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Cenni storici sulla psicologia

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Cenni storici sulla psicologia
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Psicologia generale

Questa pagina riguarda la storia della psicologia.

I primi studi

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Nonostante la psicologia nasca ufficialmente nell'Ottocento, alcuni dei temi di cui si occupa erano già stati trattati in epoche precedenti. Ad esempio, Platone ipotizzò che la psiche fosse divisa in 3 parti. La prima, identificata con il cocchiere di un carro, era pienamente cosciente e cercava di guidare le altre due parti: una dipendente dai valori etici e razionali (cavallo bianco) e l'altra dagli impulsi (il cavallo nero) (Vedi Mito del carro e dell'auriga). Questa distinzione assomiglia a quella di Io-Super Io-Es poi elaborata da Freud molti secoli dopo. Ippocrate e Galeno cercarono invece di trovare delle relazioni tra fenomeni fisici dell'organismo e fenomeni psichici dell'individuo che, seppur scientificamente infondate, hanno gettato le basi concettuali per lo sviluppo della psicofisiologia. Un ultimo esempio può essere invece lo stretto legame che esiste tra la filosofia atomista greca e la teoria strutturalista della scuola di Wundt e Titchener di cui si parlerà in seguito. Tutto ciò permise di intendere la psicologia come scienza naturale.

Ulteriori sviluppi vennero in seguito ostacolati da alcune concezioni religiose, secondo le quali i processi della mente riguardano la natura dell'anima e sono dunque oggetto di indagine teologica. Ma durante il Seicento, l'empirismo inglese propose un valido oggetto di studio per la scienza: spiegare come le conoscenze vengono acquisite e organizzate. Secondo tale teoria infatti, i contenuti della mente di un individuo non sono innati, ma vengono appresi attraverso l'esperienza. Nonostante la psicologia moderna abbia abbandonato l'innatismo, l'empirismo ha avuto come merito di stimolare l'elaborazione di una teoria sull'apprendimento (in quanto acquisizione di conoscenze). Esse facevano riferimento soprattutto all'apprendimento come formazione di associazioni tra eventi e idee temporalmente contigui (si noti che in caso di idee simili, in contrasto tra loro, o legate da un rapporto di causazione, esse tendono ad essere evocate assieme, in momenti quindi temporalmente contigui, e dunque ad essere associate).

Come accennato sopra, alcune delle problematiche della psicologia erano già state in qualche modo affrontate anche prima dell'Ottocento, ma fu allora che vennero riunite in un unico campo di studio. In quel periodo il positivismo aveva influito su molti studi scientifici, attribuendo al ricercatore il compito di scoprire le leggi che regolano i fenomeni osservabili. Questo rimase valido finché si ritenne scontato che esistesse un mondo oggettivo al di fuori dell'osservatore pressoché immutato nel tempo e a completa disposizione dello sperimentatore per le proprie indagini. Postulato ciò, i fenomeni che la scienza studiava erano oggettivi, cioè osservabili da qualunque osservatore messo in certe condizioni, e, basandosi su leggi naturali, si ripetevano in maniera prevedibile.
Dunque, secondo queste premesse epistemologiche, la psicologia non poteva essere considerata una scienza a tutti gli effetti, in quanto assomigliava molto di più alla filosofia sia per metodologia sia per oggetto di studio. Infatti essa studiava prevalentemente fenomeni non direttamente osservabili e non prevedibili in maniera certa, che obbediscono a regole probabilistiche piuttosto che a leggi assolute.

Nel XIX secolo quindi gli studi psicologici si limitarono agli aspetti osservabili su base fisiologica e biologica, che poi si rivelarono fondamentali per l'evoluzione della psicologia come scienza.

