Il verbo greco (superiori)
Coniugazioni
[modifica]In origine tutti i verbi uscivano in -μι nella prima persona del presente indicativo. In seguito la maggior parte ha modificato l'uscita, però, in -ω. Si possono quindi distinguere due coniugazioni:
- prima coniugazione: verbi in -ω, più recente ma che comprende la maggior parte dei verbi.
- seconda coniugazione: verbi in -μι, più antica ma comprende un numero relativamente esiguo di verbi.
Esse divergono solo nella coniugazione dei tempi presente e imperfetto dato che i verbi in -ω inseriscono fra tema e desinenza la vocale tematica ο/ε (ο quando la desinenza inizia per nasale μ, ν, mentre ε per gli altri casi) mentre i verbi in -μι non presentano tale inserzione. Per questo motivo la coniugazione dei temi in -ω è detta anche tematica mentre quella dei verbi in -μi è detta atematica.
Tempi, modi, persone, numeri
[modifica]In greco ci sono sei tempi, tre principali (o primari) e tre storici (o secondari):
- principali: presente, futuro e perfetto (= perfetto logico latino).
- storici: imperfetto, piuccheperfetto e aoristo (= perfetto storico latino).
Come indicato solo il perfetto e l'aoristo si differenziano dai tempi in latino.
Ci sono poi sei modi, quattro finiti e due indefiniti (detti anche nomi del verbo):
- finiti: indicativo, congiuntivo, ottativo e imperativo.
- indefiniti: infinito e participio.
L'ottativo è l'unico modo non presente nel latino e che esprime desiderio (il nome deriva dal latino opto = desiderare)[1] ma può mutare il suo valore e significato a seconda della funzione sintattica indicata dalla particella che lo accompagna.
Vi sono poi due aggettivi verbali formati dal tema verbale e dai suffissi -τός, -τή, -τόν e -τέος, -τέα, τέον.
Ci sono tre persone: prima, seconda e terza.
Ci sono tre numeri: singolare, duale e plurale. Il duale, un tempo posseduto da tutte e tre le persone come in Omero, ha solo la seconda e la terza persona.
Ciò che va subito detto e segnalato è che in greco i tempi assumono un importanza maggiore dei modi, avendo i tempi stessi un suffisso particolare e distinto e quindi un'importanza morfologica più importante dei modi.
Altra cosa da dire è che non tutti i tempi si coniugano in tutti i modi: imperfetto e piuccheperfetto hanno solo l'indicativo, mentre il futuro manca del congiuntivo e dell'imperativo.
Diatesi della coniugazione
[modifica]Tre sono le diatesi dei verbi in greco: attiva, media e passiva.
L'unica diatesi particolare diversa dall'italiano, o meglio non evidente in italiano, è la media. Essa esprime un'azione che ricade sul soggetto che la compie oppure che il soggetto compie a proprio vantaggio. Essa è formalmente distinta dalla passiva solo in due tempi: futuro e aoristo. Anche in greco vi sono i verbi deponenti come in Latino che hanno forma passiva e significato attivo. Se l'aoristo è di forma media si diranno deponenti medi se invece l'aoristo è di forma passiva sono detti deponenti passivi.
Gradazione nel tempo e qualità dell'azione
[modifica]Solo il modo indicativo esprime ambedue aspetti dell'azione cioè la gradazione nel tempo (presente-passato-futuro) e la qualità dell'azione (puntuale, imperfettiva, perfettiva). Gli altri modi esprimono solo la qualità dell'azione senza riferimento al tempo in cui si svolge. Quindi per l'indicativo:
- la puntuale nel presente sarà data dal presente, nel passato dall'aoristo e nel futuro dal futuro I.
- l'imperfettiva nel presente sarà data dal presente, nel passato dall'imperfetto e nel futuro dal futuro I.
- la perfettiva nel presente sarà data dal perfetto, nel passato dal piuccheperfetto e nel futuro dal futuro II o perfetto.
Per gli altri modi:
- Il presente esprime solo azione durativa (o imperfettiva).
- L'aoristo esprime solo azione puntuale.
- Il perfetto esprime solo azione compiuta (o perfettiva).
Temi, prefissi, suffissi, desinenze personali
[modifica]Nella formazione dei tempi si distinguono quattro elementi:
- prefissi.
