Gli ultimi anni dell'Impero Romano (superiori)
Teodosio
[modifica]Con la morte dell'imperatore Giuliano, la famiglia di Costantino si era "estinta"; perciò per scegliere l'imperatore si tornò al sistema delle legioni e fu scelto Valentiniano, che affidò l'Oriente al fratello Valente. Gli Unni, guerrieri di stirpe mongola, con la loro avanzata spinsero i popoli barbari oltre il Danubio, ma ben presto si ribellarono ai romani e nel 378 travolsero Andrianopoli, dove morì Valente. Nel 382 sale al trono l'imperatore Teodosio che riuscì a pacificare i rapporti con i barbari facendoli diventare dei foederati e cominciò a convertirli al cristianesimo. In questo i barbari si stanziarono sul confine dell'impero e portarono tre modifiche:
- un massiccio reclutamento nell'esercito, di questi barbari
- una germanizzazione della società
- riuscire a combattere i barbari con i barbari
L'imperatore Teodosio, viene ricordato alla storia per il suo grande impegno nella fede cristiana e per due importanti editti:
- Editto di Tessalonica 380 con cui obbliga i cittadini dell'impero ad aderire alla fede cristiana
- Editto del 391 con cui vieta i riti pagani e nomina il cristianesimo unica religione dell'impero
Inoltre, con la morte dell'imperatore nel 395, l'impero si divide definitivamente; infatti la parte Occidentale viene affidata al figlio Onorio mentre quella Orientale al figlio Arcadio.
Fine dell'impero
[modifica]Nell'inverno tra il 406 e il 407 le tribù barbare, attraversarono il Reno ghiacciato e dilagarono per tutto il territorio dell'impero; in questo modo non dimostrarono solo la loro forza militare, ma anche la debolezza delle strutture politiche e soprattutto militari romane, che oramai erano affidate per lo più da personaggi di origine germanica. Nel V sec. i Visigoti provarono ad attaccare l'Italia, ma il generale Stilicone di origini germaniche, li sconfisse per due volte; decise inoltre di spostare la capitale da Roma a Ravenna, ma le persone che frequentavano gli ambienti di corte, preoccupati per il forte potere acquistato da questo generale, riuscirono a convincere l'imperatore e a far uccidere Stilicone. Con la morte si Stilicone i Visigoti entrarono liberamente in Italia e nel 410 saccheggiarono Roma, per poi insediarsi nella Gallia Meridionale e nella penisola Iberica. Gli Unni, guidati da Attila, puntando su Costantinopoli costrinsero l'Imperatore Teodosio II a pagare un tributo, poi passarono in in Occidente e in Gallia furono sconfitti dal germanico Ezio, nel 451; ma poi venne assassinato per gli stessi motivi di Stilicone. Nel 455 Roma fu nuovamente saccheggiata e occupata per quindici giorni dai Vandali. Dopo la sconfitta Attila, riuscì a saccheggiare l'Aquileia, ma poi dopo un incontro a Mantova con Papa Leone I che gli consegnò un tributo, iniziò il viaggio di ritorno dove morì nel 453. L'Impero romano d'Occidente era ormai in una grave crisi e nel 476 Odoacre, un barbaro comandante delle truppe imperiali, depose l'ultimo imperatore Romolo Augustolo; dopodiché invio le insegne imperiali a Costantinopoli e governò l'Italia con il titolo di patricius come deciso dall'Imperatore d'Oriente. Possiamo quindi affermare che nel 476 l'impero romano cessa di esistere.