Pluralisti (superiori)
Il pensiero di Parmenide rappresenta un momento fondamentale nella filosofia presocratica, poiché per primo pone l'attenzione su tematiche ontologiche. Tuttavia, l'unità e l'immutabilità dell'essere da lui dimostrate razionalmente si scontrano con l'esperienza quotidiana, che mostra le cose soggette alla pluralità e al divenire. Ciò pone non pochi problemi che gli autori successivi tentarono di risolvere dimostrando, in modo altrettanto rigoroso, che è possibile ammettere la molteplicità degli enti e così «salvare i fenomeni» (sozein ta phainomena). I filosofi noti come pluralisti - cioè Empedocle, Anassagora e gli atomisti Leucippo e Democrito - sostengono quindi l'esistenza di una pluralità di enti, ciascuno dei quali possiede le caratteristiche di eternità, immutabilità e unitarietà affermate dagli eleati.
Empedocle
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Discendente da una famiglia aristocratica di Agrigento, Empedocle (c. 481 – c. 421 a.C.) oltre che filosofo fu anche poeta, mistico, taumaturgo, medico e politico di indirizzo democratico. Secondo alcune fonti fu il primo a dare lezioni di eloquenza, ed ebbe come allievo Gorgia. Su di lui si narrano varie leggende, come per esempio che abbia resuscitato una donna morta da un mese e che si sia suicidato gettandosi in un cratere dell'Etna. In realtà, testimonianze più attendibili affermano che sarebbe morto nel Peloponneso, esiliato dai ceti aristocratici con cui era entrato in contrasto.
Anassagora
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Con Anassagora (c. 496 – c. 428 a.C.), originario di Clazomene in Asia Minore, la filosofia si trasferisce dalle colonie ad Atene.[1] Svolse infatti la sua attività di filosofo nella capitale dell'Attica, dove fu consigliere di Pericle. Il suo pensiero si basa su un'indagine razionale della natura, e si dimostra invece critico verso i miti e le credenze popolari, inserendosi nel movimento di laicizzazione della società che vedrà come protagonisti i sofisti. Questo suo atteggiamento lo rese però inviso ai ceti aristocratici legati ai valori tradizionali, e con la scomparsa di Pericle cadde in disgrazia. Sottoposto a un processo per empietà nel 433, fu costretto a fuggire e a tornare nella Ionia, dove terminò i suoi giorni.
Democrito e l'atomismo antico
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Secondo le fonti antiche il primo filosofo a formulare tesi atomistiche fu Leucippo, originario probabilmente di Mileto e allievo di Parmenide e Zenone. Tuttavia delle due opere che gli vengono attribuite non ci è giunto pressoché niente. Maggiori informazioni abbiamo invece del suo allievo Democrito (460? - c. 370 a.C.). Originario di Abdera in Tracia, visse più di cento anni e fu contemporaneo di Socrate. Di famiglia agiata, si dedicò esclusivamente allo studio e compì viaggi in Egitto, Asia Minore e Persia. Si interessò di molti ambiti del sapere, ma delle sue innumerevoli opere possediamo solo pochi frammenti.
Note
[modifica]- ↑ Cioffi et al., pag. 166