Scoperta dell'America (superiori)
Spesso Cristoforo Colombo viene considerato lo scopritore dell'America, anche se non si rese conto di aver trovato un nuovo continente: infatti il suo equipaggio è stato il primo tra quelle del suo tempo a raggiungere le coste americane, ma egli credette di esser andato nel Cipango o nel Catai. Il primo a rendersi conto della scoperta del "Nuovo Mondo" fu Amerigo Vespucci, un altro grande navigatore, che da lui prese il nome del nuovo continente: l'America.
Viaggio di Colombo
[modifica]Cristoforo Colombo, probabilmente grazie al fratello Bartolomeo, era venuto a conoscenza della teoria del geografo fiorentino Paolo Dal Pozzo Toscanelli (1397-1482) che la Terra fosse sferica, l'ecumene delle terre emerse occupasse gran parte del globo, quindi che si potesse giungere nelle indie andando per ovest: infatti all'epoca c'erano due ipotesi principali circa la questione dell'estensione delle terre e delle acque, quella di Toscanelli e quella opposta che afferma la vastità degli oceani. Il genovese Colombo, che viveva da qualche anno in Portogallo (dal 1476), decise di intraprendere un viaggio in oriente attraversando l'Atlantico. Secondo i suoi calcoli la distanza tra le Canarie e il Cipango, attraversando il "mare tenebroso" (l'Atlantico), non fosse altro che di 2.660 miglia comparati alle 10.600 miglia reali. Nel 1483 si rivolse alla corte del re portoghese Giovanni II nell'intento di farsi finanziare la spedizione. La sua proposta fu valutata dai geografi di corte e poi respinta ritenuta impossibile da realizzare, poiché avevano calcolato una distanza molto superiore di quella di Colombo da affrontare. Il navigatore genovese riprovò a convincere il re cinque anni dopo, però questa volta il successo di Bartolomeo Diaz, che era riuscito a raggiungere l'India, spinse i portoghesi a seguire la solita rotta. Allora Colombo si presentò alla corte di Castiglia, in Spagna. Dopo un rifiuto da parte della regina Elisabetta di Castiglia e il re Ferdinando d'Aragona, i due sovrani si impegnarono a finanziare il viaggio di Cristoforo Colombo: egli ricevette dalla regina tre quarti del denaro che occorreva, l'incarico di ammiraglio, e il titolo di viceré dei territori che scoprirà. Inoltre ottenne pure un prestito da un banchiere fiorentino, riuscendo così a procurarsi tre navi per la partenza: due caravelle (Niña e Pinta) e una caracca (Santa Maria).
Nell'agosto del 1492, dal porto di Palos, partì con 90 uomini. L'8 settembre giunsero nelle Canarie. Il 12 ottobre presero terra dopo diversi giorni di viaggio, precisamente sull'isola di Guanahanì che Colombo ribattezzò San Salvador, che sarebbe l'attuale Wetling nelle Bahamas. Esplorò le isole vicine credendo di trovarsi nell'arcipelago del Cipango (Giappone). Nel marzo del 1493 l'equipaggio ritornò a Palos senza la caracca, che essendo più pesante, era rimasta bloccata sulla costa sabbiosa in America. Dalla spedizione Colombo portò ai sovrani oggetti preziosi, ortaggi (patata, pomodoro, mais, cacao, fagiolo, peperone, zucca), animali esotici e sei indigeni. Nell'autunno del 1493 fu lanciata una nuova spedizione guidata da Colombo, questa volta con 17 navi e 1.200 uomini. Nel 1498 ci fu la terza spedizione, in cui si riuscì ad individuare la foce dell'Orinoco (ritenuto il Gange dagli esploratori) nell'attuale Venezuela. La quarta spedizione iniziò nel 1502 e fu anche l'ultima. Dopodiché i sovrani preferirono affidare le imprese ad altri navigatori, poiché Cristoforo Colombo non aveva dato risultati abbastanza soddisfacenti.
Esplorazioni dopo Colombo
[modifica]Le imprese di Cristoforo Colombo spinsero i paesi europei ad organizzare nuove spedizioni attraverso l'Atlantico. Grazie alla bolla papale Inter caetera, emanata dal papa Alessandro VI, la Spagna fu legittimata a colonizzare i nuovi territori. I sovrani portoghesi, però, esigettero di prender parte alle conquiste. Così le prerogative del Portogallo furono soddisfatte nel 1494 col trattato di Tordesillas, in questo modo il globo fu diviso in due parti da una linea immaginaria chiamata raja: alla Spagna aspettava la parte occidentale, mentre al Portogallo quella orientale. Il trattato fu confermato dal papa Giulio II con una nuova bolla papale, che autorizzò i regnanti a colonizzare le terre in cambio della cristianizzazione dei luoghi conquistati.
Non tutte le esplorazioni furono vincolate dal trattato di Tordesillas. Infatti, nel 1496, il re inglese Enrico VII Tudor mandò il navigatore veneziano Giovanni Caboto ad esplorare il nord Atlantico. Così giunse nei pressi di Terranova proclamando quei territori inglesi. Nel 1524, invece, il re di Francia organizzò una spedizione guidata dall'italiano Giovanni da Verrazzano, che viaggiò nei pressi dell'odierna Canada e Stati uniti.
Come sappiamo Cristoforo Colombo non aveva immaginato di esser giunto in un continente prima sconosciuto dagli europei, come le altre persone. Man mano le scoperte cominciava a sorgere questo interrogativo. La risposta fu, nel 1504, data dal fiorentino Amerigo Vespucci nella sua lettera scritta in latino, intitolata Mondus novus (Mondo nuovo), annunciando la scoperta del nuovo continente. Egli chiamò il continente Nuovo Mondo, ma il cartografo tedesco Martin Waldseemüller, nella sua mappa della Terra del 1507, la chiamò "Americi Terra" (Terra di Amerigo), da cui viene il nome moderno di America. L'ipotesi di Amerigo fu confermata definitamente dal viaggio dello spagnolo Vasco Núñez de Balboa, che andò oltre le isole caribi, raggiungendo l'istmo di Panama e accorgendosi di non esser giunto nel Catai, ma al di là dell'istmo c'era un altro mare che chiamò mare del Sud. Allora non si conosceva un collegamento tra l'Atlantico e il nuovo oceano. Il primo navigatore europeo che scoprì questo passaggio fu Ferdinando Magellano attraversando lo stretto, che prende il suo nome, dall'Atlantico al Pacifico. Fu lui stesso a chiamare questo oceano "Pacifico" poiché, una volta attraversato il mare tenebroso, quell'oceano gli era apparso calmo. Magellano morì nelle Filippine ucciso dagli indigeni. Solo una nave, la Victoria, riuscì a rimpatriare. Così, oltre alla scoperta di un passaggio tra i due oceani, fu fatta pure la prima circumnavigazione del globo. Tutte le avventure della spedizione sono raccontate nel resoconto scritto dal marinaio, membro del viaggio, italiano Antonio Pigafetta.