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Analisi dell'arme

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Analisi dell'arme
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Araldica

N.B.: il testo che segue è tratto dal sito www.armoriale.it armoriale.it dove è disponibile con licenza Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo 3.0 Unported (by-nc-sa/3.0). Il testo è stato modificato solo nella parte relativa alla composizione della formula identificativa in quanto questo aspetto non è compreso nella presente trattazione.

Analizzare uno stemma consiste nell'individuarne gli elementi caratteristici che possano consentire la sua catalogazione. In questa guida seguiremo un metodo che conduca alla blasonatura, cioè alla corretta descrizione dell'immagine rappresentata sullo stemma.

Per analizzare uno stemma occorre, innanzitutto, scomporre l'arma nei suoi vari elementi costitutivi per poi prenderli in esame nell'ordine opportuno.

  • Non si deve tener conto della forma dello scudo. Questo elemento potrà essere considerato solo in seguito per ricavarne elementi utili alla datazione dello stemma e/o alla sua attribuzione ad una particolare area geografico-storica.
  • Si tralasciano quindi gli ornamenti esteriori dello scudo. Questi elementi verranno ripresi in considerazione per definire la categoria di appartenenza dello stemma (araldica civica, ecclesiastica, familiare, militare, etc.), identificare la persona o l'istituzione che lo ha portato o, almeno, la sua funzione così come gli fu attribuita da chi concesse l'arma.
  • Arrivati allo scudo occorre riportarne la forma, per quanto possibile, al rettangolo teorico che lo rappresenta. Questa operazione consente di esaminare correttamente le figure presenti, scartando le deformazioni provocate dal loro adattamento alla particolare forma dello scudo.
  • Si devono infine trascurare, almeno nella prima fase dell'analisi, tutti quegli elementi che, per tradizione, vengono elencati solo al termine della blasonatura e cioè bordure, capi, brisure in genere. Per quanto riguarda le brisure, in particolare, data la difficoltà di riconoscerle, a meno che già non si conosca la natura dello stemma, è opportuno classificare lo stemma come se si trattasse di normali figure araldiche e, eventualmente, riclassificarlo distinguendo le brisure dalle altre figure.
  • Arrivati così al nucleo essenziale dello stemma, è necessario riconoscerne le eventuali suddivisioni. In questa fase è necessario tenere presente che le suddivisioni, fatte salve poche eccezioni come la campagna, l'addestrato, il sinistrato e simili, creano sempre aree di eguale ampiezza. Se le superficie sono diverse, si tratta presumibilmente di suddivisioni di livello superiore a loro volta suddivise in modo diverso.

In sequenza dovranno dunque essere percorsi i seguenti passaggi.

