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(Bozza)

Discussioni di blasonatura[modifica]

In linea di massima si può assumere che lo smalto metallico sia utilizzato per riempire il fondo metallico dello scudo, mentre lo smalto di colore sia preferito per riempire il campo di una partizione o una pezza che debba ricordare la pezza di stoffa a suo tempo impiegata per coprire parte dello scudo stesso.

Linee di contorno asimmetriche[modifica]

Se uno scudo è troncato da una linea di partizione asimmetrica, come ad esempio un merlato alla ghibellina, si deve osservare che l'elemento qualificante della linea, i merli alla ghibellina, sono rivolti verso l'alto. La stessa osservazione si può fare per tutte le linee di partizione asimmetriche in cui sia distinguibile una direzione di alto e di basso. In tutti questi casi si deve concludere che la partizione inferiore sia quella che rappresenta l'elemento di tessuto applicato sullo scudo, rappresentato dalla partizione superiore. Si può allora dedurre il principio che nel caso del troncato la partizione superiore rappresenti il fondo dello scudo su cui si applica la partizione inferiore. Analoga conclusione si può applicare al partito, nel quale il fondo dello scudo è la partizione a destra mentre la partizione a sinistra è quella applicata. Questo principio può essere utilizzato per definire se un troncato o un partito sono spinati o cannellati. Se la linea di partizione è del tipo merlato alla ghibellina, il fatto che i merli siano volti a sinistra si può blasonare parlando di un partito merlato alla ghibellina rivoltato.

Vestito[modifica]

Uno stesso scudo può essere blasonato come d'argento, vestito di verde o come di verde, alla losanga confinante d'argento. Seguendo il principio di impiego degli smalti, possiamo dire che il caso suddetto va risolto come d'argento, vestito di verde in quanto il fondo metallico dello scudo sarebbe limitato alla sola losanga centrale e perciò sarebbe vestito di verde, mentre la seconda blasonatura è da escludersi perché non è normale che su uno scudo di verde sia applicata una losanga d'argento. Parimenti alla blasonatura di verde, vestito d'argento si dovrebbe preferire la versione d'argento, alla losanga confinante di verde, significando con ciò che sullo scudo d'argento è stata applicata una losanga di verde.

Mantellato, calzato e abbracciato[modifica]

Il mantellato e il calzato sono due delle possibili posizioni assunte da una pezza triangolare che ha la base su uno dei lati dello scudo e il vertice al centro del lato opposto. Ciò significa che le altre due posizioni sono quelle blasonate come abbracciato a destra e abbracciato a sinistra.

Punta[modifica]

La punta è la pezza che ha la base su un lato dello scudo e il vertice nel centro dello scudo. A partire dalla punta propriamente detta, che presenta la base sul lato inferiore dello scudo, e ruotando in senso orario si hanno la punta movente dal lato destro, la punta rovesciata e la punta movente dal lato sinistro. Si deve notare che la punta e la punta rovesciata, nell'araldica spagnola sono definite mantellato in punta e mantellato in capo, capovolgendo con ciò la considerazione che nel primo caso fa dedurre che sul fondo dello scudo sia applicata una pezza triangolare e nel secondo fa presumere che sul fondo dello scudo, ora ridotto alla sola porzione triangolare, sia applicata una pezza notevolmente più estesa che lo ricopre quasi completamente.

Merlato in banda/sbarra, noderoso, contronoderoso[modifica]

Quando una linea di contorno simmetrica di tipo merlato in banda o merlato in sbarra è presente sui due lati di una pezza lunga, non si può applicare la consuetudine normale definendola doppiomerlata in banda o in sbarra, in quanto questa comporterebbe che i merli siano orientati in direzioni opposte. Nel caso normale, invece, i merli sono orientati tutti nella stessa direzione, come si può notare nel palo che, in questo caso, viene blasonato come noderoso quando i merli si corrispondono sui due lati e come contronoderoso quando i merli sono sfalsati.

Croce filettata (o bordata), croce ripiena, croce vuota, croce sarchiata[modifica]

La croce filettata presenta un filetto di smalto diverso lungo i bracci ma non lungo il contatto tra la croce e il bordo dello scudo. La croce diventa ripiena quando il filetto di smalto diverso si estende anche al contatto tra la croce e il bordo dello scudo, e lo smalto interno è diverso da quello del campo dello scudo. La croce è detta vuota quando lo smalto interno è lo stesso del campo dello scudo. La croce è sarchiata quando è caricata di un filetto di smalto diverso che ne percorre il perimetro come un orlo.


Tecnica araldica[modifica]

Scopo di questa materia è illustrare le regole da rispettare nella composizione di un'arme. Va premesso che, nell'ambito dell'araldica reale, vista cioè come risultato odierno del suo naturale svolgersi nel corso dei secoli, parlare di regole può sembrare un ossimoro, ma si deve comunque considerare che il mancato rispetto di una serie di convenzioni, accettate per consuetudine da quasi tutti gli interessati all'argomento, può portare non tanto a una maggiore libertà quanto a una sempre più difficile lettura e interpretazione del disegno; questa difficoltà, che potrebbe essere trascurata nel campo dell'araldica dilettevole, non può essere posta in secondo piano quando si debba realizzare un'arme destinata ad uno scopo ufficiale o ufficialmente riconosciuto. Per fare un esempio: quando si crea un nuovo stemma comunale in Italia, o anche semplicemente quando se ne ridisegna uno già esistente, non è possibile interpretare secondo il proprio gusto estetico o, peggio, ideologico la natura e il significato delle figure o dello stesso contenitore grafico, visto anche che, oltre alle convenzioni accettate, esistono delle norme ben precise impartite dall'apposita autorità araldica nazionale.

