Il "Diritto Penale" Convenzionale Europeo

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Il "Diritto Penale" Convenzionale Europeo
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Diritto penale europeo
Avanzamento Avanzamento: lezione completa al 100%

Oltre che il "Diritto Penale" dell'Unione Europea, che abbiamo visto nella precedente lezione, esiste anche un "Diritto Penale" Convenzionale Europeo cioè un Diritto Penale che sorge dai Trattati o Convenzioni che sono state Stipulate in Europa. Più precisamente in questa lezione ci occuperemo di Due Trattati/Convenzioni:

  1. La Convenzione Europea Per la Salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle Libertà Fondamentali o CEDU (In Francese: "Convention Européenne des Droits de l'Homme"), Più Semplicemente, Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo: Firmata a Roma nel 4 Novembre 1950 e Con Efficacia dal 3 Settembre 1953 e Che riguarda l'Ambito del Consiglio d'Europa Con i suoi 47 Stati Parte del Consiglio d'Europa.
  2. La Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"] o CDFUE: Solennemente Proclamata Una Prima Volta il 7 Dicembre 2000 a Nizza e Una Seconda Volta, In Una Versione Adattata, il 12 Dicembre 2007 a Strasburgo da Parlamento Europeo dell'Unione Europea, Consiglio Europeo dell'Unione Europea e Commissione Europea dell'Unione Europea e Che riguarda l'Ambito dell'Unione Europea Con i Suoi 28 Membri dell'Unione Europea (27 Stati Membri A Seguito della Futura "Brexit", Uscita dall'Unione Europea del Regno Unito).

La Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo[modifica]

La Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo anche se non è l'Unica Convenzione del Consiglio d'Europa ad avere un Contenuto di Tipo Penale è Sicuramente il Più Importante tra Queste Convenzioni.

La Particolarità della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo deriva anche dal Fatto che Esso Non sia una Testo Statico ma Muta con la Giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (Si pensi Addirittura che è Prevista la Possibilità di un Ricorso Individuale cosa che non sarà invece Possibile con la Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"] con la Corte di Giustizia dell'Unione Europea).

Le Norme della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo che ci Riguardano Sono:

  • L'Articolo 2 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo recante rubrica "Diritto Alla Vita": Che Riguarda il "Diritto alla Vita" che è Inviolabile fatte alcune Eccezioni (La Pena Capitale o Pena di Morte, Per Eseguire un Arresto Regolare o per Impedire l'Evasione di una Persona Regolarmente Detenuta, Per Eseguire un Arresto Regolare o per Impedire l'Evasione di una Persona Regolarmente Detenuta e Per Reprimere, In Modo Conforme alla Legge, una Sommossa o una Insurrezione). Lo Stato dovrà prevedere quindi il "Diritto alla Vita", Con Tutte le Tematiche e i Problemi Relativi, e Prevedere Reati Contro l'"Offesa Alla Vita".
  • L'Articolo 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo recante rubrica "Divieto Di Tortura": Che Riguarda il "Divieto di Tortura" e inoltre il "Divieto di Pene e Trattamenti Inumani e Degradanti". Si Collegherà con gli "Obblighi di Incriminazione", che vedremo In Particolare Riguardo al "Reato di Tortura da Parte dello Stato" e con Riguardo alle "Pene", che anche vedremo, riguardo al "Sovraffollamento della Popolazione Carceraria" e il "Carcere Duro".
  • L'Articolo 4 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo recante rubrica "Divieto Di Schiavitù E Del Lavoro Forzato": Che Riguarda il "Divieto di Riduzione in Schiavitù e dei Lavori Forzati (Come Pena)". Anche questa Tematica si Collega alle Pene, che anche vedremo, con un "Divieto Assoluto", quindi, di usare i Lavori Forzati Come Pena per la Commissione di un Reato (I Lavori Durante la Carcerazione Dovranno Sempre Essere Volontari e Accettati dal Detenuto).
  • L'Articolo 5 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo recante rubrica "Diritto Alla Libertà E Alla Sicurezza": Che, Nell'Ambito del Diritto Processuale Penale, Riguarda la "Inviolabilità della Libertà Personale" Ma Che Non Ce Ne Occuperemo.
  • L'Articolo 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo recante rubrica "Diritto Ad Un Processo Equo": Che, Nell'Ambito del Diritto Processuale Penale, Riguarda l'"Equo Processo" o "Giusto Processo" e che Rientra nell'Ambito della "Sussidiarietà Penale" e la "Materia Penale", che vedremo, e della "Presunzione di Non Colpevolezza", che anche vedremo.
  • L'Articolo 7 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo recante rubrica "Nulla Poena Sine Lege [Nessuna Pena Senza Legge]": Che, Nell'Ambito del Diritto Processuale Penale, Riguarda il "Principio di Legalità Penale" o di "Riserva di Legge" che è Simile all'Articolo 25 della Costituzione Ma che Presenta sue Particolarità Come Ad Esempio la Previsione della "Riserva di Diritto" e Non di "Riserva di Legge".
  • L'Articolo 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo recante rubrica "Diritto Al Rispetto Della Vita Privata E Familiare": Che Riguarda il "Diritto alla Riservatezza della Privacy" che è "Diritto Inviolabile" da Parte dell'Autorità Pubblica Salvo nel Caso che "Tale Ingerenza Sia Prevista dalla Legge e Costituisca una Misura Che, In Una Società Democratica, è Necessaria Per la Sicurezza Nazionale, Per la Pubblica Sicurezza, Per il Benessere Economico del Paese, Per la DIfesa dell'Ordine e Per la Prevenzione dei Reati, Per la Protezione della Salute o della Morale, o Per la Protezione dei Diritti e delle Libertà Altrui".
  • L'Articolo 15 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo recante rubrica "Deroga In Caso Di Stato Di Urgenza": Che Riguarda la "Decretazione dello Stato d'Emergenza" e Che Prevede Che Alcuni Diritti, Cioè l'Articolo 3 "Divieto Della Tortura" e "Divieto di Pene o Trattamenti Inumani e Degradanti" e l'Articolo 7 "Principio di Legalità Penale" o di "Riserva di Legge", Non Possono Essere Derogati dalla "Decretazione dello Stato d'Emergenza".

Si riporta di seguito l'Estratto dei Menzionati Articoli della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo:

«Articolo 2 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, sul "Diritto Alla Vita"

1. Il diritto alla vita di ogni persona è protetto dalla legge. Nessuno può essere intenzionalmente privato della vita, salvo che in esecuzione di una sentenza capitale pronunciata da un tribunale, nei casi in cui il delitto sia punito dalla legge con tale pena.

