Origini dell'India
La storia dell'India è caratterizzata dalla povertà del materiale reperibile e dalla scarsità di documenti storiografici. È difficile rimediare a questa deficienza, infatti 80% della storia dell'era pre-islamica, è documentata solamente dalla tradizione orale, dalla narrativa e dai testi religiosi. Nell'ultimo secolo grazie all'archeologia, alla filologia, alla numismatica, alla storia dell'arte, ecc., sono state confermate e corrette le distorsioni letterarie, filosofiche e religiose tramandateci fino ai nostri giorni.
Età della pietra
[modifica]Per approfondire questo argomento, consulta le pagine w:Munda, w:Mehrgarh e w:Bhimbetka. |
Gli scavi archeologici hanno rinvenuto le tracce della presenza del homo erectus in Hathnora nella valle Narmada nell'India centrale, in quell'area l'India sarebbe stata popolata nel Pleistocene Medio, tra 200 e i 500mila anni fa.
[1][2] Sebbene la maggior parte delle tracce di una immigrazione dall'Africa sulle spiagge dell'Oceano indiano sembrano state perse, a causa delle inondazioni dell'era post-glaciale, le recenti scoperte in Tamil Nadu (prima e dopo l'esplosione del vulcano Toba, 75000 anni fa) indicano la presenza dei primi esseri umani nell'intera area. Il periodo mesolitico nel subcontinente indiano copre uno spazio temporale di circa 25000 anni, partendo da 30000 anni fa circa. Lo stanziamento più esteso risale alla fine dell'ultima era glaciale, o approssimativamente 12000 anni fa. I primi stanziamenti permanenti apparvero 9000 anni fa nelle grotte di Bhimbetka nell'attuale Madhya Pradesh, in India.
Le tracce della cultura neolitica sono state scoperte a Mehrgarh (7000 a.C.) l'attuale Balochistan, in Pakistan, altre sono state trovate sommerse nel Golfo di Khambat in India. Le analisi al radiocarbonio fanno risalire al 7500 a.C.[3]. Le tarde culture Neolitiche saranno nella regione della valle dell'Indo tra 6000 e 2000 a.C. ed nell'India meridionale tra 2800 e 1200 a.C.
La regione del subcontinente, l'attuale area del Pakistan, è occupata continuamente da almeno due milioni di anni.[4][5] La storia antica di questa regione include alcuni dei più grandi stanziamenti dell'Asia centrale e meridionale[6][7][8].
La più recente area archeologica nell'Asia meridionale di ominidi paleolitici, è situata nella valle del fiume Soan.[9] La vita stanziante nel neolitico inizia con la comunità di Mehrgarh,[10] mentre la prima civiltà urbana[11] sono rintracciabili a Mohenjo Daro, Lothal e Harappa[12], nella regione della valle dell'Indo.
Civiltà della valle dell'Indo
[modifica]Per approfondire questo argomento, consulta le pagine w:Dràvida, w:Civiltà della valle dell'Indo e w:Jainismo. |
A partire dal 4000 a.C. un popolo brachicefalo, di colore scuro, capelli neri e lisci, parlante lingue agglutinanti si diffuse in India accanto alle popolazioni munde: i Dravidi. Queste popolazioni, appartenenti alla civiltà mediterranea, penetrarono nel subcontinente indiano da ovest e si stanziarono nella zona del bacino dell'Indo, del Gange e fino a tutta l'India centrale. A loro si deve nel 3300 a.C. circa lo sviluppo della cosiddetta Civiltà della valle dell'Indo, di cui le città di Mohenjo-Daro e Harappa sono le rappresentanti di cui abbiamo più testimonianze. Poco infatti è sopravvissuto alla successiva invasione ariana di questa cultura tanto che fu dimenticata fino ai primi scavi estesi sui siti di Harappa e di Mohenjo-Daro intorno al 1920.
