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Il Bullismo

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Il Bullismo
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Cittadinanza e costituzione per le superiori 1
Avanzamento Avanzamento: lezione completa al 100%
Classico episodio di bullismo: un gruppo di individui colpisce una singola persona.

Il termine bullismo trae origine nella parola inglese bullying (to bull) che significa "usare prepotenza, maltrattare, intimidire, intimorire".

Il bullismo è una forma di oppressione fisica o psicologica attuata da una o più persone (i bulli) nei confronti di un individuo più debole, o percepito come tale, (la vittima). Il bullismo ha il suo sviluppo soprattutto nell'ambiente scolastico dove si assiste a uno sviluppo in un gruppo sociale chiuso composto dai bulli, dalle vittime e dagli altri spettatori.

Il bullismo è:

  • Intenzionale: un comportamento aggressivo compiuto volontariamente e consapevolmente.
  • Sistematico: reiterato nel tempo con una condotta disfunzionale, continuata e persistente.
  • Asimmetrico: si instaura in una relazione interpersonale fondata sulla disuguaglianza di forza e potere (fisico o psicologico) tra il bullo (che è in una posizione preminente spesso grazie anche al supporti di suoi amici) e la vittima (che è in una posizione di inferiorità che gli fa percepire impotenza a difendersi).

Inadeguatezza e insicurezza diffusa sono le conseguenze che il fenomeno genera sulla vittima, unita anche a un calo del rendimento scolastico fino all'abbandono scolastico, all'abbassamento dell'autostima, all'instaurarsi di comportamenti devianti e difficoltà relazionali.

Il bullismo è un fenomeno relazionale e dinamico, multifattoriale e multidimensionale, coinvolte oltre il bullo e la vittima anche gli spettatori, cioè altri compagni di classe o amici che non partecipano attivamente. Esso è influenzato dai modelli culturali, sociali, dai vissuti dei soggetti coinvolti, dagli stili educativi e dai modelli familiari, dalle dinamiche del gruppo e, come è ovvio, dai caratteri personali del bullo e della vittima.

Il bullismo è spesso associato ad alcuni fattori di rischio che possono comportarlo quali:

  • Le relazioni familiari.
  • Il temperamento.
  • Le caratteristiche esteriori.
  • Le difficoltà personali.
  • I disturbi specifici.
  • Le dinamiche di gruppo (nel quale si indebolisce l'identità individuale a favore di quella di gruppo e quindi un maggiore indebolimento del controllo e dell'inibizione verso le condotte negative e la conseguente riduzione della responsabilità).

Fattori invece di protezione dallo steso sono:

  • Le caratteristiche personali
  • Il temperamento.
  • Le esperienze pregresse con i rispettivi vissuti.
  • L'empatia.
  • L'affettività.
  • Le abilità cognitive.
  • L'interazione sociale.
  • Le relazioni familiari.
  • La qualità del contesto sociale e ambientale.

Se la scuola è il luogo privilegiato dove avviene il bullismo essa è anche il luogo dove poter proteggere le vittime, prevenire il bullismo e perché no fungere anche da deterrente allo stesso. La scuola infatti oltre che ruolo di apprendimento è anche un luogo di relazione sociale tra pari, i ragazzi stessi, e con le figure adulte di riferimento, gli insegnanti.

E nell'ambiente scolastico che per la prima volta si è in relazione con cioè che è al di fuori del contesto familiare e dove si svolge la creazione della propria identità. Ed è proprio in questo contesto che si crea il bullismo in modo lento e progressivo. Sta agli insegnanti il compito fondamentale di individuare i campanelli d'allarme e prevenirlo affinché non diventi vero e proprio bullismo, nonché possedere strumenti adeguati per sostenere e guidare i ragazzi coinvolti.

Una prima difficoltà è che spesso il bullismo è confuso con la normale aggressività del vivere sociale e scolastico, anche se nei casi di normale aggressività non si presentano gli elementi detti e soprattutto lo stesso è anche costruttivo per la crescita dei ragazzi.

Infine va eliminata la classica visione del bullo come "il cattivo che va soltanto punito" ma come colui che sta esprimendo una difficoltà, di qualsiasi natura essa sia. Il suo comportamento va contestualizzato e ritenuto anche come una richiesta di aiuto.

I Soggetti del bullismo

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Tre sono i soggetti che statisticamente sono sempre presenti nei diversi fenomeni di bullismo: il bullo o i bulli che sono coloro che pongono in essere le condotte aggressive, le vittima che è colui a cui è destinata la prepotenza e lo spettatore o i spettatori che sono coloro che assistono senza prendere parte attiva al fenomeno di bullismo.

