Sociologia dello sport
La sociologia dello sport è quella branca della sociologia che analizza i fenomeni sportivi in ottica sociale. Si occupa dello studio scientifico della "società in movimento", l'indagine del comportamento sociale e istituzionale dello sport.[1]
È una scienza empirica e una scienza sociale applicata.
Storia
[modifica]Già dal XVIII secolo ci furono le prime trasformazioni di sport in giochi tradizionali; però la sociologia dello sport è giunta a referenziarsi all'interno della famiglia delle sociologie applicate tra l'Ottocento[2] e il Novecento quando nelle scienze sociali si è consolidata la consapevolezza che il fenomeno sportivo potesse essere riconosciuto come "fatto sociale totale e come straordinario sensore del mutamento sociale"[3].
I primi significativi contributi alla riflessione sportivo-sociale risalgono alle scuole dell'Est che, ripudiando in un primo momento la sociologia come scienza borghese, hanno poi operato un suo riscatto accademico per vincolarla alle tematiche della sociologia del lavoro, decretando uno spartiacque tra sport capitalista e sport socialista, quest'ultimo posto tra gli imperativi di mobilitazione fisica e ideologica di tali società.
Non sono mancate versioni neutraliste che negli anni 1970 intesero individuare nello sport uno strumento privilegiato di confronto e di comunicazione internazionale di massa. Di qui l'evidenza sociale del fenomeno sportivo e l'attenzione di commentatori e analisti sociali. In tal senso sono rilevanti gli studi della Scuola Francese con George Friedman, Pierre Naville, Alain Touraine e Georges Magnane. Anche la Scuola Tedesca ha offerto analisi significative.
La lettura più ricca del fenomeno sportivo si realizza però negli Stati Uniti, soprattutto con Robert Boyle, benché inizialmente ancora all'ombra di un latente separatismo tra "sport dei bianchi" e "sport dei neri", poi arginato dalle narrazioni dello "sport cooperativo" e delle nuove specialità agonistiche di matrice californiana (decennio '70-'80).
Nello scenario contemporaneo culturale dello sport si impongono figure come Norbert Elias[4], Eric Dunning, Christopher Lasch, Allen Guttmann e Pierre Bourdieu che rappresentano pietre miliari nella letteratura specializzata.
Note
[modifica]- ↑ Elio Sgreccia, Manuale di bioetica, 2002, 694 pagine
- ↑ D'Amato, La distanza sociale. Roma, 2009
- ↑ Nicola Porro, Lineamenti di sociologia dello sport, 2001, Carocci editore, 212 pagine
- ↑ Paola Abbiezzi, La televisione dello sport: teorie, storie, generi, 2007 - 206 pagine