La Scrittura di Servizio (superiori)

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La Scrittura di Servizio (superiori)
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materie:
Avanzamento Avanzamento: lezione completa al 100%

Per Scrittura di Servizio si intende un insieme di elaborati scritti che coadiuvano alla comprensione di una lettura o alla progettazione e produzione di uno scritto. Alcune di queste attività assurgono a propria autonoma rillevanza configurandosi così come veri e propri Modelli di Scrittura: il Riassunto, la Parafrasi e lo Schema.

Il Riassunto[modifica]

Il Riassunto è un testo che riproduce, in forma abbreviata, i contenuti di un altro testo più ampio. Il Riassunto è molto tipico come esercizio scolastico sia in forma autonoma sia come parte preliminare di altri esercizi come l'Analisi e il Commento di Testi oppure Schede Bibliografiche e Filmografiche. Viene usato anche in ambito accademico come parte preliminare o conclusiva riassuntiva di una pubblicazione scientifica molto usata per comprendee il contenuto di essa senza dover leggere il testo integrale. Viene, in ultimo, usato anche in ambiente lavorativo e nella vita sociale si pensi ad esempio ai resoconto d'ufficio, gli abstract per i congressi e per le pagine web, i "richiami" sulle prima pagine dei quotidiani, le parti iniziali di recensioni cinematografiche ecc. Nonostante quanto si possa credere il Riassunto non è per nulla facile ma anzi prevede un procedimento complesso che di seguito andiamo ad analizzare.

Scrivere un Riassunto[modifica]

Il procedimento per scrivere un Riassunto si articola in quattro fasi.

1. Progettazione[modifica]

  • Prima di tutto va considerato chi è il destinatario del riassunto e lo scopo dello stesso. In base ad essi si potrà decidere il registro linguistico più appropriato che eventualmente sarà anche diverso da quello del testo di partenza.
  • Bisogna considerare inoltre anche la dimensione consentita cioè il numero di parole o di righe o di battute che per il riassunto sono tassative.

2. Lettura e Analisi[modifica]

  • Va letto attentamente e analiticamente il testo.
  • Bisogna essere sicuri di aver compreso ogni parola e in caso di incertezze si ricorre al dizionario oppure in caso di parole specialistiche o poco usuali bisogna appuntare a margine un sinonimo o la definizione o una breve spiegazione.
  • Va poi individuato l' argomento principale (topic) del testo considerato nella sua integrità: se il testo è descrittivo l'oggetto descritto, se è un articolo di cronaca la notizia principale, se è un saggio argomentativo la tesi dell'autore, se è un testo narrativo una brevissima sitnesi della vicenda narrata.
  • Va diviso il testo in blocchi cioè in porzioni di testo solitamente coincidenti con i paragrafi nel testo espositivo, con le sequenze in quello narrativo e con le strofe in una poesia.
  • Fatta la divisione in blocchi va capito l' argomento di ogni singolo blocco e annotato a margine degli stessi oppure su un foglio a parte o al computer. Fatto questo va riconosciuta la successione degli argomenti o delle sequenze, individuata la gerarchia di importanza degli argomenti trattati nei blocchi di testo distinguendo tra argomenti di primo piano (fondamentali) e argomenti di secondo piano (meno importanti dei precedenti ma comunque non irrillevanti e superfli). Vanno poi sottilineate e trascritte parole, espressioni, brevi frasi, che si considerano importanti in ciascun blocco. Va cancellato con la matita, o posto fra parentesi, ciò che si considera superfluo ai fini del riassunto.
  • Vanno poi collegate tra di loro con opportuni segni grafici i blocchi di testo che trattano il medesimo argomento o argomenti affini.
  • Va poi infine posto al fianco del testo una scaletta di numeri che costituirà l'ordine con cui procedere alla stesura del riassunto.

3. Stesura del Riassunto[modifica]

a) Struttura[modifica]
  • Va articolato il testo in paragrafi che corrisponderanno ai punti della scaletta.
  • Bisogna poi rispettare la tipologia testuale. Se il testo è argomentativo il primo paragrafo sarà ad esporre la tesi dell'autore mentre i restanti ad esporre le varie argomentazioni a suo sostegno (chiaramente in forma breve). Se è descrittivo va riportato nel primo paragrafo la descrizione globale dell'oggetto o del personaggio e poi nei successivi paragrafi gli altri elementi della descrizione. Se è informativo va indicato subito il che cosa, il chi, il dove, il quando e il perché (le "5W" del giornalismo di informazione). Se è narrativo sintetizzare la vicenda narrata.
b) Lingua e Stile[modifica]
  • Va scelto il tempo verbale che non per forza deve essere quello del testo iniziale. Solitamente è presente, passato prossimo o futuro indicativo.
  • Vanno poi riassunti i concetti espressi da più periodi in uno solo usando anche la subordinazione.
  • Vanno poi nominalizzati intere proposizioni con nomi ad esempio "essi presero una decisione su cui nessuno sarebbe ritornato" diventa "con una decisione irrevocabile".
  • Vanno condensati proposizioni o periodi in incisivi cioè brevi frasi in funzione di parentesi.
  • Se il testo di partenza è in prima persona va trasformato in terza persona.
  • Se ci sono dei discorsi diretti vanno trasformati in discorsi indiretti.
  • Vanno usati degli iperonimi cioè delle parole che hanno un significato più generale ed esteso piuttosto che parole con significato specifico e limitato.
  • Vanno usati pronomi e sinonimi.
  • Vanno mantenute le parole più significative eventualmente mettendole tra virgolette per far comprendere che sono state prelevate dal testo originario.
  • Non vanno aggiunti nuovi argomenti ma vanno esplicitati sinteticamente quelli che sono dati per impliciti.
  • Vanno posti ad inizio di ogni paragrafo gli appositi connettivi che evidenziano i rapporti (logici, temporali, di causa-effetto ecc.) ed evitano la frammentazione tra un paragrafo e l'altro.
  • Bisogna andare a capo dopo ogni paragrafo.
  • Non vanno riportate nel riassunto eventuali figure, tabelle ecc. del testo iniziale ma vanno semplicemente citate sommariamente.
  • Va dato un titolo al riassunto citando espressamente la fonte da cui è tratto.

4. Controllo[modifica]

Al termine va compiuta una Verifica affinché si controlli che il riassunto contenga gli argomenti fondamentali dal testo di partenza e che non manchino particolari o dettagli significativi, che non siano state aggiunte considerazioni personali o invenzioni, non siano rimasti dettagli superflui o poco significativi, che la dimensione del riassunto corrisponda a quella prescritta, che la grammatica, ortografia e punteggiatura siano corrette e infine che la presentazione grafica del testo sia curata (grafia comprensibile, impaginazione ordinata ecc.).

Scrivere un Riassunto al Computer[modifica]

Il Riassunto può essere compiuto anche con un programma di videoscrittura seguendo alcune operazioni:

  • Distinguere e selezionare le informazioni principali dalle secondarie.
  • Cancellare le parti ridondanti e superflue.
  • Mettere in evidenza (con grassetto o sottolineatura o evidenziando con un colore) le parole chiave, le frasi principali, le idee portanti.
  • Smontare e rimontare i blocchi di testo.
  • Integrare documenti diversi.
  • Creare una nuova paragrafazione.
  • Dare una nuova titolazione.
  • Modificare l'impaginazione e la presentazione grafica.
  • 'Conteggiare pagine parole caratteri (spazi esclusi o inclusi), paragrafi e righe (dal menu di Word "Strumenti", cliccando su "Conteggio parole") per verificare se il risultato corrisponda alla consegna.

Si può anche usare il comando "Sunto automatico" nel menu "Strumenti":

  • Evidenziando il documento che si vuole riassumere.
  • Scegliendo tra le opzioni: "Tipo di sunto", "Inserisci il sunto all'inizio del documento", "Evidenzia solo il sunto senza uscire dal documento originario".
  • Calcolando la lunghezza del sunto (in percentuale rispetto al testo di partenza, in numero di parole, di frasi ecc.) soprattutto per verificare se il risultato corrisponde alla consegna.
  • Verificando la real utilità di tale strumento che spesso non si adatta alla complessità del lavoro di scrittura.

