Emilio Salgari

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Emilio Salgari
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Letteratura per ragazzi

Emilio Salgari fu un autore straordinariamente prolifico, è ricordato soprattutto per il ciclo dei pirati della Malesia. Scrisse anche diverse storie fantastiche ed è considerato uno dei precursori della fantascienza in Italia[1]. Molte sue opere hanno avuto trasposizioni cinematografiche e televisive.

Biografia[modifica]

Nacque a Verona[2][3][4][5] in una famiglia di piccoli commercianti nel 1862, da madre veneziana, Luigia Gradara e padre veronese, Luigi Salgari, commerciante di tessuti presso Porta Borsari, a Verona[6]. Crebbe in Valpolicella, nel comune di Negrar, nella frazione di Tomenighe di Sotto, poi abbandonata per trasferirsi all'attuale "Ca' Salgàri".

A partire dal 1878 studiò al Regio Istituto Tecnico e Nautico "Paolo Sarpi" di Venezia, ma non arrivò mai ad essere capitano di marina, come avrebbe voluto, anche se per tutta la vita amò fregiarsi impropriamente di questo titolo. In questo contesto navigò le coste dell'Adriatico per tre mesi a bordo della nave Italia Una e questa fu l'unica sua esperienza di mare significativa, mentre non gli fu mai possibile viaggiare nei paesi lontani in cui ambientò la maggior parte dei suoi romanzi, e che lui conobbe solo tramite le letture dei libri.

Esordio letterario[modifica]

Il suo primo lavoro edito fu un racconto in quattro puntate, I selvaggi della Papuasia, scritto all'età di vent'anni e pubblicato su un settimanale milanese. A partire dal 1883 riscosse notevole successo con il romanzo La tigre della Malesia, pubblicato a puntate sul giornale veronese La nuova Arena, ma non ne ebbe nessun ritorno economico significativo. Nel 1884 pubblicò a puntate il suo primo romanzo, La favorita del Mahdi, che aveva scritto nel 1877. (Nel 1883, tra il 15 settembre e il 12 ottobre, aveva già pubblicato a puntate Tay-See, ripubblicata poi in volume col titolo La Rosa del Dong-Giang nel 1897.)

Nel 1887 morì la madre e il 27 novembre 1889 vi fu il suicidio del padre: credendosi malato di una malattia incurabile, Luigi Salgari si gettò dalla finestra della casa di alcuni parenti. Il 30 gennaio 1892 sposò Ida Peruzzi, attrice di teatro, e si trasferì nel 1892 in Piemonte, in un primo tempo a Ivrea, poi a Cuorgné.[7][8]

Dal 1892 al 1898, sotto contratto con l'editore Speirani, pubblicò una trentina di opere. Dal 1894 al 1896, con Speirani di Torino, pubblica 5 titoli: Il tesoro del Presidente del Paraguay; Le novelle marinaresche di Mastro Catrame; Il Re della montagna; Attraverso l'Atlantico in pallone; I naufragatori dell'Oregon. Con l'editore Donath di Genova, il rapporto contrattuale inizia nel 1896 con I pirati della Malesia. Dal 1898 invece lavorò con l'editore Antonio Donath, inizialmente a Genova, poi di nuovo a Torino. A Bemporad si lega contrattualmente nel 1906 (La Stella dell'Araucania). ]]

Il 3 aprile 1897 venne insignito dalla Real Casa,su proposta della regina d'Italia Margherita di Savoia ,del titolo di "Cavaliere della Corona d'Italia"[9][10]. Molti suoi romanzi ebbero grande successo, ma a causa della sua ingenuità furono soprattutto gli editori a beneficiarne, mentre per Salgari le difficoltà economiche furono una costante, fino alla fine. In particolare a partire dal 1903, quando la moglie iniziò a dare segni di follia [11], si moltiplicarono i debiti che fu costretto a contrarre per poter pagare le cure. Nel 1910 la salute mentale della donna peggiorò, e nel 1911 Salgari fu costretto a farla ricoverare in manicomio.

Scomparsa[modifica]

«A voi che vi siete arricchiti con la mia pelle, mantenendo me e la mia famiglia in una continua semi-miseria od anche di più, chiedo solo che per compenso dei guadagni che vi ho dati pensiate ai miei funerali. Vi saluto spezzando la penna.»

(Emilio Salgàri)

I contratti obbligavano Salgari a scrivere tre libri l'anno: per mantenere questi ritmi era costretto a scrivere tre pagine al giorno. Se una domenica voleva riposare, o se un giorno era preso dalla febbre, all'indomani le pagine da scrivere erano sei. Inoltre, dirigeva un periodico di viaggi. Scriveva fumando cento sigarette al giorno e bevendo vino marsala.

