Programmi ministeriali sperimentazione linguistica e pedagogica
Circolare Ministeriale 11 febbraio 1991, n. 27
Oggetto: Sperimentazioni ad indirizzo linguisitico e pedagogico
Introduzione
La crescente espansione delle domande sia di sperimentazioni globali che parziali ha indotto questo Ministero a promuovere da alcuni anni un vasto confronto con tutte le scuole coinvolte nei processi di innovazione, al fine di enucleare - attraverso successivi momenti di verifica - gli equilibri curricolari ed organizzativi ottimali per ciascun tipo di sperimentazione.
In particolare l'opera di razionalizzazione delle esperienze in atto si è resa urgente per le sperimentazioni globali di indirizzo pedagogico e linguistico avviate nei licei, nelle scuole e negli istituti magistrali. Tali sperimentazioni, infatti, rispondono ad una vasta domanda dell'utenza, suscitata - per l'indirizzo pedagogico sociale - dall'esigenza di quinquennalizzare in maniera coerente ed organica (con progressiva sostituzione) l'istituto magistrale e la scuola magistrale - aggiornandone i contenuti e promuovendo nel contempo una prospettiva più aperta alle scienze umane e sociali, in coerenza soprattutto con la legge di riforma degli ordinamenti didattici universitari, che prevede uno specifico corso di laurea, articolato in due indirizzi, per la formazione culturale e professionale degli insegnanti della scuola magistrale ed elementare e per l'accesso ai corsi per istitutori dei convitti nazionali e degli educandati femminili - e, per l'indirizzo linguistico, dall'esigenza di introdurre nell'ordinamento anche l'offerta di tale tipo di scuola. Quest'ultimo si caratterizza in particolare con un profilo curricolare ben "spendibile" in prospettiva anche sul mercato europeo, in quanto coerente con gli analoghi percorsi culturali e formativi in atto presso i più importanti Paesi della CEE.
La Direzione generale per l'Istruzione classica, scientifica e magistrale ha pertanto proceduto con i successivi seminari di confronto - che hanno coinvolto rappresentanti di tutti gli istituti impegnati nelle predette sperimentazioni - ad elaborare, sulla base delle esperienze concretamente già realizzate, un'ipotesi di quadro orario ed un insieme di indicazioni afferenti ai diversi profili curriculari, sui quali è stato realizzato un ampio consenso di base.
Le risultanze di questi incontri sono state poi confrontate - nell'ambito di un apposito Comitato scientifico - con le ipotesi di sperimentazione del medesimo indirizzo autorizzate dalle altre Direzioni Generali, procedendo ad evidenziare tutti i profili sui quali si sono riscontrate analoghe soluzioni.
Nella definizione delle ipotesi curriculari si è tenuto altresì conto delle indicazioni emerse dai lavori della Commissione ministeriale per la revisione delle discipline comuni del biennio. In tal modo si è realizzata anche una stretta coerenza tra le innovazioni già promosse sul biennio e quelle afferenti agli indirizzi sperimentali pedagogico e linguistico
Si sottopongono ora i due documenti conclusivi all'attenzione delle SS.LL., con preghiera di inviarli a tutte le scuole dell'ordine classico, scientifico, magistrale, come contributo di elaborazione per gli istituti che intendano presentare in futuro nuove domande di sperimentazione dello stesso tipo e come strumento di riflessione per gli istituti che abbiano già avviate sperimentazioni di indirizzo linguistico e pedagogico.
L'ulteriore sperimentazione dei progetti proposti offrirà d'altra parte all'Amministrazione uno strumento di valutazione essenziale per le successive scelte inerenti al processo di graduale e consensuale razionalizzazione delle esperienze sperimentali in atto nei due indirizzi, finalizzato a recepire le indicazioni provenienti da tali esperienze nell'ambito delle più generali indicazioni politiche di recente formulate, segnatamente sul biennio.
In particolare l'esistenza di un quadro orario di riferimento per i due indirizzi potrà consentire l'accentuazione del lavoro già avviato per la definizione e la verifica - in maniera diffusa e omogenea - di soluzioni idonee a rispondere a tutti i profili problematici emersi nell'attuazione delle sperimentazioni, sia per l'aspetto curricolare che gestionale (composizione delle cattedre, durata delle ore di lezione, possibilità di attività connesse ecc.).
In presenza di parametri curricolari omogenei potranno essere inoltre più efficacemente realizzati interventi di aggiornamento sia sulle metodologie che sui contenuti degli insegnamenti previsti nei due quadri orari, anche mediante la definizione di standards di valutazione degli esiti formativi conseguiti.
Per quanto riguarda infine il biennio, i quadri orario proposti si prestano complessivamente a costituire il tramite per una vasta sperimentazione di nuovi programmi previsti dalla C.M. n. 109/1990.
