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La terza declinazione dei sostantivi greci (superiori)

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La terza declinazione dei sostantivi greci (superiori)
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Grammatica greca per le superiori 2
Avanzamento Avanzamento: lezione completa al 100%

La terza declinazione dei sostantivi comprende nomi di genere maschile, femminile e neutro col tema in:

  • Consonante:
    • muta:
      • gutturale (κ, γ, χ).
      • labiale (π, β, φ).
      • dentale (τ, δ, θ).
    • sonora:
      • nasale (ν).
      • liquida (λ, ρ).
      • sibilante (ς).
  • vocale debole (ι, υ).
  • dittongo (ευ, αυ, ου).
  • οj, οϝ.

Il tema si ottiene togliendo alla desinenza del genitivo (-ος) come in latino. Per ogni tema esiste un proprio paradigma, ma essi divergono solo nei casi in cui l'incontro fra elemento finale del tema e desinenza determini fenomeni fonetici particolari (cioè nel nominativo singolare, il vocativo singolare e il dativo plurale).

Prospetto delle desinenze

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Maschile e femminile

Singolare Duale Plurale
-ς* -ες
-ος -οιν -ων
-οιν -σι
-ν/-α** -ας
come Nom./puro tema*** -ες

Neutro

Singolare Duale Plurale
puro tema***
-ος -οιν -ων
-οιν -σι
come Nom.
come Nom.
  • = in alternativa può avvenire anche l'allungamento della vocale dell'ultima sillaba del tema, per alternanza quantitativa.
    • = -ν vale per i temi in vocale e per il tema in dentale χάρις che ha, oltre al regolare χάριτα, l'accusativo χάριν, -α per quelli in consonante.
      • = Il puro tema si ottiene semplicemente privando il genitivo singolare della desinenza -ος.

Si noti inoltre che i nomi neutri hanno le stesse forme nei casi retti di tutti i numeri.

L'accentazione

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Per quanto riguarda l'accentazione anche i nomi in terza mantengono la posizione e la qualità dell'accento del nominativo singolare, finché lo permette la legge dell'accentazione. Tuttavia per i sostantivi monosillabi vale la regola che nei casi retti essi mantengono l'accento sulla sillaba del tema, nei casi obliqui lo spostano sulla desinenza (acuto, se questa è breve; circonflesso, se è lunga).

Fanno eccezione alcuni nomi, quali δᾴς, δᾳδός, "torcia"; δμώς, -ωός, "prigioniero, servitore"; θώς, θωός, "animale feroce, sciacallo"; οὖς, ὠτός, "orecchio"; παῖς, παιδός, "fanciullo"; σής, σεός, "tarlo"; τρώς, τρωός, "troiano"; φῶς, φωτός, "luce" (da non confondere con φώς, φωτός, "uomo" in poesia); φῷς, φῳδός, "bruciatura".

Temi in consonante muta

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Temi in gutturale (κ, γ, χ) e in labiale (π, β, φ)

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I sostantivi con tema gutturale o labiale sono maschili o femminili. Per la loro declinazione si applica la regola fonetica per cui:

  • gutturale + ς si fondono nella doppia ξ.
  • labiale + ς si fondono nella doppia ψ.

I temi gutturale e labiale hanno:

  • nominativo singolare: sigmatico (in ξ o ψ).
  • vocativo singolare: uguale al nominativo.
  • dativo plurale: in -ξι e in -ψι

Tema in gutturale

Singolare Duale Plurale
ἡ φλόξ τὰ φλόγε αἱ φλόγες
τῆς φλογός ταῖν φλογοῖν τῶν φλογῶν
τῇ φλογί ταῖν φλογοῖν ταῖς φλοξί(ν)
τὴν φλόγα τὰ φλόγε τὰς φλόγας
ὦ φλόξ ὦ φλόγε ὦ φλόγες

Tema in labiale

Singolare Duale Plurale
ἡ φλέψ τὰ φλέβε αἱ φλέβες
τῆς φλεβός ταῖν φλεβοῖν τῶν φλεβῶν
τῇ φλεβί ταῖν φλεβοῖν ταῖς φλεψί
τὴν φλέβα τὰ φλέβε τὰς φλέβας
ὦ φλέψ ὦ φλέβε ὦ φλέβες

Osservazioni ed eccezioni sono:

  1. θρίξ "pelo" ha il tema θριχ-, con due aspirate. Per la legge di Grassmann, nei casi in cui compare χ il θ passa alla tenue τ (τριχός, τριχί, τρίχες ecc.), mentre rimane θ al nominativo singolare e al dativo plurale dove χ viene assorbita da ξ (θρίξ, θριξίν).
  2. i sostantivi uscenti al nominativo singolare in -γξ hanno il tema in -γγ-. Solo ὁ/ἡ λύγξ, λυγκός "lince" ha il tema in -γκ- (da non confondere con ἡ λύγξ, λυγγός, "singhiozzo").
  3. la vocale dell'ultima sillaba del tema resta di regola invariata. Soltanto in pochi nomi subisce un allungamento nel nominativo e vocativo singolare, come in ἡ ἀλώπηξ, ἀλώπεκος "volpe", o un abbreviamento, come in ὁ κῆρῠξ, κήρῡκος "araldo".

La declinazione ora esposta per i sostantivi è analoga anche per gli aggettivi con tema in gutturale e labiale.

