Configurazione (batteria)

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Configurazione (batteria)
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Batteria
Avanzamento Avanzamento: lezione completa al 100%

La batteria è uno strumento musicale altamente configurabile e personalizzabile perché è composto appunto da una batteria di tamburi tutti innestabili e intercambiabili, con la possibilità di inserire nel proprio set altre percussioni a seconda dei suoni che si vogliono ottenere. Seguono alcuni esempi di configurazioni.

Doppia cassa e doppio pedale[modifica]

Alcuni batteristi aggiungono una seconda grancassa (il primo fu Louis Bellson), suonate con entrambi i piedi per avere un suono più corposo nei bassi. Utilizzata in principio per rinforzare i contrabbassi nei gruppi swing statunitensi, o per sostituirli interamente, la doppia cassa (cosiddetta in gergo) è oggi molto usata nella musica rock/metal. Anche alcuni batteristi fusion ne fanno uso, per esempio Billy Cobham, Dave Weckl o Terry Lyne Carrington. Questi ultimi usano però una grancassa supplementare di diametro inferiore a quella principale, per avere su quest'ultima un suono differente.

Una variante comoda (e più economica) della doppia cassa è il cosiddetto doppio pedale[1]; che è un pedale per grancassa supplementare, collegato al pedale principale (che ha due battenti) con una prolunga che unisce gli assi di rotazione dei battenti; permette di suonare sulla stessa grancassa come se si suonasse con due grancasse. Esistono batteristi che nel proprio set includono tre o quattro grancasse.

Pedali "remote"[modifica]

Esistono particolari pedali che consentono di pilotare dispositivi (hi-hat, campanacci) ad essi collegati tramite un cavo coassiale snodabile e pieghevole; in questo modo si elimina la dipendenza di una percussione dalla sua classica asta permettendo così al batterista di sperimentare nuove soluzioni ritmiche e sonore.

Percussioni aggiuntive[modifica]

Un numero sempre crescente di batteristi aggiunge, al proprio strumento, ulteriori strumenti a percussione: dei tom supplementari, altri piatti, gong, campane tubolari, octoban, rototom, timbales, timpani sinfonici, tamburelli, woodblock, campanacci, djembe, pad elettronici[2] e, qualche volta, anche un hammered dulcimer[3]. Alcuni batteristi come Neil Peart, Terry Bozzio, Mike Portnoy, Jonathan Moffett, Carl Palmer, Airto Moreira e molti altri, hanno composto batterie molto ricche di tamburi ed altre percussioni, anche ricavate da oggetti comuni, che includevano anche una serie di tom-tom accordati con intervalli di semitoni, ottenendo la possibilità di contribuire melodicamente alla musica, non solo ritmicamente.

Mode e tendenze sulla batteria[modifica]

Alcuni batteristi inventano dei nuovi modi di suonare, altri traggono il loro personale modo di suonare da una particolare predisposizione del set di strumenti. Un esempio è quello di Carl Palmer (ELP), uno dei primi batteristi ad aggiungere alla batteria percussioni sia etniche che sinfoniche. Oggi sono molti i batteristi che hanno intrapreso e, tuttora, stanno intraprendendo un cammino che esulta dal "batterismo" tradizionale. Infatti si tende, progressivamente, a non considerare più il batterista solo colui che deve "tenere il tempo" o "essere in grado di prodursi in esibizioni funamboliche", ma si sta sviluppando una forma di arte percussiva, sinora di nicchia, in cui batteria e percussioni diventano mezzi grazie a cui l'artista si esprime pienamente, anche senza altri strumenti musicali, producendo sonorità personali e particolari: maestri di questa tendenza sono i batteristi Pierre Favre e Michele Rabbia.

Note[modifica]

  1. Usato anche dal batterista Giancarlo Golzi (Matia Bazar) nel periodo 1980/'81, ricordato per il singolo Italian sinfonia/Non mi fermare e l'album Il tempo del sole.
  2. Che riproducono suoni campionati o altri strumenti della vasta collezione di accessori.
  3. Strumento cordofono a percussione, usato dal batterista Carl Palmer (ELP) nel brano Still... You Turn Me On.

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