In definitiva le ipotesi proposte consentono di realizzare la massima sinergia tra tutti i processi innovativi avviati, inserendoli nel contempo in un chiaro quadro sistematico di riferimento.
INDIRIZZO LINGUISTICO SPERIMENTALE
Premessa
Questa ipotesi curricolare risponde alle complesse, nuove necessità poste dalla realtà socio-economica-culturale contemporanea, e in particolare all'esigenza di assicurare ai giovani una formazione liceale specifica caratterizzata dallo studio delle lingue condotto prevalentemente in una dimensione storico-culturale. Si intende favorire nell'alunno l'acquisizione di un'armonica formazione umana e culturale che trovi nella licealità degli studi il fondamento di quegli elementi di organicità, apertura mentale, disponibilità intellettuale e psicologica, consapevolezza metodologica e critica, rigore epistemologico, che sono propri della humanitas. L'ipotesi tiene conto, però, nel contempo, con piena coerenza, degli scenari del contesto internazionale ed in particolare della realtà europea.
L'assetto curricolare evidenzia la ricerca di equilibrio fra le tre grandi aree fondamentali (linguistico-espressiva-letteraria, matematico-informatica-scientifica; storico-giuridico-filosofica) e quelle discipline che appaiono riconducibili all'interno del più vasto campo dell'educazione artistica. Né viene trascurata la componente antropico-spaziale data dalla geografica.
CARATTERIZZAZIONE DELL'INDIRIZZO
La specificità dell'indirizzo viene assicurata ed esaltata dallo studio razionale di tre lingue europee in termini di sistemi morfosintattici, consapevolmente acquisiti (in continuo confronto analogico e contrastivo con italiano e latino) e funzionalmente assunti nello sviluppo di abilità ricettive e produttive, oltre che come consuetudine di accesso motivato e critico a patrimoni testuali di letteratura e di civiltà. Tutto ciò nella dimensione storica rigorosa che costituisce l'asse portante dell'intero curriculum.
Il carico orario delle lingue straniere, proposto in modo contenuto per permettere il costituirsi di un asse formativo di ampio respiro culturale, consente tuttavia lo svolgimento di programmi specifici ed il conseguimento di obiettivi di tutto rilievo nell'ambito di un curriculum di "liceo linguistico", di un indirizzo, cioè, che non vuole essere in alcun modo, una mera scuola di lingue.
L'ipotesi qui presentata intende preparare non solo alla prosecuzione degli studi nei vari corsi di laurea, ma anche a sbocchi intermedi post-diploma ed apre, in maniera privilegiata, ai Progetti formativi europei (es. Erasmus) in modo competitivo, consentendo, inoltre, l'eventuale, immediata spendibilità del titolo anche nel mondo del lavoro.
Essa, infine, tiene nel debito conto i percorsi formativi e culturali analoghi in atto presso i più importanti Paesi della CEE ai quali si affianca in modo competitivo, pur nel rigoroso rispetto della migliore tradizione liceale italiana.
IL QUADRO CURRICULARE
Si ritiene che in un indirizzo linguistico liceale, nel biennio:
1) il rapporto fra area comune ed area di indirizzo debba essere, indicativamente, di 3 ad 1;
2) le discipline non possono non essere coerenti con l'identità specifica e lo sviluppo curriculare dell'indirizzo nel successivo triennio;
3) nell'area di indirizzo debba essere presente una II lingua straniera, con un incremento, rispetto alla I lingua straniera, di un'ora settimanale al fine anche di consentire - di massima - nel triennio, la formazione di classi senza eccessive differenze - nei risultati - fra I e II lingua straniera.
Si considera irrinunciabile la presenza quinquennale del latino il cui studio, per la coerenza dell'indirizzo, sarà teso a chiarire, mediante la fitta rete dei rapporti fra le lingue europee, la complessità del fenomeno linguistico e a fare emergere la dimensione storica dei sistemi linguistici e il processo di continuità immanente a quelle civiltà europee che, attraverso le lingue, sono oggi parte integrante anche di civiltà di altri continenti. Il latino, inoltre, anche in quanto sistema oggi in sé compiuto e concluso, promuove quella conoscenza critico-storica del fatto linguistico che rappresenta una dimensione inderogabile della formazione propria di un indirizzo linguistico a carattere liceale. Ritenendo essenziali le dimensioni storica e geografica (intendendo storia e geografia come scienze umane integrate) se ne propone un'impostazione interdisciplinare con un carico orario di tre ore settimanali.
Anche la presenza fin dal I anno dello studio dei linguaggi artistico-visivi, accompagnato, limitatamente al biennio, dal disegno (da considerarsi forma elaborata ed intelligente di manualità) rappresenta un elemento ulteriormente qualificante del curricolo.
Nel triennio vengono introdotte nuove discipline peculiari all'indirizzo: filosofia e III lingua straniera.
