I Celti dell'Insubria
I Celti d’Insubria
“Anticamente la regione intorno al Po era abitata per la maggior parte dai Celti. Le stirpi più importanti tra i Celti erano quelle dei Boi e degli Insubri e, inoltre, quelle dei Senoni che con i Gesati avevano occupato al primo assalto la città dei Romani. Gli Insubri avevano come metropoli Mediolanum, che anticamente era un villaggio (tutti infatti abitavano sparsi in villaggi); ora invece è una città importante, al di là del Po, quasi ai piedi delle Alpi”. Con queste parole lo storico e geografo greco Strabone descrive il popolo al quale i Greci antichi attribuirono il nome di Keltoi da cui deriva il termine Celta e Celtico.
CULTURA CELTICA E TERRITORIO INSUBRICO ITALO-SVIZZERO
[Turismo culturale]
1. CONTENUTI
Studio e realizzazioni video-audioguide/audioguide multilingue
Itinerari turistici
Itinerari didattici
Tipologie:
Itinerari a tempo
Itinerari tematici
Materiale didattico ( secondo ciclo elementari e medie inferiori)
Materiale storico-divulgativo
2. DISTRIBUZIONE
Social strategy
canale youtube,
facebook
…
Mobile: realizzazione App
3. PROMOTION
off air, on air (realizzazione contenuti e pianificazione media)
4. MISURABILITA’
numero download
numeri social
numero scuole
numeri musei
LOCALITA’ PER ITINERARI
[A] PROVINCIA DI VARESE
MUSEI
MUSEO CIVICO ARCHEOLOGICO DI SESTO CALENDE
Piazza Mazzini, 21018 Sesto Calende.
La sezione archeologica si configura come una delle più complete raccolte di materiali protostorici della cultura di Golasecca , che è integrata da diversi materiali più antichi, dall'eneolitico all'età del bronzo, e più recenti, del periodo La Tène, romano e alto medievale.
L'omogeneità culturale dei reperti della cultura di Golasecca ci aiuta a seguirne il cammino nel territorio per oltre quattrocento anni e a conoscere la storia e l'ideologia del popolo che la portava.
La documentazione comprende soprattutto i corredi di numerose tombe, portate alla luce dagli inizi del XIX secolo in poi, cui si sono aggiunti anche reperti provenienti dai contesti abitativi indagati negli ultimi venti anni. Insieme questi materiali raccontano la nascita e la crescita economica e culturale di una società articolata, in diretto contatto col mondo centro italico e con quello transalpino, ed il suo radicamento nel territorio.
MUSEO CIVICO PREISTORICO ISOLINO VIRGINIA 21024 Biandronno (VA)
stratigrafiche neolitiche prelevate dall’area di scavo 2008.
MUSEO CIVICO ARCHEOLOGICO DI VILLA MIRABELLO –VARESE
Piazza della Motta, 4 Varese
Il patrimonio conservato nel Museo è composto da materiali provenienti da collezioni , scavi sistematici e da scoperte casuali. Andrea Ponti, grande mecenate, negli anni 1875-1880 promuove le ricerche archeologiche nei siti preistorici dei laghi varesini e in particolare all’Isolino Virginia di cui insieme al lago di Varese è il proprietario. Viene così a crearsi la base della prestigiosa collezione "Museo Ponti" che i suoi nipoti doneranno al Museo di Varese nel 1924.
La ricerca preistorica svilupperà l'interesse per la scoperta di molte testimonianze anche di epoca romana e medievale. Il fervore suscitato dalla creazione del Museo nell’ottobre 1871, favorirà l’acquisizione di nuove collezioni archeologiche.