- tema verbale (T.V.).
- suffissi temporali.
- desinenze personali.
Si ha pertanto nei modi finiti:
- prefisso <-- T.V. --> suffisso temporale --> desinenza personale.
I prefissi sono due e sono:
- l'aumento che è il segno del passato e perciò si trova nel modo indicativo di tutti i tempi storici.
- il raddoppiamento che è il segno dell'azione compiuta e perciò si trova al perfetto, al piuccheperfetto e al futuro perfetto in tutti i modi.
Il tema verbale è la parte del verbo comune a tutte le forme verbali. Quando è monosillabico si identifica con la radice del verbo e pertanto è detto radicale. Se invece è unita a suffissi è detto derivato.
Al tema verbale si aggiungono determinati suffissi che fanno ottenere i vari temi temporali in cui l'elemento vocalico del tema verbale può subire variazioni apofoniche. Per comprendere il meccanismo della coniugazione greca è necessario conoscere il tema verbale da cui derivano (con l'aggiunta dei rispettivi suffissi ed eventuali prefissi) tutti i tempi. Ci sono tanti temi temporali quanti sono i tempi fondamentali. Il più importante è sicuramente il tema temporale del presente dato che forma sia il presente che l'imperfetto, e perché ad esso bisogna riferire per consultare il vocabolario.
Per i modi indicativo, congiuntivo, ottativo si distinguono due serie di desinenze personali:
- desinenze principali proprie dei tre tempi principali nel modo indicativo tutti i tempi nel modo congiuntivo.
- desinenze storiche proprie dei tre tempi storici nel modo indicativo tutti i tempi nel modo ottativo.
Va segnalato che il congiuntivo e l'ottativo presentano ciascuno due caratteristiche modali:
- congiuntivo: ha le desinenze personali principali e l'allungamento della vocale tematica.
- ottativo: ha le desinenze personali storiche (eccetto la prima persona singolare attiva che esce di solito in -μι).
Pertanto le desinenze personali principali sono:
Attivo | Passivo | |
SING. 1 | -μι (-ω) | -μαι |
SING. 2 | -σι (-εις) | -σαι |
SING. 3 | -τι (-ει) | -ται |
DU. 2 | -τον | -σθον |
DU. 3 | -τον | -σθον |
PL. 1 | -μεν | -μεθα |
PL. 2 | -τε | -σθε |
PL. 3 | -ντι (-ουσι) | -νται |
Mentre le desinenze personali storiche sono:
Attivo | Passivo | |
SING. 1 | -ν | -μην |
SING. 2 | -ς | -σο |
SING. 3 | - (-τ) | -το |
DU. 2 | -τον | -σθον |
DU. 3 | -την | -σθην |
PL. 1 | -μεν | -μεθα |
PL. 2 | -τε | -σθε |
PL. 3 | -ν (-σαν) | -ντο |
Alcune osservazioni:
- la desinenza della prima persona singolare attiva in -μι è rimasta negli omonimi verbi al presente indicativo attivo e nella persona singolare degli ottativi dei verbi in -ω e -νυμι. La seconda e la terza persona singolare attiva -σι, -τι si sono ridotte rispettivamente in -ς e -σι nella coniugazione dei verbi in -μι, in quella in -ω invece le tre desinenze del singolare si sono fuse con la vocale tematica e trasformate rispettivamente -ω, -εις, -ει.
- nella desinenza originaria della terza personale plurale attiva -ντι il gruppo finale -τι è diventato -σι e del gruppo *-νσι (in seguito alla caduta di ν e l'allungamento di compenso della vocale tematica ο) si ebbe -ουσι nella coniugazione dei verbi in -ω. Talvolta la desinenza -ντι/-νσι si trasformò invece in -ασι in seguito alla vocalizzazione della nasale. Tale fenomeno si trova nella terza persona plurale del presente indicativo dei verbi in -μι e nel perfetto fortissimo di alcuni verbi radicali.
- Infine, l'originaria -τ finale della terza persona singolare dei verbi storici attivi è regolarmente caduta.
Il modo imperativo ha proprie desinenze differenti dagli altri modi finiti e sono:
Attivo | Medio | |
SING. 2 | -θι | -σο |
SING. 3 | -τω | -σθω |
DU. 2 | -τον | -σθον |
DU. 3 | -των | -σθων |
PL. 2 | -τε | -σθε |
PL. 3 | -ντων (-τωσαν) | -σθων (-σθωσαν) |
Per i modi indefiniti più che desinenze vere e proprie sono delle uscite caratteristiche.