All'amico pittore Gamba aveva scritto nel 1909:

«La professione dello scrittore dovrebbe essere piena di soddisfazioni morali e materiali. Io invece sono inchiodato al mio tavolo per molte ore al giorno ed alcune delle notti, e quando riposo sono in biblioteca per documentarmi. Debbo scrivere a tutto vapore cartelle su cartelle, e subito spedire agli editori, senza aver avuto il tempo di rileggere e correggere.»

Finché i nervi non cedettero. Nel 1909 tenta per la prima volta il suicidio,gettandosi su una spada, ma viene salvato."[12] La mattina di martedi 25 aprile del 1911 lascia sul tavolo tre lettere ed esce dalla sua casa al numero 205 di corso Casale con un rasoio in tasca. Le lettere sono indirizzate ai figli, ai direttori di giornali, ai suoi editori.

Ai figli Omar, Nadir, Romero e Fatima scrive:

«Sono un vinto: non vi lascio che 150 lire, più un credito di altre 600 che incasserete dalla signora...»

Li avverte poi dove potranno trovare il suo corpo ossia in uno dei burroncelli del bosco della Val San Martino sopra la chiesetta della Madonna del Pilone, la zona collinare che sovrasta corso Casale. La zona esatta è quella del parco di Villa Rey, dove attualmente si trova l'omonimo campeggio. Ma a trovarlo per caso è una lavandaia ventiseienne andata nel bosco per fare legna, tale Luigia Quirico. Ha la gola e il ventre squarciati. In mano stringe ancora il rasoio. Si è ucciso come avrebbe potuto uccidersi uno dei suoi personaggi: facendo harakiri, con gli occhi rivolti al sole che si leva.[13]

La tragedia colpì anche la moglie e i figli dello scrittore: nel 1922 morì in manicomio la moglie Ida, nel 1914 Fatima, giovanissima, rimase vittima della tisi, nel 1931 fu di nuovo il suicidio la causa della morte di Romero, uno dei suoi quattro figli; nel 1936, per le ferite di un tragico incidente in moto perse la vita Nadir, tenente di complemento del Regio Esercito ed anche il più piccolo, Omar, si uccise buttandosi dal secondo piano del suo alloggio nel 1963.[14]

In suo onore l'asteroide 1998 UC23 è stato denominato 27094 Salgari. La tomba con dedica si trova nel famedio del Cimitero Monumentale di Verona.

Produzione romanzesca[modifica]

Copertina de I Misteri della Jungla Nera di Emilio Salgari
Copertina generica usata per vari romanzi di Salgari: in questo caso si tratta de "Il Figlio del Corsaro Rosso"; illustrazione di Alberto Della Valle (1851-1928), Ed. Bemporad
Copertina de "Il Continente Misterioso" di Emilio Salgari, illustrata di Giovanni Battista Carpanetto (1863–1928), Ed. Paravia

Salgari deve la sua popolarità ad una impressionante produzione romanzesca, con ottanta opere (più di 200 considerando anche i racconti) distinte in vari cicli avventurosi, con l'invenzione di personaggi di grande successo come Sandokan, Yanez de Gomera e il Corsaro Nero. Tali personaggi risultano inseriti in un accurato contesto storico; la ricostruzione delle informazioni riguardanti le vicende istituzionali dei paesi da lui descritti non si limita, ad esempio, alla figura di James Brooke, il raja bianco di Sarawak.

Seri studi condotti dalla storica olandese Bianca Maria Gerlich (i cui lavori sono stati pubblicati da autorevoli riviste scientifiche quali Archipel nei Paesi Bassi e, in Italia, Oriente Moderno[15]) hanno infatti permesso di ricostruire le fonti storiche e geografiche lette e utilizzate nelle biblioteche di Verona dal grande scrittore di romanzi d'avventura.

La popolarità degli eroi salgariani è provata anche dalla grande diffusione di apocrifi: più di un centinaio, che editori privi di scrupoli gli attribuivano; alcune di queste opere furono messe in giro addirittura dai figli dello scrittore.

Egli stesso pubblicò con vari pseudonimi numerose opere, spinto da motivazioni diverse la più nota delle quali fu l'urgenza di aggirare la clausola contrattuale di esclusiva che lo teneva legato all'editore Donath. Tuttavia per lo stesso Donath pubblicò con lo pseudonimo di Enrico Bertolini tre romanzi, nonché diversi racconti e testi di vario genere; in questo caso si sarebbe trattato di una precauzione utilizzata quando, incalzato da contratti e scadenze, lo scrittore usava più del dovuto elementi tratti da opere altrui (come nel caso di Le caverne dei diamanti, una libera versione del romanzo Le miniere di re Salomone di H. Rider Haggard[16]).

Opere[modifica]

Cronologia delle opere, suddivise per cicli narrativi.

Influenza culturale[modifica]

  • Nel 2011 Alitalia ha dedicato allo scrittore uno dei suoi Airbus A320-216 (EI-DSF).
  • Il cantante dialettale comasco Davide Van de Sfroos ha intitolato una sua canzone – e l'album omonimo in cui essa è contenuta – Yanez, come uno dei più famosi personaggi del ciclo dei Pirati della Malesia. Per combinazione la canzone è stata presentata al Festival di Sanremo nel centesimo anniversario dalla morte di Salgari (2011).