La filosofia oltre a rispondere all'esigenza di approfondire gli elementi di consapevolezza propri della dimensione liceale e all'esigenza di un riferimento preciso alle tematiche della filosofia dei linguaggi, concorre a creare un "habitus" di studio in grado di stimolare la riflessione critica sui vari settori disciplinari, in particolare su quello delle discipline linguistico-espressive. In questo modo, la conoscenza delle lingue viene rafforzata dalla riflessione filosofica, così come - altrettanto - lo studio della filosofia trae alimento e vitalità dalla indagine sui temi di ordine linguistico.
La III lingua straniera, studiata negli ultimi tre anni, ma con adeguato carico orario, consente - nel rispetto rigoroso della scientificità e dei canoni della psicolinguistica - il delinearsi di un percorso formativo coerente con le altre due lingue per quanto riguarda lo sviluppo e l'articolazione di abilità, conoscenze e competenze, in ordine al sistema lessicale, morfosintattico e culturale "latu sensu".
La geografia continua nel triennio nelle fondamentali dimensioni antropo-linguistiche; la storia si avvale anche della convergenza con la disciplina specifica dei contenuti storici presenti nella didattica delle tre lingue straniere.
Prosegue lo studio quinquennale delle scienze e della matematica, discipline che costituiscono, un blocco settimanale di 5 ore. Il loro sviluppo orario quinquennale è quindi sostanzialmente alla pari con la I lingua straniera.
I linguaggi artistico-visivi sono integrati e supportati dalla Storia dell'arte che fornisce la dimensione storica ed epistemologica all'immagine.
INDIRIZZO PEDAGOGICO-SOCIALE SPERIMENTALE
Premessa
La costruzione del curricolo dell'indirizzo sperimentale pedagogico-sociale risponde, da un lato, ad una evidente esigenza di ristrutturazione quinquennale degli attuali istituti e scuole magistrali e, dall'altro, ad un criterio di licealità riferito alle scienze umane e più specificamente pedagogiche e sociali.
L'indirizzo è infatti sollecitato a qualificarsi sotto il profilo culturale in modo da assicurare una formazione generale di carattere liceale, anche in funzione della prosecuzione degli studi in sede universitaria; tuttavia, in attesa che diventi operante la legge n. 341/1990 di riforma degli ordinamenti didattici universitari, (per la formazione degli insegnanti di scuola materna ed elementare attraverso gli appositi corsi di laurea) il titolo finale lo vincola ancora seppure transitoriamente, ad un ambito professionale definito.
Ad entrambi gli obiettivi indicati vuole rispondere per il momento, il curricolo proposto, che, per la sua caratterizzazione assolve anche, e nel contempo, una funzione di orientamento verso attività rivolte al campo specifico del "sociale", con particolare riferimento al settore degli aspetti relazionali, e di comunicazione;
Nell'ipotesi attualmente configurata, il curricolo, pertanto offre le basi sia per la prosecuzione degli studi universitari (anche ai fini del conseguimento di diplomi universitari) che per la frequenza di corsi post-diploma anche in prospettive europee.
E' evidente che l'indirizzo, quando non sarà più vincolato da obiettivi di immediata qualificazione professionale potrà essere connotato da un curricolo in cui più ampio spazio sia attribuito alle scienze umane e sociali (in particolar modo alla sociologia, al diritto e alla economia), spostando ulteriormente alla formazione post-secondaria gli aspetti di professionalità specifica.
CARATTERIZZAZIONE DELL'INDIRIZZO
La caratterizzazione dell'indirizzo proprio in previsione della polivalenza degli sbocchi è garantita dal ruolo formativo delle scienze umane, in particolare della pedagogia e della psicologia, ognuna con il proprio statuto epistemologico e con la peculiarità dei suoi contenuti e dei suoi metodi.
In tale quadro, a livello di biennio, l'area specifica occupa spazi di orario scolastico limitati, rivolti a scopi di propedeuticità, lasciando invece il maggior tempo possibile agli obiettivi di formazione culturale generale e di orientamento agli studi successivi.
Nel triennio, invece, la caratterizzazione si accentua notevolmente.
L'insegnamento della pedagogia, della psicologia e della psicologia sociale è integrato da "metodologia ed esercitazioni didattiche" come momenti di verifica degli apprendimenti teorici e di confronto con le situazioni reali.
Il tirocinio viene infatti conservato nel curricolo proposto, sia pure con modifiche contenutistiche e metodologiche, per la necessità di corrispondere sia ai vincoli ancora posti dalla normativa vigente e alle esigenze delle scuole impegnate in attività di sperimentazione, che ad una progressiva integrazione del criterio della licealità, con quello della professionalità.