  • 1°: esclusione degli ornamenti esteriori dello scudo
Il primo passo consiste nell'escludere tutto ciò che compare all'esterno dello scudo dello stemma. Vanno quindi esclusi gli elmi, o gli altri copricapi, che cimano lo scudo, il cercine che sostiene l'elmo, i lambrecchini che si dipartono dal cercine, il cimiero (o i cimieri) che cimano l'elmo o lo scudo, i nastri che compaiono attorno e dietro lo scudo, gli elementi che lo accollano (bandiere, cannoni, spade, aquile e quant'altro), le liste su cui sono riportati i motti o le divise, le collane o le decorazioni degli ordini cavallereschi, i cappelli, le croci, i rosari e le nappe degli ecclesiastici, etc.
In genere tutti gli ornamenti esteriori dello scudo hanno lo scopo di attribuire lo stemma ad un particolare individuo, identificati da detti ornamenti, all'interno di una famiglia (o gruppo sociale) identificato dallo scudo.
Tutti questi elementi dovranno poi essere ripresi in considerazione in seguito per poter procedere all'identificazione del titolare dello stemma compiuta nel 6° passaggio.
  • 2°: normalizzazione della forma dello scudo
In questo passaggio si deve cercare di eliminare le deformazioni grafiche dovute alla forma dello scudo rispetto a quelle proprie dello stemma.
Lo scudo francese moderno è quello che più si avvicina al rettangolo ideale in quanto si tratta proprio di un rettangolo (di 7 moduli in larghezza per 8 moduli in altezza) con semplici arrotondamenti agli angoli inferiori ed una punta, larga 1 modulo (tutti gli arrotondamenti posti sulla base dello scudo hanno un raggio di mezzo modulo).
Nel quadro della normalizzazione della forma è inclusa anche l'operazione di riportare a piombo lo scudo quando è rappresentato inclinato, generalmente verso destra. È possibile trovare scudi inclinati a sinistra nel caso di scudi femminili accollati con scudi maschili nel caso di coppie congiunte in matrimonio.
  • 3°: esclusione degli elementi integrativi
Prima di passare alla identificazione della (o delle) partizioni dello scudo è necessario eliminare i seguenti elementi, che saranno ripresi in esame al termine di tale operazione:
  • capi
  • bordure
  • brisure.
Capi
I capi sono quelle aree, generalmente rettangolari, che occupano la parte superiore dello scudo per una altezza non superiore a un terzo del totale (nell'araldica italiana) o non superiore ai due moduli (nell'araldica francese). Queste aree sono facilmente individuabili in quanto la loro altezza è differente da quella delle altre partizioni sottostanti. Nel caso in cui la parte superiore dello scudo sia occupata da un'area di altezza pari a quella delle partizioni sottostanti, non si parla più di capo ma si tratta di una normale ripartizione dello scudo.
In qualche caso si possono presentare più capi, uno sovrapposto all'altro. Di norma i vari capi sovrapposti hanno tutti la stessa altezza che è, invece, diversa da quella delle partizioni sottostanti. Si presentano, raramente, scudi in cui i vari capi hanno una altezza diversa: in questi casi è necessario conoscere preventivamente la storia dello stemma per poter individuare la natura dei vari capi. Talora può essere di aiuto la rappresentazione dei capi stessi: un rettangolo azzurro con tre gigli d'oro posti uno a fianco all'altro è, di norma, un capo di Francia mentre un rettangolo d'oro con un'aquila nera (normale o bicipite, con o senza corona) è, di norma, un capo dell'Impero, etc.
In taluni casi il capo può essere circondato, insieme con lo scudo di cui fa parte, da una bordura (vedi sotto).

In altri casi il capo può essere sostenuto da una sottile striscia di smalto diverso. Il capo, infine, può presentare il lato inferiore non rettilineo ma tracciato secondo una delle tante linee di partizione esistenti (ondata, merlata, scanalata, etc).

Bordure
Le bordure sono quelle aree che circondano completamente lo scudo con una fascia di smalto generalmente diverso. In relazione al capo (o ai capi) eventualmente presente nello scudo la bordura può presentarsi con tre aspetti diversi:
  • normale, che circonda l'intero scudo, compreso il capo presente nella sua parte superiore;
  • sostenente il capo, quando circonda solo lo scudo con l'esclusione del capo che ne occupa l'intera porzione superiore;
  • troncata dal capo, quando lo scudo si presenta come se si trattasse di una bordura normale a cui sia stato sovrapposto un capo che copre la porzione superiore dello scudo e, quindi, anche la parte di bordura in essa presente.
Anche la bordura può presentare la linea di partizione interna non rettilinea ma tracciata secondo una delle possibili linee di partizione.
Brisure
Le brisure sono costituite da elementi grafici che sono sovrapposti ad uno stemma per identificare un particolare individuo del casato u un ramo collaterale del casato stesso. Tali elementi sono della natura più varia e vanno dalle pezze araldiche, frequentemente la sbarra o un filetto posto in sbarra, alle figure araldiche, tra cui predomina il lambello ma sono ben rappresentate quasi tutte le altre. Tali elementi, proprio per la loro natura simbolica, non si distinguono facilmente da quelli che fanno parte dello stemma originale e sono individuabili, spesso, solo per confronto e conoscendo preventivamente la storia dei vari titolari degli stemmi.
Data tale difficoltà è, di norma, preferibile ignorare l'esistenza delle brisure, classificandole come elementi normali, salvo poi a riclassificare lo stemma una volta appurata la storia reale del titolare.
  • 4°: individuazione delle singole partizioni dello scudo
È necessario ora decidere se lo stemma, normalizzato nella forma e privato degli elementi integrativi, è costituito da una sola o da più partizioni. Occorre dunque stabilire se si tratti di un'unica area, su cui sono presenti o meno delle pezze o figure araldiche, oppure se si tratti di più aree di pari importanza, ciascuna delle quali può essere o meno caricata di ulteriori elementi araldici.
Per facilitare questa analisi è opportuno non considerare, in questa fase, tutti gli elementi araldici che siano chiaramente delle figure e cioè che siano interamente comprese in un'area della quale non toccano i bordi.