2. La morte non è considerata inflitta in violazione di questo articolo quando derivasse da un ricorso alla forza reso assolutamente necessario:
a. per assicurare la difesa di qualsiasi persona dalla violenza illegale;
b. per effettuare un regolare arresto o per impedire l’evasione di una persona legalmente detenuta;
c. per reprimere, in modo conforme alla legge, una sommossa o una insurrezione.


Articolo 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, sul "Divieto Di Tortura"

Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamento inumani o degradanti.


Articolo 4 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, sul "Divieto di Schiavitù E Lavori Forzati"

1. Nessuno può essere tenuto in condizione di schiavitù o di servitù.

2. Nessuno può essere costretto a compiere un lavoro forzato o obbligatorio.

3. Non è considerato «lavoro forzato o obbligatorio» nel senso di questo articolo:
a) ogni lavoro normalmente richiesto ad una persona detenuta alle condizioni previste dall’articolo 5 della presente Convenzione o nel periodo di libertà condizionata;
b) ogni servizio di carattere militare o, nel caso di obiettori di coscienza nei paesi nei quali l’obiezione di coscienza è riconosciuta legittima, un altro servizio sostitutivo di quello militare obbligatorio;
c) ogni servizio richiesto in caso di crisi o di calamità che minacciano la vita o il benessere della comunità;
d) ogni lavoro o servizio che faccia parte dei normali doveri civici.


Articolo 5 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, sul "Diritto Alla Libertà E Alla Sicurezza

1. Ogni persona ha diritto alla libertà e alla sicurezza. Nessuno può essere privato della libertà salvo che nei casi seguenti e nei modi previsti dalla legge:
a. se è detenuto regolarmente in seguito a condanna da parte di un tribunale competente;
b. se è in regolare stato di arresto o di detenzione per violazione di un provvedimento legittimamente adottato da un tribunale ovvero per garantire l’esecuzione di un obbligo imposto dalla legge;
c. se è stato arrestato o detenuto per essere tradotto dinanzi all’autorità giudiziaria competente quando vi sono ragioni plausibili per sospettare che egli abbia commesso un reato o ci sono motivi fondati per ritenere necessario di impedirgli di commettere un reato o di fuggire dopo averlo commesso;
d. se si tratta della detenzione regolare di un minore, decisa per sorvegliare la sua educazione, o di sua legale detenzione al fine di tradurlo dinanzi all’autorità competente;
e. se si tratta della detenzione regolare di una persona per prevenire la propagazione di una malattia contagiosa, di un alienato, di un alcoolizzato, di un tossicomane o di un vagabondo;
f. se si tratta dell’arresto o della detenzione regolari di una persona per impedirle di penetrare irregolarmente nel territorio, o contro la quale è in corso un procedimento d’espulsione o d’estradizione.

2. Ogni persona che venga arrestata deve essere informata al più presto e in una lingua a lei comprensibile dei motivi dell’arresto e di ogni accusa elevata a suo carico.

3. Ogni persona arrestata o detenuta nelle condizioni previste dal paragrafo 1 c) del presente articolo, deve essere tradotta al più presto dinanzi a un giudice o a un altro magistrato autorizzato dalla legge ad esercitare funzioni giudiziarie e ha diritto di essere giudicata entro un termine ragionevole o di essere posta in libertà durante l’istruttoria. La scarcerazione può essere subordinata ad una garanzia che assicuri la comparizione della persona all’udienza.

4. Ogni persona privata della libertà mediante arresto o detenzione ha diritto di indirizzare un ricorso ad un tribunale affinché esso decida, entro brevi termini, sulla legalità della sua detenzione e ne ordini la scarcerazione se la detenzione è illegale.

5. Ogni persona vittima di arresto o di detenzione in violazione a una delle disposizioni di questo articolo ha diritto ad una riparazione.


Articolo 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, sul "Diritto Ad Un Processo Equo"

1. Ogni persona ha diritto ad un’equa e pubblica udienza entro un termine ragionevole, davanti a un tribunale indipendente e imparziale costituito per legge, al fine della determinazione sia dei suoi diritti e dei suoi doveri di carattere civile, sia della fondatezza di ogni accusa penale che gli venga rivolta. La sentenza deve essere resa pubblicamente, ma l’accesso alla sala d’udienza può essere vietato alla stampa e al pubblico durante tutto o una parte del processo nell’interesse della morale, dell’ordine pubblico o della sicurezza nazionale in una società democratica, quando lo esigono gli interessi dei minori o la tutela della vita privata delle parti nel processo, nella misura giudicata strettamente necessaria dal tribunale quando, in speciali circostanze, la pubblicità potrebbe pregiudicare gli interessi della giustizia.

2. Ogni persona accusata di un reato è presunta innocente sino a quando la sua colpevolezza non sia stata legalmente accertata.

3. Ogni accusato ha segnatamente diritto a:
'a. essere informato, nel più breve tempo possibile, in una lingua a lui comprensibile e in un modo dettagliato, della natura e dei motivi dell’accusa elevata a suo carico;
b. disporre del tempo e delle facilitazioni necessarie per preparare la sua difesa;
c. difendersi da sé o avere l’assistenza di un difensore di propria scelta e, se non ha i mezzi per ricompensare un difensore, poter essere assistito gratuitamente da un avvocato d’ufficio quando lo esigano gli interessi della giustizia;
d. interrogare o far interrogare i testimoni a carico ed ottenere la convocazione e l’interrogazione dei testimoni a discarico nelle stesse condizioni dei testimoni a carico;
e. farsi assistere gratuitamente da un interprete se non comprende o non parla la lingua impiegata nell’udienza.


Articolo 7 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, sul "Nulla Poena Sine Lege [Nessuna Pena Senza Legge]"

1. Nessuno può essere condannato per un’azione o una omissione che al momento in cui fu commessa non costituisse reato secondo il diritto interno o secondo il diritto internazionale. Non può del pari essere inflitta alcuna pena superiore a quella che era applicabile al momento in cui il reato è stato commesso.

2. Il presente articolo non ostacolerà il rinvio a giudizio e la condanna di una persona colpevole d’una azione o d’una omissione che, al momento in cui fu commessa, era criminale secondo i principi generali di diritto riconosciuti dalle nazioni civili.


Articolo 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, sul "Diritto Al Rispetto Della Vita Privata E Familiare"

1. Ogni persona ha diritto al rispetto della sua vita privata e familiare, del suo domicilio e della sua corrispondenza.

2. Non può esservi ingerenza della pubblica autorità nell’esercizio di tale diritto se non in quanto tale ingerenza sia prevista dalla legge e in quanto costituisca una misura che, in una società democratica, è necessaria per la sicurezza nazionale, l’ordine pubblico, il benessere economico del paese, la prevenzione dei reati, la protezione della salute o della morale, o la protezione dei diritti e delle libertà altrui.»

