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La nascita e i primi anni del cinema

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La nascita e i primi anni del cinema
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Storia e critica del cinema

Il cinema delle origini

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'La sortie des usines Lumière'

Non esiste una data della nascita del cinema, però è convenzionalmente riconosciuta, è il 28 dicembre 1895, quando i fratelli Lumière proiettano per la prima volta in pubblico il loro primo cortometraggio intitolato La sortie des usines Lumière: l'unica inquadratura che lo compone ritrae degli operai che escono dalla fabbrica di materiali fotografici Lumière, appunto, ed è l'esempio essenziale degli elementi del cinema primitivo: immagini di soggetti in movimento in un contesto reale.Questo nuovo mezzo d'intrattenimento offre alle masse popolari uno spettacolo economico, più semplice da portare in giro rispetto alle produzioni teatrali, nuovo rispetto ai precedenti mezzi artistici, come libri fotografici o lanterne magiche, che raffigurano immagini statiche o movimenti stilizzati.

L'invenzione del cinema

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La prima regola da comprendere per realizzare un mezzo complesso come il cinema è quella secondo cui l'occhio umano percepisce il movimento quando guarda una serie di immagini in successione ad una velocità di almeno 16 fotogrammi al secondo. A seguito di questa constatazione, si commercializzano vari dispositivi in grado di simulare il movimento: nel 1832 Joseph Plateau e Simon Stampfer, fisico belga il primo e professore di geometria austriaco il secondo inventano il fenachistoscopio

Fenachistoscopio

separatamente l'uno dall'altro; nel 1833 William George Horner inventa invece lo zootropio, e nel 1877 Émile Reynaud costruisce il prassinoscopio. Tali strumenti si basano sulla ripetizione di un solo movimento, dato che sono principalmente composti da una serie di figure disegnate su un disco o una striscia di carta, che gira dietro un disco o all'interno di un cilindro forato: guardando nei buchi si ha l'illusione del movimento, che si ripete di continuo.

Un secondo requisito fondamentale che soggiace all'esistenza del cinema è la possibilità di proiettare le immagini su una superficie: le lanterne magiche non permetto una riproduzione tanto veloce da creare l'illusione del movimento.In terzo luogo, dev'essere possibile riprendere le immagini in rapida successione, prima di proiettarle: la prima fotografia è realizzata da Joseph Nicéphore Niépce su una lastra di vetro, ma l'esposizione dura circa 8 ore. Il primo negativo su carta, invece, è introdotto nel 1839 da William Henry Talbot, ma i tempi di esposizione non riescono ancora a ridursi a frazioni di secondo. La quarta condizione richiede che le immagini siano impressionate su una base flessibile, che possa scorrere velocemente in una macchina da presa e un proiettore: il vetro non è adatto a questo compito. George Eastman, quindi, nel 1888 inventa un apparecchio che impressiona rulli di carta sensibile e che semplifica radicalmente la fotografia, permettendone la diffusione su larga scala: la macchina fotografica Kodak.

L'ultimo ostacolo da superare, infine, consiste nell'escogitare un meccanismo intermittente che permetta alla pellicola di scorrere a scatti, perché se le immagini fossero state proiettate senza interruzioni, sarebbero risultate confuse. Non è solo il cinema, però, che ha bisogno di un simile dispositivo: anche la macchina per cucire, inventata nel 1846, ferma il tessuto molte volte al secondo per permettere all'ago di forarlo.

Studio di Muybridge sul movimento

Alcuni inventori che si dedicano all'analisi del movimento danno anch'essi il loro contributo allo sviluppo del cinema: Eadweard Muybridge, durante uno studio per analizzare la corsa dei cavalli, posiziona 12 macchine fotografiche - ciascuna con il tempo di esposizione di 1/1000 s - in fila; costruisce poi una lanterna magica in cui proiettare delle copie delle sue immagini. Questo lavoro ispira il fisiologo francese Étienne-Jules Marey, il quale studia i movimenti veloci degli animali e riesce a immortalarne le fasi grazie al fucile fotografico, che impressiona in un secondo 12 fotogrammi posti intorno a un disco di vetro. Un altro francese, Augustine Le Prince, riesce quasi ad inventare il cinema quando nel 1888 realizza un breve film alla velocità di 16 fotogrami/secondo con il rullo di carta Kodak. Tuttavia, manca di un supporto flessibile e trasparente per proiettare queste immagini, e la sua macchina non influenza la futura storia del cinema perché non è sfruttata commercialmente.