ESEMPIO DI RIASSUNTO[modifica]

Testo Originario: Il cervo e il leone

Un cervo giunse presso una fonte; mentre beveva, scorse la propria immagine nell'acqua e si rallegrò, vedendo che le sue corna erano così grandi e ramificate. Gli dispiacquero invece le gambe che trovava troppo deboli ed esili. Stava ancora facendo queste riflessioni quando comparve un leone che cominciò a inseguirlo, ma il cervo nella fuga lo precedeva di un buon tratto. E, finché davanti a lui si estendeva la pianura priva di piante, riusciva a correre più del leone, ma quando poi cominciò una zona selvosa il cervo, a causa delle corna, rimase impigliato fra i rami e, non potendo più correre, fu ghermito dal leone. Mentre veniva ucciso esclamò: "Sono stato proprio uno sciocco a non avere fiducia in ciò che costituiva la mia salvezza fidandomi invece di ciò che è stato la mia rovina".

Spesso ci capita nella vita, quando ci troviamo nei pericoli, che diventino nostri salvatori coloro, fra gli amici, che avevano suscitato in noi dei sospetti e si rivelino, invece, traditori quelli che avevano guadagnato la nostra fiducia.

(Esopo, Favole, a cura di F. Maspero, Bompiani.)

Consegna: Riassumi il testo, in modo da crearne uno lungo circa la metà (90 parole)

Svolgimento: Un cervo assetato giunge presso una fonte; rispecchiandosi nell'acqua si compiace delle sue corna ampie e ramificate, ma si dispiace per le sue gambe piccole ed esili. In quel momento giunge un leone. Il cervo, fuggendo attraverso una pianura priva di piante, è più veloce del felino, ma quando entra in una zona boscosa si trova nei guai: le sue corna si impigliano tra i rami e il leone lo sbrana. Spesso nel pericolo coloro che avevano suscitato sospetti diventano la nostra salvezza, viceversa quelli su cui credevamo di poter contare finiscono per tradirci.

ESERCITAZIONE SUI RIASSUNTI[modifica]

Usando il Testo dell'Esempio di prima:

  • Riassumi il testo, in modo da crearne uno lungo circa la metà (90 parole).
  • Riassumi il testo, in modo da crearne uno di circa 40 parole.
  • Riassumi il testo, in modo da crearne uno di circa lungo circa 20 parole.

L'Esempio e gli Esercizi sono stati prelevati da Atuttascuola: http://www.atuttascuola.it/scuola/riassunto/esercizio1.htm .


La Parafrasi[modifica]

La Parafrasi è la riscrittura di un testo in una modalità differente di quella iniziale ma mantenendo intatto il suo contenuto letterario. Viene solitamente svolta su testi complessi o di difficile comprensione rendendoli più facili oppure su testi con un registro linguistico formale trasformandolo in un registro linguistico standard. È usata soprattutto in ambito scolastico e soprattutto su testi poetici (dove è detta "versione in prosa") al fine di comprenderli meglio. È usata anche in ambito lavorativo per rendere più agevole testi tecnici o altamente specialistici e in ambito giornalistico per rendere leggibili articoli (come a contenuto politico) non di facile lettura per un lettore comune. Di seguito è esplicata la procedura da seguire per realizzare una Parafrasi.

Scrivere una Parafrasi[modifica]

  • Prima di tutto vanno ripetuti i medesimi argomenti trattati nel testo di partenza controllando di non averne tralasciato alcuno e non averne aggiunto di altri.
  • Va ricalcata la struttura del testo di partenza mantenendo l'ordine di disposizione degli argomenti.
  • Va semplificata e "normalizzata", se necessario, la sintassi modificando la posizione delle parole, evitando ripetizioni, completando le ellissi, spiegando e sostituendo i connettivi.
  • Va modificata, se necessario, anche la punteggiatura.
  • Bisogna agire soprattutto sul lessico sostituendo le parole difficili e inusuali (antiquate, tecniche, poetiche) con parole del linguaggio comune o sinonimi o perifrasi.
  • Vanno mantenute le medesimi parole se invece sono di facile comprensione oppure di particolare pregnanza di significato.
  • Non vanno inseriti commenti o valutazioni.