Come Abbiamo Detto, il Diritto della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo cambia Grazie all'Interpretazione della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Ai Sensi dell'Articolo 46 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo le Sentenze della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo Sono Vincolanti Per il Legislatore e i Giudici Nazionali. Questo Crea Due Problemi:

  1. La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo Si Esprime su un Caso Concreto Ma Talvolta Si Esprime Anche per Principi Però Non Sempre Facilmente Generalizzabili.
  2. Anche le Sentenze della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo Contro Altri Stati hanno Impatto per Tutti gli Stati.

I Giudici Nazionali, Però, Non Sono Molti Propensi alla Generalizzazione delle Sentenze della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo Ad Esempio la Sentenza della Corte Costituzionale Numero 49/2015 che è quasi la "Sentenza Taricco della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo" Che ha Posto un Freno a Questa Europeizzazione Spinta del Diritto Penale Europeo.

Per quanto Riguarda l'Ingresso delle Norme della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo va detto che una Novità è stata la Modifica a seguito della Riforma del Titolo V della Costituzione del 2001, Legge Costituzionale Numero 3/2001 del 18 Ottobre 2001, dell'Articolo 117 della Costituzione (Prima si usava, infatti, l'Articolo 10 della Costituzione che Attua il Cosiddetto "Trasformatore Automatico" per il "Diritto Generale Internazionale" o "Consuetudini Internazionali", Rendendolo in Automatico Diritto Interno, e l'Articolo 11 della Costituzione che Prevede la Limitazione della Sovranità Statale per l'Adesione a Organizzazione che Promuove la Pace e la Giustizia tra le Nazioni) che Impone il Vincolo al Rispetto da Parte della Legge Nazionale e Regionale al Diritto Internazionale e al Diritto dell'Unione Europea. Inoltre le "Sentenze Gemelle" (Sentenza della Corte Costituzionale Numero 348/2007 e Numero 349/2007) hanno Individuato la Prevalenza della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo sulle Leggi Nazionali con il Limite dei Principi Costituzionali. la "Tutela dei Diritti Fondamentali" (La "Teoria dei Controlimiti").

Va Detto che la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo Non ha "Effetto Diretto" o "Efficacia Diretta" (Come Avviene con le Norme Europee dell'Unione Europea). Se Vi saranno dei Conflitti il Giudice Nazionale Non Potrà Automaticamente Disapplicare Ma Dovrà Rinvia la Questione alla Corte Costituzionale Che Potrà Dichiarare la Incostituzionalità della Norma Interna per Violazione della Legge di Ratifica alla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, Come Norma Interposta, e quindi dell'Articolo 117 della Costituzione con l'Eccezione della "Tutela dei Diritti Fondamentali" (La "Teoria dei Controlimiti"). E Inoltre è Sempre Possibile Da Parte dei Giudici Nazionali di Compiere una "Interpretazione Conforme" della Norma Nazionale alla Norma Europea della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo e Se la "Interpretazione Conforme" della Norma Nazionale alla Norma Europea della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo Non Viene Compiuta vi è la Possibilità di una "Questione di Inammissibilità della Questione di Illegittimità Costituzionale" Da Parte della Corte Costituzionale (Su Questa Base Si è Cercato di Far Penetrare il Diritto della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo nel Diritto Interno Nazionale).

Nel 2009 sono Sorte Due Questioni:

  1. Una del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere: Riguardante il "Delitto Ante Delictum" che Prevedeva una Procedura in Camera di Consiglio (Reato Camerale) e che Confliggeva con la Pubblicità delle Udienze e vi è Stato un Ricorso alla Corte Costituzionale dove la Corte Costituzionale ha Applicato l'Articolo 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo recante rubrica "Diritto Ad Un Processo Equo".
  2. Un'Altra Riguardante un Soggetto in Stato di Ebrezza: Dove le Misure di Sicurezza Prevedevano anche il Sequestro dell'Auto del Soggetto Ubriaco o Drogato per Far Retroagire Dato Che la Pena Non Può Retroagire. Il Giudice di Lecce Ritiene Che Vi Sia una "Frode delle Etichette" Poiché Non Vi è la Prevenzione della "Pericolosità Sociale" Dato Che Può Essere Usata l'Auto di Qualcun Altro Dato che a Essere Sequestrata è l'Auto del Reato di Guida in Stato di Ebrezza o Sotto Effetto di Droga.

Va Detto che dal 2009 c'è Stata Molta Applicazione dell'"Interpretazione Conforme" della Norma Nazionale alla Norma Europea della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo da Parte della Giurisprudenza che Sono Stati Sospettati, Da Parte della Dottrina, Che Siano dei "Fenomeni di Cripto-Analogia", Cioè di "Analogia Nascosta", e un Uso Spregiudicato del Diritto della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo Creando Nuove Fattispecie. A Tutto questo, come detto, si è Cercato di Dare un Freno con la Sentenza della Corte Costituzionale Numero 49/2015 che è quasi la "Sentenza Taricco della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo" Che ha Posto un Freno a Questa Europeizzazione Spinta del Diritto Penale Europeo.

La Sentenza della Corte Costituzionale Numero 49/2015[modifica]

