Letteratura bizantina

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Letteratura bizantina
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Letteratura greca

Per letteratura bizantina si intende quel periodo della letteratura greca, durato oltre mille anni, che dalla fondazione di Costantinopoli sull'antica Bisanzio, arriva fino alla caduta per mano dei Turchi. La metà orientale dell'impero romano era rimasto di prevalente cultura greca, ma il centro di tale civiltà, fin dall'epoca ellenistica si era ormai spostato da Atene ad Alessandria, anch'essa pervasa da due anime: l'atticismo delle scuole e la vita quotidiana di stampo greco-giudaico. Proprio ad Alessandria matura quel dualismo intellettuale che permea la civiltà bizantina e che oppone la cultura colta e quella popolare. Anche la letteratura ellenistica subisce questo dualismo: in essa infatti si distinguono due tendenze, una razionalistica e dotta e una romantica e popolare. La prima trovava la sua origine nelle scuole dei sofisti alessandrini e culminava nel romanzo (Luciano, Achille Tazio, Eliodoro e Longo Sofista sono i suoi maggiori rappresentanti); la seconda aveva le sue radici negli idilli di Teocrito e culminava in Callimaco, Museo, Quinto Smirneo e altri. Entrambe le tendenze persistettero a Bisanzio, ma la prima, grazie al suo riconoscimento ufficiale, fu quella predominante. La prima tendenza, inoltre, ricevette un supporto ulteriore dal movimento linguistico dell'atticismo. Rappresentata da scrittori quali Dionisio di Alicarnasso e grammatici quali Elio Erodiano e Frinico.

Se Alessandria, come importante e centrale fattore conservativo, fu così influente nel definire e, durante il periodo bizantino, dirigere la vita letteraria e linguistica del mondo greco, un secondo fattore conservativo è costituito dall'influenza culturale romana sulla vita politica e giudiziaria dell'Impero d'Oriente, dal momento che, sostanzialmente, l'intera struttura dello Stato rifletteva, almeno nei primi periodi della storia di Bisanzio, la struttura dell'Impero Romano. A queste due forze più antiche, la cultura ellenistica e l'organizzazione politica romana, occorre quindi aggiungere, come importanti espressioni del nuovo ambiente, la vita della cristianità e l'immaginario del mondo orientale.

Sempre ad Alessandria nacque la cristianità greco-orientale. Ad Alessandria fu completata la traduzione dei Settanta; si compì quella fusione fra filosofia greca e religione ebraica che trovò in Filone il suo principale rappresentante; fiorì il neoplatonismo di Plotino e di Porfirio; nacquero Origene, Atanasio e il suo avversario Ario, Cirillo e Sinesio di Cirene. Non proprio ad Alessandria, ma comunque in terra egizia, crebbe il concetto di ascetismo che successivamente si ritrova nel monachesimo bizantino.

Dopo Alessandria, fu la Siria con Antiochia a costituire un importante centro della cristianità. Essa fu la patria della scuola dei commentatori cristiani fiorita sotto Giovanni Crisostomo e dei cronografi universali cristiani. Sempre in Siria sono i primi germi della poesia ecclesiastica greca, mentre dalla vicina Palestina proveniva Giovanni Damasceno.

È evidente che la cristianità greca ebbe necessariamente un pronunciato carattere orientale; l'Egitto e la Siria sono i reali luoghi di nascita della Chiesa greco-orientale, e anzi in generale della civiltà greco-orientale (in altre parole, bizantina).

