Impiego della comune macchina fotografica

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Impiego della comune macchina fotografica
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Fotogrammetria architettonica
Bicamera realizzata da studenti

Impiego della comune macchina fotografica[modifica]

Il ricorso alla propria macchina fotografica, per effettuare ii rilievo stereofotogrammetrico, lungi dal volerne incoraggiare l'impiego in un eventuale centro di documentazione, rappresenta una soluzione idonea a far crollare l'ultimo diaframma ancora esistente tra produttori e fruitori del rilievo che stiamo trattando. La moderna macchina fotografica, con cui gli antichi fotogrammetri avrebbero fatto miracoli, rappresenta l'unico ponte per il potenziale committente, il quale:

  • Da studente, in una scuola che non gli affiderà mai una camera metrica, potrà usarla per familiarizzare con la tecnica e comprendere la teoria attraverso la pratica;
  • Da professionista, vedrà in essa uno strumento utilissimo per la finalizzazione della ripresa. Per mezzo di essa, potrà decidere in merito all'inquadratura, alla focale, al materiale sensibile, all'illuminazione ecc., riservando al fotogrammetra la risoluzione di quei problemi strettamente tecnici e facendogli risparmiare del prezioso tempo a tutto vantaggio dell'economia propria.

Una ricetta, per effettuare un rilievo stereofotogrammetrico con la macchina fotografica, non esiste: essa corrisponde a quel famoso tesoro, che un vecchietto, morendo, aveva detto essere sepolto in un campicello lasciato in eredità. I figli lo cercarono inutilmente, frantumando le più piccole zolle del terreno, e compresero la lezione solo al momento del copioso raccolto.

Nella comune macchina fotografica niente è definito:

  • La distanza principale, anche quando, con messa a fuoco su infinito, coincide con la focale dell'obiettivo, è nota a stento con la precisione del millimetro. Nella ripresa di oggetti vicini, si può misurare l'avanzamento del tubo porta-ottica, da sommare alla focale, ma con quale precisione? Si può ricavarla, con la similitudine dei triangoli, fotografando un elemento di lunghezza nota, disposto in direzione parallela al fotogramma, e misurando la distanza di ripresa e la lunghezza dell'immagine, ma otterremo una precisione superiore alla precedente?
  • Il punto principale può essere individuato con la intersezione delle diagonali del fotogramma, stampato per intero, ma è proprio sicuro che il quadro di appoggio del negativo sia centrato rispetto al centro di proiezione e, quindi, al raggio principale?
  • L'asse ottico dell'obiettivo non dovrebbe discostarsi molto dal raggio principale, perché il costruttore ha interesse ad inscrivere il fotogramma nel cerchio base del cono-immagine, ma, nella messa a fuoco, l'orientamento resta fisso?
  • Per l'orientamento esterno, possiamo fare affidamento sul parallelismo tra superficie sensibile e dorso delia macchina, ma ammesso che questo sia piano, quali presupposti esistono?
  • Per leggere, sul fotogramma, le coordinate dei punti corrispondenti, possiamo ingrandirlo (insieme alla distanza principale) in modo da usare la riga millimetrata, ma conviene aggiungere le distorsioni determinate dall'ingranditore a quelle già esistenti per colpa della macchina?

Taratura della camera[modifica]

Quadro di riferimento per la taratura

Facendo ricorso agli espedienti più disparati, gli studenti hanno sempre raggiunto risultati più che soddisfacenti! Nel 1980, gli studenti del corso di Fotogrammetria architettonica hanno realizzato una bicamera con due macchine fotografiche reflex Minolta XG1, con formato 24x36 mm e focale 45 mm. I due apparecchi sono stati collegati mediante una barra ad L, in alluminio, lunga 135 cm, sulla quale sono state praticate due coppie di fori a distanza di 40 e 120 cm. Oggetto del rilievo è stato un portico del campus, una struttura in acciaio, con pilastri posti ad intervalli regolari di 6 m. La posizione degli obiettivi è stata determinata su un filo di nylon, teso in una campata ed ovviamente eliminato al momento della ripresa. Il negativo (24,44 x 36,16 mm) è stato misurato con precisione ed è stato ingrandito 10 volte, per facilitare la lettura delle coordinate. La distanza principale è stata fatta coincidere con la distanza focale, che, a seguito dell'ingrandimento del fotogramma è passata da 45 mm a 45 cm. Il punto principale è stato determinato in base alla fuga delle mire di controllo, sistemate sui pilastri. Per la verifica della propria macchina fotografica, gli studenti avevano realizzato il quadro di riferimento, riportato a lato. La fotografia di questo e la conseguente analisi dell'immagine ottenuta, consentiva di acquisire informazioni sulla risoluzione, sulla distorsione e, comunque, sull'affidabilità della camera utilizzata.

Bibliografia[modifica]

Video[modifica]

Collegamenti esterni[modifica]