Temi in dentale (τ, δ, θ)

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I temi in dentale possono uscire:

  • in dentale semplice (τ, δ, θ).
  • in -ντ-.

Temi in dentale semplice (τ, δ, θ)

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I temi in dentale semplice possono essere maschili, femminili e neutri. Per la loro declinazione si attua la regola fonetica per la quale dentale davanti a sigma cade senza lasciare traccia. I temi in dentale semplice hanno:

  • nominativo singolare: per il maschile e il femminile sigmatico mentre per il neutro asigmatico (con la caduta della dentale finale).
  • vocativo singolare: uguale al nominativo.
  • dativo plurale: in -σι (con caduta della dentale del tema).
Singolare Duale Plurale
ὁ ἔρως τὼ ἔρωτε οἱ ἔρωτες
τοῦ ἔρωτος τοῖν ἐρώτοιν τῶν ἐρώτων
τῷ ἔρωτι τοῖν ἐρώτοιν τοῖς ἔρωσι(ν)
τὸν ἔρωτα τὼ ἔρωτε τοὺς ἔρωτας
ὦ ἔρως ὦ ἔρωτε ὦ ἔρωτες

Alcune particolarità ed eccezioni sono:

  • il nominativo dei sostantivi neutri consiste nel loro puro tema. Di conseguenza dovrebbero terminare in dentale ma, dato che nessuna parola greca può finire con una dentale, questa cade. Un esempio è τὸ βούλευμα, -ατος, "decisione", il cui puro tema è essere βούλευματ ma, data l'impossibilità di una τ (dentale) a fine parola, essa cade.

Si cita come esempio la declinazione del termine τὸ σῶμα, -ατος, "corpo".

Singolare Duale Plurale
τὸ σῶμα τὼ σώματε τὰ σώματα
τοῦ σώματος τοῖν σωμάτοιν τῶν σωμάτων
τῷ σώματι τοῖν σωμάτοιν τοῖς σώμασι
τὸ σῶμα τὼ σώματε τὰ σώματα
vocativo=no
  • il sostantivo ὁ/ἡ παῖς, παιδός "fanciullo" al genitivo plurale ha l'accento ritratto pur essendo monosillabico, mentre il vocativo singolare è semplicemente παῖ.
  • il sostantivo τὸ οὖς, ὠτός "orecchio" presenta ου solamente al nominativo singolare, e prosegue la declinazione con ω.
  • il ὁ πούς, ποδός "piede, zampa" presenta ου solamente al nominativo singolare e prosegue la declinazione con ο.
  • nei sostantivi ὁ ἄναξ, ἄνακτος "signore, padrone, re" e ἡ νύξ, νυκτός "notte" al nominativo singolare l'incontro con l'uscita -ς ha fatto cadere la dentale del gruppo -κτ- e la gutturale si è poi unita al sigma in ξ.
  • Presentano uscite particolari ai casi retti del singolare i sostantivi neutri γόνυ, γόνατος "ginocchio", δόρυ, δόρατος "lancia", ἧπαρ, ἥπατος "fegato", ὄναρ, ὀνείρατος "sogno", ὕδωρ, ὕδατος "acqua" e φρέαρ, φρέατος "pozzo".

Temi in -ντ-

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I temi in -ντ- comprendono sostantivi (in -αντ-, -οντ-), aggettivi (in -εντ-) e participi (in -οντ-, -αντ- e -εντ-).

I sostantivi sono quasi tutti maschili e raramente oltre che in -αντ-, -οντ- possono uscire anche in -ιντ-, -υντ-. Per la loro declinazione si attua la tegola fonetica per cui davanti a sigma il gruppo -ντ- cade e si allunga la vocale per compenso (ᾰ > ᾱ; ε > ει; ο > ου; ῐ > ῑ; ῠ > ῡ). I temi in -ντ- hanno:

  • nominativo singolare:
    • per i temi in -αντ- è sigmatico con allungamento di compenso della vocale tematica.
    • per i temi in -οντ- è per la maggioranza asigmatica con allungamento organico della vocale tematica.
  • vocativo singolare:
    • per i temi in -αντ- è uguale al puro tema.
    • per i temi in -οντ- è uguale al puro tema se il nominativo è baritono, se invece è ossitono è uguale al nominativo.
  • dativo plurale: è in -σι con allungamento di compenso della vocale tematica per la caduta di -ντ-.

Per questi temi, basti l'esempio di ὁ γίγας "gigante", e ὁ λέων "leone".

Singolare Duale Plurale
ὁ γίγας τὼ γίγαντε οἱ γίγαντες
τοῦ γίγαντος τοῖν γιγάντοιν τῶν γιγάντων
τῷ γίγαντι τοῖν γιγάντοιν τοῖς γίγασι
τὸν γίγαντα τὼ γίγαντε τοὺς γίγαντας
ὦ γίγαν ὦ γίγαντε ὦ γίγαντες
Singolare Duale Plurale
ὁ λέων τὼ λέοντε οἱ λέοντες
τοῦ λέοντος τοῖν λεόντοιν τῶν λεόντων
τῷ λέοντι τοῖν λεόντοιν τοῖς λέουσι
τὸν λέοντα τὼ λέοντε τοὺς λέοντας
ὦ λέον ὦ λέοντε ὦ λέοντες

Alcune osservazioni ed eccezioni sono:

  1. alcuni temi in -αντ- al vocativo singolare lasciano cadere la ν ed escono in -ᾱ.
  2. il tema ὀδοντ- al nominativo singolare presenta, accanto alla forma sigmatica ὀδούς, anche quella asigmatica più antica ὀδών.

