Otturatore
Otturatore
[modifica]L' otturatore è quel componente della macchina fotografica cui spetta il compito di regolare il tempo di permanenza dell'immagine proiettata sulla superficie sensibile. I tempi sono predefiniti in modo tale che, per ogni cambio, il tempo di esposizione si dimezza o si raddoppia (1, 1/2, 1/4 ecc.).
Nelle camere analogiche, esistevano due tipi di otturatore:
- centrale, costituito da un diaframma posto in corrispondenza del centro di proiezione, in modo da ridurre al massimo il movimento del meccanismo;
- a tendina. costituito da una feritoia scorrevole davanti alla superficie sensibile.
Generalmente, nella scala indicante i tempi di esposizione, esistono due posizioni, indicate con B e T, che consentono di regolare manualmente il tempo di esposizione.
Esposimetro
[modifica]L'esposimetro ha la funzione di misurare la quantità di luce che colpisce l'oggetto da fotografare o che viene riflessa da questo.
L'esempio classico che viene richiamato per chiarire il concetto di quantità di luce necessaria per fissare l'immagine sulla superficie sensibile è quello della pentola da riempire di acqua e precisamente:
- una pentola ha una propria capacità, cioè, per riempirsi, richiede una certa quantità di acqua, così come ogni materiale sensibile richiede una certa quantità di luce per fissare l'immagine;
- la quantità di acqua, che entra nella pentola, dipende dall'apertura del rubinetto e dal tempo di apertura, mentre, nel caso della macchina fotografica, la quantità di luce, che arriva sul materiale sensibile, dipende dall'apertura del diaframma e dal tempo di esposizione;
- per riempire la pentola possiamo fissare l'apertura del rubinetto, ed attendere, per il tempo necessario, al riempimento, così come nella camera possiamo scegliere l'apertura del diaframma ed accettare il conseguente tempo di esposizione;
- viceversa possiamo scegliere il tempo in cui vogliamo riempire la pentola e regolare, di conseguenza l'apertura del rubinetto. Analogo discorso vale per la macchina fotografica, possiamo fissare il tempo di esposizione e l'esposimetro indicherà l'apertura di diaframma necessaria.
Priorità di diaframma
[modifica]Generalmente, quando l'esposimetro è integrato nella macchina fotografica, questa consente solo di scegliere l'apertura del diaframma e fissa, di conseguenza, il tempo di esposizione. Questo tipo di scelta, detta a priorità di diaframma, assume importanza se si vuole intervenire sulla profondità di campo, cioè se si vuole riprendere tutto ciò che è appare nel campo di ripresa oppure solo gli oggetti posti ad una certa distanza.
Particolarmente nei rilievi fotogrammetrici, considerato che difficilmente si è in presenza di illuminazione uniforme, conviene usare l'esposimetro separato dalla macchina, misurare l'esposizione nei punti di maggior interesse e regolarsi di conseguenza per l'esposizione.
Priorità del tempo di esposizione
[modifica]A parte l'esigenza di fotografare soggetti in movimento e, di certo, non è il caso della fotografia d'architettura, la scelta del tempo di esposizione assume importanza primaria nella ripresa di interni o di luoghi molto frequentati. Un esempio classico è la ripresa dell'interno di una chiesa, dove:
- non si può far ricorso al flash, perché si rischia di illuminare solo ciò che è in primo piano;
- non si può fotografare l'ambiente con le luci accese, perché queste, unitamente alla zona immediatamente circostante, risulterebbero sovraesposte o, viceversa, risulterebbero sottoesposte le zone lontane dalle luci;
- occorre fotografare l'ambiente a luci spente (ovviamente con lunghi tempi di esposizione) e, durante l'esposizione, accendere le luci per qualche frazione di secondo, salvaguardando in tal modo l'effetto-ambiente.
Nel caso di ambienti molto frequentati, si fa ricorso a lunghi tempi di esposizione e, mentre l'otturatore è aperto, in presenza di oggetto di disturbo, si copre l'obiettivo con un cartoncino nero.
Bibliografia
[modifica]Video
[modifica]Il rilievo dell'architettura, su YouTube.