Destinazione Digitale/Gruppo Due
Definizione del target, rassegna della letteratura
[modifica]La ricerca che verrà presentata nei seguenti paragrafi, è stata effettuata da un gruppo di studenti della facoltà di scienze della comunicazione di Parma come elaborato finale del corso di "Editoria Digitale" tenuto dalla docente Annamaria Tammaro.
Il lavoro collettivo è risultato molto utile per i membri del gruppo soprattutto per coloro che si sono avvicinati all'editoria digitale per la prima volta.
Gli obiettivi prefissati sono: scoprire quali sono i contenuti e chi li crea.
Lo scopo della nostra ricerca è l'evoluzione dei contenuti dal cartaceo al web nel contesto universitario parmigiano, più nello specifico nel dipartimento di italianistica.
L'inchiesta è stata indirizzata ad un target composto da Docenti e Staff universitario che ha risposto in modo molto soddisfacente ai nostri quesiti.
La nostra indagine sui professori della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Parma che erano passati dai contenuti cartacei a quelli digitali dopo la creazione di un blog come base d'appoggio per la registrazione dei dati raccolti, necessitava di una rassegna della letteratura che ci fornisse un esempio e un punto di partenza metodologico. Per la nostra rassegna della letteratura abbiamo cercato testi che potessero fornirci esempi di ricerche come la nostra, materiale che potessimo confrontare con quelli che avremmo raccolto (ad esempio opinioni di professori che avevano affrontato questi cambiamenti tecnologici andando incontro a problematiche ben precise) e metodologie che avremmo poi potuto riutilizzare nella nostra indagine. Per cercare questo materiale abbiamo utilizzato sia canali considerati ancora come classici per una ricerca, i cataloghi delle biblioteche, sia altri decisamente più digitali, i periodici elettronici e le lauree pubblicate sul web.
- Consultando il catalogo del sistema bibliotecario parmense, l'Opac http://opacsol.unipr.it/SebinaOpac/Opac, abbiamo trovato, con collocazione Biblioteca di Storia della facoltà di Lettere di Parma, il volume di Ghislandi Patrizia, eLearning-Didattica e innovazione all'Università stampato presso l'Università degli studi di Trento nel 2002.
- Attraverso internet, e in particolare utilizzando il sito del periodico elettronico Biblioteche oggi, http://www.biblio.liuc.it, abbiamo individuato l'articolo di Pelizzari Eugenio "Autori accademici e Open Archives. *Un'indagine presso l'Università degli studi di Brescia." pubblicato nel novembre del 2003, http://www.bibliotecheoggi.it/2003/20030903701.pdf.
- Dalla bibliografia citata da Pellizzari per il suo articolo è stato possibile recuperare un altro articolo, proveniente questa volta dal periodico digitale Bibliotime, di Gargiulo Paola “Il ruolo dell'autore nella comunicazione scientifica” pubblicato nel luglio 2000, http://www.spbo.unibo.it/bibliotime/num-iii/2/gargiulo.htm.
- Oltre a questi due articoli la rete internet ci ha permesso, attraverso il sito del corso di Editoria Digitale tenuto della professoressa Tammaro all'interno della stessa facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli studi di Parma, di trovare, e utilizzare, la laurea dello studente Pietro Gozzetti “Indagine sulle aspettative dell'utenza scientifica per i servizi di DSpace: il caso della facoltà di Lettere dell'Università di Parma”.
Una volta letto i testi appena citati abbiamo creato una mappa concettuale che potesse, in poche immagini, sintetizzare quello che di utile avevamo ricavato da essi.
Per la costruzione effettiva di questa mappa, che doveva poi essere collegata alla rete con un link postato nel blog del gruppo (www.allaricercadeicontenuti.blogspot.com), ci siamo serviti del programma PowerPoint, contenuto nel pacchetto Office del sistema operativo Windows. Il software permette infatti di realizzare molto facilmente presentazioni di slide con la possibilità di inserire immagini, testo, musica e animazioni.
Per la realizzazione di questa mappa, che racchiudesse la nostra Rassegna della Letteratura, sono stati necessari diversi incontri del nostro gruppo di indagine.
Lavorando sistematicamente in sottogruppi ci siamo occupati di estrapolare parti significative dai testi e inserirle razionalmente in slide precedentemente create in PowerPoint.