Tema in consonante nasale e liquida

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Temi in nasale (ν)

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I temi in ν comprendono sostantivi di genere maschile e femminile. Per la loro declinazione si applica la regola fonetica per cui ν davanti a sigma cade senza lasciare traccia.

I temi in ν (αν, εν, ον; pochi in ιν, υν) hanno:

  • nominativo singolare:
    • i temi in αν, εν, ον è Asigmatico con l'allungamento organico della voce tematica.
    • i temi in ιν, υν è sigmatica con caduta di ν davanti a -ς.
  • vocativo singolare: è uguale al puro tema se il nominativo è baritono mentre se è ossitono sono uguale al nominativo.
  • dativo plurale: in -σι con caduta della ν davanti alla desinenza.

Di seguito sono declinati alcuni sostantivi. Il primo è un maschile ossitono, ἡγεμών, -όνος "comandante, condottiero"

Singolare Duale Plurale
ὁ ἡγεμών τὼ ἡγεμόνε οἱ ἡγεμόνες
τοῦ ἡγεμόνος τοῖν ἡγεμόνοιν τῶν ἡγεμόνων
τῷ ἡγεμόνι τοῖν ἡγεμόνοιν τοῖς ἡγεμόσι(ν)
τὸν ἡγεμόνα τὼ ἡγεμόνε τοὺς ἡγεμόνας
vocativo
-
-

Sotto il sostantivo maschile baritono δαίμων, -ονος "demone[1], divinità"

Singolare Duale Plurale
ὁ δαίμων τὼ δαίμονε οἱ δαίμονες
τοῦ δαίμονος τοῖν δαιμόνοιν τῶν δαιμόνων
τῷ δαίμονι τοῖν δαιμόνοιν τοῖς δαίμοσι(ν)
τὸν δαίμονα τὼ δαίμονε τοὺς δαίμονας
ὦ δαῖμον ὦ δαίμονε ὦ δαίμονες

Alcune osservazioni ed eccezioni sono:

  1. i nomi propri uscenti in -ων, -ονος ritraggono l'accento nel vocativo singolare ma la ritrazione non avviene in quelli uscenti in -φρων.
  2. i temi Ἀπολλων- e Ποσειδων- (nominativo: Ἀπόλλων e Ποσειδῶν), nell'accusativo singolare, accanto alla forma regolare in -α, ne presentano una contratta (dopo la caduta del ν intervocalico): Ἀπόλλωνα - Ἀπόλλω, Ποσειδῶνα - Ποσειδῶ; nel vocativo ritraggono l'accento, abbreviando la vocale finale del tema: ὦ Ἂπολλον, ὦ Πόσειδον.

Gli aggettivi col tema ν presentano una medesima declinazione.

Temi in liquida (λ, ρ)

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Esiste un solo tema in λ ed è il sostantivo ἅλς, ἁλός "sale", "mare" (al plurale "facezie") che ha il nominativo singolare sigmatico e il vocativo uguale al nominativo. I temi in ρ sono invece molti e sono di genere maschile, femminile e neutro. Per la loro declinazione va ricordato che le consonanti liquide λ e ρ restano invariate davanti a sigma. I temi in ρ hanno:

  • nominativo singolare: asigmatico con l'allungamento organico della vocale tematica nei maschili e femminili.
  • vocativo singolare: uguale al tema puro.
  • dativo plurale: in -σι (λ e ρ inalterati).

Le declinazione di ἅλς, ἁλός:

Singolare Duale Plurale
ὁ ἁλς
-
οἱ ἅλες
τοῦ ἁλός
-
τῶν ἁλῶν
τῷ ἁλί
-
τοῖς ἅλσί(ν)
τὸν ἅλα
-
τοὺς ἅλας
ὦ ἁλς
-
ὦ ἅλες

Il primo termine è il femminile θήρ, θηρός "fiera, belva".

Singolare Duale Plurale
ἡ θήρ τὰ θῆρε αἱ θῆρες
τῆς θηρός ταῖν θηροῖν τῶν θηρῶν
τῇ θηρί ταῖν θηροῖν ταῖς θηρσί
τὴν θῆρα τὰ θῆρε τὰς θῆρας
vocativo
-
-

Di séguito è invece declinato il sostantivo maschile ῥήτωρ, -ορος "oratore".

Singolare Duale Plurale
ὁ ρήτωρ τὼ ρήτορε οἱ ρήτορες
τοῦ ρήτορος τοῖν ρητόροιν τῶν ρητόρων
τῷ ρήτορι τοῖν ρητόροιν τοῖς ρήτορσι
τὸν ρήτορα τὼ ρήτορε τοὺς ρήτορας
ὦ ρῆτορ ὦ ρήτορε ὦ ρήτορες

In ultimo, il sostantivo neutro ἦτορ, -ορος "cuore".