ESEMPIO DI PARAFRASI[modifica]

Testo Originario: Il cervo e il leone

Dolce e chiara la notte e senza vento,

e questa sovra i tetti e in mezzo agli orti

posa la luna, e di lontan rivela

serena ogni montagna.

(Giacomo Leopardi, La Sera del dì di festa, vv 1-4.)

Consegna: Svolgi la parafrasi dei seguenti versi.

Svolgimento: La notte è piacevole, luminosa e senza vento; la luce della luna sembra posarsi tranquilla sopra i tetti e in mezzo agli orti e fa apparire in lontananza ogni montagna infondendo un senso di serenità.


L'Esempio è stato prelevati da Scuolissima.com: http://www.scuolissima.com/2012/10/come-si-fa-la-parafrasi.html .


ESERCITAZIONE SULLA PARAFRASI[modifica]

  • Svolgi la Parafrasi della Poesia di Giacomo Leopardi "La Sera del dì di festa".
XIII - La Sera del dì di festa

Dolce e chiara è la notte e senza vento,

E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti

Posa la luna, e di lontan rivela

Serena ogni montagna. O donna mia,

Già tace ogni sentiero, e pei balconi

Rara traluce la notturna lampa:

Tu dormi, che t'accolse agevol sonno

Nelle tue chete stanze; e non ti morde

Cura nessuna; e già non sai nè pensi

Quanta piaga m'apristi in mezzo al petto.

Tu dormi: io questo ciel, che sì benigno

Appare in vista, a salutar m'affaccio,

E l'antica natura onnipossente,

Che mi fece all'affanno. A te la speme

Nego, mi disse, anche la speme; e d'altro

Non brillin gli occhi tuoi se non di pianto.

Questo dì fu solenne: or da' trastulli

Prendi riposo; e forse ti rimembra

In sogno a quanti oggi piacesti, e quanti

Piacquero a te: non io, non già, ch'io speri,

Al pensier ti ricorro. Intanto io chieggo

Quanto a viver mi resti, e qui per terra

Mi getto, e grido, e fremo. Oh giorni orrendi

In così verde etate! Ahi, per la via

Odo non lunge il solitario canto

Dell'artigian, che riede a tarda notte,

Dopo i sollazzi, al suo povero ostello;

E fieramente mi si stringe il core,

A pensar come tutto al mondo passa,

E quasi orma non lascia. Ecco è fuggito

Il dì festivo, ed al festivo il giorno

Volgar succede, e se ne porta il tempo

Ogni umano accidente. Or dov'è il suono

Di que' popoli antichi? or dov'è il grido

De' nostri avi famosi, e il grande impero

Di quella Roma, e l'armi, e il fragorio

Che n'andò per la terra e l'oceano?

Tutto è pace e silenzio, e tutto posa

Il mondo, e più di lor non si ragiona.

Nella mia prima età, quando s'aspetta

Bramosamente il dì festivo, or poscia

Ch'egli era spento, io doloroso, in veglia,

Premea le piume; ed alla tarda notte

Un canto che s'udia per li sentieri

Lontanando morire a poco a poco,

Già similmente mi stringeva il core.

(Giacomo Leopardi, La Sera del dì di festa)
  • Svolgi la Parafrasi del "I Canto" dell'"Inferno" della "Divina Commedia" di Dante Alighieri.
I Canto, Inferno, Divina Commedia

Nel mezzo del cammin di nostra vita

mi ritrovai per una selva oscura

ché la diritta via era smarrita.

Ahi quanto a dir qual era è cosa dura

esta selva selvaggia e aspra e forte

che nel pensier rinova la paura!