Il risultato finale di queste ore di lavoro di gruppo è una mappa concettuale strutturata in una serie di slide. La prima illustra la mappa vera e propria che sintetizza le sezioni principali della presentazione. A questa seguono le diverse sezioni, che raccolgono al loro interno ulteriori sottosezioni, in cui vengono illustrati i contenuti principali dei testi. Le ultime slide sono invece dedicate alla bibliografia e alla sitografia, entrambe scritte seguendo il sistema APA.
Metodologia: pianificazione e realizzazione,interviste, selezione del campione
[modifica]Un gruppo di lavoro è costituito da un insieme di individui che interagiscono tra loro con una certa regolarità, nella consapevolezza di dipendere l'uno dall'altro e di condividere gli stessi obiettivi e gli stessi compiti. La realizzazione concreta della collaborazione all'interno del gruppo è poi facilitata dal meccanismo di negoziazione, che permette il confronto e il passaggio dal punto di vista dei singoli individui ad un punto di vista comune e condiviso per realizzare al meglio gli obiettivi previsti. Il nostro gruppo si è servito di un metodo che assume una duplice accezione: da una parte stabilisce i principi, i criteri e le norme che orientano l'attività del gruppo, dall'altra richiama le modalità di organizzazione e strutturazione efficace dell'attività stessa. Un buon metodo di lavoro dà sicurezza al gruppo e permette un miglior utilizzo nell'uso e nella gestione delle risorse disponibili.
Come metodologia di ricerca per la nostra indagine abbiamo scelto l'intervista. Come emerso dal libro Tecniche dell'intervista e del questionario di Vanda Lucia Zammuner: "L'intervista a differenza del questionario condiziona fortemente il tipo di risposta che otteniamo dagli intervistati sia per quanto riguarda il suo grado di non-ambiguità e precisione quantomeno apparente, sia per quanto riguarda la quantità e il tipo di lavoro necessari per codificare la risposta. Esistono varie tipologie di interviste,ad esempio interviste faccia a faccia, telefoniche, e questionari autocompilati e, inoltre, anche il diario". Tra queste, abbiamo deciso di utilizzare le domande aperte perché abbiamo pensato che in questo modo non solo il soggetto sia sufficientemente motivato a rispondere, ma anche che sia in grado di verbalizzare adeguatamente ciò che pensa. Il formato aperto ha il grande vantaggio di non essere associato ad alcuni "effetti distorcenti" potenzialmente suscitati dal formato chiuso.
Le teorie di Paolo Diana e Paolo Montesperelli, espresse nel libro Analizzare le interviste, affermano che:
"Le interviste sembrano migliori dei sondaggi su campioni numerosi, più estesi ma anche più superficiali, e nei quali paiono scomparire le peculiarità di ogni singolo intervistato. Si tratta di un approccio molto interattivo, flessivo, capace di immedesimazione empatica nella prospettiva del soggetto studiato.
Secondo alcuni occorrono specifici requisiti perché si possa parlare di "testo" anche nel caso dell'intervista: è necessario che il destinatario (l'intervistatore) lo riconosca come tale e che sia in forma scritta, in modo da consentire l'autonomia dal proprio autore.
Rinunciare alla matrice dei dati, a strumenti statistici raffinati (come l'analisi delle corrispondenze lessicali) e mantenere invece la struttura discorsiva non implica necessariamente un più basso livello di organizzazione formalizzata della documentazione raccolta. Un altro concetto fondamentale nella famiglia della matrice è la "fedeltà", intesa come grado di corrispondenza fra lo "stato effettivo" di ciascun referente sulla proprietà e il dato in matrice. Trascrivere un'intervista non direttiva è un'operazione tutt'altro che banale o automatica: essa implica la necessità di interpretare le informazioni raccolte, compiere scelte, stabilire alcune proprietà in base ai nostri obiettivi cognitivi, creare le condizioni per le successive analisi, consentire il controllo pubblico della comunità scientifica, ecc.
