Cicerchiata

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Cicerchiata
La Cicerchiata
Dettagli lezione
MateriaDolci (Cucina e alimentazione)
AvanzamentoAvanzamento lezione completa al 100%
Dettagli ricetta
Difficoltà Normale
Tempo di preparazione1h circa
Ingredientifarina, uova, burro, zucchero
Origini
Luogo d'origineItalia Italia
RegioniMarche
Abruzzo
Molise
Zona di produzioneMarche (tutto il territorio regionale e in particolare l'anconetano), zona frentana, montagna folignate
Dettagli
RiconoscimentoP.A.T.
Ingredienti principalifarina, uova, burro, zucchero
Altre informazioniIn Umbria non è registrato come "prodotto agroalimentare tradizionale" ai sensi dell'art. 8 del D.lgs. 30 aprile 1998, n. 173, ma è comunque diffuso e conosciuto.
 

La Cicerchiata è un dolce tipico italiano, riconosciuto come prodotto agroalimentare tradizionale per l'Abruzzo, le Marche ed il Molise, ma diffuso anche in Umbria e, tramite l'immigrazione interna da queste regioni, a Roma.

Informazioni Generali[modifica]

È simile agli struffoli napoletani, a differenza dei quali, però, non è considerato un dolce natalizio. In Abruzzo e nelle Marche, è anzi spesso legato alla ricorrenza del Carnevale.

Origine[modifica]

Per l'"Atlante dei prodotti tradizionali d'Abruzzo" (ARSSA - Regione Abruzzo, 2004), l'origine del prodotto sarebbe da ricercarsi in Abruzzo, in particolare nell'area del Sangro "grazie allo sviluppo dell'apicoltura che, ieri come oggi, rendeva disponibile miele di ottima qualità".

Per altri, invece, facendo riferimento ad epoche più antiche, sarebbe originario dell'Umbria storica (ovvero, grossomodo, l'Umbria ad est del Tevere e le Marche) e solo la sua successiva diffusione dall'Umbria alle Marche centrali, all'Abruzzo e infine al Molise avrebbe diffuso l'opinione che si tratti di un dolce abruzzese.

Secondo altri ancora, la cicerchiata è invece un dolce carnevalesco tipico marchigiano.

Come si presenta[modifica]

Il dolce è a base di pasta di farina, uova e, in alcuni varianti, burro o olio d'oliva, zucchero, liquore o succo di limone. Da questa si ricavano palline di circa un centimetro di diametro che vengono fritte nell'olio d'oliva o nello strutto. Scolate, vengono mescolate con miele bollente e disposte "a mucchio". Il miele raffreddandosi cementa le palline fra loro e dà solidità alla struttura. Come spesso avviene con i dolci tradizionali e antichi, esistono varianti che aggiungono ingredienti diversi alla ricetta base.

Etimologia del nome[modifica]

Un dolce molto simile viene citato nelle tavole eugubine come cibo rituale e sacrificale con il nome, in antica lingua umbra, di strusla che è la continuazione di sruikela, diminutivo di struex che è variante del più comune strues che significa appunto "mucchio" (ciò è anche affermato dal maggiore studioso attuale della lingua umbra, il prof. Augusto Ancillotti), da cui, tra l'altro, l'italiano "costruire", cioè "ammucchiare insieme".

Con tutta probabilità il nome di cicerchiata ha origine medievale e deriverebbe dalla cicerchia (Lathyrus sativus), un legume simile al pisello (Pisum sativum) e al cece (Cicer arietinum), molto diffuso all'epoca nella zona umbro - marchigiana e anche in Italia meridionale; ancor oggi è coltivato in Lazio, nelle Marche, in Umbria, in Molise ed in Puglia, non più su larga scala, ma come specialità tipica. Secondo quanto detto, il significato di "cicerchiata" sarebbe quindi quello di "mucchio di cicerchie".

Dolci affini[modifica]

Notevole la somiglianza con gli struffoli napoletani che deriverebbero il proprio nome dall'aggettivo greco στρόγγυλος (stróngylos) che significa "di forma tondeggiante" e che linguisticamente hanno la stessa radice dalla parola umbra strusla e quindi probabilmente anche una comune origine indoeuropea.

In Grecia esiste un dolce simile chiamato Λουκουμάδες (Lukumádes). Affini alla cicerchiata sono anche il Loqme curdo, il Lokma turco e il Lvkvmandas persiano.

Ricetta[modifica]

Ingredienti[modifica]

L'impasto orientativamente richiede 250 grammi di farina per 4 uova e 2 tuorli, ai quali si aggiungono 30 grammi di burro ammorbidito ed un cucchiaio di zucchero. In alcune varianti vengono aggiunti anche aromi come la scorza grattugiata di limone o d'arancia o, in alcune zone, liquori locali.

Preparazione[modifica]

L'impasto non ha bisogno di riposo; la frittura, tradizionalmente, avviene nello strutto. Formato il mucchio di palline, vi si versa sopra il miele (un'altra tecnica prevede che si scaldi il miele e vi si aggiungono poi le palline fritte perché se ne imbibiscano).

Si possono usare varie tecniche anche per una presentazione a ciambella differente dalla forma classica del mucchio o per ottenere un mucchio cavo, come per esempio ammucchiare le palline attorno ad una ciotola capovolta, che viene poi rimossa, oppure versarle in uno stampo da ciambellone, dal quale la cicerchiata viene successivamente sformata.

Video Ricetta[modifica]

Di seguito si fornisce il link ad una Video Ricetta presente su YouTube inerente alla Ricetta oggetto di Lezione:

Altri progetti[modifica]