Socialsìcretinino
Premessa
[modifica]L'educazione civica è entrata a pieno titolo nelle scuole superiori dall'a.s. 2020/2021[1]. Un'ora alla settimana. In quale materia? Se, nell'istituto, si insegnano giuridiche, se ne fanno carico loro. Diversamente educazione civica viene ripartita fra le varie discipline, in ragione del loro monte ore. Questo significa che se una disciplina ha tre, sei, nove ore a settimana, allora farà attività di educazione civica (inerenti alla disciplina stessa) per altrettante ore all'anno.
Così facendo, essendo un anno scolastico composto da trentatré settimane e - pertanto - trentatré ore annuali di educazione civica, con una simile ripartizione, se le ore di lezione sono cinque/sei al giorno, si faranno trenta/trentasei ore di educazione civica: un'ottima approssimazione di quella che è la richiesta ministeriale.
All'articolo 3, comma 1, punto c), per quanto riguarda i contenuti della disciplina, si parla esplicitamente di educazione alla cittadinanza digitale, secondo le disposizioni dell'articolo 5, il quale elenca le abilità e conoscenze digitali essenziali, da sviluppare con gradualità, tenendo conto dell'età degli alunni e degli studenti:
- analizzare, confrontare e valutare criticamente la credibilità e l'affidabilità delle fonti di dati, informazioni e contenuti digitali;
- interagire attraverso varie tecnologie digitali e individuare i mezzi e le forme di comunicazione digitali appropriati per un determinato contesto;
- informarsi e partecipare al dibattito pubblico attraverso l'utilizzo di servizi digitali pubblici e privati; ricercare opportunità di crescita personale e di cittadinanza partecipativa attraverso adeguate tecnologie digitali;
- conoscere le norme comportamentali da osservare nell'ambito dell'utilizzo delle tecnologie digitali e dell'interazione in ambienti digitali, adattare le strategie di comunicazione al pubblico specifico ed essere consapevoli della diversità culturale e generazionale negli ambienti digitali;
- creare e gestire l'identità digitale, essere in grado di proteggere la propria reputazione, gestire e tutelare i dati che si producono attraverso diversi strumenti digitali, ambienti e servizi, rispettare i dati e le identità altrui; utilizzare e condividere informazioni personali identificabili proteggendo se stessi e gli altri;
- conoscere le politiche sulla tutela della riservatezza applicate dai servizi digitali relativamente all'uso dei dati personali;
- essere in grado di evitare, usando tecnologie digitali, rischi per la salute e minacce al proprio benessere fisico e psicologico; essere in grado di proteggere sé e gli altri da eventuali pericoli in ambienti digitali; essere consapevoli di come le tecnologie digitali possono influire sul benessere psicofisico e sull'inclusione sociale, con particolare attenzione ai comportamenti riconducibili al bullismo e al cyberbullismo.
Quella che segue è una lezione che ben si presta a essere inserita nel contesto di Educazione alla cittadinanza digitale.
Educazione all'uso etico del web
[modifica]Di seguito la proposta educativa, nata da un collettivo etico di studenti[2] basata sulla campagna #SocialSìCretiniNo, dove lo slogan significa prender parte ai social senza essere trattati come cretini. Come strumento principe per veicolare il messaggio è stato utilizzato un fumetto in pixel art. Nel portale, dopo il fumetto, segue un articolo rivolto sia al decisore politico, sia alle famiglie.
In questa sede si trasformerà questa forma d'arte in una lezione di educazione civica dal tema: educazione all'uso etico del web.
Il fumetto
[modifica]Antefatto
[modifica]Il 29 ottobre 2019, per combattere l’odio in rete, il deputato Luigi Marattin ha proposto di richiedere un documento d’identità per l’iscrizione alle piattaforme di interazione sociale. Sì: i social.
Lasciamo ogni commento alla sintesi di Carlo Gubitosa, che dopo poche ore - sempre su Twitter - ha replicato: «Te lo dico da un profilo certificato e autenticato con un documento di identità: questa proposta è una sciocchezza illiberale e autoritaria da stato di polizia e distopia orwelliana, che aggiunge nuovi e gravi problemi a quelli che si illude di risolvere con schedature di massa.»
La tragedia
[modifica]Il 21 gennaio 2021 si legge[3] una tragica notizia nei principali quotidiani locali e nazionali: una bambina di dieci anni muore soffocata per rispondere a una sfida lanciata sul social orientato agli adolescenti TikTok: riprendersi mentre si prova a soffocarsi con una cintura. Ma questa volta c'è stata la tragedia. Sarà la polizia postale, una volta sbloccato il telefono della bambina[4] a dire che non sono state trovate tracce di inviti o sfide social. Pertanto, per gli esperti l'assenza di immagini può significare che: o la videocamera non è stata attivata, o non si trattava di una sfida.
La replica della politica italiana
[modifica]Ma, come si dice in questi contesti, «tanto tuonò, che piovve». Agli occhi dell’opinione pubblica, il social, fino a qualche giorno fa spazio dove trovare e fare video divertenti, ora è macchina di morte.
Seguendo le idee di Luigi Marattin, anche il senatore Andrea Cangini ha detto di battesi per una legge che vieti il cellulare ai minori di 14 anni[5]. Nel corso dell'intervista rilasciata a Il Resto del Carlino ha dichiarato «in merito all’accesso ai social ho già firmato una proposta di legge per prevedere l’obbligo di iscrizioni trasparenti. Puoi avere il nome di fantasia, ma l’autorità giudiziaria deve poter risalire alla tua identità».
A stretto giro di posta, la sottosegretaria alla salute Sandra Zampa ha suggerito di «collegare l’iscrizione all’identità digitale SPID»[6].
Infine, l’allora ministra per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano ha ammesso di lavorare da mesi a una soluzione pressoché identica.[7]
L'esperienza in altri paesi
[modifica]Mentre l'identità digitale è una prassi tutta italiana, uno caso in cui il nostro Paese è all'avanguardia, nonostante sia stata realizzata «senza ulteriori oneri per lo Stato», sono numerose le analogie con prassi in altri paesi.
Note
[modifica]- ↑ L'Educazione Civica si inserisce come insegnamento nelle scuole con la legge 92 del 20 agosto 2019, come insegnamento trasversale (art. 1, comma 1), con un monte ore che non può essere inferiore a 33 ore annue (art. 2, comma 3).
- ↑ La campagna è stata promossa dal collettivo Etica Digitale, dall'agenzia di stampa eco/pacifista PeaceLink e dal portale di alternative etiche ai mainstream media Le alternative.
- ↑ La Repubblica, Palermo, "black out challenge" fatale su TikTok per bimba di 10 anni. I medici: "Morte cerebrale". Il social network: "Vicini alla famiglia", 21 gennaio 2021.
- ↑ Il mattino, Palermo, sbloccato il telefono di Antonella: «Nessuno l'ha sfidata nelle chat, nessun video della challenge», 6 febbraio 2021.
- ↑ Il Resto del Carlino, Caso TikTok, Cangini: "Via i cellulari agli under 14". In arrivo legge salva infanzia, 23 gennaio 2021.
- ↑ Il Resto del Carlino, "Smartphone ai bimbi vietato per legge". La sottosegretaria: fissare regole e limiti, 25 gennaio 2021.
- ↑ Il Sole 24 Ore, Spid ai minorenni per l’accesso ai social network, primo febbraio 2021