Trascrivere non è neppure un'operazione facile, visto che riguarda un complesso processo comunicativo. Qualunque intervista può essere considerata un evento comunicativo, in quanto si viene a stabilire una transazione di informazioni fra due o più attori che interagiscono; ma tale complessità aumenta quando il basso grado di direttività dell'intervista agevola un'interazione più stretta e una comunicazione più libera. L'intervistato/emittente deve compiere un'operazione particolarmente macchinosa: mentre sta enunciando una frase, deve tenere costantemente sotto controllo quello che ha detto negli attimi precedenti e determinare se esso è coerente con le proprie intenzioni; contemporaneamente deve pianificare il prossimo enunciato e adattarlo allo schema generale di ciò che vuole dire; e tutto ciò controllando non solo l'esecuzione coerente dell'insieme di tali operazioni, ma anche la ricezione e la reazione da parte di chi ascolta.
Una scelta importante riguarda quanto scrivere, ossia se tradurre in scritto l'intera intervista o soltanto i brani più significativi.
Purtroppo una trascrizione integrale richiede molto tempo; la mancanza di tempo, o di altre risorse, può imporre di procedere secondo ritmi più rapidi. In tal caso di solito è sconsigliabile riassumere l'intervista, perché sintetizzare un testo in maniera corretta è molto più difficile di quanto si creda comunemente.
Spesso è preferibile ascoltare le registrazioni, estrarre e trascrivere letteralmente solo gli stralci più significativi. Una volta ben selezionati e trascritti gli stralci, occorre comunque organizzarli in maniera sistematica, classificandoli attentamente.
I vantaggi di questa procedura sono molteplici: essa amalgama l'èquipe di ricerca; aiuta a chiarire gli obiettivi cognitivi, previene l'insorgere di duplicazioni e, soprattutto, di lacune nell'individuazione delle proprietà da rilevare, aiuta a individuare in sede di analisi dei dati le reazioni fra variabili.
Nella ricerca sociale, però, è sempre molto problematico risalire alle intenzioni dell'intervistato, perché il rapporto fra emittente e destinatario non è immediato; perciò non è mai agevole risalire all'intervistato, ed è ancora più difficile stabilire, volta per volta, fino a che punto questo obiettivo sia stato raggiunto.
Inoltre gli strumenti di rilevazione gravano pesanti limiti: gli stessi principi empatici non garantiscono la riproducibilità dell'esperienza dell'altro, ma colgono soltanto la distanza fra l'intervistato ed il ricercatore. Del resto l'intervista non è mai un monologo, ma un processo comunicativo che manifesta la condivisione di una stessa "definizione della situazione", di un linguaggio comune e di un medesimo insieme di significati; perciò il testo di un'intervista non è un atto individuale, ma una pluralità di tracce impresse da un sistema intersoggettivo di senso.
Dunque non è sempre facile considerare le interviste un insieme coerente: non di rado gli eventi narrati si contraddicono; le opinioni espresse sembrerebbero logicamente incomponibili; i silenzi, le lacune, i sottintesi, le ellissi occultano un'organicità intrinseca.
Rileggendo il trascritto dell'intervista, il ricercatore può meglio riflettere sull'intervistato e su se stesso, affinare i concetti, chiarire i propri asserti e sviluppare nuove idee."
In conclusione ecco il pensiero di Alison Jane Pickard espresso in Metodi di ricerca nelle scienze dell'informazione: “Una rassegna critica della letteratura è una ‘via d'accesso' perché dovrebbe
- chiarire i vostri obiettivi di ricerca
- fornirvi la necessaria profondità e ampiezza delle conoscenze sull'argomento
- formare lo schema teorico per la vostra ricerca empirica
- contribuire al vostro disegno o progetto di ricerca
Il limite entro il quale la letteratura è identificata e passata in rassegna dipende molto dalla natura della ricerca. In un lavoro di ricerca per il conseguimento di un titolo di laurea ci si attende che nessun lavoro significativo venga omesso dalla discussione del candidato sulla letteratura e ognuna di queste omissioni potrebbe mettere seriamente a rischio le possibilità di successo della richiesta di laurea. È pertanto necessario che venga condotta una rassegna della letteratura completa e progettata con attenzione.