Scuola tedesca

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Schema del processo dell'arco riflesso
Schema del processo dell'arco riflesso
  • Il medico e fisiologo olandese Franciscus Donders (1818-89) fece un passaggio successivo, intuendo che ci sia una relazione precisa tra il tempo di reazione e quello che succede all'interno dell'organismo, ovvero che a tempi di reazione più lunghi corrispondano operazioni più complesse (o, equivalentemente, che diversi compiti hanno livelli di complessità uguali se hanno tempo di reazione uguale). Da questa ipotesi elaborò un metodo, chiamato metodo sottrattivo, per misurare in maniera differenziale i tempi di reazione.
    Prendiamo ad esempio il caso in cui ad un organismo venga presentato un unico stimolo. Il tempo necessario per rispondere a tale stimolo venga chiamato TRa. Adesso si immagini che allo stesso organismo vengano presentati stimoli diversi e venga chiesto di produrre risposte diverse in corrispondenza di ciascuno stimolo. Il tempo misurato tra lo stimolo e la sua relativa risposta lo si chiami TRb. Nell'ultimo esempio si immagini invece di somministrare diversi stimoli ma l'organismo deve produrre una risposta solamente ad uno di questi, e si chiami questo tempo TRc. Donders scoprì che TRa < TRb < TRc e fece le seguenti ipotesi:
    • TRb-TRa = tempo necessario per distinguere tra stimoli;
    • TRc-TRa = tempo necessario per distinguere tra risposte.

Scuola riflessologica russa

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Secondo questa scuola, il cui esponente principale fu Ivan Pavlov, non sono solo le risposte motorie ad essere basate sul processo dell'arco riflesso scoperto da Helmholtz, ma anche i comportamenti più complessi sono fondamentalmente dei riflessi: a partire da pochissimi riflessi innati (ad esempio la suzione o la prensione) si sviluppano tutti i riflessi più complessi attraverso il fenomeno del condizionamento. Pavlov studiò dei riflessi semplici, come l' erezione del pene. Egli nel 1904 ottenne il premio nobel per la medicina per i suoi studi sulla mucosa vaginale.

Scuola psicofisica

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Lo sforzo di tale scuola fu quello di studiare le relazioni tra variazioni nel mondo fisico, e variazioni nel mondo percepito (che il soggetto descrive). La legge sulla costanza della soglia differenziale di Weber e Fechner, rappresenta un caso esemplificativo degli obbiettivi della scuola psicofisica. Essi scoprirono che per alcuni stimoli la percezione della differenza di due variabili fisiche osservabili oggettivamente non corrispondeva alla variazione assoluta, ma ad una variazione proporzionale alle quantità interessate; ovvero che a uguali differenze fisiche non corrispondono uguali differenze percepite, e quindi che ciò che conta per la percezione non è la differenza tra le intensità di due fenomeni fisici, ma il rapporto.

La nascita della psicologia

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La nascita convenzionale della psicologia è riconducibile a due avvenimenti:nel 1870 il filosofo positivista Roberto Ardigò pubblicò l'opera "PSICOLOGIA COME SCIENZA POSITIVA" esso riconosciuto come il padre della psicologia italiana. il secondo avvenimento è stato fissato al 1879, quando Il fisiologo tedesco Wilhelm Wundt aprì il primo laboratorio di psicologia a Lipsia. I suoi studi erano legati ai principi dell'empirismo inglese, secondo il quale era possibile studiare la struttura dei contenuti della mente perché alla nascita la psiche è paragonabile a una tabula rasa. Quindi la mente è al principio vuota e si impara a percepire man mano che si fa esperienza del mondo esterno. Secondo Wundt, le percezioni sono formate da atomi (elementi più semplici) che si combinano assieme (associazionismo atomico); una sorta cioè di chimica mentale in cui la percezione di un oggetto è formata da un insieme di sensazioni differenti che vengono assemblate in seguito per formare il percetto. L'oggetto dei suoi studi era dunque scoprire sotto quali regole si combinano le sensazioni. Per fare ciò, egli chiedeva ai propri collaboratori di scorporare il percetto e cercare di elencare tutte le sensazioni singole che lo compongono attraverso l'introspezione (cioè l'auto-osservazione dei propri contenuti mentali). In questa situazione l'osservato e l'osservatore coincidevano.

Edward Titchener, allievo di Wundt, è considerato il fondatore del strutturalismo. L'interesse di tale scuola è scoprire la struttura della mente in modo simile a quello degli studi di Wundt. Gli sperimentatori del strutturalismo si esercitavano nell'introspezione esperta. Essa consisteva nella riduzione dei propri processi mentali in atomi, cercando di evitare l'errore dello stimolo (cioè attribuire ad una percezione complessa lo status di atomo), similmente a quanto faceva Wundt nei suoi esperimenti.