La Sentenza della Corte Costituzionale Numero 49/2015, Anche Detta la "Sentenza Taricco della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo", Segna una Certa Discontinuità rispetto al Processo Crescente di Europeizzazione del Diritto Penale. Nasce dalla Problematica della Natura della "Confisca Amministrativa". La "Confisca Amministrativa" è uno "Strumento Ablatorio", Cioè dell'Acquisizione da Parte dello Stato della Titolarità di un Bene o di Danaro, Che ha Anche una "Natura Sanzionatoria". La "Confisca Amministrativa" si ha all'Esito di un Procedimento Non Penale ma, Sia Pure di "Natura Sanzionatoria", di "Natura Amministrativa", e un Procedimento Non penale Ma, e uno dei Casi di "Confisca Amministrativa" è per Noi la "Confisca Urbanistica" (Per Esempio Se Tizio Commette un "Reato di Lottizzazione Abusiva", il Legislatore ha Stabilito che Si Confisca l'Immobile Oggetto di Costruzione ed il Terreno su Cui è Stato Costruito). Il Legislatore Italiano Qualifica Questo Tipo di "Confisca Urbanistica" come Avente "Natura Amministrativa", Senonché la "Confisca Urbanistica" Presenta un Contenuto Sostanzialmente Sanzionatorio, Indipendentemente dalla Qualificazione Formale nel Diritto Interno, Viola Alcuni Diritti Fondamentali della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo (In Particolare l'Articolo 6 "Diritto Ad Un Processo Equo" e l'Articolo 7 "Nulla Poena Sine Lege [Nessuna Pena Senza Legge]"). La Vicenda che è Stata Portata in Corte Costituzionale nel 2015. Il Problema Era che l'Italia Era Stata Più Volte Condannata da parte della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo a Causa della Disciplina della "Confisca Urbanistica" per aver Compiuto una "Frode delle Etichette" e aver Violato le "Garanzie Penali" Previste dalla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo (Si Veda la Sentenza "Sud Fondi S.r.l." del 2009 e la Sentenza "Varvara" del 2013). Il Giudice Italiano si Poneva questo Quesito: Bisogna Piegare il Capo di Fronte alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo che Afferma che la "Confisca Urbanistica" Non Si Può Applicare Retroattivamente Perché è una "Misura Penale" e Non una "Misura Amministrativa" Oppure Bisogna Denunciare la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo ? In Sostanza Si Doveva Accettare un Imperativo della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo o Mettere al Rischio la Stessa Adesione alla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo ? La Corte Costituzionale Approfitta di Questa Occasione per Porre un Freno all'Ingresso della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo nel Nostro Ordinamento (Attraverso Soprattutto lo Strumento della "Interpretazione Conforme"). Il Problema Sorge dal Fatto che se da una Parte vi è una Resistenza all'"Effetto Espansivo" o "Efficacia Espansiva" del Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo da Parte della Giurisprudenza Italiana, e In Primis dalla Corte Costituzionale, allo Stesso Tempo l'Articolo 46 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo recante rubrica "Forza Vincolante Ed Esecuzione Della Sentenza" Che Impone Che le Sentenze della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo Sono Vincolanti Per il Legislatore e i Giudici Nazionali. È Chiaro a questo Punto che il Diritto Penale Diventa il Punto Dove Maggiormente Si Concentra lo Scontro Tra le Fonti Europee e le Fonti Interne. La Corte Costituzionale nella Sentenza della Corte Costituzionale Numero 49/2015 afferma che le Sentenze dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo Non Sempre Vincolano il Giudice Nazionale Interno e il Giudice Nazionale Interno Non è la Bocca del Giudice Europeo e Per Delimitarne la Portata delle Sentenze della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo Utilizza "Due Parametri Alternativi":

  1. O Il Parametro della "Sentenza Pilota": Che è una Sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo Dove la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo Emette all'Esito di un Procedimento Formalizzato nel Quale la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo è Investita di Ricorsi "Seriali", Cioè Ricorsi alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo che sono Tutti Uguali per la Stessa Vicenda Quindi Anziché Unificarli Tutti la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo Ne Selezione Uno e Afferma Che Quella Sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo Deve Intendersi Riferita a Tutti i Ricorsi alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo Che hanno a Che fare Con la Medesima Questione (Ad Esempio quello che Avviene con la Sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (Sezione Seconda) "Torreggiani e A. C. Italia" del 08.01.2013, che vedremo quando parleremo delle Pene).
  2. O Il Parametro del "Diritto Consolidato": E questo Parametro Accade Quando:
    1. La Sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo è Emessa dalla Grande Camera della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo Che è l'Istanza Principale della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo.
    2. La Sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo è Priva di "Dissenting Opinions" Cioè Se Tutti i Giudici della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo l'hanno Votata all'Unanimità.
    3. La Sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo Non innova Cioè la Sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo è Espressione di un Orientamento Giurisprudenziale Già Consolidato.

In Questo Modo la Corte Costituzionale Vuol Dire che Anche la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha una Giurisprudenza Ondivaga e Non Sempre Coerente, quindi Cerca di Frenare gli Effetti Eccessivi di Europeizzazione Indotti da una Giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo che non è Sempre Coerente. Dalla Sentenza della Corte Costituzionale Numero 49/2015 ci Possiamo Aspettare una Reazione della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, Infatti si è in Attesa dell'Esito della Sentenza del Corte Europea dei Diritti dell'Uomo nel "Caso GIEM" (Che è Sempre un Caso Italiano di "Lottizzazione Abusiva") In Cui Probabilmente la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo Riterrà che l'Italia ha Violato gli Obblighi Discendenti dalla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo Attraverso Proprio la Sentenza della Corte Costituzionale Numero 49/2015.

Si riporta di seguito l'Estratto della Sentenza della Corte Costituzionale Numero 49/2015:

«Sentenza della Corte Costituzionale Numero 49/2015

Questa Corte ha già precisato, e qui ribadisce, che il giudice comune è tenuto ad uniformarsi alla «giurisprudenza europea consolidatasi sulla norma conferente» (sentenze n. 236 del 2011 e n. 311 del 2009), «in modo da rispettare la sostanza di quella giurisprudenza (sentenza n. 311 del 2009; nello stesso senso, sentenza n. 303 del 2011), fermo il margine di apprezzamento che compete allo Stato membro (sentenze n. 15 del 2012 e n. 317 del 2009). È, pertanto, solo un “diritto consolidato”, generato dalla giurisprudenza europea, che il giudice interno è tenuto a porre a fondamento del proprio processo interpretativo, mentre nessun obbligo esiste in tal senso, a fronte di pronunce che non siano espressive di un orientamento oramai divenuto definitivo. [...] Solo nel caso in cui si trovi in presenza di un “diritto consolidato” o di una “sentenza pilota”, il giudice italiano sarà vincolato a recepire la norma individuata a Strasburgo, adeguando ad essa il suo criterio di giudizio per superare eventuali contrasti rispetto ad una legge interna, anzitutto per mezzo di «ogni strumento ermeneutico a sua disposizione», ovvero, se ciò non fosse possibile, ricorrendo all’incidente di legittimità costituzionale (sentenza n. 80 del 2011). Quest’ultimo assumerà di conseguenza, e in linea di massima, quale norma interposta il risultato oramai stabilizzatosi della giurisprudenza europea, dalla quale questa Corte ha infatti ripetutamente affermato di non poter «prescindere» (ex plurimis, sentenza n. 303 del 2011), salva l’eventualità eccezionale di una verifica negativa circa la conformità di essa, e dunque della legge di adattamento, alla Costituzione (ex plurimis, sentenza n. 264 del 2012), di stretta competenza di questa Corte.»

La Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"][modifica]

La Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"] si posiziona tra il Diritto dell'Unione Europea e la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo (È una Fonte che è Formalmente dell'Unione Europea Ma Contiene Sostanzialmente "Libertà Fondamentali" e "Diritti Fondamentali"). L'Unione Europea Nasce e si Sviluppa Intorno ad una Dimensione di "Diritti Fondamentali", Senonché ad un Certo Punto anche l'Unione Europea si Dota di una Politica dei Diritti Fondamentali (È la Corte Costituzionale Tedesca che Attraverso Alcune Sentenze della Corte Costituzionale Tedesca, in Particolare la Sentenza della Corte Costituzionale Tedesca "Solange I" e "Solange II", "Rimprovera" all'Unione Europea di Non Tutelare Abbastanza i "Diritti Fondamentali" Perché è Chiaro che vi è un'Intersezione Tra "Libertà Economiche" e "Diritti Fondamentali"). Questa Integrazione dei "Diritti Fondamentali" nel Diritto dell'Unione Europea Inizia nella Seconda Metà degli Anni '70 Con Alcune Sentenze della Corte di Giustizia dell'Unione Europea Che si Fanno Carico di Riconoscere dei "Diritti In Materia Sociale" Anche In Riferimento al Diritto dell'Unione Europea. Non c'è una Base Giuridica nei Trattati e quindi la Corte di Giustizia dell'Unione Europea è Dovuta Ricorrere ai "Principi Generali di Diritto" (Che Sono di Formazione Giurisprudenziale) e ai Trattati Internazionali di Riconoscimento dei "Diritti Fondamentali" Primo Fra Tutti la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo. Quindi tra la Seconda Metà degli Anni '70 e la Prima Metà degli Anni '80 Assistiamo a Circa un Decennio di Evoluzione Giurisprudenziale nel quale la Corte di Giustizia dell'Unione Europea Si Fa Carico, Sul Piano Pretorio (Interpretativo), di Integrare la Dimensione dei "Diritti dell'Uomo" nel Novero dei "Principi Generali di Diritto", Facendo Leva anche sulla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo. Ma all'Epoca vi era il Rischio Per la Corte di Giustizia dell'Unione Europea di Assoggettarsi al Giudizio della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Nel Preambolo dell'Atto Unico Europeo del 1986 i "Diritti Fondamentali" Cominciano a Fare Capolino (Si Passa Quindi da una Dimensione Pretoria, Interpretativa, ad una Dimensione Normativa). Con il Trattato di Maastricht del 1992 il Tema Si Ripropone cominciano ad apparire. Appariranno, Anche Se un Po' Insignificativamente anche nell'Articolo 6 del Trattato di Amsterdam del 1998-1999 che sarà poi Trasposto nell'Articolo 6 del Trattato di Lisbona del 2007, o meglio, Articolo 6 del Trattato sull'Unione Europea . Ed è dall'Articolo 6 del Trattato sull'Unione Europea che Bisogna Iniziare a Studiare per Comprendere come la Tematica dei "Diritti Fondamentali" sia Entrata nel Diritto dell'Unione Europea e Come Si Posiziona in Questo Tema la Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"].

Leggendo l'Articolo 6 del Trattato sull'Unione Europea Notiamo Che Esso Si Compone di Tre Commi:

  • Il Primo Comma: Prevede l'Adozione di una Autonoma Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"] la Cui Entrata in Vigore è stata Coeva al Trattato di Lisbona del 2007 (1 Dicembre 2009).
  • Il Secondo Comma: Prevede l'Adesione dell'Unione Europea alla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo.
  • Il Terzo Comma: Prevede il Riconoscimento delle "Libertà Fondamentali" e dei "Diritti Fondamentali" in Via Giurisprudenziale Con i "Principi Generali di Diritto" e Con il "Rinvio alla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo" e alle "Tradizioni Costituzionali Comuni agli Stati Membri dell'Unione Europea".

Si riporta di seguito l'Estratto dell'Articolo 6 del Trattato sull'Unione Europea:

«Articolo 6 del Trattato sull'Unione Europea

1. L'Unione riconosce i diritti, le libertà e i principi sanciti nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea del 7 dicembre 2000, adattata il 12 dicembre 2007 a Strasburgo, che ha lo stesso valore giuridico dei trattati.
Le disposizioni della Carta non estendono in alcun modo le competenze dell'Unione definite nei trattati.
I diritti, le libertà e i principi della Carta sono interpretati in conformità delle disposizioni generali del titolo VII della Carta che disciplinano la sua interpretazione e applicazione e tenendo in debito conto le spiegazioni cui si fa riferimento nella Carta, che indicano le fonti di tali disposizioni.

2. L'Unione aderisce alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Tale adesione non modifica le competenze dell'Unione definite nei trattati.

3. I diritti fondamentali, garantiti dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e risultanti dalle tradizioni costituzionali comuni agli Stati membri, fanno parte del diritto dell'Unione in quanto principi generali.»

L'Articolo 6 del Trattato sull'Unione Europea Prevede Quindi Tre Strade Potenziali di Ingresso dei "Diritti Fondamentali" nell'Unione Europea:

  1. Una Strada dell'Autonomizzazione Attraverso una Carta Diversa e Ulteriore Rispetto alla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, Ovvero la Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"] (Primo Comma).
  2. Una Strada dell'Assoggettamento alla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo e Quindi Alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (Secondo Comma).
  3. Una Strada del Coordinamento in Via Giurisprudenziale Con i "Principi Generali di Diritto" e Con il "Rinvio alla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo" e alle "Tradizioni Costituzionali Comuni agli Stati Membri dell'Unione Europea" (Terzo Comma).

Tra Queste la Strada Più Complicata Per la Corte di Giustizia dell'Unione Europea Era l'Assoggettamento Attraverso l'Adesione dell'Unione Europea alla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo (Questa Prospettiva Però Non Si è Mai Realizzata Perché il Processo di Adesione dell'Unione Europea ad un Trattato Internazionale è Assoggettato al Parere Vincolante della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, la Quale in Due Occasioni, nel 1999 e nel 2013, ha Detto Che Non Vi è Base Giuridica Per l'Adesione dell'Unione Europea alla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo).

