I grandi paesi europei dalla metà del XVI secolo alla metà del XVII secolo

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I grandi paesi europei dalla metà del XVI secolo alla metà del XVII secolo
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Storia moderna

La Spagna di Filippo II[modifica]

All'abdicazione di Carlo V, suo figlio Filippo II ebbe a 29 anni oltre alla Spagna e al suo impero coloniale, i Paesi Bassi, la Franca Contea, il Milanese ed il Regno di Napoli. Nel 1580 unificò la penisola iberica facendosi riconoscere Re del Portogallo: aggiunse inoltre le numerose colonie portoghesi (il Brasile e le Indie Orientali) al suo già vasto Impero coloniale. Il suo potere era immenso, con ragione si poteva dire: Quando la Spagna si muove, la terra trema. Profondamente religioso, taciturno e freddo, burocrate diligente e laborioso, egli si fece campione del Cattolicesimo, che per lui era tutt'uno con gli interessi spagnoli. Si attribuì la missione di ristabilire l'unità della fede cristiana contro gli eretici, che avrebbe voluto sterminare tutti senza pietà. Mentre il padre Carlo V aveva viaggiato di continuo per l'Europa, quasi come un nomade, Filippo II fu un sedentario, che visse chiuso nel suo immenso e austero palazzo-monastero, l'Escorial, fattosi costruire in una landa preziosa, deserta e ventosa a pochi chilometri dalla capitale Madrid. Egli sognava una monarchia cattolica universale: per questo mise la sua autorità e potenza al servizio della Controriforma, volle essere la sua spada. Ma questo suo programma fallì. I Paesi Bassi, una delle più ricche e più belle regioni dell'Impero Spagnolo, gli si ribellarono e dopo una lunga lotta si costituirono in uno stato indipendente. Contro l'Inghilterra anglicana inviò una formidabile flotta, l'Invincibile Armata, la quale fu invece distrutta dagli abili marinai inglesi e dalle tempeste. La catastrofe dell'Invincibile Armata segnò la fine della potenza spagnola sui mari ed il principio di quella supremazia navale, che l'Inghilterra seppe mantenere per tre secoli e mezzo. La Spagna intervenne inoltre in Francia durante le guerre di religione, ma senza risultati positivi: nel 1598 Filippo II dovette riconoscere Enrico IV (ex calvinista) e fu costretto a ritirare le sue truppe dal territorio francese. Quando Filippo II morì, lasciò il suo immenso Stato temuto in tutta Europa, ma in realtà impoverito ed esaurito. L'oro e l'argento provenienti dalle colonie americane davano l'illusione della ricchezza, ma servivano per pagare le costose guerre e arricchivano le industrie di altri paesi europei.

L'Inghilterra di Elisabetta I[modifica]

Figlia di Enrico VIII e di Anna Bolena, Elisabetta divenne regina a 25 anni, alla morte dell'odiata sorellastra Maria Tudor. La giovane regina era dotata di grande intelligenza e di grande amore per la cultura: conosceva bene lo spagnolo, l'italiano, il francese e leggeva correntemente le opere classiche in latino e in greco. Autoritaria e divorata dall'orgoglio rifiutò sempre di sposarsi per continuare ad essere la sola sovrana del regno. Sapeva mostrarsi, come diceva un suo ammiratore, dolce come un venticello in un mattino d'estate, ma cadeva anche in terribili crisi di collera, durante le quali non esitava a distribuire qualche sonoro schiaffo sul volto di un malcapitato ministro. Volle rendere definitiva la rottura tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa anglicana, la quale assunse per opera sua la forma che conserva quasi intatta ancora oggi. Durante i suoi 45 anni di regno Elisabetta combatté con ogni mezzo l'egemonia spagnola per ragioni economiche e religiose, ed ottenne grandi successi. L'Inghilterra, sotto la sua intelligente guida, varò navi e navi, sviluppò le industrie tessili, metallurgiche e soprattutto il commercio. Il porto di Londra divenne uno dei più importanti d'Europa. Anche la società inglese si trasformò: la borghesia acquistò notevole importanza, contribuendo attivamente all'arricchimento del paese. Questo felice periodo storico fu detto elisabettiano dalla grande regina: in esso fiorirono il grandissimo poeta e drammaturgo William Shakespeare, il poeta e drammaturgo Christopher Marlowe ed il filosofo Francesco Bacone. Dopo la scomparsa di Elisabetta, avvenuta nel 1603, un suo successore, Giacomo I Stuart cercò di governare l'Inghilterra come un sovrano assoluto, ma trovò una decisa opposizione da parte del Parlamento.