Il Bullo

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Il bullo è colui che attacca e maltratta, offende, minaccia, domina, opprime, prende a schiaffi o pungi, gli danneggia cose ai più deboli verso cui non sembra provare alcun sentimento. Individua la vittima tra i compagni più fragili e mette in atto le sue prevaricazioni nei momenti e nei luoghi dove solitamente non può essere scoperto dagli adulti. Può contare a questo fino anche del supporto silente dei suoi amici e degli spettatori. Egli produce negli spettatori, in realtà, sentimenti contrastanti che vanno dalla rabbia all'ammirazione, dal timore alla tolleranza, dall'approvazione alla disapprovazione ma è il silenzio, indipendentemente dalla motivazione, a rafforzare il potere del bullo.

Due sono le categorie di bulli:

  • Il bullo dominante: Può essere caratterizzato dal fatto di avere una forza superiore rispetto alla media dei coetanei in generale e in particolare della vittima. Può essere irascibile e impulsivo e spesso ha poco controllo degli impulsi e bassa resistenza alla frustrazioni. In questo caso il bisogno di dominio, potere e autoaffermazione si attestano su livelli molto alti. Il bullo usa la violenza contro i suoi pari e gli aduli proprio per acquisire prestigio o vantaggi. Inoltre proprio il perdere la capacità di provare emozioni lo spinge a non comprendere lo stato emotivo della vittima e soprattutto alle conseguenze della sua condotta. Manca in lui il senso di colpa e questo si pone alla base come giustificazione alla vittimizzazione stessa: è la vittima stessa responsabile delle angherie subite. La popolarità del bullo alimenta la sua eccessiva autostima alternando la visione di se stesso. Dietro di esse si celano però frequentemente stati d'ansia o di insicurezza. Quando il soggetto bulla è femmina spesso il fenomeno è legato a gelosia o invidia. La bulla vittimizza soggetti che se pure apparentemente sono più deboli rappresentano per lei una minaccia, concreta o percepita, alla sua immagine di dominatrice, di "donna adulta" e di potere, in grado di gestire eventi e persone, e di decidere chi deve essere parte e chi no di un gruppo di suoi pari. Questa visione è rafforzata dalla scelta di una "corte" di coetanee disposte a rafforzare e sostenere questa sua visione iperbolica.
  • Il bullo gregario o passivo: È un sostenitore e un mero esecutore del bullo dominante. È solitamente un soggetto insicuro e con bassa autostima e scarso rendimento scolastico che agisce nel piccolo gruppo. Usa le azioni violente per ottenere visibilità presso i coetanei colmando la sua scarsa popolarità.

La Vittima

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La vittima è colui che subisce l'atto di bullismo. Può essere fragile, avere un basso livello di autostima o un'opinione negativa di sé stesso e spesso possiede caratteristiche caratteriali di timidezza, introversione, insicurezza o caratteristiche fisiche considerate come "difetti" o tratti che si discostano dalla maggioranza dei suoi coetanei. Il bullo, spesso, individua la sua vittima proprio attraverso la presenza di queste particolarità facendolo arrivare, nel peggiore dei casi, a sentirsi come "diverso", "sbagliato", oppure a percepire sintomi psicosomatici che fanno percepire il contesto scolastico come minaccioso e pericoloso. Solitamente è la vittima colei che riceve il danno mentale peggiore essendo il soggetto più vessato dal fenomeno del bullismo. Non per questo però va ritenuto come il più bisognoso di aiuto.

Esistono due categorie di vittima:

  • La vittima passiva o sottomessa: È generalmente un individuo fragile, timido, poco propenso a richiedere l'aiuto degli altri, caratterizzato spesso da scarsa autostima e da un'immagine negativa di sé e delle proprie competenze. È proprio questa vulnerabilità a farlo individuare dal bullo come soggetto adatto da vittimizzare. Questo tipo di vittima è come se fosse bloccato sia nel difendere e reagire al fenomeno del bullismo sia nel chiedere aiuto ad altri esplicitamente.
  • La vittima provocatrice: È un soggetto che con i propri comportamenti sollecita e orienta verso sé stesso le condotte dei bulli. Sono soggetti, prevalentemente di sesso maschile, che da una parte presentano bassi livelli di autostima ma dall'altro hanno un elevato grado di ansia e di insicurezza. Spesso hanno difficoltà di concentrazione, un'attività motoria eccessiva e irrequietezza. Si presenta così la classica situazione dove c'è una vittima passiva ansiosa e il bullo aggressore ed è il primo attacca con il suo comportamento ansioso il secondo che risponde con il suo comportamento aggressivo.

