Alda Merini (superiori)
La Vita
[modifica]Alda Merini nasce a Milano il 21 Marzo 1931. Appena ventiduenne compone nel 1953 La Presenza di Orfeo a cui fa seguito nel 1955 Paura di Dio e Nozze Romane e poi nel 1961 Tu sei Pietro (tutte ristampate nel 1993). Ugualmente precoce fu la sua fama tanto da entrare a far parte nell' Antologia della Poesia Italiana 1909-1949 di Giacinto Spagnoletti nel 1950 e in Quarta Generazione. La Giovane Poesia 1945-1954 di Piero Chiara e Luciano Erba nel 1954. Nel frattempo si aggravano i suoi disturbi psichici tanto da costringerla alla vita in casa di cura per lunghi periodi. Dopo circa venti anni di silenzio negli anni Ottanta riprenderà la sua scrittura con Destinati a Morire (che poi avrà il titolo dal 1981 di Le Rime Petrose), La Terra Santa nel 1983 (poi La Terra Santa e Altre Poesie nel 1984), Testamento nel 1988, Vuoto d'Amore nel 1991, Ballate Non Pagate nel 1995, Superba è la Notte e L'Anima Innamorata nel 2000, Corpo dell'Abbandono nel 2004, Nel Cerchio di un Pensiero nel 2005. Oltre alla Poesia Alda Merini si occupa anche di prosa lirico-narrativa con scritti quali: L'Altra Verità. Diario di una Diversa nel 1986, Delirio Amoroso nel 1989, Il Tormento delle Figure nel 1990, Le Parole di Alda Merini nel 1991, La Pazza della Porta Accanto nel 1995, La Vita Facile nel 2001, La Carne degli Angeli nel 2003, Uomini Miei nel 2005. A queste opere va aggiunta una Antologia acura di Maria Corti uscita nel 1998 Fiore di Poesia che le recheranno ancora maggior fama e notorietà. Assai numerose sono poi anche le raccolte, brevi e brevissime, di poesieche si sono succedute compresi aforismi e versi abbinati a opere di importanti pittori. Alda Merini muore a Milano il 1º Novembre 2009.
Le Caratteristiche Letterarie
[modifica]Nelle opere vi è sempre una Alda Merini che scrive in una fusione ossimorica tra impulsi religiosi ed erotici, cristiani e pagani ma tutti scritti con un dettato limpido e chiaro. Le conduzioni di repressione e di reclusione, richiamate dall'esperienza dolorosa e disumana del manicomio, comunque non fanno perdere in lei l'aspirazione a una pienezza di vita che solo la poesia è in grado di realizzare in pieno, come riconquista dele radici più autentiche dell'esistenza. La parola precisa e razionale disciplina così anche le immagini più accese del desiderio e della fantasia.
Le Opere
[modifica]La Terra Santa
[modifica]La Terra Santa è una raccolta di poesie stampata da Scheiwiller nel 1984.
Il numero di liriche contenute nella raccolta è di quaranta. La scelta delle poesie è stata effettuata da Maria Corti sulla base di manoscritti e dattiloscritti di un centinaio di poesie, in parte ancora inedite, raccolte nel Fondo Manoscritti di Autori Moderni e Contemporanei dell'Università di Pavia. Da questo momento in poi, la produzione letteraria di Merini è contraddistinta da una sovrabbondante scrittura di testi, alcuni dei quali nascono da necessità terapeutiche, che non sono tutti validi dal punto di vista letterario, e che sono stati amministrati da amici scrupolosi di Merini quali ad esempio Giacinto Spagnoletti, Nicola Crocetti, Vanni Scheiwiller, Maria Corti, Giovanni Raboni. La storia della pubblicazione di questa raccolta è stata testimoniata dalla curatrice Corti, la quale più volte ha ricordato «la generale ottusa indifferenza» delle case editrici italiane per la pubblicazione delle poesie scelte per la costituzione de La Terra Santa, tanto che questo fatto ha concorso a rendere arduo il ritorno di Merini all'interno del panorama letterario italiano.
La Terra Santa è stata ristampata da Scheiwiller nel 1996, insieme alle raccolte Destinati a morire del 1990, Le satire della Ripa del 1983, Le rime petrose datate sempre 1983 e Fogli bianchi del 1987, nel nuovo volume dal titolo La Terra Santa. Con questa raccolta Merini ha vinto il Premio Librex-Guggenheim «Eugenio Montale» nel 1993 per la poesia. La natura della poesia di Merini, facendo propria l'informazione di Giacinto Spagnoletti contenuta ne La letteratura italiana del nostro secolo, è di «trascinare la propria poesia a una sua funzione “archeologica”», e con ciò si voleva affermare che, in tutta la sua produzione in versi, la scrittrice sembra che guardi il mondo «sub specie endecasillabica». Insomma, il verso principe della lirica italiana, l'endecasillabo, è la misura metrica guida che Alda Merini scelse da quando si esercitava alle prime prove poetiche, un verso sicuro, un «argine sicuro» - ha scritto Benedetta Centovalli in una nota a Il volume del canto - per narrare la propria vicenda umana. A causa di questa peculiare scelta metrica, insieme ad altre questioni di carattere stilistico quali, ad esempio l'uso del verso - melopea, l'utilizzo di una lettura «figurale» dei personaggi che attraversano il tessuto narrativo, si è parlato di influenze medievali e stilnovistiche nell'opera di Merini, accostando per questo il “maestro” Manganelli alla «ragazzetta milanese». In questa raccolta poetica, comunque, Alda Merini dimostra di saper far uso anche di altri metri oltre all'endecasillabo quali il quinario, il settenario, il novenario, misure però che rispettano sempre i canoni classici della lirica italiana, che rifiutano qualsiasi violazione alla norma, inserendosi comunque nel solco della tradizione novecentesca che da D'Annunzio a Pascoli ha optato per una lirica in cui «il verso si lascia pervadere dalla prosa».