Per l'infinito abbiamo:
- all'attivo: -ειν (< -εεν) / -ναι.
- al medio: -σθαι.
Per i participi nelle forme medio-passive di tutti i tempi eccetto l'aoristo passivo si presentano come aggettivi della prima classe uscenti in -μενος, -μένη, -μενον. Tutti i participi attivi invece, compreso l'aoristo passivo, sono aggettivi di seconda classe a tre terminazione col tema uscente in -ντ- o -τ-.
I due aggettivi verbali si declinano invece come aggettivi di prima classe a tre terminazioni.
Paradigma verbale
[modifica]Quando si vuole indicare un verbo attraverso il suo paradigma esso vede l'enunciazione dei sei tempi fondamentali: presente, futuro e aoristo attivi, perfetto attivo e medio passivo, aoristo passivo.
esempio: λύω, λύσω, ἔλυσα, λέλυκα, λέλυμαι, ἐλύθην.
Classi verbali
[modifica]Mentre per il futuro, aoristo, perfetto e piuccheperfetto per forma i temi basta aggiungere al tema verbale i rispettivi suffissi che sono invariabili, per il tema del presente (T.P.) si deve formare mediante vari tipi di suffissi. Ecco quindi la necessità di suddividiere i verbi in gruppi o classi che si distinguono in base al suffisso del presente.
Nella coniugazione dei verbi in -ω si distinguono sette classi di cui:
- la prima con i verbi aventi il tema del presente uguale al tema verbale.
- la seconda, terza, quarta, quinta e sesta comprendente verbi che nel tema del presente presentano, rispettivamente, i suffissi: τ, j, ν, σκ, ε.
- la settima comprendente pochi verbi politematici i quali formano i tempi da più radici.
Nella coniugazione di verbi in -μι si distinguono tre classi di cui:
- la prima comprendente pochi verbi col tema del presente raddoppiato.
- la seconda comprendente pochi verbi difettivi col tema del presente uguale al tema verbale.
- la terza comprendente i verbi che nel tema del presente presentano il suffisso -(ν)νυ-.
L'accento nel verbo
[modifica]Nella coniugazione del verbo greco l'accento si ritira il più possibile; tuttavia nei verbi composti esso non risale mai oltre l'aumento. I dittonghi finali -αι, -οι sono sempre brevi, eccetto nel modo ottativo. Vi sono poi altre particolarità che saranno segnalate al momento della trattazione.
Verbi composti con preposizione
[modifica]I verbi greci sono spesso composti con una o più preposizioni (ad esempio ἐκ-βάλλω "gettare fuori").
Se la proposizione termina per vocale questa:
- resta inalterata davanti a consonante.
- cade senza lasciare traccia davanti a vocale iniziale del tema del verbo o di altra preposizione.
Fanno eccezione le preposizioni περί e πρό (talvolta anche ἀμφί e ἀντί) che mantengono inalterata la vocale finale anche davanti alla vocale iniziale del verbo o di altra preposizione.
La preposizione πρό, quando è seguita da ε o da ο a volte contrae l'ο con la vocale successiva nel dittongo ου. E in questa forma compare spesso la coronide come se ci fosse una crasi (ad esempio: προ-έχω = προύχω con la coronide προὔχω).
Caduta la vocale finale della preposizione, la consonante che la precedeva, se è muta, resta inalterata davanti a vocale con spirito dolce se invece lo spirito è aspro si aspira.
Se la proposizione termina per consonante:
- ρ e σ restano inalterate.
- κ resta inalterata davanti a consonante e diventa ξ davanti a vocale.
- ν resta inalterata davanti a vocale; davanti a consonante invece subisce i normali mutamenti fonetici, determinati dall'incontro di ν con le varie consonanti.
- ↑ In greco si chiama εὐκτική [ἔγκλισις] (cfr. verbo εὔχομαι), "[modo] precativo, della preghiera". Evidentemente per i Greci i valori di base desiderativo (oh se fossi ricco!) e concessivo (e sia pure) erano più sentiti come preghiera da esaudire che come semplice desiderio.