Singolare Duale Plurale
τὸ ἦτορ τὼ ἤτορε τὰ ἤτορα
τοῦ ἤτορος τοῖν ἠτόροιν τῶν ἠτόρων
τῷ ἤτορι τοῖν ἠτόροιν τοῖς ἤτορσι
τὸ ἦτορ τὼ ἤτορε τὰ ἤτορα
vocativo
-
-

Alcune osservazioni ed eccezioni sono:

  • il neutro ἔαρ, ἔαρος, "primavera", accanto alle forme regolari, al genitivo e al dativo singolare presenta anche le forme contratte ἦρος ed ἦρι (con nominativo ἦρ), proprie dell'attico antico.
  • il sostantivo maschile μάρτυς, -υρος "testimone", presenta la caduta della ρ al nominativo singolare e al dativo plurale (μάρτυσι).
  • il neutro πῦρ, πυρός "fuoco" al singolare segue la terza declinazione, mentre al plurale la seconda.
  • il femminile χείρ, χειρός "mano", perde la ι al dativo plurale e duale (χερσί, χεροῖν).

Temi in ρ con apofonia

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I temi in ρ apofonici sono caratterizzati da diversi fenomeni che comportano il mutamento delle vocale che precede l'uscita. I gradi apofonici che essi mostrano sono tre:

  • il grado zero o debole nel genitivo singolare, nel dativo singolare e nel dativo plurale, in cui la vocale scompare.
  • il grado normale o medio nell'accusativo e vocativo singolare e in tutti i casi del plurale tranne il dativo, con abbreviamento della vocale.
  • il grado forte nel nominativo singolare, dove la vocale è allungata.

Al vocativo tutti i sostantivi ritraggono l'accento.
Di séguito sono declinati due sostantivi, il maschile πατήρ, πατρός "padre" e quello femminile μήτηρ, μητρός "madre".

Singolare Duale Plurale
ὁ πατήρ τὼ πατέρε οἱ πατέρες
τοῦ πατρός τοῖν πατέροιν τῶν πατέρων
τῷ πατρί τοῖν πατέροιν τοῖς πατράσι(ν)
τὸν πατέρα τὼ πατέρε τοὺς πατέρας
ὦ πάτερ ὦ πατέρε ὦ πατέρες
Singolare Duale Plurale
ἡ μήτηρ τὰ μητέρε αἱ μητέρες
τῆς μητρός ταῖν μητέροιν τῶν μητέρων
τῇ μητρί ταῖν μητέροιν ταῖς μητράσι(ν)
τὴν μητέρα τὰ μητέρε τὰς μητέρας
ὦ μῆτερ ὦ μητέρε ὦ μητέρες

Alcune osservazioni sono:

  • il sostantivo maschile ἀνήρ, ἀνδρός "uomo, marito" mostra in tutti i casi, tranne al nominativo e vocativo singolare, il tema debole ἀνδρ-, con l'aggiunta di una δ per epentesi:
Singolare Duale Plurale
ὁ ἀνήρ τὼ ἄνδρε οἱ ἄνδρες
τοῦ ἀνδρός τοῖν ἀνδροῖν τῶν ἀνδρῶν
τῷ ἀνδρί τοῖν ἀνδροῖν τοῖς ἀνδράσι
τὸν ἄνδρα τὼ ἄνδρε τοὺς ἄνδρας
ὦ ἄνερ ὦ ἄνδρε ὦ ἄνδρες
  • il nome proprio Δημήτηρ "Demetra" ha sempre grado debole e ritrae l'accento in tutta la flessione.

Viene quindi declinato in tal modo:

Singolare
Δημήτηρ
Δήμητρος
Δήμητρι
Δήμητρα
Δήμητερ
  • il sostantivo maschile ἀστηρ, -έρος "stella, astro" ha solo il dativo apofonico (ἀστράσιν).

Temi in sibilante (σ) con elisione

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I temi in sibilante escono in -ες, -ας e -ος. Nella declinazione la sibilante compare solo quando è finale. Se invece è intervocalica essa cade senza provocare contrazione delle due vocali. Nel dativo plurale la sibilante del tema si elide davanti al sigma della desinenza, per analogia con gli altri casi.

Temi in -ες

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Sono i più numerosi e la maggior parte sono neutri. I neutri escono la nominativo singolare in -ος, cioè presentano il grado forte (ο) della vocale tematica (ε). I sostantivi maschili sono invece tutti nomi propri. Esiste poi un unico femminile che è ἡ τριήρης "trireme", che in origine era un aggettivo. Tutti i maschili hanno il nominativo singolare con la voce tematica (ε) allungata in η e il vocativo singolare uguale al tema puro, con accento ritratto.

Per un esempio di neutro sotto è illustrata la declinazione del sostantivo γένος, -ους "genere, stirpe".

Singolare Duale Plurale
τὸ γένος τὼ γένει/γένη τὰ γένη
τοῦ γένους τοῖν γενοῖν τῶν γενῶν
τῷ γένει τοῖν γενοῖν τοῖς γένεσι(ν)
τὸ γένος τὼ γένει/γένη τὰ γένη
vocativo
-
-

Per un esempio di sostantivo maschile è declinato il nome proprio Σωκράτης, -ους "Socrate".