Sorge Quindi una Questione Importante: La Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"] Si Applica o Si Applica la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo ? Se i Principi Contenuti nella Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"] e nella Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo Sono Uguali Nulla Quaestio Ma Se Divergono ? E Se la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo Interpreta Uno di Questi Principi In un Modo Che Non Piace alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea Quest'Ultima Si Deve Assoggettare Oppure No ? Per Rispondere a Queste Domande Bisogna Prima Capire di Cosa Parla la Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"]

La Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"] è Più Articolata Rispetto alla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo e ha Più Diritti Numericamente e Sono Organizzati in Sette Titoli a Partire dalla "Dignità". Il Sesto Capo "Giustizia" Contiene Quattro Articoli Sulla "Giustizia" Molto Importanti e Che un Po' Corrispondono all'Articolo 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo "Diritto Ad Un Processo Equo" e all'Articolo 7 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo "Nulla Poena Sine Lege [Nessuna Pena Senza Legge]" . L'Articolo 47 "Diritto A Un Ricorso Effettivo E A Un Giudice Imparziale" e l'Articolo 48 "Presunzione Di Innocenza E Diritti Della Difesa" Attendono alla Componente Processuale e Corrispondono all'Articolo 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo "Diritto Ad Un Processo Equo", Senonché l'Articolo 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo è Striminzito Rispetto all'Articolo 47 e l'Articolo 48 E Ci Possiamo Trovare Davanti a Divergenze (Sono un Caso di Diritti Confermati dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"] Ma è anche vero che hanno Spesso una Tutela Minore rispetto a quelle Presenti nella Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo e Sono un Caso di Diritti Affievoliti dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"]). E invece Totalmente Assente nella Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"] il Principio di Colpevolezza (Sono un Caso di Diritti Ignorati dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"]). L'Articolo 49 "Principi Della Legalità E Della Proporzionalità Dei Reati E Delle Pene" e l'Articolo 50 "Diritto Di Non Essere Giudicato O Punito Due Volte Per Lo Stesso Reato". L'Articolo 49 "Principi Della Legalità E Della Proporzionalità Dei Reati E Delle Pene" Corrisponde all'Articolo 7 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo "Nulla Poena Sine Lege [Nessuna Pena Senza Legge]" Ma ha In Più Rispetto all'Articolo 7 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo la Previsione del "Principio di Proporzionalità" e il "Principio di Retroattività Penale della Lex Mitior", C'è Quindi un Quid Pluris (Sono un Caso di Diritti Rafforzati dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"]). L'Articolo 50 "Diritto Di Non Essere Giudicato O Punito Due Volte Per Lo Stesso Reato" Contiene il "Principio del Ne Bis In Idem" e Tale Principio Non lo Troviamo Menzionato nella Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo Ma nell'Articolo 4 del Protocollo Aggiuntivo Numero 7 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo recante rubrica "Diritto Di Non Essere Giudicato O Punito Due Volte" (Sono un Caso di Diritti Confermati dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"]).

La Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"] e la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo hanno lo Stesso Ambito di Applicazione? Da un Punto di Vista Geografico No Perché la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo Si Applica nei 49 Stati Membri che Formano il Consiglio d'Europa Mentre la Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"] nei 28 Stati Membri dell'Unione Europea (27 Stati Membri Dopo la "Brexit" Cioè l'Uscita del Regno Unito dall'Unione Europea). Ma Ci Sono Paesi (Come l'Italia) Che Fanno Parte Sia del Consiglio d'Europea Sia dell'Unione Europea e hanno Quindi A Che Fare Sia con la Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"] Sia Con la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo Allora Qual è il Criterio Che Definiscono l'Ambito di "Applicazione Materiale" della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"] o della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo o Di Entrambe ? Non Ci Sono Ambiti In Cui Si Applica la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo e Ambiti in Cui Si Applica la Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"] Distinti Tra Loro (La Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo ha una "Portata Generale" Cioè Si Applica A Tutto il Diritto Interno Mentre la Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"] ha una "Portata Settoriale" Cioè Si Applica Solo Nell'Ambito di Attuazione del Diritto dell'Unione Europea. Tutto Ciò Ci Fa Capire Che Abbiamo Nel Nostro Ordinamento Aree Tematiche Con Diversi "Standard di Tuteale" (Abbiamo Materie Tutelate dalla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo e della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"], Ad Esempio l'Insider Trading e Materie Tutelate Solo dalla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, Ad Esempio "Incidente Stradale" e "Omicidio Colposo" e "Stalking").

Sono Sorte Alcune Questioni Giurisprudenziali in Relazione all'Articolo 51 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"] "Ambito Di Applicazione" e in Relazione all'Articolo 52 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"] "Portata Dei Diritti Garantiti".

L'Articolo 51, che afferma che la Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea si Applica nell'Ambito di Attuazione del Diritto dell'Unione Europea, è stato Analizzato dalla Sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea (Grande Sezione) "Fransson" del 26.02.2013 Che Riguarda le "Frodi IVA". il Signor Fransson era un Commerciante di Pesce Svedese che Aveva Evaso le Tasse Facendo una Dichiarazione Mendace sulle Sue Imprese, Anche in Materia di IVA e Fu Quindi Sottoposto Ad un Procedimento Interno Da Parte dell'Agenzia dell'Entrate Che Terminava Con il Pagamento di una Sanzione. Per lo Stesso Fatto il Signor Fransson Si Era Visto Sottoposto Ad Un Procedimento Penale (Sempre Per la Frode IVA) Che lo Minacciava di una Seconda Sanzione. Il Signor Fransson Però Non Aspetta il Suo Giudizio o di Andare in Corte Europea dei Diritti dell'Uomo Per Violazione del "Principio del Ne Bis In Idem" Cioè l'Articolo 4 del Protocollo Aggiuntivo Numero 7 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo "Diritto Di Non Essere Giudicato O Punito Due Volte" Ma Si Rivolge al Giudice Interno Affermando Che è una Violazione dell'Articolo 50 della Carta dei Diritti dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"] "Diritto Di Non Essere Giudicato O Punito Due Volte Per Lo Stesso Reato" e Chiede un "Rinvio Pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea" Perché, Secondo Fransson, Siamo in Ambito di "Applicazione del Diritto dell'Unione Europea". Gli Stati Si Rivolgono alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea Affermando Che Questo Non è un Ambito di Applicazione del Diritto dell'Unione Europea (Non c'è una "Direttiva Europa dell'Unione Europea Sulle Sanzioni Penali in Materia di IVA"), Ambito di "Applicazione del Diritto dell'Unione Europea" Vuol Dire Che c'è un "Atto di Trasposizione del Diritto dell'Unione Europea" (In Altri Termini Questi Stati Cercano di Far Valere un'"Interpretazione Minimalista", Preoccupati che la Carta dei Diritti Fondamentali dell'unione Europea ["Carta di Nizza"] e la Corte di Giustizia dell'Unione Europea Espandino le Loro Competenze Oltremisura). L'Avvocato Generale della Corte di Giustizia dell'Unione Europea Afferma Invece Che Questo è un "Ambito di Applicazione" Perché è "Ambito di Applicazione Ogni Materia Che Rientri Nelle Competenze del Diritto dell'unione Europea" ("Applicazione In Senso Lato" Quindi) e la Corte di Giustizia dell'Unione Europea Concorda con l'Avvocato Generale della Corte di Giustizia dell'Unione Europea e fa Applicazione dell'Articolo 50 della Carta dei Diritti dell'Unione Europea ["Carta di Nizza" "Diritto Di Non Essere Giudicato O Punito Due Volte Per Lo Stesso Reato" e Assolve il Signor Fransson. Da Cioè Si Deduce Che la Corte di Giustizia dell'Unione Europea dà, della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"], la Più Lata Applicazione e la Fa in Ambito Penale (L'IVA Rientra nell'Applicazione del Diritto dell'Unione Europea Attraverso l'Articolo 325 del Capo 6 recante rubrica "Lotta Contro la Frode" del Titolo II recante rubrica "Disposizioni Finanziarie" del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea [Ex Articolo 280 del Trattato della Comunità Europea]).

