Canto di Natale
Il Canto di Natale (A Christmas Carol), noto anche come Cantico di Natale o Ballata di Natale, è una delle opere più famose e popolari di Charles Dickens (1812-1870). È il più importante della serie dei Libri di Natale (The Christmas Books), una collezione di racconti che include oltre al Canto (1843), Le Campane (The Chimes, 1845), L'uomo visitato dagli spettri (The Haunted Man, 1848), Il grillo sul caminetto (The Cricket on the Hearth), 1845 e La lotta per la vita (The Battle for Life).
Racconto fantastico sulla conversione dell'arido e tirchio Ebenezer Scrooge visitato nella notte di Natale da tre spiriti del Natale (del passato, del presente e del futuro) preceduti da un'ammonizione dello spettro del defunto amico e collega Jacob Marley, il Canto unisce al gusto del racconto gotico l'impegno nella lotta alla povertà e allo sfruttamento minorile, attaccando l'analfabetismo: problemi esasperati apparentemente proprio dalla Poverty Law (Legge contro la povertà), comodo tappabuchi tanto inefficace quanto dannoso ideato dalle classi abbienti. Il romanzo è uno degli esempi di critica di Dickens della società ed è anche una delle più famose e commoventi storie sul Natale nel mondo.
Trama
[modifica]Il Canto è suddiviso in 5 parti: nella prima si descrive il personaggio di Ebenezer Scrooge, un tirchio, ricco e avaro finanziere di Londra, che non spende nulla nemmeno per sé e per il quale il Natale è una perdita di tempo (rimprovera Dio stesso per il riposo domenicale che intralcia il commercio e il guadagno).
Talmente infastidito dalle festività, costringe il suo umile impiegato Bob Cratchit, al quale dà uno stipendio da fame, a presentarsi al lavoro anche il giorno della Vigilia di Natale. Per strada risponde male a tutti coloro che gli fanno gli auguri, incluso l'affettuoso nipote Fred, figlio della defunta sorella, che invano lo prega di pranzare con la sua famiglia: l'unica compagnia che conta per Scrooge è quella della sua cassaforte. Per questo accanito interessamento ai soldi è una persona poco amata da tutti i cittadini. La sera della vigilia di Natale, mentre sta rincasando, gli sembra di intravedere specchiato nel battiporta del portone il volto del defunto socio in affari Jacob Marley, morto sette anni prima, visione che lo turba profondamente.
Rinchiusosi nella sua vecchia casa, comincia a percepire dei rumori strani: ora quello di un carro funebre che si trascina invisibile sulle scale avvolte nel buio, ora un rumore di catene nella cantina, infine vede oscillare da sola una campanella collegata alla deserta camera antistante, trascinando tutte le altre della casa in un suono assordante e spaventoso.
A questo punto si apre una porta, e compare il fantasma di Marley: una visione tremenda, tanto più terrificante in quanto, scoperte le bende per mostrare il volto, cade la mascella dal viso. Intorno alla vita, una catena forgiata di lucchetti, timbri, assegni, e tutto quel materiale che, secondo l'ammissione di Marley, lo ha distolto dal fare del bene agli altri accumulando denaro tutto per sé: il rimpianto per aver vissuto chiuso nel proprio egoismo lontano dalle persone che amava e che lo amavano costituisce la sua pena eterna, una dannazione che lo costringe a vagare per il mondo senza potere vedere la luce di Dio.
Il solo sollievo è ammonire Scrooge, perché la catena che si sta forgiando è ben più lunga e pesante della sua. Se andrà avanti così, anche lui subirà la stessa sorte: Marley gli annuncia allora la visita imminente di tre spiriti: uno che incarna i Natali passati, un altro quello presente, l'ultimo il Natale futuro.
Lo spirito del Natale Passato
[modifica]Un fantasma circondato da una corona di luce che si sprigiona dal capo, facendolo assomigliare a una candela e con in mano un cappello in forma di spegnitoio, lo riporta indietro nel passato a rivisitare la propria infanzia dimenticata: in una scena è bambino sui banchi di scuola, mandato a studiare in collegio dal padre, che lo ha voluto allontanare dalla famiglia: era solo, triste, senza amici, studia in un'aula buia. In un'altra scena, qualche tempo più tardi arriva la sua sorellina, tornata per riportarlo a casa, dopo avere convinto il padre a riprenderlo in famiglia.
È un momento felice, un abbraccio tra i due, stretti da un affetto immenso, con il giovane Scrooge che salta di gioia: è il momento in cui le ruvide labbra del vecchio Scrooge abbozzano un sorriso. Qualche anno dopo è ammesso a fare l'apprendista contabile presso l'anziano e benevolo Fezziwig.
