Porto Venere (UNESCO)

Da Wikiversità, l'apprendimento libero.
lezione
lezione
Porto Venere (UNESCO)
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: I siti patrimonio dell'umanità
Avanzamento Avanzamento: lezione completa al 100%
Panorama di Portovenere visto dall'Isola di Palmaria

Porto Venere scritto anche Portovenere, è un comune italiano della provincia della Spezia in Liguria che dal 1997 insieme alle isole Palmaria, Tino, Tinetto e alle Cinque terre è stato inserito tra i patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. Per conoscere meglio questo paese dichiarato patrimonio dell'umanità ne analizzeremo le caratteristiche principali.

Geografia[modifica]

Territorio[modifica]

Porto Venere visto da Lerici

Il paese di Porto Venere sorge all'estremità meridionale di una penisola, la quale, staccandosi dalla frastagliata linea di costa della riviera ligure di levante, va a formare la sponda occidentale del golfo della Spezia o detto anche "golfo dei Poeti". Alla fine di questa penisola si trovano tre piccole isole: la Palmaria, il Tino e il Tinetto; solo l'isola Palmaria, che sorge proprio di fronte al borgo di Porto Venere al di là di uno stretto braccio di mare, è in piccola parte abitata.

Molto rinomate sono le spiagge del comprensorio, grazie all'acqua cristallina e alla forte corrente del mar Ligure, che in prossimità della costa raggiunge repentinamente discrete profondità. Da segnalare le spiagge del lato nordovest dell'Isola Palmaria, citate peraltro nella Guida Blu del Touring Club Italiano e Legambiente. Sul borgo antico del paese, sulla falesia e sulle isole dell'arcipelago insiste il parco naturale regionale di Porto Venere, gestito dall'omonimo ufficio comunale.


Clima[modifica]

La Grotta Vulcanica di Palmaria

Il clima è tipico mediterraneo, pressoché privo di eccessi termici in estate e di episodi di gelo in inverno. Tuttavia, le precipitazioni possono essere molto abbondanti, specialmente in autunno e primavera, a causa dell'orografia della riviera di Levante.

Nel territorio comunale, è ubicata la stazione meteorologica di Isola di Palmaria, i cui dati possono essere ritenuti simili a quelli che si verificano a Porto Venere e nelle zone limitrofe.

Particolarità: molto evidenti in primavera, estate e autunno sono le "termiche", ovvero i venti che soffiano influenzati dalle condizioni climatiche; dalla notte/prima mattina soffia il vento di terra, chiamato in dialetto "avaxia", proveniente da NE. Dalla tarda mattinata si alza il "Maestralino", proveniente da NW e che entra dalle Bocche di Portovenere anche con una certa forza allietando il paese e i numerosi yacht in rada dalla calura estiva. In autunno il Maestralino prende anche il nome di "Provenzaccia" a causa della provenienza dalla Provenza (derivazione del Mistral) e dalla temperatura fredda e dal carico di umidità.

Il comprensorio Porto Venere-Isola Palmaria è l'unico punto di ridosso presente nel mar Ligure tra l'Isola d'Elba e le Isole di Hyères, in Francia. Da qui anche il ruolo strategico nella storia marinaresca.

Storia[modifica]

Il molo

Anche se le origini più antiche del borgo vengono fatte risalire sino al VI secolo a.C. con la presenza dei popoli Liguri[1], le prime datazioni storiche di Porto Venere risalgono a Claudio Tolomeo (150 d.C.[1]) e all'Itinerario Marittimo (Itinerarium Maritimum Imperatoris Antonini Augusti) dell'imperatore Antonino Pio del 161 d.C.[2] dove viene segnalato il borgo tra le località di Sestri Levante e Luni[2].

Il nome del borgo (Portus Veneris[1]) derivava da un tempio dedicato alla dea Venere Ericina[1], sito esattamente nel luogo in cui ora sorge la chiesa di San Pietro[1]. Il nome era probabilmente legato al fatto che, secondo la tradizione, la dea era nata dalla spuma del mare, abbondante proprio sotto quel promontorio.

Il borgo originario (castrum vetus[1]), abitato da antichi pescatori, era sito nell'attuale piazzale Spallanzani ed è oggi interamente scomparso. Da località di pescatori, Porto Venere divenne base navale della flotta bizantina[1], ma fu assalita e distrutta dal re Rotari dei Longobardi nel 643 d.C.[1]. I pochi reperti romani, consistenti in alcune murature rinvenute sotto il piazzale Spallanzani, si rifanno all'assorto periodo cristiano-monastico dei monaci di san Colombano, con l'antica chiesa di San Pietro della diocesi di Luni. Tra i secoli VIII e XI fu oggetto di ripetuti assalti dei pirati saraceni e normanni[1].

Scorcio del castello Doria

Possedimento feudale dei signori di Vezzano[3] furono gli stessi a cedere il feudo, verosimilmente nel 1139[3], a Genova che già nel 1113[1], come testimoniamo alcuni documenti, aveva edificato un quadrangolare castello sulla punta meridionale del promontorio dell'Arpaia[3], a fianco della primitiva chiesa di San Pietro; sempre nello stesso periodo genovese venne costruita la chiesa di San Lorenzo e il borgo nuovo (castrum novum[1]). Sono del 1161[1] le mura che racchiudono entrambi i borghi, vecchio e nuovo, ed è infine nel 1162 che fu sancito formalmente il passaggio delle due chiese sotto la giurisdizione del vescovo di Genova, confermando di fatto il completo dominio genovese sul borgo[1].

