Scrivere la musica

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Scrivere la musica
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Teoria musicale
Avanzamento Avanzamento: lezione completa al 50%

Figure e valori[modifica]

Si chiamano figure quei segni che comunemente chiamiamo "note" e si differenziano nella forma e quindi nel valore. I valori sono quei numeri (attribuiti sotto forma di frazione) che rappresentano la durata di ogni figura. Attualmente esistono 7 figure musicali con i relativi valori e pause, oltre alle combinazioni di figure e punti.

Le diverse figure musicali sono:

  • : l'unità di misura più grande è l'intero. La figura è chiamata semibreve e può avere il valore anche di 2/2, 4/4, 8/8 e 16/16
  • : la minima esprime una durata della metà rispetto all'intero e può anche valere 2/4, 4/8 o 8/16
  • : la semiminima esprime una durata di metà rispetto alla minima, quindi di un quarto dell'intero, oppure di 2/8 o 4/16
  • : la croma esprime la metà della durata della semiminima, quindi di un ottavo dell'intero, oppure di 2/16
  • : la semicroma esprime una durata di un sedicesimo dell'intero
  • : la biscroma esprime una durata di un trentaduesimo dell'intero
  • : la semibiscroma esprime una durata di un sessantaquattresimo dell'intero

I sopra descritti valori, stanno tra loro in rapporto di progressione geometrica inversa, il che significa che ad ogni passaggio dal livello superiore a quello inferiore, i valori sono dimezzati.

L'intero viene suddiviso in sottomultipli sempre più piccoli, in questo caso, fino alle trentadue biscrome di cui è composto:

Le pause sono dei segni che rappresentano un valore di silenzio, che deve essere rispettato, e che viene posto tra una o più Note. Ad ogni figura musicale, corrisponde una relativa pausa, così come indicato nello schema in basso:

La legatura[modifica]

La legatura è un segno (a forma di semicerchio) che unisce due o più note. Esistono tre tipologie di legature:

  • la legatura di valore che unisce due o più note della stessa altezza
  • la legatura di portamento che unisce due o più note di diversa altezza
  • la legatura di frase che unisce tutte le figure all'interno di una frase musicale

La Legatura di valore ottiene l'effetto di sommare i valori, delle note interessate (una figura del valore di 2/4, unita ad una di 1/4, da luogo ad un'altra Figura del valore di 3/4, ecc.).

La Legatura di portamento invece, non ha alcun effetto sui valori, ma riguarda le articolazioni fra le note. In presenza di questo tipo di legatura, le note verranno eseguite il più strettamente possibile, senza minime interruzioni di suono.

La Legatura di frase ha lo stesso effetto di quella di portamento, ma la sua durata, abbraccia, di solito 4 misure, (corrispondenti ad una frase musicale).

Il punto di valore[modifica]

Il punto di valore è quel segno che, posto a destra di una nota, allunga la stessa, di metà del suo valore. Venne introdotto per ottemperare alla mancanza dei valori da 3. Si trovano punti semplici, punti doppi e punti tripli. Il punto semplice vale la metà della nota, il punto doppio, metà del primo, e il punto triplo, metà del secondo. (es., con tre punti dietro ad una minima dal valore di 2/4, il primo punto varrà 1/4, il secondo 1/8, e il terzo 1/16).

Segni d'espressione[modifica]

La dinamica[modifica]

In musica, il termine dinamica concerne la gestione delle intensità sonore (piano, forte, e tutte le gradazioni superiori e interne) con le quali il compositore intende che il suo brano sia eseguito, e che normalmente annota in partitura. Generalmente la dinamica viene annotata (si veda la voce semiografia) sotto il pentagramma con apposite sigle in carattere corsivo, più precisamente chiamate segni di espressione oppure segni dinamici. Esse sono, dalla minima alla massima dinamica: ppp (più che pianissimo), pp (pianissimo), p (piano), mp (mezzopiano), mf (mezzoforte), f (forte), ff (fortissimo), fff (più che fortissimo). Eccezionalmente possono comparire pppp e ffff. Il cambiamento di dinamica può essere improvviso (talvolta indicato esplicitamente con la sigla sub. - subito) oppure progressivo. In questo caso si usano espressioni testuali come cresc. (crescendo, aumentando il volume) e dim. (diminuendo), talvolta accompagnate da poco a poco. Spesso si preferisce notare delle "forcelle", ovvero coppie di linee orizzontali che si allontanano (dipartendosi da un punto indicano un crescendo) o si avvicinano (chiudendosi in un punto indicano il diminuendo).