Gli Spettatori

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Gli spettatori sono coloro che assistono al bullismo e che con il loro comportamento possono indirizzarlo a un diverso esito.

In base al loro comportamento si possono distinguere tre categorie di spettatori:

  • I sostenitori del bullo: Sono tutte quelle persone che con il loro comportamento rafforzano il bullo stesso. Egli infatti è rafforzato anche dall'attenzione che riceve dagli altri membri del gruppo in cui è inserito.
  • I difensori della vittima: Sono quanti difendono la vittima prestando soccorso o offrendo consolazione e aiuto. La loro capacità di opporsi all'atto di bullismo e a porre in essere atti di tutela è collegata al possesso di un elevato grado di autoefficacia sociale, cioè di saper iniziare e mantenere relazioni sociali.
  • La maggioranza silenziosa: Che è il carattere identificativo degli spettatori, cioè tutti coloro che ignorano o si astengono dal prendere parte, sia come difensori sia come sostenitori, alla situazione aggressiva. Proprio essi però rappresentano lo strumento più importante per ridurre la portata del bullismo. È l'omertà che essi hanno a legittimare e incentivare il proseguimento del comportamento prepotente del bullo. Viceversa una richiesta di aiuto a un adulto, una posizione aperta contro i fatti di bullismo e l'inserimento della vittima nel gruppo rappresentano un forte segnale nei confronti del bullo simboleggiando un segnale della sua caduta di popolarità.

Le Forme di bullismo

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Il bullismo, oltre a essere un fenomeno diffuso, può essere di varie tipologie: verbale, fisico, psicologico, sessuale e altre ancora.

Il fenomeno del bullismo può manifestarsi in forma diretta oppure in forma indiretta:

  • Il bullismo diretto: Caratterizzato dalla relazione diretta cioè da un concreto contatto tra il bullo e la vittima ed è il più facilmente percepibile essendo "tangibile". Esso è a sua volta diviso in due sottocategorie:
    • Il bullismo fisico: Caratterizzato da aggressioni e violenze fisiche come calci, spinte, pugni, colpi, ecc. nonché danneggiamento di oggetti e furti di materiale scolastico. Esso è prevalentemente diffuso tra soggetti maschi e vittimizza sia maschi che femmine.
    • Il bullismo verbale: Caratterizzato da insulti, prese in giro, minacce, scherni, invettive, offese ecc....
  • Il bullismo indiretto: Si manifesta in modo sommesso e silenzioso con continui piccoli soprusi e prevaricazioni difficilmente visibili ed è riconducibile al cosiddetto bullismo psicologico, attraverso il quale il bullo colpisce e danneggia indirettamente la vittima diffamandola, isolandola ed escludendola, diffondendo pettegolezzi, calunnie e minacce velate. Esso è maggiormente diffuso tra le ragazze ed è rivolto a vittime dello stesso sesso. Esso può essere anche più dannoso in quanto mascherabile e caratterizzato da connotazioni sottili e subdole causando alla vittima un senso di impotenza amplificato. In questa categoria, negli ultimi anni, si aggiunge il bullismo virtuale, ovvero il cyberbullismo, cioè il bullismo attuato online.

Il Cyberbullismo

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Il cyberbullismo (ossia bullismo online) è una forma di disagio relazionale, di prevaricazione e di sopruso perpetrata tramite i nuovi mezzi di comunicazione come l'email, gli SMS, i blog, i telefoni cellulari e il web in generale. Non vi è dunque violenza o coercizione fisica. Esso può essere anche di gruppo, nella comunità online, e di solito le vittime privilegiate per questa forma sono le ragazze più che i ragazzi e spesso con messaggi con contenuto ad allusioni sessuali. Solitamente chi compie questo bullismo agisce in anonimato ma talvolta invece non si preoccupa di nascondere la sua identità.

