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Jean-Jacques Rousseau

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Jean-Jacques Rousseau
Tipo di risorsa Tipo: lezione
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Rousseau (Ginevra 1712 - 1778) fu un pensatore rivoluzionario, già dalla sua prima opera Discorso sulle scienze e sulle arti (1750) che gli fece vincere un concorso dell'accademia di Digone. In quest'opera sostenne che la civilizzazione aveva peggiorato l'uomo, allontanandolo dalla natura. L'uomo civilizzato è più individualista ed egoista.

Il tema fu approfondito in Discorso sull'origine e i fondamenti della disuguaglianza tra gli uomini (1754) nel quale fece irritare Voltaire che lo criticò, accusandolo di voler l'uomo camminare ancora a quattro zampe. Ciò che per gli Enciclopedisti era progresso, per Rousseau era regresso e corruzione. "Tutti i progressi della specie umana l'allontanano continuamente dal suo stato primitivo"

Rousseau polemizzò anche con le idee di Locke, sostenendo che, nello stato di natura la proprietà privata non esistesse e che, al contrario, sarà l'origine dei mali successivi. Queste idee entusiasmarono i socialisti ed i comunisti, ma Rousseau non era della loro compagnia.

Rousseau non riteneva possibile tornare allo stato di natura , cercò quindi un altro modello di Stato.

  • Nel Contratto sociale (1762) ritenne che ogni Stato razionale, del passato e del presente, fosse frutto di un patto associativo, in cui ogni cittadino cede la propria libertà a favore di tutti gli altri, e siccome tutti lo fanno, tutti sono liberi.

Il sovrano non è un capo supremo, come per gli assolutisti, e non è nemmeno il parlamento, pieno di delegati del popolo che hanno alienato la loro sovranità. Rousseau credeva nella democrazia diretta. La volontà generale per Rousseau è infallibile. Non dovevano esistere nemmeno i partiti, perché il potere sarebbe stato delegato all'associazione.

Rousseau sapeva che questo modello era per Stati piccoli.

Il pensiero di Rousseau fu molto importante per la Rivoluzione francese, il Contratto sociale era molto conosciuto, e molti riferimenti sono riscontrabili in tutte le carte fondamentali della rivoluzione.

L'aumento della ricchezza produce amore degli agi e del lusso. I desideri artificiali dell'uomo non sono solo infiniti, ma spesso immorali: tutti creati dalla civilizzazione e dal progresso tecnico. La conseguenza prima e più grave del progresso scientifico è l'allontanamento dell'uomo dalle virtù tradizionali: la cortesia, la raffinatezza di gusti e modi non sono che maschere per nascondere ipocrisia avidità ed egoismo. Ciò che l'uomo civilizzato ha perso è l'amor di patria, la virtù civica, che gli imporrebbe il sacrificio del sé per il bene della comunità.

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