Il processo di revisione della letteratura consiste di quattro fasi distinte e richiede quattro capacità specifiche:
- ricerca e recupero dell'informazione: l'abilità di cercare fonti appropriate e analizzare la letteratura in modo efficiente, utilizzando metodi manuali o elettronici, per identificare e ottenere una serie di articoli, capitoli e libri utili
- valutazione: l'abilità di giudicare una fonte sulla base di un numero di criteri, inclusa la fonte stessa, l'autore e l'argomento
- analisi critica: l'abilità di esaminare e analizzare il contenuto della letteratura in modo sistematico
- sintesi della ricerca: l'abilità di sintetizzare i vari concetti e l'evidenza che avete trovato in un discorso strutturato che fornisce contesto e background sull'argomento scelto”
Assegnati i compiti ai relativi membri del gruppo per facilitare la realizzazione del lavoro; avendo come tematica da sviluppare “ Editori, creatori di contenuti” , abbiamo optato come titolo del nostro blog “ Alla Ricerca dei contenuti” con sottotitolo “Prof persi nel web”, siccome la nostra ricerca sarebbe stata condotta all'interno dell'Università di Parma ed essendo in particolar modo i professori della Facoltà di lettere i nostri editori da prendere in esame e intervistare.
È stato utilizzato il sito www.blogspot.com come piattaforma digitale da supporto per il Blog, al quale è possibile accedere tramite l'indirizzo www.allaricercadeicontenuti.blogspot.com; abbiamo inoltre creato un indirizzo e-mail www.allaricercadeicontenuti@yahoo.it utile al mantenimento dei contatti tra i membri del gruppo, ma anche disponibile per qualsiasi informazione a utenti esterni che fossero interessati.
Abbiamo trovato come nostro scopo principale L'EVOLUZIONE DEI CONTENUTI DAL CARTACEO AL WEB, ponendoci come obiettivi:
- scoprire quali sono i contenuti
- scoprire chi crea i contenuti
Sulla base di queste pretese abbiamo organizzato un calendario di incontri settimanali e abbiamo iniziato il nostro lavoro di ricerca tenendoci sempre in contatto per e-mail o telefonicamente.
Dopo aver redatto una scaletta con alcune domande da porre ai docenti, alla responsabile del portale della biblioteca digitale e quella del dipartimento di italianistica, riguardante il loro rapporto con il web, li abbiamo intervistati.
Altra tappa importante del lavoro di gruppo è stata la realizzazione di una mappa concettuale sulla “Rassegna della Letteratura” nella quale sono stati distinti contenuti e fonti; dopo un'attenta ricerca, ci siamo divisi il compito di riassumere il contenuto dei documenti trovati per poi riordinarli nella mappa che a causa di imprecisioni abbiamo dovuto revisionare per migliorarla.
Per quanto riguarda le interviste le domande che sono state rivolte ai professori sono:
- Da quanto tempo lavora con il Web?
- Prima come si svolgeva il suo lavoro?
- Secondo lei, quali miglioramenti possono essere applicati?
- Pensa che i contenuti messi a disposizione nel sito siano utilizzati?
- Come ha gestito il passaggio dal cartaceo al Web?
- Quale scopo pensa possano avere questi contenuti?
- Il sito è stato curato direttamente da lei, oppure ha ricevuto aiuto da parte di un tecnico?
- Effettua delle statistiche per osservare la frequenza dell'utilizzo da parte degli studenti?
- Quali programmi o software state utilizzando per la creazione della biblioteca digitale?
- Quali sono i vantaggi e quali sono gli svantaggi?
Dalle nostre domande svolte a diversi professori e ai responsabili delle biblioteche è emerso che con l'avvento di internet si ha una maggiore diffusione delle informazioni ed attraverso ciò si ha un costante approccio con gli studenti. Il web ha portato numerosi cambiamenti: le biblioteche sono si sono modificate radicalmente permettendo un loro utilizzo a tutti gli studenti e i professori ora sono in grado di informare i propri studenti in tempo reale e di fornire il materiale delle lezioni attraverso le loro pagine web. Le realizzazioni di queste piattaforme informatiche sono state svolte per la maggior parte dei casi analizzati da un tecnico informatico e vengono aggiornate continuamente dai professori o bibliotecari stessi.
Alla domanda se queste pagine web sono davvero utilizzate dagli studenti tutti sono d'accordo sull'affermare che queste vengono utilizzate continuamente da parte degli universitari e costituiscono un oggetto molto importante perché attraverso queste si è costantemente informati e collegati con l'università.