L'agogica[modifica]

L'agogica (voce dotta dal tardo greco αγωγικός agogikόs, aggettivo di αγωγή agogé "condotta, movimento") è il complesso delle leggere modificazioni dell'andamento apportate ad un brano musicale durante la sua esecuzione per ragioni squisitamente interpretative.

Il termine fu introdotto nella moderna terminologia musicale da Hugo Riemann, dove sta ad indicare anche la disciplina che studia il fenomeno.

Le alterazioni del valore delle note e delle pause che costituiscono l'agogica spesso non sono indicate nel testo musicale, o lo sono in modo generico, come nel caso del rubato. Anche indicazioni più precise, come accelerando, rallentando, stringendo e ritardando, lasciano all'esecutore un ampio margine di discrezionalità.

Le variazioni agogiche sono distinte da quelle dinamiche, che consistono nelle variazioni delle intensità sonore. Tuttavia, i due parametri sono spesso abbinati e interagiscono variamente, tanto nella pagina scritta, quanto nel momento dell'esecuzione.

Segni d'articolazione[modifica]

Il termine indica il modo in cui i suoni di un brano musica sono concatenati tra loro, sia quando sono uniti (vedi Legato) che quando sono separati (vedi Staccato).

Le più importanti forme d'Articolazione, si possono distinguere in:

  1. legato semplice, quando due o più note sono racchiuse sotto il segno di legatura di portamento o di frase. In questo caso, l'esecuzione delle note successive alla prima, deve avvenire senza alcuna discontinuità di suono:

  1. staccato legato, oppure legato sotto staccatura, quando sopra due o più note racchiuse sotto il segno di legature di portamento o di frase, sono presenti dei puntini. In questo caso è presente una minima variazione di suono tra una nota e l'altra:
  2. staccato, quando le note sono libere da segni, in questo caso, la variazione tra un suono e l'altro è leggermente più percettibile, rispetto allo staccato legato:
  3. staccato corto, quando le note non hanno segni di legature, ma presentano dei puntini sopra la testa, in questo caso la discontinuità tra una nota e l'altra è più evidente, tanto che si percepisce il valore di ciascuna nota, come corrispondente a circa la metà dalla sua durata:
  4. staccato cortissimo, quando le note presentano dei triangolini neri rovesciati, posti sopra la testa, in questo caso la discontinuità tra una nota e l'altra è massima, tanto da riuscire a percepire soltanto il valore di 1/4, rispetto al valore reale delle note:

Le alterazioni[modifica]

Le alterazioni sono dei segni che servono ad alzare o abbassare l'altezza (o frequenza) delle note. Esse sono divisi in:

  1. Diesis ()che alzano le note di un semitono ascendente;
  2. Bemolli () che abbassano le note di un semitono discendente.

Per riportare le note al suo stato naturale, viene usato un segno che si chiama bequadro (), esso annulla l'effetto sia dei diesis che dei bemolle.

Per alzare o abbassare l'altezza delle note di un tono, vengono usati i doppi segni del:

3) Doppio diesis (, o più correttamente '×') per alzare le note di un tono;

4) Doppio bemolle () per abbassare le note di un tono.

In questo caso, per riportare queste note alterate doppiamente, al loro stato naturale, si usa il segno del doppio bequadro ().

Le alterazioni vengono poi suddivise in due distinte categorie, in base alla durata del loro effetto sulle note, si distinguono:

  1. alterazioni fisse o costanti, le quali vengono poste subito dopo la chiave e il loro effetto perdura per l'intero brano musicale;
  2. alterazioni transitorie o momentanee, le quali si possono trovare all'interno delle misure di un brano, e hanno la loro efficacia soltanto nell'ambito della misura in cui sono poste. Se viene alterata la prima nota di una misura, è sottinteso che tutte le altre note uguali all'interno della stessa, siano ugualmente alterate.