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Esame obiettivo

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lezione
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Esame obiettivo
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Metodologia clinica e Semeiotica
Avanzamento Avanzamento: lezione completa al 25%

L'esame obiettivo è assieme all'anamnesi il pilastro del processo diagnostico: tutte le analisi biochimiche e strumentali che saranno eseguite sul paziente andranno tarate in base a questi due procedimenti.

Se durante l'anamnesi abbiamo ricevuto direttamente dal paziente le informazioni sul suo stato di salute (i sintomi riferiti), con l'esame obiettivo il medico va a ricercare direttamente eventuali anomalie riscontrabili in quel preciso momento sul corpo del paziente, ovvero i segni clinici.

Ciò diventa fondamentale in determinate situazioni: ad esempio, se ci troviamo in Pronto Soccorso e viene portato un paziente rinvenuto per strada in stato di incoscienza ovviamente non è possibile effettuare l'anamnesi, che magari avrebbe potuto darci utili informazioni su una possibile patologia di base del paziente; a quel punto l'esame obiettivo è necessariamente il primo approccio che dobbiamo avere col paziente.

L'esame obiettivo associato all'anamnesi ci aiuta nella diagnosi differenziale, indirizzandoci ad esempio verso un certo gruppo di patologie piuttosto che altre.

Le fasi dell'esame obiettivo

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Generalmente l'esame obiettivo prevede quattro diversi tipi di approcci: ispezione, palpazione, percussione ed auscultazione.

Ispezione

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Si tratta sicuramente dell'approccio più immediato, dato che in questa fase vediamo direttamente come si presenta ad una prima occhiata il paziente. Può forse sembrare banale, ma tramite un'attenta ispezione è già possibile riscontrare un elevato numero di patologie: basti pensare all'ittero, generalmente associato a patologie epatiche.

L'ispezione va effettuata analizzando eventuali anomalie cutanee superficiali (discromie, eritemi, xantelasmi, ecc) , tumefazioni (ad esempio nel gozzo tiroideo), gonfiori (come nell'ascite). nonché ovviamente alterazioni sistemiche (un paziente molto alto e filiforme potrebbe essere affetto da sindrome di Marfan).

Palpazione

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Dopo aver ispezionato il paziente possiamo procedere alla palpazione manuale, ovvero l'analisi tattile tramite pressione o trazione di organi e apparati superficiali alla ricerca di anomalie non visibili superficialmente all'ispezione e all'analisi meccanica di quelle precedentemente rinvenute.

La palpazione ci permette di ottenere una serie di informazioni: ad esempio, la massa che andiamo a palpare che consistenza ha? È dura o soffice? Mobile o ipomobile? Il paziente prova dolore premendola? Tutte queste caratteristiche ci aiutano in fase di diagnosi differenziale (un linfonodo maligno è generalmente più duro e meno mobile di uno che si è ingrossato per una semplice infezione).

Durante la palpazione è possibile effettuare tutta una serie di manovre specifiche: ad esempio in caso di sospetta appendicite possiamo andare a premere in corrispondenza del punto di McBurney, e se il paziente durante questa manovra prova un dolore intenso la diagnosi di infiammazione appendicolare diviene estremamente probabile.

Questa fase prevede altresì la palpazione dei polsi arteriosi, al fine di accertare eventuali problemi a carico del sistema cardiovascolare.

Percussione

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La percussione è una metodica impiegata a livello dei quadri toracici ed addominali che prevede l'impiego di un dito appoggiato sulla cute del paziente (plessimetro) e di uno che lo percuote (plessore). La percussione del plessore sul plessimetro genera un suono che varia a seconda della consistenza dei piani sottostanti, risonante negli organi cavi e ottuso in quelli parenchimatosi: ad esempio a livello toracico il suono è timpanico in quanto in quell'area sotto il plessimetro si trovano i polmoni pieni d'aria, i quali agiscono come una cassa di risonanza, mentre il fegato produce un suono ottuso. In considerazione di ciò, rinvenire un ottusità in un'area dove ci aspetterebbe un rumore timpanico obbliga a sospettare che ci sia qualcosa di anomalo nei piani sottostanti che riempie tale cavità, come ad esempio liquidi o masse.

La percussione permette anche di analizzare la cosiddetta aia, ovvero la proiezione degli organi sottostanti sulla superficie cutanea: ad esempio, percuotendo il torace possiamo individuare l'aia cardiaca.

Auscultazione

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Auscultazione stetoscopica del torace di un bimbo di 15 mesi

Tramite un fonendoscopio possiamo sentire i rumori prodotto all'interno delle varie cavità. Generalmente il cuore, i polmoni e l'intestino presentano un pattern preciso per quanto riguarda la produzione di suoni: qualsiasi suono anomalo si discosti da questo pattern normale è di indubbia origine patologica: ad esempio la produzione di click da alterazione delle valvole cardiache, oppure una peristalsi aumentata a livello addominale.