Singolare
ὁ Σωκράτης
τοῦ Σωκράτους
τῷ Σωκράτει
ὁ Σωκράτη/Σωκράτην
ὦ Σώκρατες

L'unico sostantivo femminile τριήρης, -ρους "triremi"

Singolare Duale Plurale
ἡ τριήρης τὰ τριήρει/τριήρη αἱ τριήρεις
τῆς τριήρους ταῖν τριήροιν τῶν τριήρων
τῇ τριήρει ταῖν τριήροιν ταῖς τριήρεσι(ν)
τὴν τριήρη τὰ τριήρει/τριήρη τὰς τριήρεις
ὦ τριῆρες ὦ τριήρει/τριήρη ὦ τριήρεις

Alcune osservazioni ed eccezioni sono:

  • τριήρης al genitivo e dativo duale e nel genitivo plurale non segue le regole dell'accento nella contrazione, ma per analogia si uniforma alla declinazione normale (τριήροιν non τριηροῖν; τριήρων non τριηρῶν).
  • i maschili in -ης nell'accusativo singolare invece della forma in -η usano spesso quella in -ην per analogia al maschile della prima declinazione (Σωκράτην come πολίτην).

I nomi propri maschili in -κλεες hanno una declinazione particolare, poiché derivano da un'antica forma con ϝ.
Come dimostrazione viene declinato il nome Ἡρακλῆς, -έους "Eracle".

Singolare
Ἡρακλῆς
Ἡρακλέους
Ἡρακλεῖ
Ἡρακλέα/Ἡρακλῆ
Ἡράκλεις

Analogamente si declinano anche gli aggettivi col tema in -ος.

Temi in -ας

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Sono pochi di genere neutro che elidono il sigma intervocalico con successiva contrazione dell'α del tema con la vocale della desinenza.

Viene declinato il sostantivo κέρας, -ως/ατος "corno; ala dell'esercito"

Singolare Duale Plurale
τὸ κέρας τὼ κέρα/κέρατε τὰ κέρα/κέρατα
τοῦ κέρως/κέρατος τοῖν κερῷν/κεράτοιν τῶν κερῶν/κεράτων
τῷ κέρᾳ/κέρατι τοῖν κερῷν/κεράτοιν τοῖς κέρασι(ν)
τὸ κέρας τὼ κέρα/κέρατε τὰ κέρα/κέρατα
vocativo
-
-

Da osservare è che i sostantivi come τὸ γέρας "dono", τὸ γῆρας "vecchiaia", τὸ κρέας "carne", τὸ σέλας "splendore" si declinano, per il più, regolarment con il sigma del tema; altri invece come τὸ κέρας "corno" e τὸ τέρας "prodigio" si valgono anche di un ampliamento del tema in -ατ- seguendo il paradigma dei temi in dentale (genitivo κέρατος, τέρατος, dativo κέρατι, τέρατι, ecc.).

Temi in -ος

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Vi sono solo due sostantivi di genere Femminile che si declinano soltanto al singolare elidendo il sigma intervocalico nel genitivo, dativo e accusativo. Il nominativo singolare presenta la vocale tematica allungata in ω; il vocativo è uguale al nominativo.

È declinato ἠώς, -οῦς, "aurora, oriente".

Singolare
ἡ ἠώς
τῆς ἠοῦς
τῇ ἠοῖ
τὴν ἠῶ
ὦ ἠώς

E di αἰδώς, -οῦς, "pudore".

Singolare
ἡ αἰδώς
τῆς αἰδοῦς
τῇ αἰδοῖ
τὴν αἰδῶ
ὦ αἰδώς

L'osservazione da fare è che la forma ἡ ἠώς è ionica ed usata da Omero; la forma più comune è ἡ ἕως (metatesi quantitativa), che segue la declinazione attica: genitivo τῆς ἕω, dativo τῇ ἕῳ, accusativo τὴν ἕω.

Temi in vocale debole (ι, υ)

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I temi in ι e υ hanno:

  • nominativo singolare: è sigmatico, se maschili o femminili, asigmatico se neutro.
  • vocativo singolare: è uguale al puro tema.
  • accusativo singolare: in -ν (maschile e femminile).

Temi in ι

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I temi in ῐ breve (che sono assai numerosi e per lo più femminili) sono detti apofonici in quanto la vocale ι viene considerata come grado debole di un tema originario εj/ηj. Essi mantengono la vocale ι nei casi retti del singolare, mentre formano gli altri casi dal tema in ε/η. I temi in ῑ lunga (sono pochissimi) mantengono la vocale ι in tutta la declinazione.

Esempio di declinazione senza apofonia è il maschile/femminile οἶς, οἰός "pecora", anticamente scritto ὄϝις (si noti presenza di un ϝ intervocalico che è caduto e la somiglianza con l'ovis latino).

Singolare Duale Plurale
ὁ/ἡ οἶς τὼ/τά οἶε οἱ/αἱ οἶες
τοῦ/τῆς οἰός τοῖν/ταῖν οἰοῖν τῶν οἰῶν
τῷ/τῇ οἰΐ τοῖν/ταῖν οἰοῖν τοῖς/ταῖς οἰσί(ν)
τὸν/τὴν οἶν τὼ/τά οἶε τοὺς/τὰς οἶς
ὦ οἶ ὦ οἶε ὦ οἶες

Per un esempio di sostantivi con apofonia è riportata la declinazione del femminile πόλις, -εως "città".