Anche qui è Natale, ma Fezziwig fa risistemare l'ufficio in modo da trasformarlo in una sala da ballo dove si terrà una festa sontuosa: nelle piccole follie natalizie dell'allegra compagnia cadono le differenze di classe, si canta e gioca tutti quanti, bambini, giovani e anziani. Fezziwig e la moglie sono degli anfitrioni imbattibili, scherzano e fanno i pagliacci.
Durante il ballo Scrooge conosce Belle, quella che diventerà la sua ragazza. Le promette di sposarla: ma solo qualche anno dopo, già ricco, teme di mantenere la promessa perché lei è povera e non gli porterebbe dote. Lei lo lascia andare distrutta, ma da quel giorno Scrooge resterà solo e il suo cuore diventerà sempre più arido. Scrooge grida davanti alla visione di se stesso in preda all'egoismo, sa che sta commettendo l'errore fatale della sua vita e implora l'ombra del giovane Ebenezer di non lasciarla, di correrle dietro, ma invano: il suo alter ego non lo può udire.
Il passato non si può cambiare. Scrooge è disperato, implora il fantasma di non tormentarlo. Molto più tardi, Scrooge assiste a una cena di Natale: riconosce la sua ex ragazza ormai sposata da anni, con tanti figli, povera ma felice. Fa un sarcastico commento su Scrooge al marito. È appena arrivata la notizia che Marley è abbandonato sul letto di morte, neanche il suo amico è lì per confortarlo. Preso dal rimorso, Scrooge schiaccia il copricapo sulla testa del fantasma fino a farlo scomparire: ma la luce chiusa nel cappello inonda tutto il pavimento come un diluvio terrorizzando il vecchio.
Lo spirito del Natale Presente
[modifica]Scrooge si trova improvvisamente nella sua camera da letto e dorme fino alla notte seguente.
Dopo essersi destato, incontra il secondo spirito, quello del Natale Presente, che appare come un uomo di dimensioni enormi. Questo spettro conduce Scrooge dalla famiglia di Bob Cratchit che sta consumando la cena di Natale, sono tutti felici anche il piccolo e storpio Tim sebbene vivano in condizioni misere.
Il fantasma mostra a Scrooge altre persone che passano il Natale: un gruppo di minatori che intonano un canto di Natale attorno a un focolare, due guardiani di un faro che brindando e cantando sempre attorno a un fuoco si scambiano un Buon Natale e dei marinai su un bastimento in mezzo all'oceano che si scambiano gli auguri e che dedicano un pensiero ai loro cari. Scrooge è molto stupito da ciò che ha appena visto.
Infine Scrooge e lo spettro sono nella casa di Fred, nipote di Scrooge che sta passando il Natale in allegria con i suoi amici. Fred deride suo zio perché egli insinua che il Natale sia una fesseria. Lo spettro a questo punto si congeda e Scrooge si ritrova sperduto nella nebbia, fino all'arrivo del terzo spirito.
Lo Spirito del Natale Futuro
[modifica]Il terzo spirito si presenta come una figura altissima, avvolta da un nero mantello e un cappuccio da cui nulla traspare se non una mano che sporge da una manica. Invano Scrooge chiede che parli, la figura è silenziosa, e lo guida solo con un dito.
Siamo ancora a Londra, e Scrooge assiste a diverse scene il cui argomento è la morte di un vecchio tirchio, deriso da tutti. Due banchieri della city parlano del suo prossimo funerale: mentre uno afferma di andarvi per puro dovere, l'altro, schernendo la tirchieria del defunto, è interessato soltanto a rifarsi a sue spese con la cena gratis del funerale. Un povero padre che era debitore al vecchio non nasconde alla famiglia il sollievo per la sua morte perché a chiunque saranno trasferiti i debiti, il futuro creditore sarà sempre più buono di lui. In un negozio di rigattiere, Scrooge osserva disgustato i servi del defunto mentre si dividono tutto quello che hanno potuto rubare in casa sua, incluse le tende del baldacchino che ne proteggevano il corpo e la camicia sottratta dal suo abito funebre: l'ammontare totale è venduto al rigattiere tra le risate di tutti.
Scrooge vorrebbe sapere chi è il vecchio tanto odiato da tutti, ma quando il fantasma lo porta davanti al capezzale non osa scoprire il lenzuolo che ne ricopre interamente la salma. Scrooge vede che la sua casa è stata venduta, e pure la sua ditta, vorrebbe entrare, ma il fantasma indica invece un'altra direzione: Scrooge entra nel cimitero, dove la mano dello spettro indica una lapide con scritto: Ebenezer Scrooge! Il pentimento è completo, il messaggio è andato fino in fondo al cuore di Scrooge.