Ci fu lo sviluppo dell'agricoltura, dell'uso della scrittura e dell'urbanizzazione con il sorgere di svariate città in mattoni, cotti o crudi. Storicamente, questa civiltà fa parte delle prime tre civiltà urbane del mondo, insieme a quella Mesopotamica e quella dell'Antico Egitto con le quali ebbe frequenti rapporti culturali e commerciali. I testi sumeri ed accadici si riferiscono ripetutamente a un popolo con cui ebbero attivi scambi commerciali, chiamato Meluhha, che sarebbe da identificare con la civiltà della valle dell'Indo. La principale religione dravidica si fonda sul culto per la Dea Madre, per il dio Shiva, per gli alberi sacri, per alcuni animali quali la vacca e il cobra, e per i simboli sessuali (specie la venerazione del fallo) intesi come continuità del genere umano; l'altra importantissima religione era il Jainismo, spesso erroneamente ritenuto di epoca molto più tarda, da cui provengono la teoria del Karma, della reincarnazione e quella della non-violenza da cui deriva per i jaina il vegetarismo. L'ascetismo jaina influenzerà il Buddhismo [senza fonte].
Verso il 1900 a.C., alcuni segni mostrano la comparsa dei primi problemi e intorno al 1800 a.C., la maggior parte delle città erano state del tutto abbandonate. Una delle cause di questa rapida fine potrebbe essere stata un cambiamento climatico importante: alla metà del III millennio sappiamo che la valle dell'Indo era una regione verdeggiante, ricca di foreste e di animali selvatici, molto umida, mentre intorno al 1800 a.C. il clima si modificò, diventando più freddo e più secco. Il fattore principale fu la probabile sparizione della rete idrografica del fiume Sarasvati, citato nel Rig Veda, dovuto ad una catastrofe tettonica. La carenza improvvisa di risorse idriche portò a carestie che indebolirono a tal punto questa civiltà da renderla vulnerabile ai continui attacchi delle più primitive ma molto bellicose tribù arie.
Tuttavia le invasioni non fecero scomparire definitivamente i Dravida e la loro civiltà. Infatti nel nord gli Arii dopo aver determinato, o almeno accelerato, la fine della civiltà dell'Indo finirono per acquisire e fare propria buona parte della superiore tradizione e cultura dravidica: i vinti militarmente e politicamente risultarono vincitori culturalmente. Nel sud invece, dove perdurò l'egemonia dravidica, continuò fino al primo secolo dell'era cristiana la tradizione dei Sangham di cui si ha traccia[13] fin dal 9990 a.C. I Sangham erano in pratica delle riunioni di poeti che partecipavano lla stesura di grandi opere collettive che tanto hanno influenzato l'antica letteratura indiana e tamil.
Civiltà Vedica
[modifica]Per approfondire questo argomento, consulta le pagine w:Arii, w:Veda e w:Sanscrito. |
Intorno al XXI secolo a.C. popolazioni indoeuropee si spostarono verso la regione compresa tra il Mar Nero e il Mar Caspio, probabilmente costrette dai cambiamenti climatici o sotto la pressione di altre popolazioni. Si ipotizza che queste popolazioni indo-arii o Arya si spinsero nel subcontinente indiano tra il 1600 e il 1500 a.C.
John Keay [14] afferma che al momento dell'entrata dei Arya in india la cultura preesistente era pressoché scomparsa e la nascita della futura cultura Vedica non si basò su una preesistente ma nacque con la popolazione Arya stessa. Questa teoria si basa soprattutto sul fatto che la lingua sanscrita, su cui si costruì tutto il mondo Vedico, non era esistente al periodo dell'ingresso delle popolazioni indo-arii.
Invece Hulk e Rothermund[15] affermano che l'immigrazione fu lenta ostacolata dalla natura ostile del territorio e dai conflitti continui con le popolazioni autoctone i Dasa (o Dasyu), di carnagione scura e più evoluta. Queste affermazioni sono desunte dai testi sacri degli Arya scritti in sanscrito, i Veda (letteralmente “Libro degli inni”), tra cui il Rig Veda (Veda degli inni). Da questi testi si apprende che in ogni caso quella Arya non fu una campagna di conquista al seguito di un esercito organizzato.