Singolare Duale Plurale
ἡ πόλις τὰ πόλει/πόλη/πόλεε αἱ πόλεις
τῆς πόλεως ταῖν πολέοιν τῶν πόλεων
τῇ πόλει ταῖν πολέοιν ταῖς πόλεσι(ν)
τὴν πόλιν τὰ πόλει/πόλη/πόλεε τὰς πόλεις
ὦ πόλι τὰ πόλει/πόλη/πόλεε ὦ πόλεις

Alcune osservazioni sono che:

  1. l'uscita di -εως del genitivo singolare di πόλις si spiega se si risale all'originario tema in ηj ridotto di η dopo la caduta di jod. Da -ηος, per metatesi quantitativa, si ebbe -εως che per l'accento vale una sillaba sola (sinizesi). Su tale uscita si modellò il genitivo plurale πόλεων in cui si ripete la sinizesi.
  2. l'accusativo plurale πόλεις deriva dall'originario *πόλενς, in cui la caduta del ν davanti a sigma ha provocato l'allungamento di compenso della vocale tematica (*-ενς > -εις).
  3. si declinano solo al singolare pochi neutri in ῐ: τὸ κιννάβαρι (il cinabro); τὸ πέπερι (il pepe); τὸ σίναπι (la senape).
  4. segue i paradigma dei temi in ῑ lunga anche il sostantivo ὁ/ἡ οἶς, οἰός "pecora" che deriva da *ὀϝις, come conferma il confronto col latino ovis.

Analogamente questa declinazione vale anche per gli aggettivi con il tema in ι.

Temi in υ

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Dei temi in υ sono pochissimi in ῠ breve e molti in ῡ lunga. I temi in ῠ breve sono apofonici, in quanto la vocale ῠ è considerata come grado debole di un originario tema in εϝ/ηϝ. Essi mantengono la υ nei casi diretti del singolare, mentre formano gli altri casi dal tema in ε/η. I temi in ῡ lunga mantengono la vocale υ (lunga nei casi diretti del singolare, breve in tutto il resto della declinazione).

Per un esempio di sostantivo con apofonia è riportata la declinazione del femminile πῆχυς, -εως "braccio, gomito".

Singolare Duale Plurale
ὁ πῆχυς τὼ πήχει/πήχη/πήχεε οἱ πήχεις
τοῦ πήχεως τοῖν πηχέοιν τῶν πήχεων
τῷ πήχει τοῖν πηχέοιν τοῖς πήχεσι(ν)
τὸν πῆχυν τὼ πήχει/πήχη/πήχεε τοὺς πήχεις
ὦ πῆχυ ὦ πήχει/πήχη/πήχεε ὦ πήχεις

Per un esempio per i temi senza apofonia si declina ἰχθύς, -ύος "pesce".

Singolare Duale Plurale
ὁ ἰχθῦς τὼ ἰχθύε οἱ ἰχθύες
τοῦ ἰχθύος τοῖν ἰχθύοιν τῶν ἰχθύων
τῷ ἰχθύϊ τοῖν ἰχθύοιν τοῖς ἰχθύσι(ν)
τὸν ἰχθῦν τὼ ἰχθύε τοὺς ἰχθῦς
ὦ ἰχθύ ὦ ἰχθύε ὦ ἰχθύες

Alcune osservazioni ed eccezioni sono:

  • il maschile πρέσβυς, -υος al singolare, come aggettivo, ha il significato di "vecchio", mentre al plurale, πρέσβεις, significa "ambasciatori".
  • il maschile υἱός, -ου "figlio", della seconda declinazione, può presentarsi anche nell'antica forma υἱύς, -έως in -υ-, e possedere la declinazione propria di questo tema.
  • la parola ἰχθύς, in maiuscolo ΙΧΘΥΣ, è un acronimo dietro al simbolo cristiano del pesce, cioè: ησοῦς Χριστὸς Θεoῦ Υιὸς Σωτήρ , Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore.

Ne sono state trovate svariate testimonianze risalenti all'epoca delle persecuzione dei cristiani nell'impero romano (I-IV secolo).
Era utilizzato per nascondere il messaggio religioso, così che le autorità pagane non potessero riconoscere i fedeli cristiani.

  • il neutro δάκρυ, -υος "lacrima è attestato solo al caso nominativo plurale (δάκρυα) e al dativo plurale (δάκρυσι). Per declinarlo completamente si utilizza δακρύον, -ου, della seconda declinazione.

Analogamente anche gli aggettivi con il tema in υ si declinano così.

Temi in dittongo: -αυ-, -ευ-, -ου-

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I temi in dittongo sono in -αυ-, -ευ- e -ου-, sono tutti di genere maschile o femminile ed erano originariamente in ε/ηϝ, αϝ, οϝ In seguito il ϝ si vocalizzò in υ davanti alle desinenze che iniziavano per consonante e in fine di parola (vocativo singolare); cadde (perché intervocalico) davanti alle desinenze che iniziavano per vocale. I temi in dittongo hanno:

  • nominativo singolare: sigmatico.
  • vocativo singolare: uguale al tema.
  • accusativo singolare: in -ᾱ (-ηϝα, -ηα, -εᾱ) i temi in -ευ-, in -ν, i temi in -αυ- ed -ου-.

I sostantivi con il nominativo singolare in -εύς sono tutti maschili ed ossitoni. Accanto alla declinazione di un sostantivo in -εύς, di uno in -αῦς e di uno in -οῦς, diamo anche quella del sostantivo femminile ναῦς, che presente delle particolarità.