Nuove invenzioni negli USA

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Vista interna di un kinetoscopio

Dopo aver osservato il cronofotografo di Marey, Thomas Alva Edison e W.K.L. Dickson brevettano il kinefotografo e il kinetoscopio, apparecchio – quest'ultimo – all'interno del quale la pellicola flessibile scorre su dei cilindri: è un passo storico per la storia del cinema come mezzo tecnico perché Dickson inventa il formato 35 mm, tutt'ora usato. Egli, infatti, taglia le strisce kodak in nastri di circa 35mm con quattro fori ai lati di ogni fotogramma, in modo che una ruota dentata possa trascinare la pellicola attraverso la macchina da presa e il kinetoscopio. La velocità con cui impressionano inizialmente la pellicola è però di 46 fotogrammi al secondo, molto maggiore di quella adottata successivamente dal cinema muto.

Edison e Dickson hanno bisogno di un repertorio di film e spettacoli per trarre profitto dalla loro invenzione: costruiscono così il primo teatro di posa che chiamano Black Maria. I film che realizzano durano però solo 20 secondi, e non possono che mostrare brevi estratti di incontri di boxe o varietà sportivi e comici; sono mostrati in locali a cui Edison affitta il kinetoscopio, che riscuote un grande successo economico finché non nasce la proiezione su schermo. Un altro sistema per girare e proiettare film è quello di Max ed Emil Skladanowsky ed è chiamato bioskop; è però molto ingombrante e viene presto abbandonato.

Il cinematografo

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File:Edison black mariabis.jpg
Il teatro di posa Black Maria

Il metodo di proiezione che rende il cinema un successo commerciale internazionale è il cinematografo, che, come detto, i fratelli Lumière inventano; quest'apparecchio riprende su una pellicola da 35 mm e, se posto davanti a una lanterna magica, funge anche da proiettore. I Lumière stabiliscono anche la velocità di 16 fotogrammi al secondo, che resta lo standard per circa 25 anni. Il 28 dicembre 1895, insieme con La sortie des usines lumiere, vengono trasmessi altri 10 corti tra cui il celeberrimo Arroseur et arrosé e l'altrettanto famoso L'Arrivèe d'un train en gare de La Ciotat. Un analogo processo di invenzione si sviluppa anche in Inghilterra: Robert W. Paul, fabbricante di materiali fotografici, costruisce dei kinetoscopi su richiesta di Edison e li vende liberamente nel suo paese, dato che il brevetto dello stesso Edison non era stato esportato dagli Stati Uniti. Nel 1895, Paul realizza con Birt Acres un apparecchio basato sul modello di Marey, e nel 1896 quest'ultimo mostra alla Royal Photographic Society alcuni dei suoi film, tra cui Rough sea at Dover: uno tra i più famosi film del cinema primitivo.

Interessante è un resoconto di tale spettacolo:

«L'effetto più stupefacente, quello che strappò gli applausi ai membri della Royal, generalmente pacati, fu la riproduzione di un numero di onde che si infrangevano sulla riva, che si increspavano contro un molo, e si rompevano in nuvole di spruzzi bianchi come la neve che sembravano nascere dallo schermo».[1]

Nello stesso periodo, gli imprenditori Francis C. Jenkins e Thomas Armat presentano il loro proiettore phantoscope a un'esposizione commerciale di Atlanta (1895), ma la scarsa affluenza di pubblico li spinge a migliorare il loro prodotto, che viene anche rinominato vitascope e introdotto sul mercato come vitascope di Edison, per motivi pubblicitari. Un'altra importante invenzione per il cinema americano nasce dal mutoscope di Herman Casler del 1904, simile a un peepshow, che funziona attraverso un congegno di fotografie rotanti azionato da una manovella. Qualche anno prima, nel 1896, Casler ha infatti fondato con Dickson l'American Mutoscope Company: sviluppano macchine da prese e proiettori che producono immagini più nitide perché impresse su una pellicola da 70 mm, un formato doppio di quello classico.

Note

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  1. Cfr. “The Photogram”, in John Barnes, The beginning of the cinema in England, Barnes & Noble, New York, 1976