L'uso dei mezzi elettronici conferisce a questo bullo delle caratteristiche proprie differenti da quelle del bullismo tradizionale:

  • Anonimato del molestatore: Esso è un anonimato che è in realtà illusorio lasciando ogni comunicazione elettronica delle tracce. Ma la vittima difficilmente risale da sola all'autore delle molestie.
  • Difficile reperibilità: Se esso avviene via SMS o mail o in un forum online privato, per esempio, è più difficile reperirlo e rimediarvi.
  • Indebolimento delle remore etiche: Anonimato e Difficile reperibilità, unite con la possibilità di essere "un'altra persona" online (vedi i giochi di ruolo), possono indebolire le remore etiche. Spesso online si dicono cose e si fanno cose che non si direbbero o non si farebbero nella vita reale.
  • Assenza di limiti spaziotemporali: Mentre il bullismo tradizionale avviene di solito in luoghi e momenti specifici (per esempio nel contesto scolastico), il cyberbullismo investe la vittima ogni volta che si collega al mezzo elettronico utilizzato dal cyberbullo.

Dalle ricerche emerge che seppure è ancora poco diffuso rispetto al bullismo tradizione esso è comunque in costante e preoccupante aumento di pari passo all'enorme sviluppo e diffusione delle nuove tecnologie.

Le conseguenze psicologiche e le ripercussioni del fenomeno sono simili a quelle del bullismo tradizionale. Ci può quindi essere un intenso livello soggettivo di sofferenza che va a minare l'area individuale e relazionale della vittima con conseguenze gravi sull'autostima, la capacità socio affettive, sul senso di autosufficienza, sull'identità personale. Ci possono essere anche difficoltà scolastiche, ansia, depressione e, nei casi più estremi, idee suicide.

È pensabile che le conseguenze possono essere anche maggiori vista la forza mediatica di messaggi, foto e video trasmessi online e sul telefono cellulare. È importante quindi che la famiglia e la scuola prevengano tali fenomeni, per evitare di dover affrontare aspetti ben più complessi e problematici, attraverso una buona informazione e comunicazione. Esse possono essere molto utili infatti spesso è la disinformazione e la politica del silenzio e la convinzione erronea di non poter denunciare i fatti a far si che gli aggressori agiscano spinti dalla possibilità di non uscire allo scoperto e le vittime subiscano provando vergogna e sentendosi sbagliate.

Questo innesca un pericoloso circolo vizioso che tende a perpetuarsi con il contributo di tutti gli attori sociali.

Per difendersi dal cyberbullismo può essere utile:

  • Cambiare indirizzo di posta elettronica e non frequentare più, o per un po', siti e chat in cui opera il cyberbullo.
  • Non dare corda al persecutore: Non bisogna supplicarlo di smettere, rispondergli per le rime o mostrarsi arrabbiati perché ciò, alle volte, non fa altro che aumentare il suo interesse.
  • Si può inviare un unico messaggio con scritto che si è informato i genitori ed è stata sporta denuncia alla Polizia.
  • Se i fatti sono prolungati e gravi bisogna contattare la Polizia Postale e delle Comunicazioni o i Carabinieri.
  • Segnalare il cyberbullo ai moderatori delle chat e dei forum o ai proprietari di blog e siti internet. Nelle comunità virtuali si può contattare il webmaster.

Naturalmente parlare con i genitori o con un adulto di riferimento precede tutte queste azioni.

Dal punto di vista psicoeducativo gli aspetti su cui poter lavorare sono:

  • La comunicazione: Promuovere attività sulla comunicazione che è alla base delle dinamiche relazionali via media aiuta tutti a prendere consapevolezza sul significato e la responsabilità che comporta l'espressione di un messaggio.
  • I bisogni: Alla base delle nostre azioni ci sono i bisogni. Occorrerebbe riflettere sui bisogni non colmati sia del cyberbullo che della vittima.
  • L'educazione affettiva: L'educazione ai valori del rispetto, dell'identità e delle differenze, della stima e dell'autostima, delle emozioni e del loro riconoscimento.

Cosa non è il bullismo?

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Non tutti gli atti aggressivi tra i bambini e tra gli adolescenti sono bullismo. In esso, infatti, non rientrano quelle condotte che, sebbene aggressive, sono invece riconducibili a reati, comportamenti "quasi-aggressivi" e svariate forme di disagio.

Tra i reati rientrano alcuni anche particolarmente grave come minacce, violenza privata, furto e istigazione al furto, rissa, lesioni gravi, tentato omicidio, stalking, diffamazione a mezzo informativo, molestia, abuso.