Tant'è amara che poco è più morte;

ma per trattar del ben ch'i' vi trovai,

dirò de l'altre cose ch'i' v'ho scorte.

Io non so ben ridir com'i' v'intrai,

tant'era pien di sonno a quel punto

che la verace via abbandonai.

Ma poi ch'i' fui al piè d'un colle giunto,

là dove terminava quella valle

che m'avea di paura il cor compunto,

guardai in alto, e vidi le sue spalle

vestite già de' raggi del pianeta

che mena dritto altrui per ogne calle.

Allor fu la paura un poco queta

che nel lago del cor m'era durata

la notte ch'i' passai con tanta pieta.

E come quei che con lena affannata

uscito fuor del pelago a la riva

si volge a l'acqua perigliosa e guata,

così l'animo mio, ch'ancor fuggiva,

si volse a retro a rimirar lo passo

che non lasciò già mai persona viva.

Poi ch'èi posato un poco il corpo lasso,

ripresi via per la piaggia diserta,

sì che 'l piè fermo sempre era 'l più basso.

Ed ecco, quasi al cominciar de l'erta,

una lonza leggera e presta molto,

che di pel macolato era coverta;

e non mi si partia dinanzi al volto,

anzi 'mpediva tanto il mio cammino,

ch'i' fui per ritornar più volte vòlto.

Temp'era dal principio del mattino,

e 'l sol montava 'n sù con quelle stelle

ch'eran con lui quando l'amor divino

mosse di prima quelle cose belle;

sì ch'a bene sperar m'era cagione

di quella fiera a la gaetta pelle

l'ora del tempo e la dolce stagione;

ma non sì che paura non mi desse

la vista che m'apparve d'un leone.

Questi parea che contra me venisse

con la test'alta e con rabbiosa fame,

sì che parea che l'aere ne tremesse.

Ed una lupa, che di tutte brame

sembiava carca ne la sua magrezza,

e molte genti fé già viver grame,

questa mi porse tanto di gravezza

con la paura ch'uscia di sua vista,

ch'io perdei la speranza de l'altezza.

E qual è quei che volontieri acquista,

e giugne 'l tempo che perder lo face,

che 'n tutt'i suoi pensier piange e s'attrista;

tal mi fece la bestia sanza pace,

che, venendomi 'ncontro, a poco a poco

mi ripigneva là dove 'l sol tace.

Mentre ch'i' rovinava in basso loco,

dinanzi a li occhi mi si fu offerto

chi per lungo silenzio parea fioco.

Quando vidi costui nel gran diserto,

«Miserere di me», gridai a lui,

«qual che tu sii, od ombra od omo certo!».

Rispuosemi: «Non omo, omo già fui,

e li parenti miei furon lombardi,

mantoani per patria ambedui.

Nacqui sub Iulio, ancor che fosse tardi,

e vissi a Roma sotto 'l buono Augusto

nel tempo de li dèi falsi e bugiardi.

Poeta fui, e cantai di quel giusto

figliuol d'Anchise che venne di Troia,

poi che 'l superbo Iliòn fu combusto.

Ma tu perché ritorni a tanta noia?

perch‚ non sali il dilettoso monte

ch'è principio e cagion di tutta gioia?».

«Or se' tu quel Virgilio e quella fonte

che spandi di parlar sì largo fiume?»,

rispuos'io lui con vergognosa fronte.

«O de li altri poeti onore e lume

vagliami 'l lungo studio e 'l grande amore

che m'ha fatto cercar lo tuo volume.

Tu se' lo mio maestro e 'l mio autore;

tu se' solo colui da cu' io tolsi

lo bello stilo che m'ha fatto onore.

Vedi la bestia per cu' io mi volsi:

aiutami da lei, famoso saggio,

ch'ella mi fa tremar le vene e i polsi».