I vantaggi riconosciuti dai nostri intervistati sono gli stessi: risparmio di tempo, maggior competenza informatica e accessibilità da parte di tutti gli studenti.
Gli svantaggi emersi sono: una eccessiva schematicità del materiale e per quanto riguarda le biblioteche la mancanza di editori e la ricerca individuale di fonti veritiere.
In generale tutti i nostri intervistati hanno una pagina web all'interno del sito dell'università e tutti sono entusiasti del passaggio al web.
Prima di selezionare e utilizzare una risorsa trovata nel Web per la nostra ricerca, abbiamo riflettuto attentamente su alcuni aspetti molto importanti:
- L'autore: siamo sicuri che sia uno studioso o un esperto autorevole?
- La validità: tenendo presente che nessuno in Internet controlla che le informazioni pubblicate su un sito siano veritiere e attendibili
- La rilevanza: molte risorse trovate in rete hanno carattere divulgativo e non trattano l'argomento con il grado di approfondimento, copertura e scientificità che devono avere le risorse informative rivolte agli studiosi e agli studenti universitari.
Il nostro campione probabilistico è stato formato scremando da una lista di campionamento comprendente tutti i docenti del dipartimento di italianistica e il tasso di risposta è stato molto elevato.
In linea con lo scopo del nostro gruppo, ossia l'evoluzione dal cartaceo al web, il criterio secondo cui è stato scelto questo tipo di campione è la compresenza di docenti con un sito web e altri senza.
Infatti dopo una ricerca all'interno del dipartimento abbiamo constatato che dei nostri sei campioni,quattro su sei lavorano sul web.
Più precisamente il docente Roberto Greci che ha creato nel 2005 del sito “Itinerari Medievali” che è anche di natura didattica, nel senso che è messo a disposizione degli studenti di storia medievale non solo dell'università di Parma, ma anche da studenti e docenti di altri atenei.
Passando, invece, ad un altro docente campione ossia Annamaria Cavalli è emerso che un'altra tipologia di comunicazione con gli studenti è l'e-book.
Il suo sito è http://Annamariacavalli.altervista.org , e all'interno di esso troviamo l'e-book dal titolo “Viaggi della scrittura”.
L'e-book è costituito dai migliori saggi degli studenti di giornalismo perché servano come exemplum per tutti gli altri studenti.
In seguito abbiamo intervistato il docente Paolo Ferrandi .
Il suo sito consiste nel dare la possibilità agli studenti di avere materiale aggiuntivo su cui lavorare attraverso una sorta di schema concettuale molto semplificato e sintetico.
Infine tra i docenti citiamo anche la Prof. Donatella Martinelli, la quale ha deciso di non utilizzare il web poiché non conosce a fondo le possibilità e manca di supporto tecnico.
Inoltre abbiamo preso in considerazione anche lo staff universitari, e più specificatamente la sig. Monica Vezzosi. responsabile del portale della biblioteca digitale e la sig. Barbara Copercini, responsabile delle biblioteche del dipartimento di italianistica. La Vezzosi utilizza un software che è una sorta di link resolver che permette di passare dalle banche dati ai testi stessi e la Copercini che si occupa della gestione della biblioteca all'interno del sito.
Secondo Alison Jane Pickard in Metodi di ricerca nelle scienze dell'informazione: “Il campionamento viene utilizzato quando non è possibile o non risulta pratico includere nell'indagine l'intera popolazione oggetto della ricerca: un caso molto frequente. Per campionamento si intende il processo di selezione di un campione ristretto dalla totalità del gruppo per essere in grado di condurre una ricerca empirica. È necessario che si accetti fin dall'inizio che un campione rappresenta una forma di ‘scambio di concessioni' (trade off) tra quello che si desidera e quello che si può ottenere, ma questo accade più spesso nel campionamento statistico che in quello descrittivo. Nel campionamento descrittivo qualitativo il caso viene selezionato sulla base di che cosa possiamo imparare dal caso stesso e raramente lo scopo è quello di fare inferenze sulla popolazione più ampia sulla base di questa scoperta. Attualmente si discute sulla possibilità di generalizzare da una ricerca di tipo qualitativo, ma io tendo a scoraggiare tale scelta. Trasferire i risultati è molto diverso che generalizzare e, se la generalizzazione è lo scopo della ricerca, allora ad essere messa in discussione dovrebbe essere la stessa applicabilità delle tecniche qualitative. Nella maggior parte della ricerca quantitativa, si seleziona un campione e si fanno inferenze sul resto della popolazione sulla base di quel campione. In entrambi gli approcci, sarebbe molto più produttivo, a livello di informazioni raccolte, studiare l'intera popolazione, ma questo è quasi sempre impossibile, visti i costi e il tempo necessari. Per questa ragione si seleziona un campione.