Il Museo nato dalla ricerca sul territorio porterà nel tempo allo sviluppo della stessa con la ripresa degli scavi negli anni '50 del secolo scorso all'Isolino Virginia, il più antico sito palafitticolo dell'arco alpino ed uno dei più rinomati abitati preistorici d'Europa; lo stesso attualmente è inserito nell'elenco per la candidatura Unesco dei "siti palafitticoli dell'arco alpino". Il Museo riprenderà la ricerca grazie alle concessioni ministeriali nell'abitato neo-eneolitico di Pizzo di Bodio a partire dal 1985 e dal 2006 all'Isolino Virginia
I materiali preistorici provenienti da varie località del Varesotto conservati in Villa Mirabello documentano la presenza della frequentazione umana a partire dal primo Neolitico fino alla fine dell’età del Bronzo. L’insediamento neo/eneolitico di Pizzo di Bodio ha fornito ad oggi fra le più antiche datazioni del Neolitico della Lombardia nord occidentale e del Piemonte; ad oggi, nell’ambito dell’Italia settentrionale, risulta essere uno degli abitati ove si sono rinvenute le più antiche tracce di attività agricola.
ANTIQUARIUM DEL MUNICIPIO DI GOLASECCA
Palazzo comunale
L'Antiquarium conserva urne, monili e arredi funerari relativi alla cultura Golasecchiana
CIVICO MUSEO ARCHEOLOGICO DI ARSAGO SEPRIO Viale Vanoni, 20 Arsago Seprio (VA)
Museo di Arsago Seprio raccoglie nelle sue tre sale i reperti archeologici provenienti dagli scavi condotti dalla Soprintendenza nell’ultimo trentennio. Questi consentono di seguire il popolamento di Arsago e del suo territorio a partire dalla preistoria fino ai Visconti. Collezione Giani Krumm: Il Museo di Arsago Seprio espone alcuni reperti ceramici e bronzei della Cultura di Golasecca provenienti dalla collezione Giani Krumm di proprietà del Comune di Somma Lombardo.
CASTELLO DI SOMMA LOMBARDO
Piazza Scipione, 2 21019 Somma Lombardo (VA)
Aperto nei giorni feriali per soli gruppi (min. 25 persone) dietro prenotazione allo 0331 256337 Collezione Archeologica dei Visconti di San Vito composta da 155 reperti archeologici della cultura di Golasecca (IX sec. a.C.) in parte donati dall'abate Giani, scopritore della Cultura di Golasecca, all'amico marchese Carlo Ermes Visconti, in parte raccolti dallo stesso Visconti in terreni di sua proprietà ubicati non lontano da Somma.
MUSEO DELLA SOCIETA’ DI STUDI PATRII DI GALLARATE
Via Borgo Antico, 4 Gallarate (VA)
Conserva reperti preistorici provenienti dalle stazioni palafitticole del Varesotto, una piroga
monoxile dal lago di Monate, cospicuo materiale protostorico (corredi funebri) da Malpensa,
Golasecca, Castelletto Ticino.
CIVICO MUSEO ARCHEOLOGICO DI ANGERA Via Marconi, 2
Il Museo ospita oggetti di ornamento rinvenuti nel territorio angerese, per la maggior parte nella Necropoli Est, situata nell’area dell’attuale cimitero.
SITI ARCHEOLOGICI
NECROPOLI DEL MONSORINO (GOLASECCA)
Il Monsorino è una collina boscosa posta nel parco del Ticino in un’area in cui sono iniziati, dall’800, gli studi sulla cultura Golasecca e il loro ruolo negli scambi commerciali tra Italia e centro Europa. Qui si trovano molte strutture funerarie (Cromlech) costituite da allineamenti di pietre erette a formare circonferenze e corridoi tra di esse che mostrano analogie formali con le tombe a circolo liguri e italiche. La prima pubblicazione della descrizione del sito fu fatta da Giovan Battista Giani nel 1824, che però attribuì i reperti a epoca romana, fu seguita da diversi altri studi (Gabriel de Mortillet nel 1870, Bertolone e Rittatore nel1965), di cui il più recente ha portato allo scavo una nuova parte nella necropoli.
I materiali sono conservati al museo civico di Sesto Calende (Varese) e al museo civico Archeologico presso il castello sforzesco di Milano.
