Incipit Comedìa Dantis Alagherii, Florentini natione, non moribus ("Incomincia la Commedia di Dante Alighieri, fiorentino di nascita, non di costumi"). Dante, se è realmente stato lui a scrivere la lettera, ha voluto sottolineare il suo paese di nascita rinnegando l'appartenenza ai tali costumi: infatti era stato esiliato da Firenze prima di iniziare la stesure della Commedia. Probabile che Dante scelse questo titolo poiché colla parola "commedia" si attribuiva ad un testo che iniziava da situazioni difficili per finire bene o perché il trattava tematiche dello stie umile. L'attributo "divina" fu utilizzato per la prima volta da Boccaccio nel suo Trattatello in laude di Dante per sottolineare il viaggio sublime e divino, poiché quello della Commedia era un viaggio verso Dio. La prima edizione pubblicata dell'opera dantesca col nome dato da Boccaccio fu quella di Ludovico Dolce stampata a Venezia nel 1555.

Trama

[modifica]

La Divina Commedia narra il viaggio di Danta nei tre mondi dell'aldilà, ossia Inferno, Purgatorio, Paradiso. L'itinerario avviene nella settimana santa dell'anno 1300 (anno in cui si svolge il primo Giubileo, istituito da papa Bonifacio VIII), cioè dai giorni che vanno dall'8 aprile (venerdì santo) al 14 aprile (giovedì santo):

  • mattino dell'8 aprile (venerdì santo). Dante esce dalla selva oscura fuggendo dalle tre fiere e incontra Virgilio
  • tramonto del 9 aprile (sabato santo). Dante e Virgilio iniziano il viaggio nell'Inferno fino ad arrivare nelle profondità
  • alba dal 10 aprile (domenica di Pasqua). Dante insieme a Virgilio esce dall'Inferno, si trova nella spiaggia del Purgatorio e comincia la visita di quest'altro mondo
  • alba del 13 aprile (mercoledì santo). Dante, senza Virgilio, raggiunge il Paradiso terrestre dove incontra Beatrice
  • mezzogiorno del 13 aprile. Beatrice e Dante salgono nel Paradiso dove il protagonista sarà guidato da San Bernardo
  • 14 aprile (giovedì santo). Fine del viaggio di Dante

Personaggi

[modifica]

I personaggi che compaiono nel poema son molteplici, erano tutti molto conosciuti al tempo dell'autore. Non tutti i soggetti erano realistici o veramente esistiti, Dante recupera oltre ai personaggi storici esistiti realmente (lo stesso Dante, Virgilio, Stazio, Paolo, Francesca, Beatrice, San Bernardo e molti altri) anche individui provenienti dalla mitologia, reali o fantastici: Caronte, Achille, Cerbero, Ulisse, Lucifero e tanti ancora. Dante è allo stesso tempo autore, narratore e protagonista della Commedia. Non stupisce il fatto che il protagonista abbia una certa centralità nell'intera opera, infatti questa caratteristica era comune nell'epica classica, basti nominare Ulisse nell'Odissea e Enea nell'Eneide. La coincidenza tra narratore ed eroe, che ha di conseguenza l'adozione della prima persona nella narrazione, costituisce un'innovazione, poiché gli scritti precedenti utilizzavano sempre la terza persona per narrare i fatti. Durante il viaggio soccorrono tre diversi aiutanti del protagonista:

  • Virgilio, ritenuto il più illustre poeta latino, compare per la prima volta nel secondo canto della prima cantica. Egli rappresenta per l'eroe la ragione umana, sarà lui a dirigerlo nella giusta via fino al Paradiso terrestre. Dante sceglie proprio Virgilio per i seguenti motivi:
    • è il sommo poeta latino e uno dei preferiti per Dante
    • ha raccontato la catabasi (scesa negli inferi) dell'eroe Enea
    • ha profetizzato la nascita di un fanciullo che i cristiani interpretavano come Gesù
    • ha celebrato la monarchia e la pace universale al tempo di Augusto
  • Beatrice, conosciuta da Dante in vita, rappresenta la teologia e la salvezza. infatti è stata proprio lei a mandare Virgilio in soccorso al protagonista.
  • San Bernardo, che guiderà Dante dopo Beatrice fino all'Empireo (sede di Dio) dove il viaggio terminerà

Chiave lettura

[modifica]

L'opera di Dante non va mai letta solo su piano letterale, perché è imbevuta di simboli e allegorie. Il simbolo è un oggetto che viene citato al posto del vero concetto che si vuole esprimere, spesso un concetto astratto. Tra i due concetti, il simbolo e l'idea che si vuole esprimere, non esiste alcun legame logico, ma il loro collegamento viene trovato in maniera immediata dai lettori. L'allegoria, invece, è una figura retorica che consiste nel nominare oggetti per evocare altri concetti diversi da quelli citati, ma legati tra di loro da un collegamento logico e non immediato. La differenza tra le due nozioni è evidente: infatti nel simbolo il significato letterale rimanda in maniera istantanea al significato che si vuole dare, mentre nell'allegoria per arrivare a cogliere il secondo significato bisogna eseguire un procedimento logico. Per esempio un simbolo che viene usato nel canto dell'Inferno è la lonza che rimanda all'idea della lussuria, però tra l'animale e la lussuria non possiamo ricavare nessun collegamento.

Metrica e stile

[modifica]

La Commedia è composta da 14233 versi endecasillabi. La scelta di questo particolare metro non è casuale, è lo stesso Dante ad aver affermato l'eccellenza del verso endecasillabo nel De Vulgari Eloquentia, insieme al settenario, per la sua versatilità: infatti nell'endecasillabo gli accenti ritmici possono cadere in differenti posizioni. Il verso endecasillabo è stato quello più utilizzato nella poesia italiana, non soltanto per la sua duttilità ritmica, ma pure perché è stato utilizzato dai primi grandi poeti italiani tra cui Dante. Nella Commedia i versi sono raggruppati in gruppi da tre, quindi in terzine. Il numero tre ha un'importanza capitale nella produzione dantesca, poiché simboleggia la Trinità. Infatti la Commedia e altre opere di Dante sono basate su questo numero e dai suoi multipli. Per esempio, la Divina Commedia è composta da tre cantiche, ciascuna cantica da trentatré canti ad eccezione del primo che ne ha trentaquattro, perché il primo costituisce il proemio dell'intera trilogia. Lo schema di rime adoperato è la rima incatenata, che in onore di Dante è chiamata pure terza rima dantesca. La sequenza della rima incatenata è la seguente: ABA BCB CDC. Questa struttura si mantiene in tutto il poema. Riguardo allo stile, possiamo affermare che mostra una certa ricchezza che riprende lo stile del parlato e quello sublime della teologia e della filosofia scolastica. L'opera dantesca, come presenta un pluristilismo, mostra anche una certa varietà linguistica (plurilinguismo). È vero che la Commedia è stata scritta in dialetto fiorentino, ma ricorre spesso un allargamento sia in maniera diacronica (uso di arcaismi, latinismi, provenzalismi) che sincronica (uso di espressioni provenienti da altri dialetti italiani contemporanei).