Il tema dominante della raccolta è il manicomio, che Alda Merini assimila metaforicamente alla Terra Santa di fonte biblica. Così in tutta la raccolta questo tema non solo è presente ma viene iterato, e come sintetizza Alda Merini, La Terra Santa «parla ossessivamente dello stesso tema, lo racconta, se ne lamenta. Sembrerebbe, ma non è poesia patologica». Recuperando i giudizi critici, abbastanza generosi, che riguardano questa raccolta poetica, considerata da Maria Corti «fra le creazioni poetiche migliori di Alda Merini», ci si rende conto che il dato costante nelle sue liriche è l'armonia in quanto «valore prelogico», ha scritto Giacinto Spagnoletti, e ancora contraddistinta da versi la cui musicalità è causata dalla presenza di «scatti fonici e verbali»: si ricorda che Merini fa spesso uso, nelle sue liriche, del linguaggio musicale acquisito con lo studio del pianoforte. Nella raccolta poetica La Terra Santa il periodo d'internamento della scrittrice, viene creativamente metaforizzato nella vicenda storico-religiosa che il popolo ebraico ha percorso durante l'esodo in Terra Santa e di cui narrano i primi libri dell’Antico Testamento. Essendovi concretamente una sovrapposizione fra Terra promessa e manicomio, e quindi fra il viaggio compiuto dal “popolo prediletto” da Dio dall'Egitto alla Palestina, Remo Pagnanelli in una recensione al volume ha parlato de La Terra Santa come di «progetto logico e strutturato nel genere coesivo del poema». Il manicomio di Alda Merini viene individuato dalla scrittrice come un inferno e quindi, ne «La Terra Santa, la contrada consacrata da Gerico», scrive Manganelli, «anche l'inferno è sacro».
Ballate Non Pagate
[modifica]Ballate non pagate è una raccolta di poesie pubblicata dalla casa editrice Einaudi nel 1995 e vincitrice del Premio Viareggio per la poesia nel 1996.
La raccolta, dopo una premessa in prosa che ha inizio con le parole "Di quel fosco periodo ricordo soltanto... ", si divide in due parti di cui la prima propone le poesie che vanno dal 1989 al 1993, mentre la seconda quelle di maggio-settembre 1994.
Le poesie che compongono la prima parte della raccolta sono dattiloscritte e sono state inviate dall'autrice o direttamente all'editore o consegnate a gruppo di quattro o cinque per volta alla curatrice della collana.
Molte di queste poesie si possono far risalire al periodo in cui la scrittrice frequentava il caffè-libreria "Chimera" sul Naviglio e, come scrive Laura Alunno, "portava con sé fogli dattiloscritti che regalava agli avventori, fogli coperti di caratteri alterni, sfuocati e turchini perché la sua macchina da scrivere era senza nastro e Alda Merini batteva i tasti direttamente sulla carta carbone".
Protagonisti di questa raccolta sono persone incontrate lungo la strada del Naviglio o persone note come Giorgio Manganelli, che l'aveva scoperta e presentata sulla scena letteraria, o Michele Pierri il poeta di Taranto che in seguito sposerà.
Ogni poesia ha una sua storia, accaduta in un momento della vita dell'autrice e "... sono liriche cercate nel quotidiano da una donna forse stanca di Dio, un Dio al quale pure aveva dedicato molti bellissimi versi, tanto da essere salutata agli esordi quale poetessa mistica. Un Dio a lungo chiamato e oggi un poco accantonato per aprire più decisamente le braccia al "pagano", da sempre rimasto sull'uscio".
« Padre, se scrivere è una colpa perché Dio mi ha dato la parola per parlare con trepidi linguaggi d'amore a chi mi ascolta? »
Drammatiche tra le liriche della raccolta quelle nate dall'angoscia della morte di amici (Manganelli, Pierri, Titano) e soprattutto da quella improvvisa, innaturale, di Roberto Volponi, per incidente aereo avvenuto nel 1989 a L'Avana, figlio dello scrittore Paolo Volponi e caro sodale dell'autrice".
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su Alda Merini
- Wikipedia contiene informazioni su Alda Merini
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Alda Merini
La Lezione fa parte del Progetto "Le Donne nella Letteratura Italiana" (superiori).