L'Articolo (superiori)

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L'Articolo (superiori)
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Grammatica italiana per le superiori 1
Avanzamento Avanzamento: lezione completa al 100%

Un Articolo è una parola che si riferisce ad un sostantivo limitandone e specificandone il concetto. È una delle parti variabili del discorso e precede il nome o il sintagma nominale, concordandosi genere e numero. Esso ha spesso la funzione, oltre quella di individuare e introdurre il nome, di marcare proprio il genere e il numero del nome, di permettere di stabilire se la persona o la cosa indicata dal nome siano da intendersi in senso preciso ("Ho Chiamato il Medico") o in modo generico ("Ho Chiamato un Medico"), infine, se premesso ad altre parti del discorso gli fa assumere il ruolo di nome ("Tra il Dire' e il Fare c'è di Mezzo il Mare" o "Il Domani è Incerto"). Si distinguono generalmente in articoli determinativi, articoli indeterminativi ed articoli partitivi.

Gli Articoli Determinativi[modifica]

Gli Articoli Determinativi si premettono al Nome per segnalare che indicano una persona o una cosa ben precisa, distinta dalle altre. Essi sono:

maschile femminile
davanti a: z, pn, gn, ps, x, y
s+cons., vocale
tutti gli altri
casi
tutti i casi
singolare lo (l')[1] il la (l')[1]
plurale gli (gl')[2] i le (l')

Unica eccezione: "il dio" ha plurale "gli dei" a causa del processo di deglutinazione.

L'articolo determinativo si usa:

  • quando il nome si riferisce a una cosa sola, ben precisa
  • con gli aggettivi e i pronomi possessivi
  • con nomi astratti o di significato generale, compresi i colori
  • con parti del corpo o vestiti
  • con le date, se non sono precedute dai giorni della settimana
  • nelle descrizioni fisiche, con il verbo avere
  • prima del cognome di una famiglia o di un casato
  • davanti a titoli di rango o professioni seguiti da un nome
  • davanti a nomi di persone famose (alla latina, come a dire "il famoso" o "proprio quello")
  • può essere usato davanti ai nomi propri femminili, quando sono adoperati in registro familiare-affettivo, ma non davanti ai nomi propri maschili

Viene invece omesso nei seguenti casi:

  • con gli aggettivi possessivi di fronte a nomi di parentela singolari
  • nelle descrizioni e nelle numerazioni
  • nelle apposizioni
  • davanti ai nomi di città, tranne rarissime eccezioni: la Spezia, l'Aquila, il Cairo, il Pireo, la Mecca, l'Aia. Anche in questo caso l'articolo segue le normali regole grammaticali, in particolare per l'uso delle minuscole e della formazione di preposizioni articolate
  • in una serie di espressioni particolari:
    • nella maggioranza delle locuzioni avverbiali (in fondo, di proposito, a zonzo)
    • nelle espressioni che hanno valore di avverbi qualificativi (con audacia, con intelligenza, con serenità)
    • con i complementi di luogo, in alcuni casi (tornare a casa, abitare in campagna, recarsi in chiesa)
    • davanti a nomi che formano con il verbo una sola espressione predicativa (aver(e) fame, sentire freddo, prendere congedo)
    • nelle locuzioni in cui un sostantivo integra il significato di un altro (carte da gioco, sala da pranzo, abito da sera) e nei complementi predicativi (comportarsi da galantuomo, parlare da esperto, fare da padre)
    • in alcuni espressioni di valore modale o strumentale (in pigiama, in bicicletta, senza cappotto)
    • nelle frasi proverbiali (buon vino fa buon sangue, can che abbaia non morde)
    • nei titoli dei libri o dei capitoli (Grammatica italiana, Canto quinto) e di insegne (Entrata, Uscita, Arrivi, Partenze, Merceria, Ristorante, Giornali...)
    • in alcune espressioni formate da verbo + preposizione + nome (parlare di sport, giocare a scacchi (o agli scacchi), prendere qualcuno per matto)
    • per ragioni di brevità, nel linguaggio telegrafico e nella piccola pubblicità dei giornali (partecipiamo vostra gioia, vendo appartamento zona centrale)
    • con la preposizione senza, l'articolo indeterminativo si può esprimere o meno (girare senza (una) meta, offendersi senza (un) motivo apparente)

Gli Articoli Indeterminativi[modifica]

Gli Articoli Indeterminativi introducono il nome a cui si riferiscono lasciandolo su un piano di genercità e indeterminatezza ("Ho Chiamato un Medico). Essi sono:

maschile femminile
davanti a: gn, i + vocale, p + n, p+ s, s+ consonante (s impura), x, y, z tutti gli altri
casi
tutti i casi
singolare uno un una (un')[3]
plurale -- -- --

In italiano non esiste l'articolo indeterminativo plurale, dato che in espressioni come gli uni e gli altri ha il ruolo di pronome.

