Solone (superiori)

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Solone (superiori)
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Letteratura greca per le superiori 1
Avanzamento Avanzamento: lezione completa al 50%
Copia romana (90 d.C. circa) di un originale greco (110 a.C. circa) del busto di Solone, conservato al Museo Archeologico di Napoli.

Solone (in greco antico Σόλων, Sólōn) è stato un politico e poeta ateniese.

Vita[modifica]

A differenza ad altri poeti del suo tempo di Solone abbiamo molte informazioni circa la sua vita, grazie a numerose fonti come le biografie scritte da Plutarco e Diogene Laerzio, che lo considera uno dei Sette Sapienti.

Solone nacque ad Atene intorno al 640 a.C. da una famiglia nobile della stirpe dei Medontidi, chiamata così per il nome di Medonte, il primo arconte e capostirpe della famiglia. Forse Solone era un discendente del re mitico Codro, padre di Medonte. Pur appartenendo ad una famiglia nobile non era molto ricco, perciò da giovane si dedicò al commercio. Egli partecipava attivamente alla vita politica della sua città, tanto da essere eletto arconte. Attualmente è ricordato soprattutto per la sua riforma timocratica e per aver introdotto la σεισάχθεια, ossia l'abolizione della schiavitù per debiti. La riforma timocratica consisteva nella suddivisione della società in classi sociali in base al censo. La società venne suddivisa in 4 classi:

  • "pentacosiomedimni": coloro che producevano almeno 500 medimni di cereali (circa 260 ettolitri)
  • "triacosiomedimni" o "cavalieri": coloro che producevano almeno 300 medimni di cereali, ma meno di 500
  • "diacosiomedimni" o "zeugiti": coloro che producevano almeno 200 medimni di cereali, ma meno di 300
  • "teti": coloro che producevano meno di 200 medimni di grano

Quando si ritirò dalla vita politica viaggiò in Egitto e Cipro, per poi ritornare nella città natale, in cui morì circa il 558 a.C., sotto la tirannide di Pisistrato.

Opere[modifica]

Secondo Diogene Laerzio Solone scrisse 5000 versi. Oggi ci sono giunti solo 220, gran parte dei quali distici elegiaci. I temi principali della sua poesia sono la moderazione e la giustizia, ma pure temi simposiaci come il vino, l'amore e il canto. Secondo lui il male non nasce per colpa degli dei, bensì dalla tracotanza (ὕβρις) del popolo, per ciò riteneva ingiusto dare la colpa alle divinità.

Lingua e stile[modifica]

Egli adopera il dialetto ionico con delle forme attiche. Sono presenti nelle sue poesie metafore, Ringkomposition (composizione ad anello) e prevalenza della paratassi.

Note[modifica]