I comportamenti "quasi aggressivi" sono tutti quegli atti giocosi o goliardici o di presa in giro in cui c'è una parità di posizione tra i due attori, una assenza di intenzionalità di provocare l'altro e l'estemporaneità della condotta messa in atto. Manca in sostanza la rigidità di ruoli e la volontà intenzionale di danneggiare l'altro o fargli male.

Le forme di disagio sono invece tutte quelle manifestazioni psicologiche di tipo comportamentale, relazionale e affettivo che risultano inadeguate o disfunzionali rispetto al contesto in cui hanno luogo ciò rendendole quindi inappropriate o dannose nei confronti degli altri.

Bisogna distinguere il bullismo anche dai più comuni e tradizionali comportamenti tipici di bambini e ragazzi.

Lo scherzo è solo un evento divertente, che non ha l'intenzione di ferire l'altro e ammette anche una reciprocità cioè una inversione di ruoli tra la vittima e il carnefice.

Il litigio è un dissidio occasionale che può nascere intorno a un'incomprensione, a una differenza, a una competizione, ma non è ripetuto nel tempo. Due persone possono litigare anche molto aspramente ma poi chiarirsi, tornare a rapportarsi in modo sereno oppure constatare l'esistenza di divergenze di pensiero e/o comportamento.

Come intervenire?

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Manifesto di una Campagna Inglese contro il bullismo.

In Italia i progetti di contrasto al bullismo hanno avuto un carattere prevalentemente locale cioè sono stati messi in atto da singole scuole o realtà territoriali. Manca allo stato attuale un opera di contrasto su larga scala come c'è in altri Paesi europei e occidentali.

Molte sono le soluzioni di intervento per contrastare il fenomeno di bullismo. Guardando i progetti realizzati in Italia e in Europa negli ultimi anni si possono distinguere quattro livelli ognuno con una diversa azione e strategia e con i propri punti di forza e di debolezza e con i propri limiti di applicazione, come osservato da Menesini nel 2000:

  • 1° Livello: Lavoro sui singoli individui (vittime o bulli) attraverso il sostegno individuale e il supporto in classe, secondo un approccio morale (giusto-sbagliato), legale (dentro-fuori dalle regole) e umanistico (comprendere invece di punire).
  • 2° Livello: Lavoro con il gruppo classe attraverso un approccio curricolare per il potenziamento delle abilità sociali, la promozione della cooperazione e della solidarietà (es. "l'operatore amico"), la consulenza e la mediazione del conflitto tra i pari.
  • 3° Livello: Lavoro con la comunità scolastica tramite l'elaborazione di una programmazione scolastica contro le prepotenze, in collaborazione tra scuola e famiglia.
  • 4° Livello: L'intervento con la comunità locale in un'ottica di psicologia di comunità, innescando processi di ricerca-azione che approfondiscano il fenomeno in quel contesto e ne ricerchino possibili vie risolutive, nella messa in rete di tutti gli attori coinvolti.
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Di seguito sono riportati una serie di link utili a siti governativi e non dove le vittime di bullismo, e gli interessati, possono trovare supporto sia informativo che materiale:

  • http://www.smontailbullo.it/ : Sito del Ministero dell'Istruzione, Università e della Ricerca proprio sulle tematiche del bullismo e ci contrasto a esso. In esso si può trovare materiale utile e una casella di posta interna al sito stesso dove inviare le proprie segnalazioni e le proprie richieste di consiglio.
  • http://www.azzurro.it/ : Servizio, anche telefonico, offerto dal Telefono Azzurro dove si può chiedere supporto a un gruppo di esperti su tutte le tematiche connesse all'infanzia e in particolare sul bullismo.
  • https://www.bullistop.com/ : Centro nazionale contro il bullismo. Servizi gratuiti, a richiesta delle scuole, di educazione riguardo al bullismo (dalle elementari alle superiori). Servizi gratuiti di supporto legale e morale per le vittime di bullismo. Teatro di AnimAzione, un'iniziativa che vede liceali di varie età e contesti sociali collaborare su uno spettacolo teatrale sul tema di bullismo. I spettacoli vengono realizzati interamente dagli studenti partecipi di uno dei laboratori (recitazione, canto, danza, scenografia, organizzazione, trucco e costumi). Il centro si rende disponibile al pubblico sia di vittime, che di bulli, che di spettatori per divulgare la conoscenza sul tema di bullismo e il supporto di cui molte persone hanno bisogno.

La Lezione si base su una rielaborazione del materiale completamente reperito sul Sito Governativo http://www.smontailbullo.it/ . I diritti delle ricerche sono completamente degli autori del sito citato.