Dove si userebbe l'articolo inderminativo plurale, l'italiano utilizza l'articolo partitivo o aggettivi indefiniti come alcuni o qualche ("alcuni libri", "qualche libro").

L'articolo indeterminativo viene usato:

  • con i sostantivi non numerabili
  • davanti a nomi di professioni o che indicano un'intera categoria
  • con i nomi propri di persona o i cognomi che indicano un'opera d'arte
  • nell'espressione un po'
  • Al maschile non si usa mai l'apostrofo con l'articolo indeterminativo. La presenza di un apostrofo può indicare il genere maschile o femminile: un'utente è infatti la forma femminile, mentre un utente indica il maschile

Gli Articoli Partitivi[modifica]

Gli 'Articoli Partitivi sono articoli indefiniti utilizzati per introdurre una quantità imprecisata:

  • Ho trovato dei fichi a poco prezzo.
  • A volte passo delle giornate impossibili.
  • Vorrei delle mele, degli spinaci e dei pomodori

Deve il suo nome dal fatto che indica normalmente la parte di un insieme. È usato in lingue romanze come il francese e l'italiano.

L'articolo partitivo si forma, analogamente ad una preposizione articolata, con la preposizione di accompagnata dalle varie forme dell'articolo determinativo, che variano in quest'ultimo a seconda del genere, del numero e del suono che le segue (per le varie forme, vedi voce sull'articolo determinativo):

maschile femminile
singolare
  • del pane
  • dello zucchero
  • dell'olio
  • della carne
  • dell'acqua
plurale
  • dei fichi
  • degli spaghetti
  • delle arance

Le sue forme plurali fungono anche da forma plurale dell'articolo indeterminativo. Si tratta del resto dell'uso più comune del partitivo in italiano.

Si distingue in genere tra uso al singolare (molto meno frequente) e al plurale (più comune).

Il partitivo singolare indica una quantità non precisata di un elemento considerato come non numerabile:

  • Vorrei del vino fruttato
  • I viaggiatori presero della grappa a poco prezzo ed andarono via

Al plurale, invece, il partitivo indica una quantità indeterminata di un elemento numerabile:

  • Ho visto dei bambini.

In questo caso, viene considerato come forma plurale dell'articolo indeterminativo un, una.

Alcuni sostantivi, a seconda del contesto, possono essere considerati tanto come numerabili (prendo dei caffè) quanto come non numerabili (prendo del caffè).

L'uso del partitivo è stato preso di mira dai puristi fin dall'Ottocento. Tuttora è abbastanza diffusa la convinzione che si tratti di un prestito linguistico dalla lingua francese, anche se è stato dimostrato che il partitivo è attestabile fin dal Medioevo nella letteratura italiana di maggior prestigio.

Vero è invece che se in francese il partitivo è spesso insostituibile, in italiano può essere invece omesso. Per esempio viene spesso sconsigliato l'accostamento tra una preposizione e l'articolo partitivo (che non sempre dà buoni risultati), oppure il suo uso combinato a parole astratte. Anche la ripetizione del partitivo in lunghe enumerazioni può risultare indesiderata a causa della ripetizione continua delle sue varie forme. D'altro canto, l'omissione del partitivo non dà sempre risultati veramente soddisfacenti (vedi esempio):

  • Ho comprato del caffè veramente eccezionale.

Nell'enunciato proposto come esempio, si desidera accompagnare il nome con un aggettivo e creare una caratterizzazione (viene infatti caratterizzato un certo tipo di caffè).

Laddove non sarebbe opportuno ometterlo, il partitivo può comunque essere almeno sostituito da espressioni di volta in volta diverse a seconda del contesto.

Note[modifica]

  1. 1,0 1,1 Davanti a vocale o alla lettera "h" seguita da vocale, non davanti ad una "i" semiconsonantica (come in ione o iena).
  2. Gli articoli "le" e "gli" si elidono raramente e solo se le due vocali, specialmente le "e", sono uguali.
  3. Davanti a vocale, esclusa la i semiconsonante (come in iena).