L’area è visitabile partendo dalla località Cascina Melissa di Golasecca, dopo circa 20 minuti di cammino lungo una mulattiera.
Complesso del Monsorino (presso Golasecca) (Adriano Gaspani, archeoastronomo presso l’Osservatorio di Brera, Milano)
Comprendeva tre siti, di cui però quello centrale è stato travolto da una frana quindi è inutilizzabile a fini archeoastronomici.
Anche qui si sono evidenziati molti allineamenti, con le stelle, il Sole e la Luna. Vedremo come anche negli altri siti golasecchiani ricompaiano sempre le stelle stelle di riferimento, a indicare che queste godevano di un “posto d’onore” nella cultura dei primi Celti d’Italia (e d’Europa).
CROMLECH DI LOC. GARZONERA PRESSO VERGIATE Anche qui troviamo allineamenti simili, che si riscontrano anche in altri siti vicino a Sesto Calende, tutti datati attorno al VII-VI secolo a.C.
- ・ CROMLECH DI PRESUALDO A SESTO CALENDE
- ・ CROMLECH LOC. CARRERA A SESTO CALENDE
- ・ CROMLECH DI VIGANO PRESSO SOMMA LOMBARDO (SCOMPARSO??)
Si tratta di un circolo di pietre chiamato cromlec anche se tale dicitura è usata più per descrivere circoli di megaliti (qui le pietre sono più piccole). Le somiglianze con siti come il più celebre Stonehenge ci fanno capire come queste genti avessero in comune la volontà di riprodurre l’orizzonte celeste circolare sul terreno. E’ dunque una struttura tipicamente celtica. Il circolo di pietre contiene al centro un cerchio più piccolo contenente una tomba (con l’urna di ceramica); altre tre tombe sono disposte, apparentemente a caso, qua e là all’interno del cromlec. In realtà ogni singola pietra e ogni tomba è collocata con ben precise ragioni, che l’archeoastronomia ha portato in luce.
Il cromlec con le tombe è unito a un corridoio di pietre, con altre pietre disposte su file.
Un primo allineamento portato in luce dagli studi archeoastronomici è quello meridiano, cioè
l’asse della costruzione è orientato secondo il nord/sud celeste. I rilievi eseguiti nell’800 ci danno
un errore, per questo allineamento, di 1,5 gradi (ma teniamo presente che all’epoca si usava solo la
bussola, e vari altri problemi potevano dare un errore un po’ più grande di quello rilevabile oggi
con teodolite e altri strumenti). Già però un errore di soli 1,5 gradi è molto buono.
Ma si sono scoperte (ponendosi “le giuste domande” come sempre avviene nella Ricerca) altre orientazioni strabilianti.
- - L’allineamento meridiano (nord/sud celeste) già menzionato, utilizzava l’antico Polo Nord
celeste, vicino a Kokab (beta dell’Orsa minore) nel 1000 a.C., e l’antico Polo Sud celeste, la Croce del Sud.
- - Un altro allineamento punta da un lato verso la levata eliaca di Vega (delta cigni) e dall’altro
verso il tramonto di theta scorpi (coda dello Scorpione).
- - Un terzo allineamento punta verso il tramonto di Vega e la levata di theta scorpi.
- - Un quarto punta verso la levata di Betelgeuse e il tramonto di Bellatrix, due stelle del “celebre”
Orione, costellazione osservata e tenuta in gran conto da moltissime antiche culture.
A un primo sguardo archeoastronomico dunque, è palese che queste genti guardassero il cielo!
C’erano quindi persone molto sapienti deputate allo studio del cielo, ma non è dato sapere con precisione chi fossero. Infatti, a differenza di altre popolazioni celtiche d’Oltralpe di cui si conosce la figura del Druido, in questo caso non abbiamo testimonianze riferite a druidi golasecchiani. Abbiamo però un sito (a Como) in cui è chiaro che l’uomo di religione è anche l’uomo deputato alla fusione dei metalli (prima bronzo e poi ferro).