Disegno delle linee[modifica]

Le linee devono essere continue, di colore nero uniforme e di larghezza costante, sufficiente a separare nettamente i vari settori dello scudo. Due settori di smalto diverso non possono essere a contatto diretto ma devono essere nettamente separati da una linea nera continua dello spessore usato in tutta l'arme. E' generalmente ammessa la presenza di linee nere di spessore minore solo quando si debbano disegnare elementi minori e particolari in modo tale da consentire la facile distinzione tra figure e loro interno (esempio: le linee interne delle piume in un piumato o delle nervature delle foglie quando più foglie distinte sia disegnate una adiacente all'altra).

Colori araldici[modifica]

I colori devono essere stesi in modo uniforme, al massimo con screziature poco accentuate. In una serie di armi, ogni colore dovrebbe comparire sempre con la stessa tonalità (le tonalità possono differire, anche di molto, tra una serie e l'altra, come nel caso degli stemmi norvegesi).

Forma dello scudo[modifica]

La forma dovrebbe essere adeguata alla nazione e all'epoca dell'arme, anche se non possono essere stabilite regole coercitive e la stessa forma dello scudo può essere ridisegnata liberamente, evitando solo anacronismi troppo evidenti o composizione tecnicamente non riconducibili all'uso bellico dello scudo.

Norme ufficiali italiane[modifica]

[Ufficio Onorificenze e Araldica della Presidenza del Consiglio] Lo scudo obligatoriamente adottato per la costruzione degli stemmi degli Enti destinatari di un provvedimento formale è quello detto “sannitico moderno”; cioè uno scudo rettangolare con gli angoli inferiori arrotondati. Tale scudo deve mantenere una proporzione di 7 moduli di larghezza per 9 moduli di altezza.

Campo dello scudo[modifica]

Disegno delle figure[modifica]

Devono essere presenti e ben distinguibili tutti gli elementi propri della figura e/o indicati dai relativi attributi. Si dovrebbe evitare la presenza di elementi minori non necessari e/o non imposti dagli attributi. Si dovrebbe generalmente evitare la presenza di sfumature o tratteggi che richiamino la tridimensionalità delle figure, salvo il caso di figure che ne impongono la rappresentazione, come nel caso della palla (necessariamente tridimensionale) che deve essere differenziata dalla torta/bisante (ordinariamente bidimensionale).
Nel caso di raffigurazione di santi è necessario che siano rappresentati secondo le disposizioni riconosciute dalla Chiesa e con la presenza di soli elementi assunti come attributi, primari o secondari, citati dalle norme canoniche.

Posizione degli elementi[modifica]

Nella blasonatura, di norma, gli elementi vengono citati come se fossero posizionati su piani trasparenti sovrapposti l'uno all'altro, a partire da quello più basso che coincide con lo scudo stesso, con la sola eccezione di quegli ornamenti esteriori che hanno la loro posizione naturale al di sotto dello scudo stesso.

Ornamenti esteriori[modifica]

Per gli ornamenti esteriori ne è ammessa la libertà di composizione solo per quanto riguarda parte del timbro e gli svolazzi. Tutti gli altri elementi possono essere inseriti solo se sono espressamente citati in un documento di concessione, o riconoscimento, redatto da un'autorità araldica a sua volta riconosciuta in ambito internazionale in quanto nominata da un'autorità sovrana. Gli elementi presenti in base a documento ufficiale possono essere solo in parte disegnati con la consuetà libertà mentre in gran parte devono rispettare norme e disposizioni strettamente vincolanti e, spesso, riportate su altri documenti ufficiali (statuti di ordini, disposizioni araldiche ufficiali e simili).

Norme ufficiali italiane[modifica]

Lo stemma è costituito da uno scudo e, nel caso di province e di comuni insigniti del titolo di città, e di comuni, da una corona collocata al di sopra dello scudo stesso. Oltre ad essere elemento di completezza dell’emblema, la corona indica con la sua forma il grado di appartenenza dell’Ente.
Provincia
La corona utilizzata per le Province è costituita da un cerchio d'oro gemmato con le cordonature lisce ai margini, racchiudente due rami, uno di alloro e uno di quercia, al naturale, uscenti dalla corona, decussati e ricadenti all'infuori.
Città
I Comuni insigniti del titolo di città utilizzano una corona turrita, formata da un cerchio d'oro aperto da otto pusterle (cinque visibili) con due cordonate a muro sui margini, sostenente otto torri (cinque visibili), riunite da cortine di muro, il tutto d'oro e murato di nero.
Comune
I Comuni invece devono utilizzare una corona formata da un cerchio aperto da quattro pusterle (tre visibili), con due cordonate a muro sui margini, sostenente una cinta, aperta da sedici porte (nove visibili), ciascuna sormontata da una merlatura a coda di rondine, il tutto d'argento e murato di nero.
Gli enti diversi da quelli territoriali possono fregiare il proprio stemma con corone speciali di cui l'Ufficio onorificenze e araldica, di volta in volta, cura la realizzazione.
Unità dell'Esercito Italiano
(citare il dispositivo dello SME che regola le norme per gli enti dell'EI).

Araldica della chiesa cattolica[modifica]

Araldica delle altre chiese cristiane[modifica]

Ordini cavallereschi[modifica]

Ordini religiosi cavallereschi[modifica]

Storia dell'araldica[modifica]

Uso degli elementi araldici[modifica]