Si riporta di seguito l'Estratto della Sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea (Grande Sezione) "Fransson" del 26.02.2013:

«Sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea (Grande Sezione) "Fransson" del 26.02.2013

19. Da una costante giurisprudenza della Corte risulta infatti sostanzialmente che i diritti fondamentali garantiti nell’ordinamento giuridico dell’Unione si applicano in tutte le situazioni disciplinate dal diritto dell’Unione, ma non al di fuori di esse.

21. Di conseguenza, dato che i diritti fondamentali garantiti dalla Carta devono essere rispettati quando una normativa nazionale rientra nell’ambito di applicazione del diritto dell’Unione, non possono quindi esistere casi rientranti nel diritto dell’Unione senza che tali diritti fondamentali trovino applicazione. L’applicabilità del diritto dell’Unione implica quella dei diritti fondamentali garantiti dalla Carta.

29. Ciò posto, quando un giudice di uno Stato membro sia chiamato a verificare la conformità ai diritti fondamentali di una disposizione o di un provvedimento nazionale che, in una situazione in cui l’operato degli Stati membri non è del tutto determinato dal diritto dell’Unione, attua tale diritto ai sensi dell’articolo 51, paragrafo 1, della Carta, resta consentito alle autorità e ai giudici nazionali applicare gli standard nazionali di tutela dei diritti fondamentali, a patto che tale applicazione non comprometta il livello di tutela previsto dalla Carta, come interpretata dalla Corte, né il primato, l’unità e l’effettività del diritto dell’Unione (v., per quest’ultimo aspetto, sentenza del 26 febbraio 2013, Melloni, C-399/11, punto 60).»

L'Articolo 52 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"] "Portata Dei Diritti Garantiti" Afferma Che Se la Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"] Contiene Diritti Uguali a Quelli Conferiti della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo (La Cosiddetta "Clausola di Non Regressione"), e Al Contempo Nessuna Disposizione della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"] Può Essere Limitativa o Lesiva dei "Diritti Fondamentali dell'Uomo" Come Riconosciuti dal Diritto Internazionale, dalle Convenzioni Internazionali e dalle Costituzioni degli Stati Membri dell'Unione Europea. Questa "Clausola di Non Regressione" Dovrebbe Consentire di Stabilire un Raccordo Tra la Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"] e la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo Ma Non è Così Perché Ci dice Che, Seppure In Via Interpretativa, la Corte di Giustizia dell'Unione Europea è Assoggettata alla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo e alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Da qui Sono Sorti Due Problemi:

  1. Primo Problema (Divergenza Tra i Diritti della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"] e i Diritti Sanciti dalle Costituzioni degli Stati Membri, Ma l'Articolo 52 Afferma Che Dobbiamo Rispettare i Diritti Sanciti dalle Costituzioni degli Stati Membri e la Corte di Giustizia dell'Unione Europea fa lo Stesso Ragionamento Anche Per la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo): La Sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea (Grande Sezione) "Stefano Melloni" del 26.02.2013 Si Occupa di Questa Problematica In Riguardo Ad un Caso di "Contumatica" (Un Istituto di "Natura Processuale" Che Consente di Giudicare Pure In Assenza Fisica dell'Imputato nel Processo A Condizione Che Siano Rispettate Determinate Garanzie). In Spagna il "Processo in Contumacia" è Vietato Costituzionalmente. Il Signor Melloni, Era un Italiano Rifugiato in Spagna, e che l'Italia Rivoleva In Esecuzione di un "Mandato d'Arresto Europeo dell'Unione Europea" Perché Era Stato "Giudicato In Contumacia" In Italia e "Condannato In Contumacia" In Italia e Doveva Quindi Espiare la Sua Condanna. Il Signor Melloni Però Fa un "Ricorso Individuale Presso la Corte Costituzionale Spagnola" e la Corte Costituzionale Spagnola Afferma Che in Spagna Non Si Può Essere "Giudicati in Contumacia" e Quindi la Spagna Non Deve Consegnare il Signor Melloni all'Italia. Ma La Corte Costituzionale Spagnola Aveva il Dubbio Che Ciò Fosse Contrario alla "Decisione-Quadro Europea dell'Unione Europea In Materia di Mandato d'Arresto Europeo dell'Unione Europea", la Quale Si fonda Sul "Principio del Mutuo Riconoscimento" e sul "Principio della Fiducia Reciproca", Quindi la Corte Costituzionale Spagnola è un Po' Scissa Perché Da un Lato ha un "Divieto Costituzionale" di Consegnare un Individuo Perché Non Può Essere "Giudicato In Contumacia" e "Condannato In Contumacia" dall'Altra Però ha un "Obbligo di Fedeltà al Diritto dell'Unione Europea". Quindi Fa un "Rinvio Pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea" Chiedendole Se Può Far Prevalere il Diritto Costituzionale Spagnolo Disapplicando la "Decisione-Quadro Europea dell'Unione Europea In Materia di Mandato d'Arresto Europeo dell'Unione Europea" e Facendo Prevalere il Diritto Costituzionale Spagnolo Anche Sugli Assetti della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"]. Inoltre, Sempre la Corte Costituzionale Spagnola, Fa Appello all'Articolo 53 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"] "Livello Di Protezione" Che Dice Che la Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"] e Tutto il Diritto dell'Unione Europea Devono Essere Rispettosi dei "Diritti Fondamentali dell'Uomo Sanciti dalle Costituzioni degli Stati Membri dell'Unione Europea". La Corte di Giustizia dell'Unione Europea Rigetta la Questione nella Sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea (Grande Sezione) "Stefano Melloni" del 26.02.2013. È una Decisione Molto Grave Perché Viene Sostanzialmente Disatteso l'Articolo 53, lo Stesso Articolo 53 Che Ci dice Che la Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"] Deve Essere "Interpretata In Conformità della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo" e "Interpretata In Conformità con le Costituzioni degli Stati Membri dell'Unione Europea", Quindi Viene Meno Per "Abrogazione Giurisprudenziale" Sulla Base del "Primato del Diritto dell'Unione Europea" (La Cosiddetta "Efficacia Conformativa del Diritto dell'Unione Europea" Che Prevale Su Ogni Altra Esigenza). In Questo Caso la Corte Costituzionale Spagnola Si è Adattata a Quanto Stabilito dalla Corte di Giustizia dell'unione Europea (In Altri Casi Si Sarebbe Aperta la Strada Alla "Tutela dei Diritti Fondamentali", La "Teoria dei Controlimiti", e del "Rinvio Pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea" Come ha Fatto, come abbiamo visto, la Corte Costituzionale Italiana con l'Ordinanza Numero 24/2017 nel "Caso Taricco" o meglio nella "Sentenza Tericco". Non Avere un Giudice Penale o un Penalista nella Corte di Giustizia dell'Unione Europea (A Differenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo) ha Significato Disconoscere Talvolta il Patrimonio delle "Garanzie dei Diritti Fondamentali dell'Uomo". In Italia la Questione della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"] è Stata Minimizzata (Per Non Doversi Imbattere In Tutti Questi Problemi la Corte Costituzionale e i Giudici Interni Nazionali hanno Fatto un'"Operazione di Amputazione Giuridica" Cioè la Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"] Non Viene Quasi Mai Menzionata). Un Esempio di Utilizzo è la Sentenza della Corte Costituzionale Numero 80/2011 In Cui "Anche" la Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"] Figura Tra i Parametri Che la Corte Costituzionale Utilizza Per Far Valere la Violazione di una Certa Norma, In Conformità Con la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo. Quindi La Corte Costituzionale Rinuncia Ad Evocare la Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"] e Quando Lo Fa, Lo Fa "In Chiave Interpretativa" o Lo Fa "In Chiave Suppletiva" e Mai "In Chiave Decisiva".
  2. Secondo Problema (La Cosiddetta "Comunitarizzazione della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo"): L'Enfasi che Accompagnò l'Ingresso della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"] Fece a Taluni Pensare, Sulla Scorta dell'Articolo 52 e dell'Articolo 53, che la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo Fosse Stata la Cosiddetta "Comunitarizzazione della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo", Cioè Giacché Ex Articolo 52 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"] "Portata Dei Diritti Garantiti" la Corte di Giustizia dell'Unione Europea Interpreta i Diritti della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"] Sulla Scorta delle Disposizioni della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, Qualcuno Aveva Pensato Che Tutti i "Diritti Fondamentali" nella Convezione Europea dei Diritti dell'Uomo Erano "Diritti Fondamentali" della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"] e Quindi Se Sono "Diritti Fondamentali" della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"] ed hanno lo Stesso Valore Giuridico dei Trattati dell'Unione Europea (In Particolare il Trattato Sull'Unione Europea, il Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea e la Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ["Carta di Nizza"]) la Conseguenza è Che è Avvenuta la Cosiddetta "Comunitarizzazione della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo". L'"Effetto" della Cosiddetta "Comunitarizzazione della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo" Sarebbe Stato Innanzitutto Non Più un "Controllo Accentrato" della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo ma un "Controllo Diffuso", e Non Più la Possibilità di "Questione di Legittimità Costituzionale" ma la "Disapplicazione da Parte dei Giudici Interni Nazionali" in Caso di Conflitto Tra Norme Interne e la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo. Questa Strada Per Fortuna Non è Stata Intrapresa.

