Religione cartaginese
La Cartagine fenicia aveva una fama sinistra per i sacrifici dei bambini. Plutarco (46 - 120) parla di questa pratica, come fanno Tertulliano, Paolo Orosio e Diodoro Siculo. Per contro Tito Livio e Polibio non ne parlano. Scavi archeologici moderni tendono a confermare la versione di Plutarco. In un solo cimitero per bambini chiamato "Tophet" ("area sacra") è stata deposta fra il 400 a.C. e il 200 a.C. una quantità - stimata - di 20.000 urne. Queste urne contenevano le ossa calcinate di neonati e in qualche caso di feti o di bimbi attorno ai due anni.
Questo indica che se i bambini erano piccoli, quelli più giovani venivano sacrificati dai genitori.
D'altra parte, in uno studio del 2010 è stata mostrata l'evidenza che quelle trovate sono probabilmente le ossa cremate di bambini morti naturalmente[1]. Questa tesi è discordante, d'altra parte, con ritrovamenti precedenti cananei. Inoltre, i pochi testi cartaginesi che ci sono rimasti non fanno mai menzione a sacrifici di bambini. Il dibattito fra gli storici e gli archeologi rimane aperto.
Cartagine venerava molti dei. La suprema coppia divina era formata da Tanit e Baal. Diversamente dalla maggioranza della popolazione i sacerdoti si radevano il viso. Nei primi secoli i rituali della città includevano danze ritmiche tratte dalla tradizione fenicia e sembra che la dea Astarte fosse molto popolare. Nel periodo di massimo splendore Cartagine ospitava un grande numero di divinità provenienti dalle civiltà greca, egizia ed etrusca.
Gli dei
[modifica]Le principali divinità cartaginesi erano di provenienza fenicia.
- Baal Hammon era il dio supremo.
- Melqart era il signore della città assimilato all'Eracle greco.
- Tanit o Astarte era la dea della fecondità e della natura.
Riti
[modifica]A Cartagine le divinità principali erano due, Baal Hammon, signore e protettore della città, il cui nome significa signore degli altari d'incenso, un epiteto usato per evitare di menzionare la parola dio che per i fenici, come gli ebrei, era soggetta a un forte tabù linguistico, e una divinità identificata con la luna, chiamata Tanit, una dea della fertilità simile alle altre dee madri diffuse presso gli antichi popoli mediterranei. Anche dopo la conquista di Cartagine da parte dei romani, queste due divinità rimasero radicate nei culti delle popolazioni nordafricane, Baal fu identificato con Saturno e Tanit con Giunone. I loro templi rimasero venerati fino alla più tarda antichità, dopo il trionfo del cristianesimo, gli imperatori dovettero impiegare l'esercito per distruggere i loro santuari.
La caratteristica più nota della religione cartaginese è rappresentata dai sacrifici umani a Baal, che erano visti con orrore sia dai Greci sia dai Latini. Questa usanza fu introdotta a Cartagine dai suoi fondatori, provenienti dalla terra di Canaan, presso i popoli semiti di quella regione, infatti, ogni capofamiglia era tenuto a offrire agli dèi le primizie animali e vegetali, e perciò anche il primogenito. La concezione che stava alla base di questo rito era la necessità di placare l'ira delle figure divine, dalle quali dipendevano la vita e la morte di tutte le forze dalla natura, la volontà degli dèi era infatti sentita come capricciosa e minacciosa.
L'usanza dei sacrifici umani è confermata dall'archeologia.