Il metodo di campionamento utilizzato gioca un ruolo essenziale in ogni indagine di ricerca. Molto spesso le caratteristiche, la composizione e la scala del campione forniscono il peso dei risultati che emergono dall'indagine.
È del tutto inappropriato cominciare uno studio qualitativo localizzato e su piccola scala e poi cercare di generalizzare dai risultati. Allo stesso modo, è inappropriato cominciare uno studio su vasta scala e tentare di fornire un dettaglio specifico riguardante i singoli individui.
Una ‘prova del nove' molto semplice è considerare che la ricerca quantitativa tenderà ad utilizzare tecniche di campionamento probabilistico e la ricerca qualitativa tenderà ad utilizzare il campionamento significativo o non probabilistico.
La ricerca qualitativa può produrre generalizzazioni a livello teorico, il che significa che è possibile generalizzare, poniamo, lo studio di un caso ad una teoria più ampia sulla base dei risultati di quello stesso studio. La replicazione degli eventi nello studio di un caso fungerebbe allora da conferma alla teoria. Nella letteratura sui metodi di ricerca si discute animosamente su questo aspetto particolare del processo.”
Risultati
[modifica]Durante tutto il corso della ricerca, ciò che più chiaramente è emerso è stato l' enorme potenziale che il web offre, a livello di servizi e di risposte, di velocità ed efficacia, di contenuti e soprattutto potenzialità; è proprio questo lo scalino più difficile da superare: la conoscenza profonda degli enormi vantaggi che la rete offre. Per arrivare a queste deduzioni abbiamo analizzato a fondo le peculiarità del dipartimento di lettere e filosofia dell' università di Parma attraverso interviste mirate a docenti che sono inseriti ormai nel nucleo operativo da molti anni e hanno vissuto personalmente il rapporto dal cartaceo al web e hanno visto modificarsi il loro approccio con gli studenti. Si può pensare che esso sia peggiorato per la mancanza di verbalità, ma in realtà le risposte sono state positive perché il web è più veloce, aggiornato e mette a disposizione degli studenti materiali e spazi di confronto prima utopici. Esso predispone lo stesso materiale a un enorme numero di persone nello stesso momento con tempi di pubblicazione brevissimi. Del personale intervistato soltanto un soggetto ammette di non avere un proprio sito, mentre tutti gli altri sono in grado di crearlo, gestirlo o si stanno adoperando per farlo, anche con l' aiuto di collaboratori.
Inoltre è bene sottolineare che col tempo i miglioramenti apportati rendono più economica la comunicazione on-line, favorita dagli Open Archives e dall' Open Access, due servizi fondamentali, che la maggior parte dei creatori di contenuti non manca di utilizzare. Per raggiungere e aiutare anche gli utenti con più difficoltà e favorire la banda larga si sta poi attuando il progetto di E-Learning. Ciò che più spesso frena dal pubblicare sul web è soltanto il copyright, garantito indiscutibilmente nel cartaceo.
Il web ha migliorato e aiutato non solo la quantità, ma anche la qualità degli insegnamenti. Non bisogna però dimenticare che il cartaceo rimane sempre la base dell' università e della scuola in generale e tutti coloro che hanno aderito con grande soddisfazione alla rete non mancano di usufruirne ancora oggi, come tutti coloro che strenuamente decidono di non stare al passo coi tempi, a volte trovandosi in difficoltà nella gestione del proprio lavoro.
Il nostro obbiettivo era dare una risposta alle domande:
- Chi crea i contenuti e quali sono i contenuti?