Il ravvedimento
[modifica]Ebezener Scrooge si ritrova nel suo letto e scopre che è mattina presto, il Natale ha fatto il suo ingresso, glielo conferma un ragazzo che passa sotto la sua finestra. Forte della lezione ricevuta manda il ragazzo a comprare il più grosso tacchino in vendita al negozio lì vicino e premiandolo con una corona glielo fa portare a casa di Bob Cratchit quindi, sbarbato e ripulito, esce per strada salutando tutti con affabilità, incontra l' uomo che gli aveva chiesto un contributo per i più poveri, con esso si scusa per il suo comportamento e dona una grossa cifra di denaro. Trova poi la forza di presentarsi a casa di suo nipote che lo aveva invitato per Natale: accolto con calore, passa il più bel Natale della sua vita.
La mattina dopo nel suo ufficio aspetta l'arrivo di Cratchit che si presenta in ritardo e ancora ignaro del cambiamento del suo datore di lavoro, in un primo momento lo prende per pazzo ma Scrooge lo tratta da quel momento da amico, gli dà un notevole aumento di stipendio e le vacanze tanto meritate scusandosi con lui. Si prende cura della sua famiglia e soprattutto del piccolo Tim, che guarisce. Con i Cratchit si instaura un profondo legame di amicizia.
Da allora Scrooge diventa una persona molto amata, e trova finalmente la pace dell'anima.
La critica
[modifica]Le tematiche sociali
[modifica]- Mi chiedo se per caso hai letto I Libri di Natale di Dickens - chiese Robert Louis Stevenson a un amico [...]. - Io ne ho letti due, e ho pianto come un bambino, ho fatto uno sforzo impossibile per smettere. Quanto è vero Dio, sono tanto belli, e mi sento così bene dopo averli letti. Voglio uscire a fare del bene a qualcuno [...]. Oh, come è bello che un uomo abbia potuto scrivere libri come questi riempiendo di compassione il cuore della gente! -.
Se i primi due libri della raccolta dovevano avere colpito Stevenson, è sicuramente sul primo che si concentrò la sua attenzione. La sua commozione e lo stato di esaltazione da lui espresso rappresentano il trionfo unanime da parte della critica e del pubblico di allora: il 24 dicembre del 1843, poco dopo la sua prima apparizione nelle librerie, Il Canto di Natale aveva infatti raggiunto quota 6000 copie, cifra eccezionale data l'epoca e l'edizione deluxe del libro; la rilegatura rigida con velluto rosso a bordi dorati voluta dalla Chapman and Hall lo rendevano costoso. Conteneva anche le preziose illustrazioni del celeberrimo John Leech, vignettista della rivista satirica Punch. Leech, a differenza di Dickens, era dichiaratamente radicale e rivoluzionario, non un vittoriano nell'accezione comune del termine. In questa occasione speciale, però, anche la penna di Dickens, che era stata in passato più accomodante non risparmiò attacchi sarcastici alle classi alte.
Il 5 ottobre dello stesso anno egli aveva presieduto una serata di gala al Manchester Athaeneum, e prendendo la parola aveva denunciato la Poverty Law, che invece di combattere la povertà la accentuava sanzionando lo sfruttamento minorile nelle fabbriche. Pesava nella memoria dello scrittore l'esperienza degradante vissuta nell'infanzia, quando per pagare i debiti del padre fu mandato a lavorare in una fabbrica di lucido da scarpe, dove subì per sei mesi i maltrattamenti del padrone. Nonostante questo, a una prima espulsione del ragazzo dalla fabbrica la mamma insistette perché il proprietario se lo riprendesse ancora per un po': cosa che Dickens non riuscì mai a perdonarle per il resto della vita.
Nel Blue Book di una commissione parlamentare dell'epoca e in particolare nel Second Report (Seconda Relazione) uscita solo qualche mese prima Dickens stesso aveva letto statistiche allarmanti sulla povertà in Inghilterra e sugli abusi, tanto più scioccanti in quanto le vittime erano soprattutto bambini. Statistiche toccabili con mano girando per i quartieri poveri (Dickens era solito farvi lunghe passeggiate a piedi ogni giorno) che spinsero Elizabeth Barrett Browning, poetessa e moglie dell'omonimo poeta a scrivere la celebre poesia 'Pianto dei bambini' ('Cry of the Children). Gli "Hungry Forties" (gli anni '40 della fame) furono un periodo molto difficile per le classi meno abbienti, e il malcontento popolare verso il governo dovette crescere tanto da risvegliare gli intenti filantropici dei vittoriani, talora sinceri, talora motivati dalla paura della rivoluzione, che scoppiò un po' dappertutto nell'Europa continentale.