«A te convien tenere altro viaggio»,

rispuose poi che lagrimar mi vide,

«se vuo' campar d'esto loco selvaggio:

ché questa bestia, per la qual tu gride,

non lascia altrui passar per la sua via,

ma tanto lo 'mpedisce che l'uccide;

e ha natura sì malvagia e ria,

che mai non empie la bramosa voglia,

e dopo 'l pasto ha più fame che pria.

Molti son li animali a cui s'ammoglia,

e più saranno ancora, infin che 'l veltro

verrà, che la farà morir con doglia.

Questi non ciberà terra né peltro,

ma sapienza, amore e virtute,

e sua nazion sarà tra feltro e feltro.

Di quella umile Italia fia salute

per cui morì la vergine Cammilla,

Eurialo e Turno e Niso di ferute.

Questi la caccerà per ogne villa,

fin che l'avrà rimessa ne lo 'nferno,

là onde 'nvidia prima dipartilla.

Ond'io per lo tuo me' penso e discerno

che tu mi segui, e io sarò tua guida,

e trarrotti di qui per loco etterno,

ove udirai le disperate strida,

vedrai li antichi spiriti dolenti,

ch'a la seconda morte ciascun grida;

e vederai color che son contenti

nel foco, perché speran di venire

quando che sia a le beate genti.

A le quai poi se tu vorrai salire,

anima fia a ciò più di me degna:

con lei ti lascerò nel mio partire;

ché quello imperador che là sù regna,

perch'i' fu' ribellante a la sua legge,

non vuol che 'n sua città per me si vegna.

In tutte parti impera e quivi regge;

quivi è la sua città e l'alto seggio:

oh felice colui cu' ivi elegge!».

E io a lui: «Poeta, io ti richeggio

per quello Dio che tu non conoscesti,

acciò ch'io fugga questo male e peggio,

che tu mi meni là dov'or dicesti,

sì ch'io veggia la porta di san Pietro

e color cui tu fai cotanto mesti».

Allor si mosse, e io li tenni dietro.

(Dante Alighieri, I Canto dell'Inferno della Divina Commedia)
  • Svolgi la Parafrasi della Poesia di Giacomo Leopardi "L'Infinito".
L'Infinito

Sempre caro mi fu quest'ermo colle,

E questa siepe, che da tanta parte

Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.

Ma sedendo e mirando, interminati

Spazi di là da quella, e sovrumani

Silenzi, e profondissima quiete

Io nel pensier mi fingo; ove per poco

Il cor non si spaura. E come il vento

Odo stormir tra queste piante, io quello

Infinito silenzio a questa voce

Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,

E le morte stagioni, e la presente

E viva, e il suon di lei. Così tra questa

Immensità s'annega il pensier mio:

E il naufragar m'è dolce in questo mare.

(Giacomo Leopardi, L'Infinito)

La Schedatura[modifica]

La Schedatura di un libro è la registrazione' secondo uno schema prestabilito delle informazioni e dei dati più importanti riscontrati in lettura. Le schedatura sono molto usate a scopo didattico sia come esercitazioni o una prova di verifica, sia come propedeutiche ad un tema o ad una recensione di uno film spettacolo, sia soprattutto per i romanzi la cui lettura può essere stata assegnata come compito sia per un film dopo la sua visione. Di queste due ultime tipologie esporremo le procedure di realizzazione.

Scrivere una Schedatura[modifica]

Modello di Scheda di Lettura di un Romanzo[modifica]