Per rispondere in modo competente a questi quesiti mediante la rassegna della letteratura abbiamo intervistato i docenti dell'università di Parma per capire quali problematiche e quali vantaggi ha portato il passaggio dal cartaceo al web. La semplificazione del linguaggio e un nuovo modo di comunicare hanno portato una vasta gamma di nuove risorse per l'individuo. Gli insegnanti, autentici creatori di contenuti si servono del mondo telematico per velocizzare e interagire con i propri studenti. La comunicazione delle pubbliche amministrazioni deve soddisfare i requisiti della chiarezza, semplicità e sinteticità e nel contempo garantire completezza e correttezza dell'informazione. Dalle indagini risulta palese che il web sia lo strumento più adatto perché questo sia attuabile .Il copyright è una tutela che ogni docente responsabile conosce e rispetta. La grande facilità di riproduzione delle immagini digitali, infatti, da un lato permette agli autori di rendere immediatamente e facilmente visibili e disponibili le proprie opere, ma ne rende altresì estremamente difficile il controllo su un eventuale uso non consentito dall'autore stesso. Una fotografia, un'opera digitale, la grafica di un sito, quando inseriti all'interno di un documento digitale possono essere facilmente prelevati e duplicati, praticamente a costo zero, un'infinità di volte per essere rimessi in circolazione attraverso il Web, fino a rendere praticamente quasi impossibile, spesso, risalire all'autore originale dell'opera. Purtroppo, se la vulnerabilità del diritto d'autore è divenuta nel tempo infinitamente maggiore, i mezzi messi a disposizione dalla legge e dalla tecnologia per consentire a chi si reputa depauperato dei propri diritti intellettuali ed economici di difendersi sono praticamente rimasti inalterati nel tempo. I metodi di marcatura digitale come il watermark, infatti, consentono di marchiare le opere digitali, rendendole così identificabili, ma non ne impediscono comunque la diffusione e la duplicazione, e sicuramente allo stato attuale non è ancora stato messo a punto nessun sistema valido per avere un efficace controllo sul materiale pubblicato sul Web.
L'apprendimento basato su procedure elettroniche denominato e- Learning sembra essere il più innovativo degli ultimi anni perché è caratterizzato da un potenziale elevatissimo oltrepassando molte barriere. “Formare in rete”, dove la definizione “in rete” va intesa come rete di individui. Abbiamo capito che non abbiamo a che fare con una rete telematica di personal computer connessi fra loro, ma con attori del processo formativo che “fanno rete” attraverso l'ausilio di supporti tecnologici appropriati. I docenti dichiarano che sfruttando le potenzialità offerte dalla rete, gli articoli vengono gratuitamente resi accessibili senza le restrizioni e le barriere previste dalle licenze tradizionali. La disseminazione dell'informazione garantisce un reale impatto: più un articolo è liberamente scaricabile, più è letto, più viene citato. Questo favorisce la condivisione del sapere e quindi un più rapido avanzamento della conoscenza, senza barriere, in tutto il mondo. L'insieme di mezzi di cui dispone il web. Open archives e open access in primis non porta migliorie solo al singolo ma focalizza il tutto sulla comunità facendo interagire tutti in un mondo tutto intorno a te.
Bibliografia
[modifica]- Diana, P., & Montesperelli, P. (2005). Analizzare le interviste ermeneutiche. Roma: Carocci.
- Zammuner, V.L. (1998). Tecniche dell'interviste e del questionario. Bologna: Il Mulino.
- Ghislandi, P. (2002). eLearning-Didattica e innovazione all'Università. Trento: Università degli studi.
- Pellizzari, E. (2003). Autori accademici e Open Archives. Un'indagine presso l'Università degli studi di Brescia. Biblioteche oggi, Recuperato ottobre 25, 2009, da http://www.bibliotecheoggi.it/2003/20030903701.pdf
- Gargiulo, P. (2000). Il ruolo dell'autore nella comunicazione scientifica. Bibliotime.anno III, numero 2, recuperato ottobre 23, 2009, da http://www.spbo.unibo.it/bibliotime/num-iii/2/gargiulo.htm
- Pickard, A.J.(2007) Research methods in information London: Facet.
- Gozzetti, P. (a.a 2003-2004). Indagine sulle aspettative dell'utenza scientifica per i servizi di DSpace: Il caso della facoltà di Lettere dell'Università di Parma. Università degli studi di Parma.