Non furono solo le cause indipendentistiche, ma anche la fame dei popoli oppressi dallo sfruttamento feudale a fomentare ribellioni e conflitti, provocando la caduta di Luigi Filippo in Francia e i celebri moti mazziniani culminati con la fondazione della Repubblica Romana di Giuseppe Garibaldi: il 1848 fu, non a caso l'anno che vide la pubblicazione del Il Manifesto del Partito Comunista di Karl Marx e Friedrich Engels. L'Inghilterra impedì però che questo malcontento fosse esasperato oltre il limite di guardia e per quanto questi segnali d'allarme non valsero a cambiare radicalmente la società, furono almeno presi i primi provvedimenti concreti, furono inoltre istituite diverse società filantropiche e movimenti di volontariato che dettero tra l'altro l'opportunità alle donne di uscire dalle mura domestiche dando loro per la prima volta una relativa indipendenza: ad esempio, Florence Nightingale, grazie allo straordinario successo ottenuto con il suo intervento a favore dei feriti della Guerra di Crimea, riuscì a muoversi con grande autorevolezza nella società inglese riuscendo ad organizzare, a partire dal 1860, la prima scuola per la formazione professionale delle infermiere.
Critica testuale
[modifica]Considerata una morality sulla falsariga delle sacre rappresentazioni medievali per la semplice simbolicità religiosa e l'aspetto melodrammatico, Il Canto di Natale è effettivamente un dramma in cinque atti, in cui le apparizioni che si presentano a Scrooge si aprono e si chiudono tra un sipario e l'altro, anche se le cortine del baldacchino dove dorme l'avaro rimpiazzano alla buona il sipario teatrale. Ma il Canto non è solo una parabola: rappresenta infatti lo sviluppo in chiave satirica e impegnata dei comici bozzetti dei Pickwick Papers, scenette umoristiche in cui compaiono quelle allegre e bonarie caricature destinate più tardi a trasformarsi nei mostri grotteschi del Canto e più avanti in quelli dei grandi romanzi. Mentre la figura del vecchio zio scapolone appare tratteggiata nel bonario Pickwick (affiancato nelle sue peripezie da Sam Weller (rivisitazione moderna in versione Cockney di Don Chisciotte e Sancio Panza), l'io cattivo di Scrooge appare nella breve storia di Gabriel Grub, avaro sagrestano rapito da un gruppo di malvagi spiritelli: essi gli fanno assistere a delle scene terribili il cui frutto finale sarà la conversione dell'avaro. Ma si tratta sempre dell'ennesimo bozzetto comico i cui personaggi sono ancora schizzati a matita: è solo con il Carol che Dickens acquisisce il successo e la capacità tecnica del romanziere. I Canti di Natale sviluppano il suo talento drammatico: a questo si unisce l'influenza del picaresco ereditato da Henry Fielding di cui era lettore appassionato, mentre il senso del macabro cresce dalla passione per il romanzo gotico. Raramente però, qualunque sia il tema trattato da Dickens, si può parlare di realismo, se non nel senso che i personaggi da lui creati sono "vivi" nel loro mondo fiabesco: Praz fa notare che si tratta di maschere in cui i tratti umani sono deformati come nelle vignette satiriche. I Canti di Natale sono dunque racconti fantastici, ma che racchiudono delle verità profonde. Vivono in una dimensione tutta loro come in Shakespeare a cui Dickens è non a caso paragonato per il forte e colorito linguaggio poetico appena mascherato dall'apparenza di prosa.
Adattamenti fumettistici
[modifica]- Una storia a fumetti di Lupo Alberto è intitolata "Canto Di Ferragosto" e mostra la coscienza di Mosè far pentire quest'ultimo per aver rovinato il Ferragosto ai suoi amici, mostrandogli un Ferragosto del passato, quello del presente e uno del futuro. L'episodio è quindi una chiara parodia di Canto Di Natale.
Bibliografia
[modifica]Testi
[modifica]- The Christmas Books, ed. M.Slater. Penguin, 1971, 2vols.
Canto di Natale Edizioni Mursia p. 104 ISBN 9788842536949
Critica
[modifica]- Introduction to The Christmas Books. Penguin, 1971, 1st vol.
- Introduction to The Christmas Carol. Penguin, 1971, 1st vol.
- M.Praz, Storia della letteratura inglese. Firenze, Sansoni, 1978.
Note
[modifica]
Altri progetti
[modifica]- Wikisource contiene il testo completo della traduzione italiana del Canto di Natale
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul Canto di Natale
Collegamenti esterni
[modifica]- Audiobook - Lettura integrale MP3 Creative Commons - a cura di Liber Liber, progetto Libro parlato. Voce di Silvia Cecchini
- Sito di Psicodramma che tratta di un progetto dedicato al "canto di Natale di Dickens"
- Traduzione italiana di Cantico di Natale su biblioteca.wikimedia.it