Dopo questa sommaria caratterizzazione dei vari elementi della civiltà bizantina occorre spiegare in quale relazione stessero l'uno con l'altro e quale fu il prodotto della loro combinazione. L'elemento romano e quello ellenistico sono intrinsecamente connessi fra loro e legati entrambi alla cultura orientale. La supremazia romana nella vita politica non scomparve a Bisanzio. Fu piuttosto amplificata dall'unione del cesarismo romano e il dispotismo orientale. Inoltre, la sottomissione della Chiesa al potere dello Stato condusse ad una opposizione sempre più netta con la Chiesa Romana, sempre più autonoma e indipendente. Dall'altro lato, la superiorità intellettuale dell'elemento greco fu evidente, dal momento in cui la lingua greca soppiantò il latino come lingua ufficiale dello Stato. L'ultima testimonianza della lingua latina furono le Novellae di Giustiniano. Tuttavia, mentre il mondo greco riuscì a preservare la forma della sua antica letteratura, non si può dire lo stesso del sentimento poetico e dell'immaginazione. Proprio nella cultura estetica il mondo bizantino ruppe i suoi legami con le antiche tradizioni, prediligendo lo spirito orientale: nella letteratura e nelle arti plastiche lo spirito orientale risultò vittorioso. Alcuni generi letterari furono pressoché abbandonati o non raggiunsero alte vette; dall'altro si perse il senso antico del bello e della proporzione. Tale evoluzione della letteratura fu il risultato di condizioni sociali molto diverse e spesso contrastanti con quelle dell'antica Grecia e di Roma, ma più vicine a quelle orientali: così la letteratura divenne strettamente connessa con le classi più alte e di potere, e meno vicina agli interessi dei cittadini.

L'ultima questione da analizzare è l'influenza orientale sulla Chiesa e sullo Stato. Occorre quindi evidenziare fra influenze dirette e influenze indirette. Fra le prime è innanzitutto la carica stessa di imperatore, nella quale è evidente il carattere orientale nell'unione nella sua unica figura del potere religioso e di quello temporale: la sua persona è ammirata come sacra, egli è il rappresentante di Dio, anzi la vera immagine di Dio, e tutti si prostrano quando gli sono davanti; tutto ciò che lo riguarda è sacro, anche l'inchiostro rosso con il quale sottolinea la sua firma. Il carattere orientale della Chiesa bizantina appare nel suo tenace spirito dogmatico nello stabilire la dottrina nei concili, nell'ascetismo della vita monastica e anche nella profonda ostilità contro l'Occidente latino e la Chiesa di Roma (che nell'XI secolo sfociò nello scisma). Il carattere orientale della Chiesa e dello Stato è ancora più evidente se considerato negli effetti sulla vita civile, perlopiù controllata dalle classi più ricche, dagli ufficiali e dalle alte cariche religiose.

Nel prosieguo della voce la letteratura bizantina è suddivisa in sezioni. Le prime quattro rappresentano quei generi che continuano la tradizione antica: la storiografia (cui però è associata anche la cronografia), l'enciclopedia e la saggistica, la poesia secolare. Le rimanenti sezioni, invece, sono relative a due nuovi generi: la letteratura ecclesiastica e religiosa e la poesia popolare.

Cronografia[modifica]

Per approfondire questo argomento, consulta la pagina w:Cronografia (letteratura bizantina).

Bibliografia[modifica]

Una storia complessiva di tutta la letteratura bizantina in lingua italiana non esiste ancora. Esistono invece diverse opere che ne analizzano i diversi aspetti o i diversi autori.

  • R. Beaton, Il romanzo greco medievale, Rubbettino 1997. ISBN 8872844991.
  • H.-G. Beck, Kirche und theologische Literatur im byzantinischen Reich (=Handbuch der klassischen Altertumswissenschaft 12,2,1), Munich 1977. ISBN 3-406-01416-X.
  • G. Horrocks, Greek: a history of the language and its speakers, London 1997. ISBN 0-582-30709-0.
  • H. Hunger, Die hochsprachliche profane Literatur der Byzantiner (=Handbuch der klassischen Altertumswissenschaft 12,5) (Munich, 1978) [two volumes]. ISBN 3-406-01427-5; ISBN 3-406-01428-3.
  • A.P. Kazhdan, A history of Byzantine literature (650-850), Athens, 1999. ISBN 960-371-010-5.
  • K. Krumbacher, Geschichte der byzantinischen Litteratur (Munich, 1897).
  • M.D. Lauxtermann, Byzantine poetry from Psides to Geometres, Vienna, 2003. ISBN 3-7001-3150-X.
  • G. Moravcsik, Byzantinoturcica, Berlin, 1958.
  • J. Rosenqvist, Die byzantinische Literatur: vom 6. Jahrhundert bis zum Fall Konstantinopels 1453 (Berlin, 2007). ISBN 978-3-11-018878-3.