Follerie e gualchiere nella Verona medioevale

Da Wikiversità, l'apprendimento libero.
Approfondimento
Dipartimento di Studi umanistici



Nei secoli XII e XIII l'esportazione dei prodotti tessili diventava sempre più importante nella storia economica della Marca Veronese. Tutta l'Europa in questo periodo era interessata all'esportazione di panni di pregio solitamente di qualità superiore rispetto a quelli prodotti nell'Italia settentrionale e in Toscana. Verona è stata l'unica città della Marca Veronese a contribuire attivamente alla crescita e diffusione dell'industria tessile come documentato da alcune fonti (le fonti dirette relative ai mercanti e agli artigiani giunte a noi sono, tuttavia, frammentarie a causa della loro stessa condizione sociale).

La rivoluzione tecnica delle gualchiere medievali.[modifica]

Nel processo di follatura dei panni grande importanza aveva il mulino ad acqua. Per quel che riguarda il territorio della marca veronese non è possibile parlare di un'industria tessile cittadina perché alcune gualchiere erano situate nella valle del Tramigna mentre altre, più vicine alla zona urbana, lungo il corso del Fibbio. Le prime testimonianze rinvenute provengono dalla descrizione dei beni di una famiglia cittadina di rango capitaneale conosciuta come Turrisendi. Il coinvolgimento delle famiglie feudali in queste attività per l'acquisto di terreni, di macchinari e di diritti sulle acque è documentato già a partire dall'età precomunale. Con la crescita di questa attività i prodotti non erano più destinati al solo mercato locale ma anche all'esportazione e gli stessi produttori i quali riuscivano ad ottenere sempre più diritti come riportano gli Statuti cittadini del 1228 (mentre i membri delle arti erano obbligati a scegliere i loro gastaldi solo tra coloro che esercitavano il mestiere, i proprietari dei mulini, dei folloni e delle gualchiere erano esentati da questo dovere).

Esportazione di tessuti, artigiani e tecniche[modifica]

Tra il XIII e il XIV Verona, Como, Milano e Firenze erano le quattro città industriali che si distinguevano dagli altri centri, ma nei periodi precedenti non si registrano presenze di tessuti veronesi nei mercati italiani. La prima attestazione risali al 1274 a Cremona. L'esportazione dei tessuti veronesi era in atto almeno dalla fine del XII secolo. I tessuti di lana si dividevano in: Tessuti di pregio, cioè quelli esclusivamente in lana e quelli di lino e lana Tessuti di basso costo, ovvero i 'panni grigi', molto diffusi a Venezia Più volte tra gli oggetti di vestiario rubati ai Veneziani figurano i mantelli 'grigi di Verona', a Padova invece erano note le botteghe che vendevano panni Veronenses et alii panni non magni precii e a Bergamo gli statuti esortavano il podestà a promuovere la lavorazione dei panni ad imitazione di quella Veronese. Più che per la presenza dei tessuti su piazze esterne, l'importanza e la diffusione del mestiere, l'abilità dei lavoratori e la 'modernità' delle tecniche sono provate dall'emigrazione di artigiani dall'adozione delle tecniche veronesi in molte città del nord e della Toscana.