Da una parte, infatti, l'attenzione al momento teorico della cultura non esclude, in una moderna accezione della licealità, la consapevolezza del momento pratico-operativo, dall'altra, il concetto stesso della professionalità considera fondamentale la competente "istruzione", accentuandone gli aspetti di flessibilità e disponibilità ad apprendere. Proprio per queste ragioni si evidenzia però l'urgenza di rinnovarne contenuti e modalità di realizzazione, rispetto al modello tradizionale.
Per quanto riguarda i contenuti, occorre determinare nuovi settori di intervento. Anche se prioritario appare, nell'immediato, per le ragioni già esposte, quello relativo alla preparazione all'insegnamento nelle scuole materne ed elementari (per le quali il tirocinio va effettuato secondo l'ottica dei nuovi orientamenti e dei nuovi programmi), non va trascurata la complessità delle esigenze formative legate al campo della comunicazione e degli aspetti relazionali.
Per quanto riguarda le modalità di realizzazione, queste possono indicarsi su due livelli: il primo di programmazione interdisciplinare nell'ambito del Consiglio di classe (e con spazi di completamento di orario), il secondo di specifica programmazione operativa (contenuti, interventi esterni, ecc.) da collegare alle due discipline più interessate, pedagogia e psicologia, in particolar modo alla psicologia sociale, i cui docenti rimangono i titolari del "tirocinio stesso". I due livelli possono svilupparsi in modo flessibile, con diverse possibilità, ad esempio, a rotazione nei due anni (IV e V), parallelamente, in progetti specifici ecc... Proprio in questi ultimi due anni si prospetta infatti l'insegnamento della psicologia sociale, in connessione con la più ampia consistenza della psicologia generale, come studio dei fenomeni di socializzazione durante l'età evolutiva, delle strutture e delle dinamiche dei gruppi e, più in generale degli apporti sociali nei processi educativi.
IL QUADRO CURRICULARE
Nel quadro curriculare, considerato nella sua globalità, si è ricercato un equilibrio costante fra le singole aree disciplinari, sia a livello di biennio che di triennio.
Nel biennio, in particolare, l'ampio spazio assegnato alle materie di formazione generale (italiano-lingua straniera-storia con integrazione di geografia-educazione giuridica ed economia-matematica con informatica-fisica-biologia-chimica e scienze della terra) è largamente compatibile con gli obiettivi e i contenuti dei programmi per i primi due anni della scuola secondaria superiore, elaborati recentemente dalla apposita Commissione Ministeriale.
Nel triennio, come si è detto, acquista maggiore consistenza e valenza formativa l'area pedagogica e psicologica-sociale caratterizzante l'indirizzo, mentre permangono con spazi orari largamente sufficienti tutti gli altri settori che determinano la licealità del curricolo (linguistico-letterario, logico-matematico, scientifico-sperimentale, storico-filosofico e artistico).
Su questa prospettiva, il latino che è uno degli elementi caratterizzanti della licealità, assume, da un alto, uno specifico ruolo nello studio dei fenomeni linguistici anche in connessione con lo studio della lingua italiana e delle lingue straniere e, dall'altro, quello di strumento fondamentale per un approccio diretto alle radici della tradizione attraverso la lettura e l'analisi dei documenti letterari e storici.
Nasce da qui il nuovo rapporto fra obiettivi e metodi didattici, anche in relazione agli orari più ridotti dell'insegnamento del latino che è rivolto, nel biennio, prevalentemente al raggiungimento di una relativa capacità di lettura dei testi e, nel triennio, è teso ad un approccio ai diversi generi letterari, con una specifica attenzione, non esclusiva, ma caratterizzante, al filone pedagogico e delle realtà educative.
La prosecuzione, dopo il biennio, dell'insegnamento della fisica fino al V anno accentua gli obiettivi di formazione generale, concettuale e teorica della disciplina, anche in riferimento ai recenti ampliamenti del P.N.I.
L'insegnamento di educazione musicale disciplina tradizionalmente inserita nei curriculi di tipo magistrale, è sviluppato fino al IV anno con orario complessivo che permette di comprendere sia obiettivi di cultura specifica del settore, sia, almeno nel medesimo IV anno, collegamenti sul piano metodologico e didattico con obiettivi di formazione dei maestri pur nei limiti già indicati.
Il curricolo comprende un'ora in più in IV anno di insegnamento di religione (per gli avvalentisi), destinata agli aspetti didattici di tale materia nella scuola elementare, secondo le norme concordatarie, e che potranno essere ulteriormente approfondite in V anno e un'ora in più nel III e IV anno di educazione fisica, destinata alla teoria della disciplina, secondo gli attuali programmi in vigore per gli istituti magistrali.
L'articolazione generale delle cattedre sulla base della struttura dell'intero quinquennio risulta perfettamente compatibile con la normativa attuale al riguardo.
L'orario scolastico settimanale è di 35 ore per tutti i singoli anni del quinquennio.