Empedocle (superiori)
Discendente da una famiglia aristocratica di Agrigento, Empedocle (c. 481 – c. 421 a.C.) oltre che filosofo fu anche poeta, mistico, taumaturgo, medico e politico di indirizzo democratico. Secondo alcune fonti fu il primo a dare lezioni di eloquenza, ed ebbe come allievo Gorgia. Su di lui si narrano varie leggende, come per esempio che abbia resuscitato una donna morta da un mese e che si sia suicidato gettandosi in un cratere dell'Etna. In realtà, testimonianze più attendibili affermano che sarebbe morto nel Peloponneso, esiliato dai ceti aristocratici con cui era entrato in contrasto.
Le quattro radici
[modifica]Cercando di spiegare i fenomeni naturali mantenendo però l'assunto parmenideo per cui l'essere è ingenerato e imperituro, Empedocle individua come elementi primordiali quattro radici (rhizòmata), cioè la terra (elemento solido), l'aria (elemento gassoso), l'acqua (elemento liquido), il fuoco (luce e calore). Tali radici si mescolano e si separano dando origine alla realtà e al suo divenire. Si noti che, a differenza degli ionici, per i quali il principio si trasformava negli altri elementi, per Empedocle ciascuna delle quattro radici rimane qualitativamente immutata. Il numero di quattro, invece, è probabilmente dovuto all'influenza pitagorica.[1]
La realtà è governata dai princìpi di amicizia (philia), che porta le radici ad aggregarsi tra loro, e di inimicizia (neikos), che le separa. Si tratta di realtà naturali, che stabiliscono i ritmi dello sviluppo e dei mutamenti naturali:[2] il divenire è un moto ciclico che vede contrapporsi amore e odio, dando vita a quattro età. In una prima fase in cui predomina l'amicizia e le cose sono unite in armonia (sfero) si inserisce l'odio (età dell'odio), il quale prende il sopravvento e separa tutto ciò che era unito (caos), fino al ritorno dell'amore (età dell'amore).[3]
Ciascuna delle quattro radici è ingenerata, imperitura, piena, indivisibile e immutabile. Empedocle concepisce ogni ente come qualificato (per esempio, il fuoco è caldo), e l'altro da sé, cioè il non essere, è interpretato come un essere differente (come l'acqua, che non è calda e quindi è diversa dal fuoco). Inoltre, nei composti le radici sono presenti secondo precisi rapporti quantitativi.
Tutto questo ha dei risvolti nel campo della conoscenza. Basandosi sul principio secondo cui «il simile conosce il simile», il filosofo afferma che, siccome tutte le cose sono composte dalle quattro radici, la conoscenza avviene quando gli elementi che sono in noi vengono a contatto con gli stessi elementi all'esterno. La sensazione avviene per mezzo di effluvi che si distaccano dagli oggetti e penetrano in noi attraverso pori.
La purificazione
[modifica]Nel pensiero di Empedocle ricopre un ruolo importante l'aspetto religioso. Uno dei suoi poemi, le Purificazioni, tratta del tema della divinità, intesa come una mente in grado di muoversi per l'intero universo a una velocità istantanea, non coglibile attraverso i sensi. L'anima dell'uomo è invece un dèmone cacciato dall'Olimpo per una colpa originaria, il quale potrà però ritornavi in seguito a una purificazione, attraverso una serie di incarnazioni in vite via via sempre più nobili.[4]