In linea di massima si può dire che la presenza di aree di uguale forma e di uguali dimensioni indica la presenza di più partizioni, mentre la presenza di aree di dimensioni diverse denota l'esistenza di una partizione (quella di dimensioni prevalenti) su cui siano applicate delle pezze araldiche, cioè di elementi analoghi alle figure pur se toccano uno o più bordi della partizione.

In molti casi una, o più, delle partizioni individuate può essere a sua volta costituita da ulteriori partizioni di livello inferiore.
  • 5°: analisi della partizione
Nel caso in cui la partizione sia a sua volta suddivisa in due o più partizioni si dovrà procedere ad analizzarla come se si trattasse di uno scudo, per poi passare all'esame delle nuove partizioni individuate. In ogni caso si dovrà arrivare, al termine del percorso, ad esaminare una partizione non ulteriormente suddivisa.
L'analisi della partizione elementare di base consiste nel riconoscimento dei suoi vari componenti e cioè il campo, le figure, gli elementi integrativi (capo, bordura, etc. completi delle figure che li dovessero eventualmente caricare) e le brisure, sempre che si sia in grado di individuarle con certezza.
Il primo passo consiste nell'analizzare il campo dello scudo, scegliendo uno dei casi seguenti, prescindendo dalla presenza di eventuali figure sovrapposte:
  • campo uniforme,
  • campo seminato,
  • campo pavimentato,
  • campo ripartito (detto anche alla francese campo ribattuto).
Si devono quindi aggiungere le figure araldiche presenti sullo scudo. Per prime vanno indicate le pezze araldiche, cioè quelle figure che hanno, di norma, una posizione fissa sullo scudo, e successivamente le figure araldiche, dette anche mobili, che hanno un carattere generalmente descrittivo e hanno una posizione variabile sullo scudo.
Si dovranno quindi descrivere gli elementi integrativi, indicandone le posizioni relative, la natura del loro campo e le figure presenti.
Per ultime vanno indicate le brisure presenti sulla partizione. Nel caso in cui non si sia sicuri del riconoscimento di una figura come brisura, sarà allora necessario elencarla tra le altre figure, omettendo questo passaggio.
  • 6°: considerazioni sulla individuazione del titolare dello stemma
A questo punto si può passare all'analisi degli ornamenti esteriori dello stemma indicando:
  • la corona che poggia direttamente sullo scudo
  • l'elmo completo, se del caso, della sua corona
  • il cimiero
  • i lambrecchini
  • il manto
  • i sostegni o tenenti
  • le distinzioni di dignità, collari di ordini, etc
  • gli elementi accollati allo scudo
  • il grido di guerra
  • la divisa o il motto
  • gli eventuali ulteriori elementi grafici.
L'unione della blasonatura dello stemma, che nel caso di stemmi di singoli personaggi può consentire l'individuazione della famiglia, con l'analisi degli ornamenti esteriori può portare alla individuazione del singolo componente della famiglia titolare di quella particolare arme.