Discussioni dipartimento:Wikiversità/Sandbox/Dipartimento:Attività sociali
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Modifica da verificare. --pegasovagante (la mi dica) 15:27, 14 mar 2018 (CET)
- Fatto. la versione precedente era corretta, i cartelli di divieto di svolta sono stati eliminati nel 1992, ora quelli di direzione consentita contengono implicitamente il divieto di svoltare in tutte le altre direzioni.--Leofbrj (Zì?) 16:27, 19 mar 2018 (CET)
Nuovo dipartimento
[modifica]Penso che sia necessario un dipartimento che si occupi di «tutto il resto», dallo sport alla cucina, se non altro per i compiti di manutenzione delle pagine (il cosiddetto lavoro sporco). Questo dipartimento, che ho chiamato provvisoriamente DIP:Attività sociali (ma proponete pure altri nomi), ai sensi di WV:D può essere creato in due modi:
- in via ordinaria, se altri due utenti oltre a me vogliono iscriversi e parteciparvi;
- in via straordinaria, per consenso della comunità.
Esprimetevi. --pegasovagante (la mi dica) 15:27, 14 mar 2018 (CET)
Unione aree
[modifica]- La discussione prosegue da qui.
Allo stato abbiamo due aree con contenuti eterogenei: Area:Formazione parauniversitaria e Area:Discipline non formali. Mi pare arduo, sia in teoria, sia nella pratica, discriminare che cosa sia parauniversitario e che cosa no, soprattutto alla luce dei contenuti già presenti; anche stabilire in che senso una disciplina sia «non formale» sembra difficile, ai limiti dell'ossimoro.
Propongo l'unione delle due aree; se siete d'accordo suggerite un nome per la nuova area (Area:Discipline non accademiche, Area:Altre discipline, Area:Corsi autonomi... proponete). Esprimetevi. --pegasovagante (la mi dica) 15:27, 14 mar 2018 (CET)
- Area:Altre discipline--Pierpao (discussioni) 21:55, 14 mar 2018 (CET)
- OT ma perchè questa discussione non ha una pagina ed è in una sandbox?--Pierpao (discussioni) 21:58, 14 mar 2018 (CET)
- [@ Pierpao] Perché andrebbe in un dipartimento che ancora non è ufficialmente attivo, vedi la sezione qui sopra. O dovevo intasare ulteriormente il bar generale? --pegasovagante (la mi dica) 22:44, 14 mar 2018 (CET)
- Ecco, Nono giustissimo, un bar come era agli albori quando esistevano i bar e non i progetti. Adesso ho capito e visto nelle pagine speciali, quel sandbox è plurale :)--Pierpao (discussioni) 10:38, 15 mar 2018 (CET)
- [@ Pegasovagante][@ Pierpao]Secondo me un minimo di distinzione tra ciò che è formale (es. un corso che dia un attestato riconosciuto da qualche istituzione) rispetto a ciò che non lo è (cito ad esempio le ricette contenute in Cucina e alimentazione) andrebbe mantenuto, visto che materiale per entrambe le aree ce n'é: IMO l'ideale sarebbe mantenere un'area per l'orientamento universitario, la formazione post-scolastica non universitaria (es studi militari, corsi per OSS e così via) e patenti e licenze varie, e l'altra per tutto ciò che può essere regolamentato ma non riguardi attestazioni varie, formazione universitaria o post-scolastica. Tra l'altro, sposterei Concorso per dirigenti scolastici 2017 nell'area parauniversitaria.--Leofbrj (Zì?) 00:13, 18 mar 2018 (CET)
- Principio giustissimo ma inapplicabile Pegasovagante ha fatto un obiezione corretta. Tu dici che "un corso che dia un attestato riconosciuto da qualche istituzione" è formale; ma quale istituzione? pubblica? privata? dche debba seguire certi standard internazionale? Il 999 per mille dei corsi rilasciano attestati riconosciuti da se stessi. Ci sono per esempio sicuramente istituzioni che rilasciano l'attestato di cuoco. Per questo è materia formale? Per i cuochi forse. Facciamo un altro esempio che le materie formali siano quelle per cui esiste un riconoscimento da un istituzione pubblica. Ecco i corsi per alimentaristi (quelli che devono gestire un negozio di alimentari) rilasciano un attestato non solo riconosciuto ma anzi obbligatorio (io ne ho uno dopo un