Introduzione alla Probabilità e alla Statistica

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Introduzione alla Probabilità e alla Statistica
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Matematica Applicata

Introduzione alla Probabilità e alla Statistica[modifica]

Storia della Probabilità[modifica]

La Statistica nasce nel Rinascimento come “descrittiva”. Essa serviva principalmente per il conteggio delle nascite e dei morti di uno Stato (deriva appunto dalla parola ‘‘Stato’’). La Probabilità nasce invece per ragioni pratiche nei giochi d'azzardo. Nel '600 abbiamo tre grandi studiosi: Pascal, Fermat e Huygens. Verso la fine del '600 abbiamo Bernoulli e Laplace, verso l'800 Gauss e Poisson. Tra fine '800 e inizio '900 abbiamo Chebychev, Markov, Lyapounov, e come ultimo abbiamo Kolmogorov, colui che renderà la Probabilità una vera e propria teoria matematica.

Definizioni e concetti insiemistici[modifica]

Popolazione[modifica]

Insieme di individui e oggetti studiati rispetto ad una determinata caratteristica misurabile.

Campione[modifica]

Dalla popolazione si estrae casualmente un campione su cui viene solitamente fatta l'analisi.

Probabilità[modifica]

Prende in considerazione la popolazione e propone le aspettative per il campione.

Inferenza statistica[modifica]

Effettua il processo contrario della Probabilità, ovvero parte dal campione e in base a quello dice qualcosa sulla popolazione (es. exit poll, ecc...). Non si può fare inferenza statistica se non si conosce la probabilità.

Statistica descrittiva[modifica]

Analizza o la popolazione o il campione e sintetizza attraverso numeri o grafici particolari situazioni(Istogrammi, torte, ecc...).

Richiami di Calcolo Combinatorio[modifica]

Serve principalmente per contare. È il primo modo semplice per contare la probabilità.

Principio fondamentale del Calcolo Combinatorio o Principio di Enumerazione[modifica]

Dati 2 esperimenti per cui il primo ha m esiti possibili e il secondo n esiti possibili, si ha che le possibili sequenze ordinate sono

.

Generalizzando a N esperimenti, con esiti la sequenza può variare in modi possibili.

Esempio targhe automobilistiche

Quante possibili targhe di automobili possiamo formare?

Chiamiamo M il numero di targhe possibili, e immaginiamo ogni casella della targa come un esperimento. In questo modo avremo che nella prima casella ci sono 26 esiti possibili (ovvero le lettere dell'alfabeto), nella seconda ancora 26 esiti, nella terza 10 esiti (le cifre da 0 a 9), e così via. Applicando il Principio di Enumerazione otteniamo: