Esiodo

Da Wikiversità, l'apprendimento libero.
lezione
lezione
Esiodo
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Letteratura greca


Esìodo nacque forse ad Ascra, in Beozia. Per quanto riguarda la data di nascita, fin dall'antichità non si sa con precisione se parlò come precedente, contemporaneo o posteriore a Omero. Erodoto lo crede di 4 secoli più antico di lui, un'indicazione che riporterebbe la nascita di Esiodo intorno all'VIII secolo prima di Cristo. Egli tuttavia partecipò alle feste in onore del principe Anfidamante nell'isola di Eubea[1], dove partecipò a un agone in cui ottenne la vittoria ed un tripode in premio. È quindi riconosciuta dai critici moderni la collocazione di Esiodo intorno al principio del VII secolo a.C. (nettamente successivo a Omero). L'Agone di Omero e Esiodo dà invece una testimonianza del tutto sospetta della contemporaneità dei due poeti.

I dati biografici ci provengono invece dalle sue stesse opere. Figlio di un commerciante marittimo, originario della Cuma eolica, costretto a trasferirsi in Beozia per la fallita attività, dice egli stesso di non intendersi di mare e di navigazione, perché fece una sola traversata nella sua vita, quella dell'Euripe, da Aulide a Calcide in Eubea per le feste di Anfidamante. Per questo motivo i critici ritengono impossibile la nascita nella città di origine del padre (non avendo fatto che quella traversata e non il passaggio da Cuma ad Ascra), e vedono come città natale Ascra stessa, anche se l'affermazione di Esiodo non sarebbe in contraddizione con una sua nascita nella Cuma eolica (la traversata infatti avrebbe potuto esser compiuta da un Esiodo ancora bambino al seguito del padre).

Trasferitosi quindi in Beozia, il padre dovette diventare un agricoltore e, sulle sue orme, lo divenne pure Esiodo, tanto che Le opere e i giorni, danno una dettagliata descrizione della vita contadina del tempo.

Alla morte del padre, il patrimonio viene diviso tra lui e il fratello, Perse, che dopo avere dilapidato tutta la sua parte, riesce tramite un raggiro ad impossessarsi della parte di Esiodo (grazie a un processo giudiziario in cui corrompe i giudici).

Plutarco ci informa della sua morte violenta, ucciso dai fratelli di una donna che sedusse o tentò di sedurre.

Attività[modifica]

Si narra che ai ludi funebri in onore di Anfidamante, vinse e superò persino in bravura Omero stesso. Tuttavia questo dato non è storicamente attendibile, poiché il certamen che lo attesta, l'Agone di Omero e Esiodo, viene guardata con sospetto, sembrando ai critici un'invenzione del sofista Alcidamante.

Oltre alle Opere e i giorni, è possibile attribuire con certezza ad Esiodo anche la Teogonia, il primo poema religioso greco che tenta di stabilire un ordine nella genealogia delle divinità adorate in Grecia (teogonia è esattamente questo, cioè la nascita delle divinità). Quest'opera nasce dall'esigenza da parte dell'autore di "definire" e riorganizzare la fluttuante materia mitologica che, a causa delle diverse tradizioni locali dell'Ellade, presentava differenti leggende o addirittura differenti "genealogie" per il medesimo dio o dea. Essa, inoltre, contiene numerose informazioni sulle origini dell'universo e sulle divinità primordiali che contribuirono alla sua formazione e proprio per tale ragione si ritiene che la Teogonia fu il testo che garantì la vittoria di Esiodo alle feste Calcidiche, e che quindi vada ritenuto precedente alle Opere.

Oltre alle due celeberrime opere a noi arrivate per intero, del corpus esiodeo dovevano far parte anche Il catalogo delle donne o Eoie, conservato in forma frammentaria, Lo scudo di Eracle e una serie di opere minori, tutte conservate in modo frammentario, della cui autenticità gli stessi antichi già dubitavano. Non è per nulla chiaro cosa fossero le Grandi Eoie, di cui sono attestati a malapena il titolo e qualche frammento.

Opere[modifica]

Esiodo e una Musa, di Gustave Moreau (1891)

Esiodo occupò sempre il primo posto nella poesia epica insieme ad Omero, essendo una grandissima personalità, e, come avvenne per Omero, attirò a sé una discreta quantità di opere non sue. Riportata di seguito la lista completa delle opere minori, di cui però, come si è detto, spesso è girato il sospetto (o la certezza) che si trattasse di apocrifi.

