Pseudostereoscopia

Da Wikiversità, l'apprendimento libero.
lezione
lezione
Pseudostereoscopia
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Fotogrammetria architettonica
immagine di tre sfere fotografate senza riferimenti prospettici ed osservate in pseudostereoscopia

Limiti della stereoscopia naturale[modifica]

Il sistema di rilevamento del nostro cervello, infallibile per distanze inferiori al metro, è praticamente inutilizzabile nei rilevamenti a grande distanza. Una conferma ci viene dalia sicurezza con cui muoviamo la mano per prendere un oggetto e dalla incertezza con cui valutiamo la velocità di una macchina molto distante che si dirige verso di noi.

La causa fondamentale di tale portata limitata è da ricercarsi nella variazione di convergenza degli occhi: infatti, quando osserviamo un oggetto che si allontana dalla punta del nostro naso, detta variazione passa gradualmente da un massimo a valori trascurabili. Possiamo ritenere che la precisione del metodo dipende, essenzialmente, dal rapporto tra la distanza reciproca dei punti di osservazione e la distanza dell'oggetto da rilevare.

Considerando che la distanza interpupillare, variabile da individuo a individuo, si aggira intorno a 6-7 cm e che la distanza minima di osservazione 6 mediamente di 25 cm., possiamo affermare, con maggior esattezza, che la precisione di rilevamento è massima quando tale rapporto assume valori intorno a 0,24 - 0,28, è minima per valori di 0,06 - 0,07, non è accettabile per valori inferiori.

Pseudostereoscopia[modifica]

Se scattiamo una fotografia tridimensionale di due oggetti, da noi distanti differentemente, otterremo due fotografie in cui le immagini dei due oggetti appariranno affiancate.

Dopo aver posizionato la fotografia di destra a destra e quella di sinistra a sinistra, misurando le distanze fra le immagini corrispondenti, noteremo che sarà inferiore quella corrispondente all'oggetto più vicino; sotto lo stereoscopio ciò provocherà una variazione di convergenza degli occhi, in modo da riportarci alla situazione reale.

Se invertiamo la posizione delle fotografie, sarà inferiore la distanza fra le immagini corrispondenti dell'oggetto più lontano e, nella visione stereoscopica, la posizione dei due oggetti ci apparirà invertita.

Questo tipo di visione, che chiameremo pseudostereoscopica, spesso è difficoltosa a causa di certe prevenzioni del nostro cervello. Se fotografiamo un oggetto davanti ad un muro, in pseudostereoscopia dovremmo vederlo dietro al muro, ma ciò può essere rifiutato dal cervello, il quale è abituato a considerare il muro un elemento opaco. L'esperimento riesce meglio se l'oggetto viene posto davanti ad una superficie trasparente ed in assenza di immagini riflesse. Si tratta, in sostanza, delle stesse prevenzioni che dobbiamo superare quando osserviamo, in stereoscopia normale, dei fotogrammi ottenuti con i raggi x: inizialmente il cervello incontra grosse difficoltà ad "orientarsi" all'interno di un osso. Riprendendo l'esempio delle tre sfere, fotografate eliminando ogni riferimento prospettico, se osserviamo, alternativamente, la coppia di fotogrammi posti nella parte superiore dell'immagine a destra e quella posta nella parte inferiore, non avremo alcuna difficoltà nel vedere la sfera gialla posta prima o dopo le altre due sfere.