corso di pochi mesi) e ti garantisco che è non è una materia è un guazzabuglio di norme amministrative di igiene e di economia aziendale. Mentre tutta la formazione sulla osteopatia non è riconosciuta in italia. Allora l'alimentarismo è formale mentre l'osteopoatia no? Oltretutto definire cosa è parauniversitario cambia da paese a paese è non possiamo fare localismi oltre al fatto che suddividere la cultura in base a principi amministrativi non ha senso. Ihmo serve un dipartimento che si occupi del residuo, di quello che altrimenti sarebbe abbandonato, un dipartimento che non è l'unione dei due. Semplicemente i due andrebbero eliminati per l'impossibilità di definire cosa è parauniversitario e no, e cosa è formale è no. Poi se qualche materia diventa importante in termini di risorse che sia parauniversitaria/formale o meno si deciderà il da farsi.--Pierpao (discussioni) 11:37, 18 mar 2018 (CET)
- [@ Pierpao] Perché andrebbe in un dipartimento che ancora non è ufficialmente attivo, vedi la sezione qui sopra. O dovevo intasare ulteriormente il bar generale? --pegasovagante (la mi dica) 22:44, 14 mar 2018 (CET)
- OT ma perchè questa discussione non ha una pagina ed è in una sandbox?--Pierpao (discussioni) 21:58, 14 mar 2018 (CET)
[← Rientro][@ Pierpao]Infatti secondo me il corso per alimentarista e quello per osteopata dato che presumibilmente rilasciano un attestazione formale andrebbero inseriti nella formazione parauniversitaria/formale. Poi indubbiamente esistono dei casi limite, e quello del corso per cuochi ne è un esempio: infatti tra le discipline non formali esiste il corso Cucina e alimentazione che di per sé è un agglomerato di ricette, mentre nella formazione parauniversitaria vedo che è stato quantomeno "suggerito" il corso di cuoco professionista. Ora, io non so di preciso cosa insegnino in quest'ultimo ma di sicuro non si tratta solo di "imparate la ricetta e via", sicuramente verranno insegnate tecniche particolari, oltre a principi di gestione aziendale (credo). C'é differenza tra un corso per cuochi professionisti e una raccolta di ricette, come può esserci anche (ad esempio) tra un corso per allenatori o arbitri della FIGC e la mera conoscenza delle regole del gioco. Sulla definizione di "parauniversitario" effettivamente si può discutere, ciò non toglie che l'area tratti di formazione post-scolastica non universitaria (o di attestazioni varie come la patente), come può essere un corso per cuoco professionista, il quale tuttavia non è nemmeno la mera conoscenza delle ricette. Secondo me la distinzione in aree si può mantenere per il semplice fatto che materiale (sia già esistente che "in prospettiva") ce n'é relativamente in abbondanza sia da una parte che dall'altra, poi ovviamente se il problema è di tipo gestionale si possono benissimo raggruppare le due aree.
Tuttavia se il problema è la semplice definizione di corso parauniversitario/formale/eccetera e quello di disciplina non formale, IMO la questione è semplice. Da una parte si tengono i corsi professionalizzanti/regolamentati/che rilasciano attestati e così via, dall'altra tutto ciò che non è professionalizzante: ad esempio, da una parte il corso per cuoco professionista (con spiegazioni tecniche e tutto ciò che riguarda la professione) e dall'altra la semplice raccolta di ricette (che peraltro possono essere linkate nel corso professionalizzante). Da una parte ciò che professionalizza e dall'altra delle semplici nozioni generali (il fatto che io sappia cucinare un dolce non mi classifica formalmente come cuoco). Eventualmente per stabilire ciò che é formale/professionalizzante e ciò che è solo mero nozionismo si possono creare delle linee guida, o discutere di volta in volta: ma di certo una raccolta di regole sportive, di tecniche di giardinaggio o di appunti su come funziona Office non può certamente essere considerato formale.--Leofbrj (Zì?) 18:31, 18 mar 2018 (CET)