Il significato dell'intera opera esiodea può essere diviso in tre parti:

  • Teologico e Ideologico

La proposta di Esiodo si colloca nell'VIII sec. a.C. e dobbiamo quindi proiettare la sua opera nel pensiero del tempo: è il primo autore greco a fare un discorso del genere. Finora nessuno aveva provato ad introdurre un concetto teologico e teogonico (Teogonia), affiancandolo ad un complemento etico (Le Opere e i Giorni). Ciò pone in risalto l'evidente complementarità delle due opere principali di Esiodo.

  • Sociologico

Esiodo è stato giustamente definito da alcuni il poeta degli umili. Egli infatti imposta un'opera, Le Opere e i Giorni, che suona come una critica contro l'inerte oziosità dell'aristocrazia; inoltre, è la prima volta che i ceti inferiori sono rappresentati dalla poesia epica greca.

  • Poetico

Esiodo configura in modo assolutamente inedito l'attività poetica. Mentre l'epica tradizionale era oggettiva e impersonale, senza un autore dichiarato, Esiodo porta l'epica verso un orizzonte a noi più consono: egli si dichiara e rende la poesia soggettiva e personale, le conferisce un'individualità storica. Inoltre, se l'epica tradizionale aveva una funzione edonistico-pedagogica, in Esiodo la poesia acquista un timbro schiettamente didascalico: Esiodo si fa maestro di sapienza, poeta vate; la poesia diviene magistero sapienziale, ponendo le basi di una radice ineliminabile della cultura occidentale.

Lingua, stile e metrica[modifica]

Esiodo è un poeta epico, e quindi la sua lingua è quella dell'epos, condizionata già dall'uso dell'esametro. Esiste tuttavia qualche eccezione, spesso forme che rimandano ai dialettismi locali, più presenti nelle Opere. Ovviamente, data la posizione eolica della Beozia (dove le opere esiodee sono composte), sono più presenti gli eolismi in confronto all'epos omerico. Da parte di quei critici che vogliono Esiodo come un rappresentante di una tradizione poetica indipendente, sono stati considerati con maggiore attenzione quegli aspetti linguistici estranei totalmente ad Omero, come alcuni infiniti brevi e accusativi plurali brevi della prima declinazione.
Lo stile formulare invece, è variegato. Molte difatti le formule prettamente omeriche o costruite su di esse. Omero inoltre non poteva essere presente come modello (a differenza di quello che avvenne nell'epica più tarda) bensì come rappresentante di un genere letterario ancora vivo e attivo, e la cultura a cui apparteneva Esiodo, quella Beotica, era diversa da quella che aveva prodotto l'epos.

Lo stile epico tradizionale ha una tonalità uniforme, senza frastagliature. Invece lo stile di Esiodo è versicolore, pericolosamente oscillante fra una tonalità ieratica e una tonalità popolareggiante. Comunque nel suo complesso ha un andamento icastico, lapidario, tendenzialmente caustico, ellittico. La grandezza di Esiodo è testimoniata dal fatto che egli è parimenti abile nel delineare scene di genere, magari tracciate con una sorta di gusto oleografico ottocentesco, quanto nel condensare affreschi tipicamente epici.

Esiodo sostanzialmente transcodifica il linguaggio omerico, manipola quindi il testo omerico in rapporto alle sue necessità contingenti, oppure, essendo un innovatore, segue la strada della neoformazione, inventa cioè un nuovo lessico e nuove immagini. Da alcuni, per questo suo spirito innovativo, è stato paragonato ad un Leopardi dell'epoca.


Testi[modifica]

In lingua greca

testi in cui è citato Esiodo s:Categoria:Testi in cui è citato Esiodo

Bibliografia[modifica]

Bibliografia[modifica]

  • Albert von Schirnding: Hesiod: Theogonie / Werke und Tage. Griechisch-deutsch. 3. Auflage 2002. Artemis und Winkler, Zürich/Düsseldorf 2002. ISBN 3-7608-1665-7
  • Ernst Heitsch : Hesiod (Wege der Forschung 44). Wissenschaftliche Buchgesellschaft, Darmstadt 1966.
  • Hans Schwabl: Hesiodos, in: Der Kleine Pauly. Lexikon der Antike, Bd. 2, Sp. 1113ff.


Note[modifica]

  1. Si tratta del re di Calcide morto nel 730 a.C. in una guerra epicorica, la lelantina.

Altri progetti[modifica]