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Libertà del disegno araldico

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Libertà del disegno araldico
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Araldica

L'araldica riconduce tutte le espressioni grafiche che studia alla struttura fondamentale dello stemma che si assume essere la rappresentazione dello scudo utilizzato dai cavalieri medievali. Questo è il motivo per cui in araldica la forma dello scudo è irrilevante ai fini della blasonatura, in quanto lo stemma è sempre lo stesso a prescindere dal tipo di scudo su cui veniva disegnato. Allo stesso modo l'araldica riconosce i colori solo nella loro essenza di colore astratto e non nella singola tonalità che può essere utilizzata nei vari casi reali. Allo stesso modo, infine, non è importante il modo in cui viene disegnata una figura araldica, quale ad esempio un leone, ma la posizione o gli elementi particolari utilizzati come mezzi di identificazione. Se si parla semplicemente di un leone, quindi, si vuole descrivere un leone rappresentato in posizione rampante, rivolto verso la sinistra dell'osservatore – la destra dello scudo –, con tutte e quattro le zampe visibili e in cui si possano distinguere la lingua, gli artigli delle zampe e la coda. Chiunque può disegnare il leone che vuole, purché rispetti le poche regole suindicate: quello sarà sicuramente un leone araldico e come tale sarà citato nella blasonatura e sarà riconosciuto da tutti.

Le varianti realmente significative sono allora quelle che in qualche punto modificano la figura originale; si parlerà di leone rivoltato per dire che è rivolto verso la destra dell'osservatore, di leone lampassato di rosso per quello che ha la lingua colorata in rosso, di leone armato d'oro per quello che ha gli artigli colorati d'oro, di leone coronato per quello la cui testa è sovrastata da una corona, di leone passante per quello che è rappresentato in posizione di cammino e non rampante, di leone bicipite per quello a due teste (rivolte solitamente in direzione opposta). Ecco quindi che l'estrema libertà nella rappresentazione grafica viene ad essere strettamente correlata a una estrema rigidità nel linguaggio utilizzato per la blasonatura; ogni parola del linguaggio ha un suo ben preciso ed esclusivo significato e, per contro, è l'unica che può essere impiegata per descrivere quel particolare elemento grafico.

Altro elemento caratteristico del linguaggio araldico è l'irrilevanza delle misure (ogni stemma può essere rappresentato delle dimensioni desiderate) rispetto alla grande importanza delle proporzioni, che sono l'unico mezzo capace di distinguere tra loro elementi che sarebbero altrimenti identici. Una striscia che attraversi orizzontalmente uno scudo viene descritta con parole diverse a seconda delle sue proporzioni rispetto allo scudo stesso: sarà una fascia se è alta un terzo dello scudo, una divisa se diminuita di un terzo, una burella se ulteriormente diminuita fino a consentirne la presenza di 6 o 8 esemplari, e così via.

I primi due disegni sopra riportati si riferiscono entrambi allo stesso stemma, quello di Obernai, città dell'Alsazia francese e sono entrambi assolutamente regolari. Lo sarebbero stati anche se fossero stati disegnati su scudi di forma diversa. Allo stesso modo le due immagini a destra, relative allo stemma della città francese di Colmar, sono del tutto equivalenti, pur presentando due mazze d'armi di diversa fattura, così come può essere diversa la forma dello scudo.