Nel XV secolo, con il respinto assalto degli Aragonesi nel 1494[1], venne meno il dualismo tra i due borghi; il borgo vecchio fu distrutto lasciando libero lo spazio che ancora oggi si può osservare tra il borgo nuovo e la chiesa di San Pietro. Sempre al dominio di Genova si devono le successive fortificazioni nel territorio di Porto Venere: la batteria di San Francesco e il forte di Sant'Ambrogio e, nei pressi della Palmaria, della fortezza di Torre Scola nel 1606[1].


L'interno del borgo

Con la dominazione francese di Napoleone Bonaparte rientrò dal 2 dicembre nel Dipartimento del Golfo di Venere, con La Spezia capoluogo, all'interno della Repubblica Ligure. Dal 28 aprile 1798 con i nuovi ordinamenti francesi, il territorio di Porto Venere rientrò nel VII cantone, come capoluogo, della Giurisdizione di Golfo di Venere e dal 1803 centro principale del III cantone del Golfo di Venere nella Giurisdizione del Golfo di Venere. Annesso al Primo Impero francese dal 13 giugno 1805 al 1814 venne inserito nel Dipartimento degli Appennini. È in questa fase storica che, nel 1812[1], venne realizzata la strada litoranea, denominata "Strada napoleonica" in onore del generale francese e oggi localizzata come strada provinciale 530, che ancora oggi collega il centro marinaro con La Spezia passando per i paesi di Fezzano, Le Grazie e Terizzo.


Nel 1815 fu inglobato nel Regno di Sardegna, secondo le decisioni del Congresso di Vienna del 1814, e successivamente nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1859 al 1927 il territorio fu compreso nel I mandamento di Spezia del circondario di Levante facente parte della provincia di Genova prima e, con l'istituzione nel 1923, della provincia della Spezia poi.

Apprezzata località di villeggiatura di fine Ottocento e inizio Novecento - tra i suoi visitatori più celebri vi fu Lord George Gordon Byron - è ancora oggi una meta turistica di punta del panorama spezzino e ligure.

Nel 1998 ha ottenuto per i suoi beni architettonici e naturalistici l'ingresso nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità tutelati dall'Unesco e dal 2001 è sede dell'omonimo parco naturale regionale.

Criteri per i quali è stata dichiarata patrimonio dell'umanità[modifica]

Il marchio di Patrimonio mondiale dell'umanità

Porto Venere insieme alle isole Palmaria, Tino, Tinetto e alle Cinque Terre è stata inserita tra i patrimoni dell'umanità dell'UNESCO i criteri che ha rispettato sono:

  • (II) "testimoniare un cambiamento considerevole culturale in un dato periodo sia in campo archeologico sia architettonico sia della tecnologia, artistico o paesaggistico"
  • (IV) "offrire un esempio eminente di un tipo di costruzione architettonica o del paesaggio o tecnologico illustrante uno dei periodi della storia umana"
  • (V) "essere un esempio eminente dell'interazione umana con l'ambiente"

La sua importanza[modifica]

Porto Venere

L'importanza di questo sito risale in molte sue caratteristiche sia naturali che architettoniche, l'area infatti è una zoda dichiarata di "straordinaria bellezza" per l'incredibile maestosità del paesaggio costiero e marinio (che infatti è anche parco naturale protetto) ma anche dalla presenza di strutture architettoniche che ben si integrano con l'ambiente a partire dallo stesso paese di Porto Venere ma anche dalla presenza in questa zona di fortificazioni militari in uso dal 1860 (anno di fondazione dell'arsenale militare di La Spezia) fino al 1945, che hanno assunto grande importanza nella difesa del porto dagli attacchi nemici. In particolari queste opere difensive sono collocate nell'isola Palmaria dove c'erano e ci sono tutt'oggi (anche se dismesse) otto fortificazioni difensive. Queste fortificazioni insieme alla "Batteria Ammiraglio Ronca" sono incluse nell'area dichiarata patrimonio dell'umanità però è bene ricordare che non erano le sole ma erano collocate in tutto il golfo per poter proteggere il porto di La Spezia da possibili attacchi.

Galleria[modifica]

Qui sono raccolte alcune immagini divise per tipologia di Porto Venere in modo da permettere al lettore di vedere con i propri occhi perché questo posto è stato dichiarato patrimonio dell'umanità:

Panorami[modifica]

Il castello e la chiesa[modifica]

Il mare[modifica]

Il paese[modifica]

E i suoi vicoli[modifica]

Porto Venere vista da lontano[modifica]

Altro[modifica]

Altri progetti

Note[modifica]

  1. 1,00 1,01 1,02 1,03 1,04 1,05 1,06 1,07 1,08 1,09 1,10 1,11 1,12 1,13 1,14 1,15 Fonte dal sito turistico della Provincia della Spezia, turismoprovincia.laspezia.it. URL consultato il 17 ottobre 2011.
  2. 2,0 2,1 Fonte dal libro di Gian Antonio Dall'Aglio, Liguria Guida Levante, Genova, Arti Grafiche Litoprint per Sagep Libri e Comunicazione Srl, 2005.
  3. 3,0 3,1 3,2 Fonte dalla Guida d'Italia-Liguria del Touring Club Italiano, Milano, Mondadori, 2007.