Temi in -αυ-

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I temi in -αυ sono esclusivamente femminili, con nominativo sigmatico.
L'accusativo singolare è in e quello plurale in , per particolari fenomeni fonetici dovuti alla scomparsa del digamma.
L'esempio di declinazione è con γραῦς, γραός "vecchia".

Singolare Duale Plurale
ἡ γραῦς τὰ γρᾶε αἱ γρᾶες
τῆς γραός ταῖν γραοῖν τῶν γραῶν
τῇ γραΐ ταῖν γραοῖν ταῖς γραυσί(ν)
τὴν γραῦν τὰ γρᾶε τὰς γραῦς
ὦ γραῦ τὰ γρᾶε ὦ γρᾶες

Alcune osservazioni ed eccezioni sono:

  • il nome ναῦς, νεώς "nave", alterna la α nei dittonghi alla ε o alla η in presenza di vocali lunghe.

È qui illustrata la sua declinazione:

Singolare Duale Plurale
ἡ ναῦς τὰ νῆε αἱ νῆες
τῆς νεώς ταῖν νεοῖν τῶν νεῶν
τῇ νηί ταῖν νεοῖν ταῖς ναυσί(ν)
τὴν ναῦν τὰ νῆε τὰς ναῦς
ὦ ναῦ τὰ νῆε ὦ νῆες

Temi in -ευ-

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I temi in -ευ sono esclusivamente maschili, con nominativo sigmatico.
Il genitivo singolare si trova espresso in -ως per metatesi quantitativa, dovuta anche ad una legge di Osthoff, la quale afferma che in un dittongo seguìto da consonante la prima vocale, se lunga, viene abbreviata.
L'accusativo singolare è in -α e quello plurale in -ας.
Come modello viene sotto utilizzato βασιλεύς, -έως "re".

Singolare Duale Plurale
ὁ βασιλεύς τὼ βασιλέε οἱ βασιλεῖς
τοῦ βασιλέως τοῖν βασιλέοιν τῶν βασιλέων
τῷ βασιλεῖ τοῖν βασιλέοιν τοῖς βασιλεῦσι(ν)
τὸν βασιλέα τοὺς βασιλέας/βασιλεῖς
ὦ βασιλεῦ ὦ βασιλέε ὦ βασιλεῖς

Alcune osservazioni ed eccezioni sono:

  • Ζεύς, Διός "Zeus" forma nominativo e vocativo dal tema Ζευ-, mentre gli altri casi si formano dal tema Δι-.

Il tema Ζευ- deriva da una forma da un originario *δjεύς; questa forma, dopo la caduta dello ϳ, ha dato origine al tema usato in attico.

Ecco la declinazione:

Singolare
ὁ Ζεύς
τοῦ Διός
τῷ Διί
τὸν Δία
ὦ Ζεῦ

Temi in -ου-

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I temi in -ου- sono unicamente maschili, con nominativo sigmatico.
Il genitivo singolare è regolarmente espresso in -ος.
L'accusativo singolare è in -ν e quello plurale in -ς, per particolari fenomeni fonetici dovuti alla scomparsa del digamma. Tuttavia sono attestate anche forme di accusativo plurale in -ας.
Di séguito è riportata la declinazione del sostantivo maschile/femminile βοῦς, βοός "mucca, bue".

Singolare Duale Plurale
ὁ/ἡ βοῦς τὼ/τά βόε οἱ/αἱ βόες
τοῦ/τῆς βοός τοῖν/ταῖν βοοῖν τῶν βοῶν
τῷ/τῇ βοΐ τοῖν/ταῖν βοοῖν τοῖς/ταῖς βουσί(ν)
τὸν/τὴν βοῦν τὼ/τά βόε τοὺς/τὰς βοῦς
ὦ βοῦ ὦ βόε ὦ βόες

Temi in o(j)

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Sono alcuni sostantivi di genere femminile, ossitoni, usati solo al singolare. Essi avevano in origine il tema in -οj-, che in seguito alla caduta di j è diventato ο. Questi nomi presentano:

  • nominativo: asigmatico con allungamento della vocale tematica (ο > ω).
  • vocativo: uguale al tema originario, con la vocalizzazione di jod in ι.
  • genitivo, dativo, accusativo: contratti.

Si cita come esempio ἠχώ, -οῦς, "eco".

Singolare
ἡ ἡχώ
τῆς ἡχοῦς
τῇ ἡχοῖ
τὴν ἡχώ
ὦ ἡχοῖ

Alcune osservazioni sono:

  1. l'accusativo singolare è ossitono, contrariamente alle regole della contrazione, forse per analogia col nominativo.
  2. il duale e il plurale dei temi in -οj-, raramente usati, seguono la seconda declinazione (πειθοί, πειθῶν, πειθοῖς, πειθούς).

Temi in ωϝ

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Sono pochi sostantivi di genere maschile che avevano in origine il tema in -ωϝ- e che, in seguito alla caduta di -ϝ-, divenne ω. Essi presentano:

  • nominativo singolare: sigmatico.
  • vocativo singolare: uguale al nominativo.

Si cita come esempio ἥρως, -ωος, "eroe".