Note[modifica]

  1. La Cartagine di Salgari ∂ Fantascienza.com
  2. Giovanni Arpino e Roberto Antonetto, "Emilio Salgari, il padre degli eroi,Oscar Mondadori,1991,
  3. Omar Luigi Salgari "Mio Padre Emilio Salgari" A. Garzanti, 1940
  4. la tormentata vita di Emilio Salgari,di Omar Salgari,Stampa Sera, 2 settembre 1937
  5. Salgari torinese:il quadriennio 1894-1897, di Luciano Tamburini, Almanacco Piemontese, novembre 1981
  6. Giovanni Arpino e Roberto Antonetto, Emilio Salgari, il padre degli eroi, Oscar Mondadori,1991,
  7. Salgari torinese: il quadriennio 1894-1897, di Luciano Tamburini, Almanacco PIEMONTESE, NOVEMBRE 1981
  8. Giovanni Arpino e Roberto Antonetto, "Emilio Salgari, il padre degli eroi, Oscar Mondadori, 1991,
  9. "[...]a 34 anni cavaliere su proposta di S.M.Margherita",Emilio Salgari a Luigi Motta,cartolina postale manoscritta,Torino,14 dicembre 1904,Fondo Luigi Motta Milano
  10. "[...]questo genere di lettura che istruendo con diletto giustamente si è meritato il favore del pubblico"lettera di Margherita di Savoia a Emilio Salgari.Lo scrittore,riconoscente degli elogi della Regina,contraccambiò inviandole la prima copia di ogni sua opera "G.Arpino R.Antonetto, Emilio Salgari il padre degli Eroi, Mondadori,1991
  11. In quell'anno Ida Salgari perse due gemelli dopo una difficile gravidanza e date le condizioni di salute,cambiò "aria" ,andando ad abitare dal fratello,Ugo Peruzzi, a Venaria Reale
  12. [...] mi recai subito nella sua abitazione di corso casale [...] riscontrai una ferita piuttosto profonda nell'emitorace sinistro, lo strumento era scivolato sotto la pelle senza entrare in cavità " [...] testimonianza del Dottor Herr, medico del Salgari a Turcato,in "Salgari,documenti e testimonianze
  13. "Emilio Salgari si è ucciso a colpi di rasoio"LA Stampa" del 26 aprile 1911 http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0005/articleid,1195_01_1911_0115_0005_24808619/
  14. "Omar, figlio dello scrittore Salgari si è ucciso gettandosi dal balcone" La Stampa,articolo del 06/11/1963 http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0002/articleid,0020_01_1963_0263_0002_24819483/
  15. "Sandokan personaggio storico", LXXXVI, 1996, pp. 111-126 + 1 cartina.
  16. Emilio Salgari, Storie con la maschera, a cura di F. Pozzo, Mephite 2003. Notizia tratta da http://www.fantascienza.com/magazine/notizie/4353/

Bibliografia[modifica]

  • Antonio Piromalli, Motivi di narrativa popolare nel ciclo dei «Pirati della Malesia» da Letteratura e cultura popolare, Firenze, Olschki, 1983.
  • Bruno Traversetti, Introduzione a Salgari, Roma-Bari, Laterza, 1989.
  • Claudio Gallo, La penna e la spada. Il furioso Giannelli e la libera brigata de "La Nuova Arena" (1882-1886), Verona, Gemma Editco, 2000.
  • Felice Pozzo, Emilio Salgari e dintorni, premessa di Antonio Palermo, Napoli, Liguori, 2000.
  • Gianfranco de Turris. Salgari Duemila, in Liberal 15 (dicembre 2002-gennaio 2003), pp. 158–165.
  • Vittorio Sarti, "Bibliografia Salgariana" Libreria Malavasi, Milano 1990
  • Vittorio Sarti, "Nuova Bibliografia Salgariana" Sergio Pignatone Editore, Torino 1994
  • O. Nalesini, L'Asia Sud-orientale nella cultura italiana. Bibliografia analitica ragionata, 1475-2005. Roma, Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente, 2009, pp. 350–362.
  • Un po' prima della fine? Ultimi romanzi di Salgari tra novità e ripetizione (1908-1915), a cura di Luciano Curreri e Fabrizio Foni, Roma, Luca Sossella Editore, 2009.
  • Felice Pozzo, Nella giungla di carta: itinerari toscani di Emilio Salgari, Pontedera, Bibliografia e Informazione, 2010.
  • Simonetta Satragni Petruzzi, Salgari e il melodramma. Gli echi dell'Opera nell'opera di Salgari, Roma, il cubo, 2011
  • Raccolta di articoli di Salgari Una tigre in redazione. A cura di Silvino Gonzato

Biblioteca dei testi[modifica]

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