Si riporta di seguito l'Estratto della Sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea (Grande Sezione) "Stefano Melloni" del 26.02.2013:

«Sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea (Grande Sezione) "Stefano Melloni" del 26.02.2013

Avente ad oggetto la domanda di pronuncia pregiudiziale proposta alla Corte, ai sensi dell’articolo 267 TFUE, dal Tribunal Constitucional (Corte costituzionale, Spagna), con decisione del 9 giugno 2011, pervenuta in cancelleria il 28 luglio 2011, nel procedimento)

55. Con la sua terza questione, il giudice del rinvio chiede, in sostanza, se l’articolo 53 della Carta debba essere interpretato nel senso che esso consente allo Stato membro di esecuzione di subordinare la consegna di una persona condannata in absentia alla condizione che la sentenza di condanna possa essere oggetto di revisione nello Stato membro emittente, al fine di evitare una lesione del diritto ad un processo equo e ai diritti della difesa garantiti dalla sua Costituzione.

56. A questo proposito, il giudice del rinvio considera innanzitutto l’interpretazione secondo la quale l’articolo 53 della Carta autorizzerebbe in maniera generale uno Stato membro ad applicare lo standard di protezione dei diritti fondamentali garantito dalla sua Costituzione quando questo è più elevato di quello derivante dalla Carta e ad opporlo, se del caso, all’applicazione di disposizioni di diritto dell’Unione. Una simile interpretazione permetterebbe in particolare a uno Stato membro di subordinare l’esecuzione di un mandato d’arresto europeo emesso ai fini dell’esecuzione di una decisione pronunciata in absentia a condizioni finalizzate ad evitare un’interpretazione limitativa dei diritti fondamentali riconosciuti dalla propria Costituzione o lesiva degli stessi, anche se l’applicazione di tali condizioni non fosse autorizzata dall’articolo 4 bis, paragrafo 1, della decisione quadro 2002/584.

57. Una simile interpretazione dell’articolo 53 della Carta non può essere accolta.

58. Infatti, tale interpretazione dell’articolo 53 della Carta sarebbe lesiva del principio del primato del diritto dell’Unione, in quanto permetterebbe a uno Stato membro di ostacolare l’applicazione di atti di diritto dell’Unione pienamente conformi alla Carta, sulla base del rilievo che essi non rispetterebbero i diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione di tale Stato.

59. Secondo una giurisprudenza consolidata, infatti, in virtù del principio del primato del diritto dell’Unione, che è una caratteristica essenziale dell’ordinamento giuridico dell’Unione (v. pareri 1/91, del 14 dicembre 1991, Racc. pag. I-6079, punto 21, e 1/09, dell’8 marzo 2011, Racc. pag. I-1137, punto 65), il fatto che uno Stato membro invochi disposizioni di diritto nazionale, quand’anche di rango costituzionale, non può sminuire l’efficacia del diritto dell’Unione nel territorio di tale Stato (v. in tal senso, in particolare, sentenze del 17 dicembre 1970, Internationale Handelsgesellschaft, 11/70, Racc. pag. 1125, punto 3, e dell’8 settembre 2010, Winner Wetten, C-409/06, Racc. pag. I-8015, punto 61).

60. È vero che l’articolo 53 della Carta conferma che, quando un atto di diritto dell’Unione richiede misure nazionali di attuazione, resta consentito alle autorità e ai giudici nazionali applicare gli standard nazionali di tutela dei diritti fondamentali, a patto che tale applicazione non comprometta il livello di tutela previsto dalla Carta, come interpretata dalla Corte, né il primato, l’unità e l’effettività del diritto dell’Unione.»