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La pianificazione territoriale nella storia

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La pianificazione territoriale nella storia
Tipo di risorsa Tipo: appunti
Materia di appartenenza Materia: Storia della pianificazione territoriale


Cenni storici

Dal 1865 al 1942, la pianificazione urbanistica e ancor più la pianificazione territoriale non ha assunto la forma di apposite normative. Infatti, le opere pubbliche venivano realizzate utilizzando lo strumento dell'esproprio così come disciplinato dalla Legge n. 2359 del 1865. Il procedimento generale previsto in origine da tale legge concerneva le sole opere pubbliche di competenza statale, ad esclusione di altre forme di espropriazione (quelle riguardanti ad es. l'imposizione di servitù militari, miniera, edilizia privata, ecc.

Anche successivamente, tuttavia, la pianificazione del territorio' è rimasta un'attività principalmente svolta (controllo) dal settore della pubblica amministrazione (Consigli Regionali - Consigli Comunali). Tali settori tipicamente si muovono ottemperando al dettato legislativo. La legge che in Italia, ancor oggi (2010), sovraintende la pianificazione del territorio e/o Urbanistica è quella approvata nel 1942 (v. sotto). Quindi prima della nascita della Repubblica italiana, ma rappresentando un'evoluzione a fronte dello strumento del mero esproprio, esistente in precedenza. Dal 1942 essa ha subito molteplici aggiornamenti, che non ne hanno modificato tuttavia gli assunti di base. Tutti gli operatori e ricercatori sono d'accordo nel ritenere tale situazione contradditoria e la legge del tutto insufficiente. Nel frattempo, con l'attuazione delle Regioni nei primi anni Settanta, la pianificazione del territorio è divenuta competenza delle singole Regioni. Ognuna di esse si è dotata di una propria legge urbanistica-territoriale. Inoltre, a cavallo del 1995 e 2005 molte Regioni hanno assunto procedure di pianificazionie del territorio, varando nuove leggi per governare la trasformazione territoriale, assai diverse dall'impianto della Legge Nazionale 1150/1942. In altri termini si sono uniformate da una lato alla cosiddetta pianificazione strategica, e dall'altro alle indicazioni della Unione Europea (UE) onde poter accedere ai finanziamenti stanziati ed alle direttive emesse dalla Commissione UE (v. Fondi strutturali).

Ma mentre nei paesi anglosassoni esisteva una tradizione verso il land use planning, in Italia lo studio della città e del territorio è sempre stato collegato prioritariamente all'urbanistica. Solo dagli anni settanta, con la messa in atto del decentramento regionale, in Italia si inizia a porre la necessaria attenzione alle dinamiche della trasformazione territoriale extra-urbana, specificando un autonomo approccio disciplinare verso la pianificazione del territorio.