Singolare Duale Plurale
ὁ ἥρως τὼ ἥρωε οἱ ἥρωες
τοῦ ἥρωος τοῖν ἥρωοιν τῶν ἠρώων
τῷ ἥρωι τοῖν ἥρωοιν τοῖς ἥρωσι(ν)
τὸν ἥρωα τὼ ἥρωε τοὺς ἥρωας
ὦ ἥρως ὦ ἥρωε ὦ ἥρωες

Va osservato che in attivo i temi in -ω- presentano talvolta forme contratte, in cui l'-ω- del tema ha assorbito la vocale della desinenza. Così il dativo singolare può uscire in -ῳ (ἥρῳ); l'accusativo singolare in -ω (ἥρω); il nominativo, accusativo e vocativo plurale in -ως (ἥρως).

Sostantivi irregolari

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Alla terza declinazione appartengono alcuni gruppi di sostantivi irregolari, che formano i vari casi da temi diversi (sostantivi metaplastici) o che seguono diverse declinazioni (eterocliti). I più importanti, in ordine alfabetico, sono:

1. ὁ/ἡ ἀμνός, οῦ "agnello" (seconda declinazione), che forma gli altri casi dal tema ἀρν- (apofonia di grado zero); gen. ἀρνός, dat. ἀρνί, acc. ἄρνα, dat. plurale ἀρνάσι.

2. ὁ Ἅρης "Ares", gen. Ἅρεως, dat. Ἅρει, acc. Ἅρεα (Ἅρη, Ἅρην), voc. Ἅρες.

3. ἡ γυνή, γυναικός "donna", usa due temi: γυνα- (solo per il nominativo sing.), e γυναικ- (per gli altri casi).

4. τὸ δάκρυον "lacrima" ha il nominativo plurale δάκρυα e il dativo plurale δάκρυσι; tutti gli altri casi in attico si formano da τὸ δάκρυον; quindi si modella sulla seconda declinazione.

5. τὸ δένδρον "albero" segue la seconda declinazione ma nel dat. plur. usa anche la forma δένδρεσι, della terza declinazione.

6. τὸ ἔαρ "primavera", accanto alle forme regolari, al genitivo e al dativo singolare ha anche le forme contratte ἦροσ, ἦρι.

7. Ζεύς, Διός "Zeus" forma il nominativo e il vocativo dal tema Ζευ-, mentre gli altri casi si formano dal tema Δι-. Il tema Ζευ- deriva da una forma dell'indoeuropeo *djeus; questa forma, dopo la caduta dello j, ha dato origine al tema usato in attico.

8. Ἰησοῦς "Gesù" (postclassico) ha il gen., dat. e voc. Ἰησοῦ mentre l'acc. Ἰησοῦν.

9. ὁ/ἡ κύων "cane", ha il voc. sing. κύον ma forma gli altri casi dal tema κυν- (gen. κυνός, dat. κυνί. ecc.; dat. plur. κυσί).

10. ὁ λῖς "leone" (poetico, accanto alla forma attica λέων) si declina così: gen. λιός, acc. λῖν, nom. plur. λῖες, dat. plur. λίεσσι.

11. ὁ/ἡ ὄρνις "uccello" forma gli altri casi del singolare dal tema ὀρνιθ- (gen. ὄρνιθος, dat. ὄρνιθι, acc. ὄρνιν oppure ὄρνιθα, voc. ὄρνι); nel plurale usa anche forme da un tema ὀρνεj-: nom. ὄρνεις, gen. ὄρνεων, acc. ὄρνεις ed ὄρνῑς.

12. ἡ Πνύξ "Pnice" (altura dove si tenevano le adunanze del popolo in Atene) forma gli altri casi dal tema Πυκν- (metatesi consonantica): gen. Πυκνός, dat. Πυκνί, accus. Πύκνα.

13. ὁ πρέσβυς "vecchio" dal tema πρεσβυ- forma solo l'acc. e il vocat. singolare: πρέσβυν, πρέσβυ. Per il resto la declinazione si serve del sinonimo: πρεσβύτης, della prima declinazione. Il plurale, invece, è della terza declinazione (πρέσβεις, πρέσβεων, πρέσβεσι, πρέσβεις) e significa "ambasciatori" (parola che al singolare si rende con πρεσβευτής, della prima declinazione).

14. ὁ υιός "figlio" accanto alle normali forme della seconda declinazione dal tema υἱε-, ne usa anche altre della terza declinazione dal tema υἱε-: sing. gen. υιέος, dat. υἱεῖ, acc. υἱέα; duale: υἱέε, υἱέοιν; plur.: υἱεῖς, υἱέων, υἱέσι, υἱέας (υἱεῖς).

15. ὁ χρώς, χρωτός "pelle" oltre alla declinazione regolare, ha pure le forme: sing.: gen. χρο-ός; dat. χροΐ; acc. χρό-α.

Ed altri sostativi visti già precedentemente nelle eccezioni alle singole declinazioni.

Sono indeclinabili i seguenti sostantivi: ἡ θέμις = la giustizia (in latino fas); τὸ Πάσχα = Pasqua, ed altri nomi biblici; τὸ χρεών = la necessità (in latino necesse); χρή = bisogno (generalmente unito alla terza persona del verbo "essere"; in latino opus).

Note

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  1. Non demone infernale in senso cristiano, ma entità intermedia fra dèi e mortali.