  • Presentazione del Romanzo: Va Presentato l'Autore con una breve esposizione delle note biografiche, il Titolo (sia in italiano che in lingua originaria se straniero e segnalare eventuali differenze di traduzione), il Genere (D'Avventura, Giallo, Di Fantascienza, Storico ecc.) a meno che non sia possibile farlo, la Data della Pubblicazione, la Casa Editrice e l'Edizione Letta.
  • Trama: Va Brevemente Riassunta e vanno Elencate le Principali Sequenze Narrative.
  • Tempo: Va Indicata l'Epoca Storica in cui è ambientato, la Durata Complessiva della Vicenda e gli Eventuali Flash-Back, Anticipazioni o Ellissi Temporali.
  • Spazio: Vanno Descritto e Indicato di quale Tipologia (Reale, Fantastico, Simbolico ecc.) è lo Spazio.
  • Personaggi: Vanno descritti i Caratteri dei Singoli Personaggi. Va Indicato se sono Reali o Immaginari ne va Descritto anche l'Aspetto Fisico, il Comportamento. Va Indicato anche il loro Ruolo nella Storia (Protagonista, Antagonista, Aiutante, Personaggi Secondari) e se sono Dinamici o Statici.
  • Narratore: Va Indicato se il Narratore è Interno (Protagonista o Testimone) o Esterno (Con Facoltà di Giudizio o Impersonale) e va Indicato anche il Punto di Vista del Narratore.
  • Tecniche Narrative: Va Indicato se è stato Usato il Discorso Diretto, Indiretto o Indiretto Libero, Eventuali Flussi di Coscienza o Monologhi Interiori ecc..
  • Lingua e Stile: Va Indicata se è stato Usata una Sintassi Semplice/Complessa, Paratattica/Ipotetica ecc.. Va Indicato anche il Lessico usato se sia Letterario, Comune, Popolare, Dialettale ecc.. Va Indicato anche lo Stile se è Essenziale, Incisivo, Elaborato, Ampio, Discorsivo ecc..
  • Intenzioni dello Scrittore: Vanno Indicate le Intenzioni dello Scrittore se sono Politiche, Religiose, Di Denuncia Sociale, Autobiografiche, Di Analisi Interiore, Di Rappresentazione Storica ecc..
  • Osservazioni Personali: Vanno Segnalate Scene o Passi del Libro che sono ritenuti Efficaci/Inefficaci e i Motivi per cui è Piaciuto/Non Piaciuto/Lasciato Indifferente il Libro.

Modello di Scheda Filmografica[modifica]

  • Titolo del Film: Va Indicato il Titolo sia in italiano che in lingua originaria se straniero.
  • Giudizio Sintetico: Va Dato un Giudizio secondo un Codice Prestabilito (Stellette, Asterischi, Voci in Gradazione ad Esempio Capolavoro/Ottimo/Buono/Medio/Insufficiente ecc.).
  • Produzione: Va Indicata la Nazione di produzione e l'Anno di Prima Distribuzione.
  • Fotografia: Va Inserita una Fotografia in Bianco e Nero (b/n) o a Colori (col.).
  • Durata: Va Indicata la Durata in Minuti.
  • Regista e Interpreti: Va Indicati il Nome e il Cognome del Regista e degli Attori Principali in Ordine di Importanza.
  • Sceneggiatura: Va Indicato l'Autore della Sceneggiatura e se il Film è tratto da un Romanzo va Indicato anche il Titolo e l'Autore di quest'ultimo.
  • Elementi Tecnici: Va Indicato l'Autore della Colonna Sonora, della Scenografia, dei Costumi e della Fotografia.
  • Trama: Va Riassunto Sinteticamente la Vicenda del Film indicando il Nome dei Personaggi.
  • Interpretazione del Regista: Va Indicata l'Interpretazione Data dal Regista alla Vicenda, la sua Ideologia, i suoi Scopi ecc..
  • Notazione Storica: Vanno Indicati gli Effetti Prodotti dall'Uscita del Film, il Successo o Insuccesso, le Discussioni Seguitene ecc..
  • Giudizio Critico: Va dato un Personale Giudizio Critico sul Film che deve essere Sintetico ma Motivato (Citazione di Episodi, Battute ecc.).

ESEMPIO DI SCHEDATURE[modifica]

Esempi di Schedature sono molto comuni su Internet. Esempi si possono vedere già su Wikipedia:

ESERCITAZIONE SULLE SCHEDATURE[modifica]

  • Scrivi tu la Schedatura del Romanzo di Umberto Eco "Il nome della rosa".
  • Scrivi tu la Schedatura del Film di Roberto Benigni "La vita è bella".
  • Scrivi la Schedatura o di un Romanzo o di un Film a tua scelta.