Comunque a seconda delle interpretazioni di queste due posizioni il periodo Vedico durò approssimativamente dal 1500 al 500 a.C. e posò le fondamenta della civiltà indiana e delle maggiori correnti spirituali e religiose dell'India. Gli Arya stabilirono la loro civiltà nel nord dell'India ed in modo graduale su tutta la piana del Gange.
Si stima che le tribù Arya divennero stanzianti intorno all'anno 1000 a.C. e la società Vedica si costituì in un gruppo che viveva di pastorizia e costruì l'urbanizzazione di Harappan che venne successivamente abbandonata.
Dopo i Rigveda, la società divenne in modo crescente agricola, e fu organizzata intorno ai quattro Varnas. Oltre ai testi principali dell'Induismo i Veda, si pensa che i poemi epici Ramayana e Mahabharata ebbero origine proprio in questo periodo. La prima presenza dei Indo-Arya probabilmente corrisponde in parte alla presenza della ceramica di colore ocra rinvenuta negli scavi archeologici.
Il regno del Kurus corrisponderebbe ai prodotti dipinti in nero-rosso, quelli in grigio e all'inizio dell'Età del Ferro nell'India nord occidentale, circa 1000 a.C. La prima composizione che menziona il ferro (śyāma ayas) letteralmente “metallo nero” è l'Atharvaveda e viene fatta risalire a questo periodo.
I prodotti dipinta in grigio erano comuni approssimativamente tra 1100 e 600 a.C. e molto diffusa nell'India settentrionale. Nella parte tardiva di questo periodo si vanno a costituire i sedici nuovi regni chiamati Mahajapadas (maha: grande – janapada: territorio di quel popolo [janata: popolo]).
Note
[modifica]- ↑ Mudur, G.S (21 marzo 2005). Still a mystery. (The Telegraph).
- ↑ The Hathnora Skull Fossil from Madhya Pradesh, India. Studi geografici multi disciplinari. Geological Survey of India. 20 settembre 2005.
- ↑ Gaur, A. S.; K. H. Vora (10 luglio 1999). Ancient shorelines of Gujarat, India, during the Indus civilization (Late Mid-Holocene): A study based on archaeological evidences.
- ↑ Palaeolithic and Pleistocene of Pakistan. Dipartimento di Archeologia dell'Università di Sheffield.
- ↑ Murray, Tim (1999). Time and archaeology. Londra. pag. 84.
- ↑ Coppa, A.; L. Bondioli, A. Cucina, D. W. Frayer, C. Jarrige, J. F. Jarrige, G. Quivron, M. Rossi, M. Vidale, R. Macchiarelli (6 aprile 2006). Palaeontology: Early Neolithic tradition of dentistry (PDF).
- ↑ Possehl, G. L. (ottobre 1990). Revolution in the Urban Revolution: The Emergence of Indus Urbanization. Revisione annuale di Antropologia, n.19
- ↑ Kenoyer, Jonathan Mark; Kimberley Heuston (maggio 2005). The Ancient South Asian World. Oxford University Press.
- ↑ Rendell, H. R.; Dennell, R. W. and Halim, M. (1989). Pleistocene and Palaeolithic Investigations in the Soan Valley, Northern Pakistan. British Archaeological Reports International Series. Cambridge University Press. pp. 364
- ↑ arrige, C.; J.-F. Jarrige, R. H. Meadow e G. Quivron (1995). Mehrgarh Field Reports 1975 to 1985 - from the Neolithic to the Indus Civilization. Dipartimento di Cultura e del Turismo, governo di Sindh, e il Ministero degli Affari Esteri, Francia.
- ↑ Feuerstein, Georg; Subhash Kak; David Frawley (1995). In search of the cradle of civilization: New light on ancient India.
- ↑ Kenoyer, J. Mark (1998). The Ancient Cities of the Indus Valley Civilization. Oxford University Press.
- ↑ Vedi Alain Daniélou, Storia dell'India (tradotto da Alessandra Strano). Astrolabio-Ubaldini Editore, Roma, 1984 , Astrolabio, Roma
- ↑ John Keay, India a History. Harper Collins Publishers, London, 2001 [pag. 24]
- ↑ Hermann Hulk/Dietmar Rothermund, Storia dell'India (Garzanti), pag. 50
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