IL SASS DA PREJA BUIA A SESTO CALENDE
Il sass da Preja Buia (il sasso di pietra scura) è un sito geologico-archeologico riconosciuto come monumento naturale regionale.
Non è ancora chiaro se la sua origine sia unicamente Preistorica oppure se sia divenuto Menhir di civiltà celtiche, certo è che la stranezza del Sass da la preja buia è grande: è difatti un notevole punto magnetico, tanto forte da confondere bussole ed apparecchi elettronici.
Sebbene non sia chiaro se di origine celtica o meno, certamente è una pietra che ha fatto parte delle tradizioni e delle leggende locali, meritando un posto in questo elenco.
SITO DI BELCORA DI SOMMA LOMBARDO
Sono stati trovati all’inizio due tumuli, di cui uno più grande, sempre con gli allineamenti tipici golasecchiani. Un elemento interessante è emerso quando, durante i lavori per l’aeroporto di Malpensa, è stato trovato un terzo tumulo, distante dai primi due. I due di Belcore sono allineati fra loro e puntano su Vega, ma se ci poniamo sul tumulo presso Case Nuove notiamo come questo sia allineato in modo che le punte dei primi due, sovrapponendosi in parte, formino un vero e proprio mirino per l’osservazione astronomica.
[B] PROVINCIA DI COMO
MUSEO ARCHEOLOGICO PAOLO GIOVIO
o Sala della Stele
Stele di Prestino
o Sala 14
Corredo della Ca' Morta 130
Corredo funebre della Tomba di Varenna
Resti di vasi
Situle
Fibule
Gioielli
o Sala 15 (periodo Golasecca III A1)
Carro della Ca' Morta
Corredo funebre della Tomba del Carrettino
o Sala 16 (periodo Golasecca III A1)
Corredo funebre della Tomba dell'Elmo
Corredo funebre della Tomba della Cava Ballerini
CIVICO MUSEO DELLA CITTÀ DI ERBA
o Sala 4 (settore Preistoria e Protostoria)
Corredo funebre della Tomba di Canzo
PARCO REGIONALE SPINA VERDE
o La Ca' Morta
La Camera Grande
La Camera Carugo
La cava di arenaria
Tracce dei carri
La Grande Roccia
La Fonte della Mojenca
Rupi con incisioni a coppelle e fornace (Pianvalle A)
Capanne dell'abitato protostorico (Pianvalle B)
CERCHIO DI SANT'ANNA (Località Tre Camini
[C] PROVINCIA DI LECCO
MUSEO ARCHEOLOGICO PALAZZO BELGIOJOSO
o Sala 6
Il territorio lecchese nella prima età del Ferro
Ricostruzione dell'insediamento di Cernusco Lombardone
Ricostruzione dell'insediamento di Monte San Martino
Resti e frammenti ceramici
La cultura di Golasecca: il rituale funerario
Corredo funebre della Tomba del Guerriero di Barzio
L'insediamento protostorico di Chiuso
Ricostruzione della Rocca di Chiuso
Evidenze provenienti dall'abitato
o Sala 7
La montagna lecchese nella seconda età del Ferro
Utensili in ferro
Fibule di tipo Nomesino
Corredo ceramico
L'armamento celtico
Ricostruzione dell'armamento di un guerriero
Elmi
Spade
Lance
Scudi
Bracciali e gambali
Galli e Romani nell'Italia settentrionale
La Brianza nella seconda età del Ferro
Corredo ceramico
MUSEO DELLE GRIGNE
o Sezione storico - archeologica
Corredo funebre della Tomba di Esino Lario
INSEDIAMENTO DEI PIANI DI BOBBIO
o Sui luoghi dei ritrovamenti
PARCO DEL MONTE BARRO
o Sentiero archeologico: le fortificazioni della tarda Celticità
o Antiquarium dell'Er